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Mad_dog

ha scritto una recensione su Gene Rain

Cover Gene Rain per PS4

Geals of wal

Di Gene Rain, il Gears of War cinese, vi avevo già brevemente parlato in passato in relazione alla sua rarità ma ora è giunto il momento di scendere nel dettaglio.
Nel dettaglio brutto, raccapricciante e disturbante che solo un clone cinese può raggiungere

Nel 2016, da qualche parte nella grande Cina, uno sviluppatore evidentemente deluso da Gears 4 ha preso la situazione in mano e ha deciso di fare il proprio GoW. In casa, più bello, con blackjack e squillo di lusso. Si è però presto reso conto che le squillo di lusso, proprio perché sono di lusso, costano tanto e che per il blackjack servono tanti permessi e quindi sono rimasti solo con la loro opera magna. Gene Rain.

Oltretutto così magna che l’hanno completamente cancellata dalla storia loro stessi… ma di questo ne parleremo dopo.
Il gioco come prevedibile è un tps a coperture che scimmiotta la serie capolavoro di Epic. Inutile dire che tutto è una tragedia. Se al colpo d’occhio, mentre tutto è fermo, il gioco potrebbe addirittura sembrare carino, nel momento stesso nel quale cominciamo a muoverci… il disastro. La disfatta.

Il gioco fa fatica persino a renderizzare l’immagine che compare dietro il nostro personaggio quando giriamo la visuale tanto che ogni volta che ci muoviamo c’è una specie di “patina” sfocata attorno al nostro protagonista.

Non sto nemmeno a dire quanto i controlli siano atroci. L’input delay viaggia senza soluzione di continuità da una frazione di secondo al secondo pieno in maniera apparentemente casuale. Lo shooting è legnosissimo, entrare e uscire dalle coperture un’impresa titanica, le hitbox totalmente arbitrarie e la ia nemica non pervenuta.
Non è raro vedere nemici che si dimenticano di noi nel momento stesso nel quale andiamo in copertura o giriamo dietro un muro. Altri che vengono in copertura affianco a noi e poi non capendoci più un cazzo sparano altrove, altri ancora che invece rimangono inermi a farsi scivolare la vita addosso.

La struttura delle missioni è IDENTICA da inizio a fine. Partiamo, andiamo a falciare alcuni robot (robot perché in cina è ILLEGALE uccidere persone nei videogiochi e quindi son sempre mostri, robot o animali), distruggiamo 2 generatori, facciamo esplodere un emettitore di campi elettromagnetici e torniamo a casa.
Si, perché gli sviluppatori apparentemente sono pure complottisti del 5G. tutta la trama del gioco si basa sul fatto che un malvagio americano dal nome di Bill Feynman (nome proprio da super cattivo) ha distrutto l’umanità con i campi elettromagnetici e una pioggia genetica che… perché…. Tipo…. Boh è successo.

Comunque sia vi ricordate quando inizialmente ho scritto che loro stessi si sono cancellati dalla faccia della terra la loro opera magna?

Se andate su youtube e cercate il nome del gioco trovate video di Gene Rain e Gene Rain Wind Tower. Indagando scopro che Wind Tower è la nuova versione uscita attraverso update gratuito.

Però se andate a guardare meglio potete notare come… non solo non c’entrano nulla l'uno con l’altro a livello visivo laddove la versione “liscia” è palesemente un titolo più bruttino, acerbo e “sporco” a livello grafico ma che sono proprio 2 giochi differenti. Personaggi, ambientazione, storia completamente differenti.

Infatti… attenzione… Wind Tower è un seguito. I buchi di trama che permeano tutto il gioco ci sono perché danno per scontato cose che dovremmo già sapere avendo giocato il precedente.

QUESTI SI SONO DISTRIBUITI IL SEGUITO DEL PROPRIO VIDEOGIOCO COME AGGIORNAMENTO GRATUITO CHE HA SOVRASCRITTO PER SEMPRE IL PRIMO CAPITOLO. E vogliamo dirla tutta? Ad occhio sembrava meglio il primo!

Altra prova viene dai trofei/achievement. Ci sono coppe legate all’utilizzo di un mech peccato che nel gioco non sia presente. Così come riferimenti a upgrade delle armi o modalità di gioco che non si possono trovare da nessuna parte… e indovinate chi aveva tutte queste cose originariamente? Esatto. Il gioco liscio.

La follia. La follia più pura.

2.5

Voto assegnato da Mad_dog
Media utenti: 2.5

Mad_dog

ha scritto una recensione su Trepang2

Cover Trepang2 per PS5

Se mio nonno avesse tre palle sarebbe trepang3

Trepang2 è il risultato di fan accaniti della serie F.E.A.R. che, dopo aver passato anni a chiedere a Warner Bros e Monolith (RIP) un nuovo capitolo, hanno deciso di farsi il proprio F.E.A.R. con blackjack e squillo di lusso.

È impossibile non notare somiglianze (per non dire uguaglianze) tra trepang ed il primo storico capitolo del 2006. Sparatutto in prima persona che spingono verso l’horror, tantissimi nemici governati da una ia incazzatissima e in grado di metterti costantemente in difficoltà, difficoltà media elevata, bullet time ed elementi sovrannaturali vari.

Molto gradito anche un ritmo frenetico di gioco che strizza l'occhio anche ai recenti doom con una forte enfasi sul non stare mai fermo, rimanere sempre in movimento e prediligere un approccio sempre molto aggressivo.

Il gioco è bello, divertente, ben fatto, un piacere per i fan di fear ma…

Il problema di Trepang, almeno per me è che c’è sempre un “ma”.

Lo shooting, parte nella quale palesemente è stata posta la cura più grande, diverte, è ben fatto, le armi hanno il giusto peso, c’è la giusta sfida ma… dopo la prima ora, massimo la seconda praticamente hai visto tutto ciò che c’è da vedere in termini di possibilità e nemici. Ciò che succede è che c’è un aumento considerevole di soldati pronti a farci la pelle che ci viene lanciato addosso. Ma la tipologia bene o male quella è.

Le parti horror ci sono e funzionano abbastanza bene ma… sono fin troppo poche, lontane fra loro e spesso rilegate alle missioni secondarie.

Missioni secondarie che allungano efficacemente la durata del gioco, hanno “senso di esistere” in quanto effettivamente vengono vissute come incarichi minori ma comunque “necessari” al fine di proseguire con la trama ma… spesso risultano essere sempre incarichi ad orda dove dobbiamo tenere una posizione mentre il gioco ci vomita contro orde su orde di nemici.

Trama che prevedibilmente è giusto un pretesto per fare uno spara spara che ci vede coinvolto come soldato di una corporazione che viene salvato dalla prigionia e rimesso in campo per distruggere a fondo la corporazione nemica ma… manca qualsiasi tipo di antagonista o personaggio di rilievo come Alma.

Ci sono alcuni nemici “horror” oltre ai soldati ma… è più un bene che un male dato che spesso sono solo fastidiosi e non divertenti da combattere.

Le ambientazioni sono varie ma… tutte dimenticabili.

Unica cosa su cui non ho niente da ridire è la componente grafica con una quantità impossibile di particellari e distruttibilità dello scenario oltre che una direzione artistica appropriata e un sonoro che riesce a fare il suo dovere sostenendo le diverse scene.
La durata sulle 8 ore direi che anch’essa è più che appropriata per mantenere alto il ritmo senza mai annoiare troppo. Ore che potenzialmente si moltiplicano se si è masochisti e ci si vuole cimentare nel livello di difficoltà più elevato che prevede anche il permadeath.

In definitiva un gioco che consiglio ma… solo a chi è nostalgico della serie F.E.A.R.

7.5

Voto assegnato da Mad_dog
Media utenti: 7.5

Mad_dog

ha scritto una recensione su World of Horror

Cover World of Horror per PS4

L'orrore di andare a scuola

World of Horror è praticamente la versione videogioco di un manga di Junji ito che però pesca a piene mani anche dall’orrore cosmico di Lovecraft.

Dopo una vita passata in early access finalmente esce in versione completa ed è malato esattamente come speravo. Nonostante la grafica pixel art a 1bit e un’impostazione prevalentemente statica e a turni World of Horror riesce ad essere tremendamente inquietante.

I mostri e le leggende locali che siamo chiamati a trovare vestendo i panni di diversi studenti sono sempre estremamente originali, spaventosi e dannatamente pericolosi.

Il gioco infatti ci vede indagare su diverse leggende, misteri e superstizioni locali con l’intento di venire a capo. Peccato che il venirne a capo solitamente significhi trovarsi faccia a faccia con un numero non precisato di orrori e, solitamente, culmina con una sorta di boss fight finale… sempre se riusciamo ad arrivarci alla boss fight.

L’impostazione di gioco infatti è in pieno stile rogue lite con partite che normalmente durano tra i 20 minuti e l’ora abbondante a seconda di quanto riusciamo a sopravvivere o andare a fondo del mistero di turno.

Passeremo le nostre partite a investigare diverse parti della città, cercare nuovi indizi e oggetti chiave per sbloccare nuovi elementi della progressione, cercare oggetti o modi per migliorare il nostro equipaggiamento, il nostro party (nel caso in cui riuscissimo a reclutare qualche altro disperato estremamente sacrificabile) e gestire la nostra salute fisica e mentale oltre che le nostre statistiche in pieno stile gdr quali forza, destrezza, percezione etc.

Durante le nostre esplorazioni veniamo posti d’innanzi a una discreta varietà di eventi randomici il cui esito può risultare in un bonus, malus o nulla di fatto in base alle statistiche su cui scala o uno scontro contro uno dei molti orrori di cui il gioco pullula. Questi scontri vengono gestiti con un approccio a turni. In base al nostro numero di punti azione possiamo concatenare diversi attacchi leggeri o pesanti, schivare, parare, utilizzare oggetti o tentare la nostra fortuna con alcuni incantesimi, preghiere e combo di movimenti che, se gestiti nel modo corretto che varia in base al nemico che ci troviamo di fronte possono fornirci grandi benefici.

World of horror come molti rogue lite richiede una certa dose di pazienza e dedizione. Nonostante una storia tutorial che insegna efficacemente le basi è comunque un titolo che ti prende discretamente a calci nei denti. Le prime partite possono essere frustranti in quanto ci si trova abbastanza spaesati sul cosa fare, dove andare o come proseguire. L’HUD non esattamente user friendly non aiuta di certo.

Se però gli si dedica un po’ di tempo il gioco regala veramente molte emozioni.

L’unica cosa che non ho molto apprezzato è la gestione degli eventi randomici durante le sessioni di esplorazione. Aggiungono si un po’ di pepe al tutto, possono essere un’opportunità per potenziarci o imparare qualcosa di nuovo ma a volte mi sono sembravi veramente troppo randomici.

Se siete fan di Junji Ito, Lovecraft o dei rogue lite dateci assolutamente un’occhiata.

Mad_dog

ha scritto una recensione su Pantsu Hunter: Back to the 90s

Cover Pantsu Hunter: Back to the 90s per PS4

Piss filterami le mutandine

In Pantsu Hunter, come suggerisce il titolo, interpretiamo un “cacciatore di mutandine”. Però tranquilli, come il nostro protagonista ci tiene più volte a sottolineare non lo fa assolutamente perché è un maniaco ma perché ha sviluppato questa incredibile capacità di “capire” le persone con una sola occhiata alla loro biancheria intima 🤥🤥🤥
E con persone intendo le donne. E lo fa con il solo scopo di trovare la sua donna perfetta…

Per la serie “Cose che fanno gli uomini pur di non andare in terapia”

Comunque sia il gioco parte pure bene. La premessa è sufficientemente trash, i personaggi sufficientemente imbecilli e disagiati, nostro protagonista ovviamente in primis e il tono è pure leggero e divertente.

Il tutto è infatti strutturato a metà tra una visual novel e un punta e clicca con un’alternanza di dialoghi statici nei quali scegliere cosa dire o come comportarsi e delle parti dove dovremo interagire con gli oggetti nelle stanze delle povere criste di turno con l’obiettivo di scovare dove hanno nascosto la loro biancheria intima.

Cosa più facile a dirsi che a farsi in quanto anche le protagoniste femminili saranno delle belle disagiate che andranno a nascondere le loro mutande spesso in posti improbabili tipo una lampada bollente o stupidamente inaccessibili tipo un cassetto chiuso senza maniglia la quale è nascosta dentro una grata.

Il primo livello, molto limitato in dimensioni, è divertente al punto giusto. Spinge a sperimentare con mix di oggetti e dialoghi per capire come scovare tutti i collezionabili e i finali disponibili senza mai risultare frustrante in quanto tutti i passaggi, oggetti e stanze sono subito raggiungibili ad ogni nuovo tentativo.

Andando avanti con il gioco però questa immediatezza si perde e spesso per poter vedere alcuni esiti differenti dell’avventura sono necessari anche minuti e minuti di ripetizione spasmodica delle stesse azioni andando a minare qualsiasi divertimento e rendendo il tutto equiparabile a trascinare stancamente ma con fare comunque convinto i propri gioielli di famiglia sulla ghiaietta del giardino. Non metto in dubbio che a qualcuno possa piacere ma personalmente non fa per me.

Come se non bastasse l’unico modo per sbloccare il livello successivo e avviarsi al completamento del gioco è quello di intraprendere un particolare finale, totalmente arbitrario, denominato “true ending”.

Sul piano visibile torna prepotente il Piss filter tanto caro alla generazione PS3/360 che rende tutto inutilmente giallino.

Per il platino nulla di difficile se si utilizza una guida, solo noioso. Dobbiamo sostanzialmente fare il gioco al 100% quindi trovare tutte le mutande (18), guardare tutti i finali (58), morire 5 volte utilizzando una sedia (giuro il nostro caro spreco di aria e spazio su gambe si è dimenticato come ci si siede stile Peter Griffin e sistematicamente muore appena prova a sedersi), sbloccare tutti i retroscena (9) e vedere la schermata di game over 70 volte.

Se siete appassionati di… mutande? O di visual novel con quel marcato disagio nipponico (ma in questo caso fatto da occidentali) potete anche dargli una possibilità se trovato a pochi spicci. Se no meglio evitare

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