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Su HedenVegas

Appassionato di videogiochi e cinema a 360°, porto avanti un mio blog personale a fronte di tutti gli impegni che ci accompagnano in una giornata, lavoro

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HedenVegas

Scrivo mentre aspetto la ciurma. Ogni sera ci raduniamo e ci lanciamo nel mare dei ladri, sì, voglio parlare un'ultima volta di Sea of Thieves. Sto fremendo all'idea di salire in nave e di lanciarmi all'avventura.

Le quest aggiunte di recente sono qualcosa di fenomenale. Il modo in cui ti spingono a collaborare non solo in modo pratico giocando ma anche a livello mentale - uno sforzo collettivo atto alla risoluzione di particolari enigmi - ha pochi eguali dato poi il contesto.

Perché di fatto questo gioco funziona e funziona dannatamente bene. E' bellissimo a vedersi, è bellissimo a giocarsi, è unico e coraggioso, è pure economico dati i vantaggi offerti da game pass, ma al di là di tutto funziona. Funziona in relazione al suo obiettivo, funziona in quanto videogioco e in quanto esperienza.

Più passa il tempo, più gioco, più mi appassiono a questo titolo, più fatico a comprendere recensioni come quella che ho letto qualche giorno addietro su di un sito che non citerò e relativa all'anniversary update. Una recensione dove a più riprese si è sottolineato come nonostante i vari aggiornamenti permangano i difetti originali del gioco tra cui le modifiche soltanto estetiche e l'impossibilità di salvare i loot raccolti senza per forza doverli riscattare agli avamposti prima di uscire dal gioco.

Non so proprio come si possano intendere due elementi che vanno addirittura a caratterizzare il prodotto come dei difetti, due elementi che ne sorreggono la struttura e il concept. Come? Perché? Può non piacere? Certo ma il gioco vuole essere così. Il fatto che perdi i loot ti mette l'ansia che ti serve quando stai tornando all'avamposto e ti spunta all'improvviso il Kraken dall'acqua nera. Le modifiche puramente estetiche permettono ai giocatori di essere tutti e sempre sullo stesso piano.In un mondo dove si costruiscono muri Sea of Thieves li abbatte. Senza contare che quelle modifiche estetiche ti raccontano tutte una storia... la storia del singolo giocatore e delle sue bravate nei panni di un pirata.

Ci sarà quello con l'arma luminescente che si ottiene solo dopo centinaia di ore spese contro gli scheletri e proprio quell'arma ci racconterà la sua storia nel mare dei ladri, senza parole, senza cut-scene, senza livelli o statistiche.

Può non piacere... ovvio... ma funziona, diamine funziona. Certo per ottenere questo tipo di alchimia occorrono anche i giusti ingredienti e non a tutti capita di trovare la ricetta perfetta. Ma è davvero un limite del gioco? Per altro così grosso da doverlo per forza criticare?

Credetemi, mi spiace, ma vi è andata male se non vi è piaciuto e se non ne avete visto la profondità e la particolarità. Vi inviterei volentieri sul mio galeone, a bere e suonare insieme mentre la notte si mangia il giorno. Vi vorrei far vedere quello che vedo io, provare quello che provo io quando si gonfiano le vele e la nave scivola sull'acqua verso il nuovo tesoro o il nuovo enigma da risolvere.

Lo so che sembra una presa di posizione presuntuosa... ma ne sono davvero convinto, sono proprio convinto... Sea of Thieves funziona.

Resto dell'idea che Microsoft lo abbia comunicato male. E' un GaaS e avrebbero dovuto annunciare fin da subito il piano di distribuzione dei contenuti sul lungo termine, prima ancora dell'uscita del gioco stesso. Forse anche i giocatori e i redattori, con davanti il potenziale del prodotto sul lungo periodo, ne avrebbero compreso meglio la sua natura... o magari no... boh!

Fatto sta che adesso vi saluto perché la ciurma mi attende. Sappiamo sempre l'ora di inizio, mai quella di fine... perché nel mare dei ladri è tanto scontata la pianificazione quanto imprevedibile l'esito.