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Jake Joke

ha scritto una recensione su Mafia: Definitive Edition

Cover Mafia: Definitive Edition per PC

Baciamo le mani

Parto subito col dire che mi sono approcciato a questa serie in modo quasi completamente vergine: non ho mai giocato il Mafia originale, ho solo giochicciato per un'oretta il secondo ai tempi che furono e poi ho (colpevolmente) accantonato la saga. Grande errore! Quale modo migliore dunque per rifarmi dei miei peccati, se non recuperando il remake del primo capitolo?

Mafia: Definitive Edition racconta l'ascesa e il declino di Thomas Angelo, tassista della città di Lost Heaven degli anni '30, che in una serie di fortuiti eventi si ritrova catapultato al centro della criminalità organizzata di stampo italo-americano. Pentito della propria carriera malavitosa e in apprensione per la sicurezza della propria famiglia, decide di mettere tutto in chiaro e narrare la propria storia ad un detective senza scrupoli, attraverso flashback sparpagliati cronologicamente, che si rivelano un ottimo exploit nello svelare a mano a mano l'avvincente intreccio. Tra i punti di forza del titolo spicca infatti la trama, matura al punto giusto e forte dei topoi dell'immaginario collettivo mafioso, senza però risultare mai banale o scaduta nel clichè (cosa non da poco). Complice del notevole comparto narrativo c'è inoltre il doppiaggio italiano, a dir poco superbo, con interpretazioni convincenti persino nell'accento siciliano. Ben caratterizzati sono infatti i personaggi, ognuno con una propria personalità e morale distinta; viene molto facile empatizzare con essi, specie se andiamo ad analizzare con occhio critico i dialoghi, scritti in maniera magistrale (spassosi in particolare quelli di Paulie e seri davvero quelli del Don Salieri).

Vera protagonista del gioco è tuttavia la città stessa, Lost Heaven, modellata nelle sue fattezze in modo egregio. È semplicemente una gioia per gli occhi poterla attraversare, sia durante le missioni che nella modalità "Fatti un giro". Graficamente infatti il titolo colpisce appieno: molto buoni i modelli di auto, personaggi, palazzi, armi e interni. Ben realizzati sono inoltre i riflessi che, tra specchi e pozzanghere, non fanno rimpiangere il Ray Tracing a chi non possiede tale feature. Nota di merito anche per l'illuminazione, che dà il meglio di sè durante le sparatorie e in condizioni metereologiche varie.
Purtroppo però tutto questo ben di dio non viene senza qualche neo: il gioco ha infatti messo a dura prova la mia GTX 1080 (giocato pur sempre a 1440p), con degli occasionali cali di framerate apparentemente a caso. Ho notato inoltre un vistoso popping, per non parlare dei glitch grafici e degli errori nel caricamento di texture e modelli che, pur non essendo così tanto gravi, erano abbastanza per rompere l'immersione. Discutibili anche alcune animazioni, specie per i modelli secondari e fuori dalle cutscene, che altrimenti si sarebbero rivelate nel complesso buone.

Ma arriviamo alla parte più succosa: il gameplay. Il titolo si presenta nel suo core come un solido shooter in terza persona. Era difficile sbagliare quando si parla di meccaniche così rodate negli annali dei videogiochi, e infatti il gunplay, pur non essendo nei migliori del suo genere, regala molte soddisfazioni. Le armi hanno in generale un buon feeling, ma non sono in realtà così tante, restando tuttavia divertenti da usare, specie nelle situazioni più concitate e specie quando ci si ritrova a contare i pochi proiettili che il gioco ci offre. Discorso analogo per quanto riguarda i veicoli e le fasi di guida, che richiedono un po' di tempo prima di essere capite appieno. Forse le moto avrebbero richiesto un po' di lavoro in più, e alcuni inseguimenti possono risultare frustranti (specie se giocati in modalità "Classica"), ma la sensazione di adrenalina e pericolo trasmessa è proprio quella giusta.
Ho apprezzato poi in particolar modo il gran numero di situazioni in cui ci siamo andati a cacciare, nelle più disparate e variegate ambientazioni proposte, che smorzano piuttosto bene quel senso di "corridoio infinito" che attanaglia molte produzioni spara-spara odierne. In definitiva soltanto verso la fine delle mie 14 ore di gioco ho iniziato a sentire un po' di ripetitività, con delle meccaniche che avevano iniziato a fare il loro tempo (dopo l'ennesimo inseguimento in auto un po' gli zebedei in effetti iniziano ad afflosciarsi), tuttavia il climax è costruito bene e l'esperienza nel complesso è risultata gradevole.

Mafia: Definitive Edition non è un gioco perfetto, e neanche un capolavoro, ma è sicuramente un'esperienza da provare per tutti gli amanti del genere, anche solo per poter dire di aver camminato in una metropoli del 1930, aver fatto parte di una gang di malavitosi, essere stato a stretto contatto col Don, essere sopravvissuto ad un'imboscata tesa dalla famiglia rivale, essere scappati dalla polizia in un rocambolesco inseguimento, aver partecipato ad una corsa automobilistica sportiva, e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, baciamo le mani! sisi
Voto: 8

Jake Joke

ha scritto una recensione su Wolfenstein: The New Order

Cover Wolfenstein: The New Order per PC

Duuunque.

È da un po' che aspettavo di giocare questo titolo (è anche da un po' che non scrivo una recensione su Ludomedia) e finalmente ne ho avuto l'opportunità.
Premetto fin da subito che ho solamente giochicciato i titoli precedenti della serie, me ne intendo relativamente di FPS old school e pertanto non sono in grado di fare una comparazione con quelli che erano gli sparatutto di una volta, da cui Wolfenstein: The New Order trae le sue origini.
Quello che invece posso fare è, senz'altro, comparararlo agli altri giochi del panorama attuale e saggiare questa cosiddetta next gen, di cui io per ora ho avuto soltanto qualche assaggio.

The New Order attira in modo procace e con una premessa interessante fin da subito: la terra è controllata dai nazisti. Questi hanno armi potentissime, tecnologie incredibili, e sostanzialmente schiavizzano il mondo imponendo i principi più classici del Terzo Reich, che anche noi conosciamo.
Se da una parte infatti la cultura si è ormai "germanizzata" (con le più grandi città sotto il controllo nazista, le canzoni sono tutte cantate in tedesco e la propaganda è esageratamente opprimente), dall'altro la violenza, nonostante la guerra sia finita da molti anni, la fa ancora da padrona tra le strade. Esistono ancora i campi di concentramento, le razze considerate "inferiori" sono letteralmente schiavizzate e i soldati non hanno paura di macchiarsi le uniformi di sangue, anzi, ne sono ben invogliati. Tutto questo su larga scala.
Siamo però nel 1960, e le tecnologie sono anomalamente avanzate: le macchine sono una realtà, robot di proporzioni epiche e cani sferraglianti pattugliano le città sotto il comando dei "Supersoldaten", esseri per metà uomini e metà macchine. Beh, nessun dubbio che i nazisti abbiano vinto la guerra.
Il gioco vero e proprio inizia tuttavia 14 anni prima, su un aereo nella tempesta dei tecnologissimi raid tedeschi. Controlleremo William B.J. Blazkowicz, veterano di guerra americano (e della serie). Dovremo attaccare una fortezza cruciale per il regime nazista, per poter dare una svolta alla guerra ancora in corso e cambiare le sorti del mondo. Inevitabilmente, dopo una parte di introduttiva neanche tanto breve (a me è durata 2 ore) qualcosa andrà storto. Ci ritroveremo in acqua, con una scheggia infilata nella nuca e con gran parte della coscienza andata a puttane. Prelevati da una nave di passaggio e portati in una casa di cura Polacca, qui trascorreremo 14 anni della nostra vita, fino a che non riacquisteremo conoscenza in un momento di pericolo e finalmente potremo apprendere la realtà dei fatti: i tedeschi hanno vinto la guerra e il mondo è sotto il loro controllo. Dovremo trovare la resistenza e provare a ribaltare la storia, ancora una volta.

Da un fan della fantascienza distopica (e anche un po' di fantapolitica) come me, non ci si poteva aspettare altro che esserne attratto. Sebbene il genere con gli anni sia diventato più che blasonato, è sempre bello esplorarne tutti i possibili universi creabili. Quello di Wolfenstein non è da meno. La trama, come avrete capito, svolge più che un ruolo di contorno ad un FPS qualsiasi. È parte integrante del gioco stesso, offre da mordente per continuare e, quasi a testimoniare la mancanza di multiplayer nel gioco (scelta inusuale nel mercato attuale), dimostra gli sforzi del team in questo aspetto degli FPS a cui non sempre viene sufficientemente data attenzione. Sforzi che però, purtroppo, non hanno portato ad un risultato eccelso, dal mio punto di vista.
Innanzitutto, The New Order si fa peso di un grande numero di location, di situazioni, di personaggi e di sottotrame. Elementi che non sempre sembrano funzionare in sintonia tra loro. L'idea infatti è quella che si sia cercato di dare molta profondità ad ogni fattore che compone il gioco. Cosa che è riuscita, a conti fatti: potremo sbloccare andando avanti nel gioco, e mano a mano che ne faremo la conoscenza, dei bozzetti, artwork e soprattutto delle biografie dei personaggi che ci narreranno la loro storia. Ogni personaggio ha le proprie motivazioni, la propria mentalità, il proprio modo di affrontare la guerra a cui sono sottoposti, quindi la cura è oltremodo certosina con cui sono stati caratterizzati. Se lo guardiamo da un pusto di vista più distante, tuttavia, essi hanno soltanto un ruolo marginale, effimero, il rapporto con il giocatore e il loro destino viene solo accennato in alcuni, fatte le dovute eccezioni. Assuomo un ruolo di "macchietta", nonostante la loro psicologia relativamente profonda.
Il ritmo con cui accadono le situazioni invece è serrato; queste però sono in una certa disarmonia tra loro, la narrazione sembra forzata in alcuni punti, e alcune cose accadono troppo in fretta, senza una spiegazione soddisfacente e portano a far pensare che avvengono solamente come pretesto per permettere al giocatore di sparare in luoghi dove non ha mai sparato prima. La trama dunque, forte di elementi potenzialmente interessanti e curati, ma mal sfruttati, si rivela comunque molto piacevole da seguire, anche solo per sapere dove andremo a finire, ma a conti fatti non è sicuramente il miglior fattore del gioco.

Quello a cui The New Order deve il proprio successo, è ovviamente il gameplay. Da questo punto di vista si dimostra un FPS solido, capace di regalare sia combattimenti avvincenti volti all'azione serrata, sia fasi stealth utili a salvarci la pellaccia nelle situazioni più pericolose (anche se la IA in questi frangenti non sembrava particolarmente sveglia, ma faceva il suo lavoro). Un mix intelligente e ben gestito durante tutta la durata del gioco, accompagnato da un sistema di crescita del personaggio basato sul canonico albero delle abilità, da dire però per nulla invadente e che si "cuce" sul giocatore, a seconda del suo stile di gioco e delle sue esigenze. Le armi non sono moltissime, ma variano molto tra loro, e nel corso del gioco bene o male saremo costretti ad utilizzarle tutte, anche tenendone una dello stesso tipo per mano. mettendoci di fronte alla esigenza di adattarci nelle (molte, come già detto) situazioni. Altro elemento di cui si fa forte Wolfenstein, infatti, sono le location. Grandi, splendidamente realizzate, sempre più varie tra loro e completamente esplorabili, alla ricerca di segreti e collezionabili che è un piacere trovare; un ottimo esempio di game design, che aumenta tra l'altro la longevità e la rigiocabilità del titolo (ovviamente anche le differenti timeline tra cui potremo scegliere, faranno la loro parte). Il gioco infatti, che ho affrontato a difficoltà "Sono il mietitore!" (equivalente del "Difficile", terza delle quattro difficoltà disponibili) mi è durato 22 ore, e con soltanto il 56% del completamento! Anche se, se giocherete con run lunghe e senza fermarvi per molte ore, potreste accusare di un po' di ripetitività nello schema "Uccidi i generali - fai fuori tutti - Stealth - daccapo" notabile in alcuni frangenti, ma sapientemente mascherato. Parliamo pur sempre di un FPS, comunque.

Poco da dire sul comparto tecnico. Ho ricontrato soltanto un bug durante tutta la run, per cominciare. La grafica inoltre è d'impatto (giocato settato su "Medio", e con qualche effetto aggiunto), alcuni scorci sono magnifici e soprattutto, a farla da padrone, è la direzione artistica splendida. Design dei nemici e dei personaggi azzeccato, le location sono perfettamente realizzate e danno il senso di profondità, l'illuminazione offre chiaroscuro superbi e l'uso del colore è un tocco di classe, con un girgio (o altre tonalità tenui) predominante praticamente ovunque e con il rosso a fare da contrasto. Uno spettacolo per gli occhi. Unico neo è forse il popping delle texture che si presenta con eccessiva frequenza, quando gireremo la visuale. Un "regalino" dell'Id Tech 5, già riscontrato nel Rage che fu. Una cosa difficile da notare, comunque, a meno che non abbiate un occhio allenato.

Insomma, Wolfenstein: The New order è un titolo che consiglio a tutti. Non è sicuramente perfetto, e neanche un capolavoro sotto certi punti di vista. Ha qualche difetto qua e là, potrebbero farvi storcere il naso ogni tanto, ma a conti fatti l'esperienza di gioco è godibile e tutta la sua durata scorrerà via come l'olio, lasciandovi anche qualcosa a cui pensare.

Jake Joke

ha scritto una recensione su Crysis 2

Cover Crysis 2 per PC

Finalmente l'ho finito, e vedo di dare qualche parere personale.
Sinceramente... non capisco perchè non è piaciuto a molti.
Ok, non è che sia un gioco poi molto speciale, essendo uno spara-spara come ne fanno di solito, ma non è neanche da buttare via, su.

Se parliamo del lato tecnico, per esempio, si rivela IMPRESSIONANTE. Ovviamente parlo della versione PC, e se si ha una macchina abbastanza potente da farlo girare alle specifiche maggiori (ma non necessariamente) si avranno vedute eccezionali, a dir poco mozzafiato. Poi, insomma, la dinamicità degli ambienti, i vari crolli e bla bla bla. Tutto già visto, certo, ma sono fatti benissimo. Anche il design dei vari nemici mi è piaciuto, e sebbene questa storia degli "alieni con una tecnologia avanzatissima (uuuuu!)" sia stata raccontata più e più volte, il mordente c'è.

Mordente capace di metere su una trama decente, perlomeno. Gli eventi sono narrati piuttosto bene e, sebbene pensassi il contrario, credo richiedano l'aver giocato il primo capitolo. I riferimenti con quest'ultimo sono continui. E anche il finale lascia moltissimo spazio per il sequel, che noi già conosciamo come Crysis 3, ovviamente.

Il gameplay, invece, è la parte più interessante e discussa del titolo.
Io personalmente l'ho trovato accattivante: l'utilizzo della tuta in tutti i suoi molteplici modi, i vari poteri, lo sfruttare l'ambiente, valutare ogni singola situazione di gioco... insomma, la carne a fuoco c'è. Tuttavia tutto questo sistema è minato un po' dalla stupidità dell'IA in alcuni frangenti e dalla ripetività delle situazioni, che si riconosce più o meno a metà gioco. Per ovviare al primo problema consiglio subito di settare la difficoltà alla più difficile, per avere un'esperienza adrenalinica, dura e intensa. Già, perchè sebbene sembra facile essere dei super-uomini che posssono fare tutto, molto spesso la limitazione dell'energia, i proiettili che scarseggiano e gli attacchi incessanti possono darvi del filo da torcere abbastanza da farvi divertire. Inoltre per il secondo problema consiglio di sfruttare sempre più stili diversi di attacco. Una volta fare il tipico "tank", per esempio (uso della corazza, perk che favoriscono la sopravvivenza) e altre volte prediligere uno più stealth (perk per l'invisibilità, l'agilità ecc).

In conclusione, non l'ho trovato poi in brutto gioco nel complesso. Ammetto di essere partito con dei pregiudizi ma alla fine sono riuscito a godermelo lo stesso.

Jake Joke

ha scritto una recensione su Ryse: Son of Rome

Cover Ryse: Son of Rome per Xbox One

Provato in modalità "Orda".
No, nella demo non c'è nemmeno un QTE.
Ma il combat system è così rigido che sembra abbiano semplicemente nascosto i tasti da premere sullo schermo.
Alla fine si trata solo di tempismo, tempismo richiesto in grandi quantità, visto che i colpi sono veramente poco reattivi e le animazioni troppo lunghe, poco fluide.
Tutta scena, in prtica.

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