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Giuseppe _Vincent Van_
Cover Resident Evil Village per PS4

La fiera degli orrori di CAPCOM

Dopo circa un anno e mezzo dal suo rilascio, in occasione dell'uscita del DLC "shadow of Rose", mi sono finalmente deciso a dare la mia opinione riguardo l'ultima incarnazione del survival horror di casa CAPCOM, opinione che anticipo subito col dire essere assolutamente positiva. Considerato che ormai tutti gli appassionati saranno a conoscenza delle disavventure della famiglia Winters, ed in particolar modo del pater familie Etham, mi limiterò ad elencare quelli che reputo essere i molti punti di forza di questo episodio, ed i pochi difetti che lo affliggono.
Iniziamo con la cosa che giocoforza salta subito all'occhio, ovvero la grafica e la cura per i dettagli a cui il RE engine ci ha ormai abituati. C'è davvero poco da lamentarsi ambienti e modelli dettagliati aiutano ad immedesimarsi con il protagonista, complice anche l'ingiustamente vituperata visuale in prima persona che da modo di vedere più da vicino il lavoro certosino fatto dai grafici, in più con la recente espansione sarà possibile godere meglio di alcune chicche grafiche, tipo i vestiti di Ethan che si sporcano dinamicamente mentre quest'ultimo passeggia per i corridoi di una cantina allagata da quello che sembra essere sangue, o le impronte lasciate sulla neve mentre camminate, niente di eclatante, ma sono piccolezze che aggiungono valore al dlc imprezziosendone la modalità 3a persona.
Per quel che riguarda il sonoro, ci troviamo di fronte alla solita ottima campionatura di sussurri, ululati, e cigolii,a cui in questi anni ci ha abituato la serie, in più il doppiaggio è di buona fattura e comprende, tra le altre, anche la lingua italiana. La colonna sonora fà il suo dovere, ma non è certo da annoverare tra le più memorabili, anzi a dire il vero nei frequenti momenti di silenzio assoluto non se ne sente affatto la mancanza, ma questo è un limite a cui il brand ci ha abituato.
Passando al gameplay vero e proprio, bisogna ammettere che CAPCOM ha fatto tesoro del passato, ampliando quanto di buono c'era in REVII e mescolandolo con elementi classici della serie, gli enigmi ad esempio sono tutti ben amalgamati con l'ambiente in cui saremo chiamati a risolverli, e molti di questi strizzano l'occhio al passato. Le meccaniche esplorative sono state enormemente ampliate, e sono stati inserite diverse zone opzionali in cui è possibile reperire tesori utili per potenziare il personaggio o acquistare risorse consumabili. Anche il combattimento è migliorato, e pur rimanendo fedele a quello del precedente episodio, trae giovamento dalla grande varietà di nemici che si presenteranno a sbarrarvi la strada.
Insomma CAPCOM con REVIII ha fatto le cose in grande, e andando a pescare a piene mani dal folklore(tra vampiri,non morti,licantropi, streghe, e scienziati in pieno stile Frankenstein)europeo, ha dato nuova linfa ad una serie che da RE5 in poi sembrava stesse perdendo la strada dell'horror in favore di una più action, ma che per fortuna con il 7 ha ritrovato la strada giusta, e che questo ottavo capitolo ha riconsegnato ai fasti di un tempo.
Unica nota dolente è la narrazione ancora troppo sopra le righe, e poco cinematografica, nulla che possa compromettere il piacere di gioco, ma che ne inficia a mio modesto parere la piena maturità narrativa.
In ogni caso brava CAPCOM!

8.5

Voto assegnato da Giuseppe _Vincent Van_
Media utenti: 8.8 · Recensioni della critica: 8.7

Giuseppe _Vincent Van_
Cover Sekiro: Shadows Die Twice per PS4

E mo che voto gli do?

Parto con una premessa che non attiene strettamente al gioco, ma che in qualche modo influirà sulla valutazione che mi appresto a dare, in via del tutto personale. Fino a qualche anno fa io potevo essere considerato un hardcore gamer, di quelli per intenderci che finiva un gioco decine di volte per sviscerarne i segreti, di quelli che negli anni 80/90 faceva chilometri in bici pur di andare a giocare con il suo coin op preferito, di quelli insomma che davanti alle difficoltà non si tirava indietro. Oggi però a causa di scelte ben precise, non è, e non può più essere come 20 anni fa, e in un gioco cerco, oltre ad un sano senso di sfida, anche un momento d'evasione. Premesso questo mi accingo ad esporre la mia esperienza con Sekiro, cercando di trarne una valutazione prettamente personale, ma sempre tentando di valutare obbiettivamente tutti quegli elementi che possono essere considerati "oggettivi". Iniziamo con la componente tecnica, graficamente Sekiro si pone esattamente sullo stesso segmento dei vari souls, seppur con qualche miglioria a livello del frame rate, le texture e la pulizia generale dell'immagine tuttavia non è sul livello delle ultime produzioni, ciononostante il motore grafico fá dignitosamente il suo lavoro, muovendo tutto in maniera fluida, anche quando su schermo impazzano scintille, fiamme, e tutta un'infinità di effetti di luce che rendono lo schermo sempre un piacere da guardare, regalando al contempo scorci spesso evocativi. Dal punto di vista artistico infatti titolo offre la solita cura riposta da From software nei propri prodotti, l'ambientazione giappo/feudale poi fá il resto, tra enormi pagode, villaggi in fiamme, e mandorli in fiore che ricoprono le strade e le arene di gioco con i loro petali, il mondo di gioco non mancherà mai di affascinare. Passando al comparto sonoro Sekiro non tradisce le aspettative, riproponendo melodie che rimandano al medioevo giapponese, che bene si sposano con lo sferagliare delle lame che farà da colonna sonora durante i duelli più concitati. Il doppiaggio in italiano è ben fatto, anche se la possibilità di vivere tutta l'avventura in lingua giapponese è molto intrigante. Chiuso il capitolo tecnico, è ora di entrare nel merito della giocabilità del titolo, e considerare quello che per qualcuno è il nervo scoperto di Sekiro, ovvero l'elevato tasso di sfida che il gioco propone. Inizio con il dire che in quanto a giocabilità i tesa come "piacere di gioco" Sekiro è una meraviglia, gli sviluppatori infatti sono riusciti a creare un sistema di combattimento estremamente semplice, ma al contempo profondo, fondamentalmente si tratterà il più delle volte di parare con il giusto tempismo e contrattaccare,nel tentativo di ridurre le due barre d'energi(vitalità, e pistura),esaurite le quali si darà luogo ad una finisher molto truculenta, il tutto condito con delle armi secondarie, e delle tecniche da imparare sbloccando gli appositi slot nell'albero delle abilità. Bisogna dire che le armi secondarie(o oggetti protesici) sono per lo più un contorno per dare un po' di varietà al combattimento, ma non saranno mai da considerarsi indispensabili, giusto per fare un esempio, ho battuto il boss finale esclusivamente a colpi di spada, francamente non so se questa "superficialità" degli strumenti protesici sia stata voluta, in modo da porre maggior enfasi ai duelli a fil di lama, o meno, tuttavia penso che ci stia, specialmente contro i boss umani dove lo scontro spada contro spada appare più epico se combattuto in "purezza". Al combattimento diretto si affiancano le fasi stealth, decisamente poco tecniche e più coreografiche, che hanno principalmente la funzione di sfoltire le fila di nemici minori per poi dedicarsi agli scontri con avversari più forti(anch'essi suscettibili ad un primo attacco in stealth), queste fasi possono apparire decisamente poco soddisfacenti dal punto di vista ludico, ma a conti fatti sottolineano la natura prettamente action di Sekiro, pertanto seppur perfettibili, non mi sento di criticale più di tanto. Fino ad ora da quanto scritto, Sekiro potrebbe apparire come un titolo accessibile, con un sistema di combattimento semplice, sia concettualmente, che praticamente (la finestra temporale per eseguire la Parry perfette è decisamente ampia...), tuttavia bisogna fare i conti con la sproporzionata forza degli attacchi nemici, che con pochi colpi vi costringeranno a far uso del potere di resurezione(da cui il sottotitolo del gioco), che poi è quello che nei giochi da bar chiamavamo "vita". Ecco se proprio debbo trovare un difetto a Sekiro, questo è da trovarsi nella sproporzione che passa tra il protagonista, e i nemici, siano essi semplici guardie, che formidabili maestri di spada, tutti riusciranno a prosciugare la vostra energia con pochi colpi, a differenza del povero Lupo, che penerà non poco per veder lampeggiare il fatidico pallino rosso(indice che il malcapitato è pronto per essere giustizziato)sul nemico. Questo modo di rendere più difficile il gioco, da parte di From software, l'ho sempre trovato poco corretto, ed è quello che più di ogni altra cosa mi ha fatto andare davvero in bestia. Vedersi falciare la totalità dell'energia con due colpi di spada,non è esattamente divertente, specie se dopo un lavoro certosino di scambi e parate, si intravede l'ultima racchetta sulla barra d'energia dell' avversario, certo si può controbattere che fá tutto parte della filosofia del gioco, e ci può stare, ma mi chiedo se non sarebbe stato meglio lavorare sull'IA nemica, assolutamente deficitaria. Veder gettati via ore del proprio tempo in un singolo secondo, magari non necessariamente per colpa propria, ma anche a causa di una telecamera non sempre precisa, non incrementa la sfida, ma alimenta la frustrazione, specie in chi(E quí mi ricollego al pistolotto iniziale su quanto fossi hardcoregamer da givinotto) in un gioco cerca una sana sfida, ed un momento per staccare la spina. Badate bene non sto criticando la difficoltà di Sekiro, ma il modo in cui questo gioco è stato reso difficile, in questo Sekiro ricorda i bei coin op de na vorta, un eroe piccolo piccolo, che viene messo contro dei mostroni infinitamente più forti di lui, dove un piccolo errore porta al game over, allora la difficoltà era dettata dal fatto che i cabinati dovevano far cassa, pertanto infilare un bel mostrone "overpowerato" a fine livello era un obbligo, ma oggi ha davvero senso rendere un gioco difficile a tutti i costi? Certo in giro si vedono individui fare cose mirabolanti, buttando giù boss uno dietro l'altro con una semplicità imbarazzante, ma si tratta di casi sporadici, un "bug" umano nel sistema gioco, che non andrebbe preso in considerazione a fini della valutazione. In conclusione, che voto dare a Sekiro? Ci sono due giocatori in me, uno più vecchio, quello dei bei tempi andati cin ore d'esperienza sulle spalle, che con Sekiro ha rivissuto i giorni passati in sala giochi, cercando di battere quel cazzo di boss progettato per spillarmi quante più monete possibile (ma una volta andato giù, sai la soddisfazione! ), mentre dall'altro c'è il gamer più giovane, quello che è affiorato durante gli anni più impegnativi, quello che vorrebbe semplicemente sedersi e godere di un prodotto difficile,ma fruibile, severo, ma non bastardo, impegnativo, ma che non ti faccia alienare dalla realtà. È allora a chi dare ragione? Al vecchio Me, o al nuovo Io? Non lo so, ma di certo buttare giù quel cazzo di boss finale è stata 'na gran soddisfazione!

8.5

Voto assegnato da Giuseppe _Vincent Van_
Media utenti: 8.7 · Recensioni della critica: 8.9

Giuseppe _Vincent Van_
Cover Gears of War: Ultimate Edition per Xbox One

Un nostalgico ritorno al passato.

Quando nell'ormai lontano 2007 gears of war si affaccio sulla scena videoludica mondiale, rappresentò per il settore una vera e propria rivoluzione, non solo per il comparto tecnico che riuscì a stabilire nuovi standard grafici, ma anche per la modernità del suo gameplay, che portò in scena quelle che potremmo definire delle "battaglie di trincea", fatte di coperture, ricariche attive, corsette da accovacciati, e brutali uccisioni corpo a corpo, tutto questo contribuì a definire il periodo d'oro di xbox 360, che sottolineò prepotentemente la propria superiorità rispetto alle console concorrenti, sia sul piano della pura potenza grafica, che su quello relativo all'impeccabile servizio on-line offerto da Microsoft. 10 anni più tardi Gears si ripresenta con la stessa possente grafica, riscritta totalmente partendo da zero, e con l'aggiunta di di un capitolo, già presente nella versione ultimate per pc. Bisogna dire che, se dal punto di vista estetico il lavoro di ristrutturazione risulta essere encomiabile, lo stesso non si può dire per ciò che riguarda le animazioni e l'interazione ambientale, che rimangono sostanzialmente invariati. I movimenti pertanto risultano macchinosi e l'ambiente circostante, anche se arricchito di nuovi particolari, rimane fin troppo statico se confrontato alle produzioni moderne. In pratica ci si ritrova tra le mani lo stesso identico gioco del 2007 solo con una veste grafica moderna, certamente una perla per tutti i giocatori di vecchia data, che magari soprassedranno su quelli che oggi appaiono come dei difetti, ma che all'epoca passarono in secondo piano, sovrastati dalla maestosità e dall'effetto dirompente che la saga dei Gears ebbe all'epoca.

8

Voto assegnato da Giuseppe _Vincent Van_
Media utenti: 8.5 · Recensioni della critica: 8.2

Giuseppe _Vincent Van_
Cover Marvel's Spider-Man per PS4

La sottile linea tra arte, ed artigianato.

Il problema di Marvel Spider-Man, è che se ne può parlare tanto nel tentativo di descriverlo,senza mai però riuscire a descrivere qualcosa di realmente nuovo,o comunque con una propria identità. Sia ben chiaro, il gioco diverte, e si fá giocare con piacere dall'inizio alla fine, ma con il passare delle ore,ci si rende conto di fare sempre le stesse cose,nel medesimo modo, cosa che alla lunga, pur non annoiando, mette in risalto una certa mancanza di progressione del personaggio, e di conseguenza del gameplay. Quel che manca al titolo Insomniac, è quell'incedere alla metroid-vania che Arkham City fece proprio in modo esemplare, al di là del pur eccellente sistema di combattimento, non ci sono particolari stimoli per ampliare il parco mosse di Spidey, che si limiterà a qualche gadget, mai indispensabile, e a qualche tecnica marziale più o meno spettacolare. Anche le fasi stealth sono molto elementari, dimentichiamoci dei nemici che piazzano le trappole nei punti strategici, o del fenomenale effetto "terrore" con cui il Cavaliere Oscuro torturava gli ignari avversari, quí l'IA nemica è basilare, e gli attacchi si basano sulla forza bruta, e sul soverchiante numero di brutti ceffi pronti a tutto pur di fermarci. Nonostante questa mancanza di identità "strutturale" però, il titolo riesce a seguire una sua propria identità "scenica", merito soprattutto del carismatico personaggio sulle cui spalle,diciamolo chiaramente, si regge l'intero gioco. Tutto,dal divertente metodo di spostamento, passando al velocissimo combat system, per finire con una storia mai banale,e ben raccontata, passa per il personaggio creato da Stan Lee, senza la cui ingombrante presenza, il progetto avrebbe avuto ben altro seguito. Potrei dilungarmi oltre, parlando dell'eccellenza del comparto tecnico,sia grafico, che audio, o delle innumerevoli chicche dedicate ai fan dell' arrampica muri, ma non farei che sottolineare quanto questo prodotto sia derivativo,ed autoreferenziale, cosa che non costituisce certo una colpa, ma che gli impedisce di sedersi in quel trono d'oro su cui molti si ostinano ad innalzarlo.

8

Voto assegnato da Giuseppe _Vincent Van_
Media utenti: 8.7 · Recensioni della critica: 8.7

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