Luigi Fulchini

Più di una remastered!

Epica e spettacolare. Solo così potrei definire un’esperienza come quella di L.A. Noire, che fa oggi il proprio salto generazionale con una deliziosa remaster che aveva veramente senso di esistere, per permettere di rigiocare o giocare per la prima volta una mastodontica opera che all’epoca era riuscita ad accaparrarsi la “massima onorificenza”, ridefinendo coraggiosamente un genere spostando il tutto il suo focus su una narrazione che vale certamente la pena di ripercorrere; e nuovi contenuti che svecchiano e migliorano una formula che ha reso inarrestabile e vincente GTA. Ecco cos’era L.A. Noire: una rivoluzione e un’evoluzione allo stesso tempo, un gioco imperdibile per gli appassionati e per qualsiasi neofita che volesse approcciarsi a questo tipo di genere. Una remaster conservativa che, senza dubbio, mantiene inalterata la qualità del gioiello di Rockstar Games.

Tetris non ha davvero bisogno di presentazioni. Fino ad oggi nessun altro gioco è mai riuscito a tagliare i suoi record commerciali. È il gioco più venduto, più riprodotto, tra i più importanti di sempre: Alexey Pajitnov e Vladimir Pokhilko avevano creato un'opera monumentale e indimenticabile. Qualcosa con cui abbiamo passato, passiamo e passeremo nei momenti di leggerezza e spensieratezza - ma non troppo. Un compagno appagante, nel suo essere scorrevole e immediato.

Per quanto ancora "incapaci" di scoprire le cause del suo successo globale, è innegabile come Minecraft sia arrivato come un fulmine a ciel sereno. A distanza di quasi 10 anni dalla sua uscita, il sandbox rimane sempre un'esperienza atavica e inenarrabile, una realtà in cui immergersi, scoprire e fantasticare anche lì dove non esiste un vero e proprio end game. Perché è un'avventura personale, consolatoria, improbabile; perché la nostra creatività non ha limiti di tempo, e nemmeno di spazio.

La nostalgia è “un desiderio di non si sa che cosa”, direbbe ancora Saint-Exupery. Una frase che si traduce in un impegno alla ricerca di qualcosa ormai andato perduto. Ebbene, lo confesso, è difficile valutare un’opera come Yooka-Laylee: per molti giocatori può rappresentare un’oasi di ristoro, per altri invece un rimorso di ciò che non è stato e che avrebbe dovuto essere. La realizzazione di Playtonic è, per me, un gioco discreto e riuscito a metà. Un prodotto spassoso e intrigante, che certamente risalta la natura scanzonata e umoristica dei platform anni ’80 e ’90, ma pieno di lacune ingiustificabili che possono lasciare un (retro)gusto amaro in bocca.