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Mark

ha scritto una recensione su The Evil Within

Cover The Evil Within per PS3

"Shinji Mikami: Ho deciso di sviluppare The Evil Within, dopo aver notato che il genere survival horror sta letteralmente scomparendo. Non esistono più i survival horror di un tempo. L' obiettivo prefissato con The Evil Within è quello di creare un titolo prima di tutto spaventoso, e il fatto che non vi siano altri titoli in circolazione basati su tale genere, mi porta a credere in questo progetto".

"E' stato un processo naturale, e tutto finalizzato a creare il migliore survival horror possibile"

"Sarà un ritorno alle origini del survival horror"

Vi siete emozionati leggendo queste righe? Vi è scesa una lacrima nostalgica? Avete già controllato il portafogli e state per fiondarvi in negozio per procurarvi una copia di The Evil Within?
Bravi. Siete appena caduti nel tranello in cui sono caduto anch io.

Questa recensione non vi piacerà. A qualcuno non piacerà la forma. Ad altri non piaceranno i toni. Altri ancora rimarranno sorpresi del voto.
Beh, se volete saperlo neanche a me piace. Anzi, sapete che vi dico? Mi metto il Non Mi Piace da solo. Perchè IO PER PRIMO avrei voluto vedere una recensione stupenda e zeppa di elogi. Avrei voluto scrivere cose bellissime, su questo Evil Within. Speravo di poter dire cose come "è l'ennesima perla snobbata dalla critica". Invece no. Quindi questa recensione non piace neanche a me.

Qui non descriverò nel dettaglio il gameplay, le meccaniche di gioco, il comparto tecnico e via dicendo. Qui parlerò semplicemente dell'esperienza che ho vissuto IO, di come IO ho trovato il gioco, di cosa penso IO. Il MIO punto di vista.
All'inizio ero dell'idea che questo gioco neanche la meritasse una recensione di quelle serie. Però poi ho pensato "NO. Anch io ho il diritto di dire la mia".

Tornando al gioco.
In linea di massima questo The Evil Within è un gioco sicuramente equilibrato, ben fatto e più impegnativo della media.
MA NON E' UN SURVIVAL HORROR.
In questa recensione lo ripeterò fino alla nausea. Mettiamocelo in testa.
Shinji Mikami ha cercato di fregarmi, e c'è riuscito. Questo non è un "ritorno del survival horror classico". E' un gioco costruito su idee e meccaniche già viste, e per giunta mescolate tra loro in modo incostante e, a mio modo di vedere, poco convincente. Quindi, Mikami, mi hai raccontato frottole. Altro che "ritorno del survival horror". Altro che "fino all'ultimo proiettile". Mikami, così non si fa. Ti odio. Odio te e tutti quelli che hanno contribuito a costruire un'immagine di Evil Within fasulla e ingannevole.

Se escludiamo qualche sporadico capitolo della campagna, per il resto è un action horror esattamente come il 90% di quelli usciti negli ultimi anni. Come action horror comunque fa la sua figura, ed è sicuramente tutto un altro paio di maniche rispetto a robetta che ci è stata propinata nella storia recente (coffcoff Resident Evil 6 coffcoff).
Anche dal punto di vista grafico si difende benissimo, nonostante qualche sbavatura (evidente perlopiù negli scenari diurni) e un certo popup di texture e modelli. Visivamente è piacevolissimo, soprattutto durante i passaggi tra i vari piani spazio/temporali, con il mondo attorno a noi che cambia e si modifica in tempo reale. Davvero spettacolari queste sequenze, forse l'unico vero punto di forza del titolo. Buoni i modelli dei personaggi (tranne le animazioni). Bello il design di alcuni nemici (in particolare i boss).
Il sonoro fa il suo lavoro senza esagerare: gli effetti sono "cattivi" e abbastanza gradevoli, ma la OST e i motivi di sottofondo non inquietano quanto dovrebbero. Se escludiamo la main theme, il resto delle tracce sono abbastanza dimenticabili.
Insomma, in generale è un gioco godibile e che scorre via senza particolari problemi. Fa il suo lavoro senza esagerare.
Ma...

Gli manca qualcosa. Beh, PIU' di "qualcosa". Sicuramente (a mio parere) la prima cosa che gli manca è il carattere: per tutto il gioco ho provato una bruttissima e spiacevole sensazione di già visto. Non propone quasi niente di veramente originale, ogni singolo dettaglio di gioco sembra "ispirato" (per non dire SCOPIAZZATO) da diversi titoli del passato. Il gameplay è quasi identico (al limite del plagio) a quello di Resident Evil 4, con lo stesso sistema di mira, lo stesso feeling delle armi... insomma, la "struttura" generale del gioco è quasi la stessa. Le fasi in cui sopravvivere a ondate di nemici armati di forconi e dinamite con tanto di miniboss armato di motosega vi dice qualcosa? -.- Il vecchio furbacchione di Mikami, però, ha pensato bene di nascondere la natura del titolo spostando il tutto verso un contesto un pò più "horror" del solito, che a tratti ricorda le atmosfere malsane, contorte e disturbanti di Silent Hill (in particolare Silent Hill 3 e 4), ma il risultato non è stato piacevole come speravo. In pratica, è come giocare a un Resident Evil "mascherato" da Silent Hill. So che sembra una frase fatta, ma è proprio così. Un Resident Evil 4 "reinterpretato" in salsa horror/macabra.
Quasi ogni dettaglio mi ha fatto tornare in mente idee già viste.

Realtà che cambia in tempo reale = Silent Hill
Entrare nel mondo degli specchi = Silent Hill Origins
Creature/zombie = Ganados di Resident Evil 4 e Shibito di Forbidden Siren
BoxHead = Pyramid Head di Silent Hill 2
Meccaniche stealth = The Last of Us
Meccaniche action = Resident Evil 4
Ambientazioni = Resident Evil 1 e Resident Evil 4 (in alcuni casi Silent Hill 3)
La gabbia con l'acqua = La sfida finale di Ciao Darwin... rotfl no vabbè dai, scherzo asd

Insomma, più che semplici citazioni, a me sembrano semplicemente delle copiature belle e buone. Mancanza di inventiva. E comunque in generale non mi è sembrato nè carne nè pesce, vorrebbe essere angosciante e opprimente come un Silent Hill ma viene storpiato da meccaniche di gioco troppo action e troppo distanti dai canoni dei "veri" survival horror (ovvero, le stesse meccaniche action e sparacchine di Resident Evil 4), viceversa vorrebbe riproporre (per l'ennesima volta) lo stile che ha decretato il successo di Resident Evil 4, ma dopo un' INTERA generazione di action/horror ispirati a Resident Evil 4 permettete se mi girano leggermente le balle di fronte alle solite meccaniche già viste e riviste mille volte negli ultimi anni. Scusate tanto se non riesco più a emozionarmi di fronte a scene che mi trasmettono costantemente sensazioni di deja-vù. Scusate tanto se mi viene DA VOMITARE di fronte a motoseghe, candelotti di dinamite e boss da abbattere a suon di lanciarazzi e torrette. C'erano già abbastanza cloni che scopiazzavano lo stile di Resident Evil 4, non ne sentivo affatto il bisogno di giocarne un altro. Quel che è peggio è che ripropone una struttura di gioco VERAMENTE vecchia di 10 anni, non tenta di stravolgerla in alcun modo, al punto che se non fosse per la grafica potrebbe quasi essere scambiato per un gioco per PS2. Non ho visto innovazioni in nessun campo, non ho visto voglia di osare, non ho visto la freschezza e la genialità del Shinji Mikami che conoscevo. Ho visto solo il tentativo di un vecchio game designer di riscattarsi facendo leva sulla propria fama e sui propri meriti passati. Voleva andare sul sicuro. "Squadra che vince non si cambia", deve aver pensato. "Tanto sono il papà dei survival horror, piacerà a tutti, ne sono sicuro". Niente di più sbagliato. Fossilizzarsi su una struttura di 10 anni fa non ti ridarà il successo di un tempo, Mikami.

Quelle poche fasi veramente degne di nota sparse nel gioco (ovvero quelle più folli e assurde) perdono velocemente di intensità a causa di un ritmo incostante, che rallenta e accelera più volte senza mai trovare una propria strada o una propria identità. In pratica le fasi migliori sono quelle in cui smette di essere un Resident Evil e inizia a proporre momenti più strani e surreali, avvicinandosi allo stile del già citato Silent Hill... questi momenti hanno un impatto notevolissimo, ma come detto sono veramente pochi se visti nel quadro complessivo, e in generale non stupiscono e non angosciano più di tanto. Più che altro NON FANNO IN TEMPO ad angosciarti, perchè sul più bello che inizi ad angosciarti è già tutto finito!
Esempio: hai appena sterminato un gruppo di nemici. Improvvisamente lo stile di gioco cambia, e vieni catapultato in tempo reale in uno scenario cupo e desolato in cui provi un vago senso di solitudine e claustrofobia. E qui pensi: "Era ora! Finalmente un pò di horror!". Ma dopo qualche minuto di vuoto, in cui non succede niente e ti limiti a esplorare questi scenari dal sapore classico sperando di imbatterti in qualche momento di tensione o paura, ecco che ti ritrovi nuovamente ad affrontare boss o nemici a suon di fucilate e dardi esplosivi. Voglio dire. Così non va. Ti danno un biscottino, e subito dopo una legnata sulla schiena. Biscottino. Legnata. Biscottino. Legnata. E via così.
Mikami. Secondo te basta spiattellarmi in faccia quintali di sangue e scene disgustose per inquietarmi? AHAHAHAH! Mi chiedo davvero come si faccia a spaventarsi con un gioco così. Forse un ragazzino di 10 anni può impressionarsi di fronte a teste che esplodono, cadaveri putrefatti e muri che grondano sangue. IO NO. Serve ben altro per conquistarmi. Dov'è la psicologia? Dove sono i giochi di luci e ombre? Dov'è la sostanza?

Un survival horror, per essere definito tale, a mio parere dovrebbe rispettare dei certi canoni. Ad esempio:

-proporre situazioni fuori dalla norma studiate ad arte, imprevedibili, in grado di scuotermi e turbarmi
-mettermi di fronte ad ambientazioni angoscianti e misteriose
-avere un gameplay lento e ragionato, che renda quasi necessario evitare gli scontri
-farmi sentire continuamente sotto pressione, trasmettermi la sensazione di pericolo e punire ogni mio passo falso
-lasciarmi senza risorse e farmi sentire impotente dall'inizio alla fine

Ebbene, come dicevo, un survival horror A MIO PARERE per essere definito tale dovrebbe rispettare una o più di queste "regole". ALMENO una. The Evil Within, per gran parte dell'avventura, non ne rispetta nessuna.
Non ha proposto nessuna situazione originale, ho trovato tutto prevedibile e già visto in mille altre occasioni. Gran parte dei livelli li ho trovati veramente noiosi, proprio per via della banalità e della prevedibilità delle situazioni in cui mi sono ritrovato coinvolto. Perfino le ambientazioni sono in gran parte riciclate o già viste (sono semplicemente state adeguate a uno stile più cupo e "introspettivo" rispetto al solito Resident Evil 4. I soliti villaggi rurali, i soliti sotterranei medievali, le solite ville, i soliti laboratori...).
Il gameplay (se si escludono pochi livelli sparsi qua e là) è tutto fuorchè lento e ragionato: concordo sul fatto che il buon livello di sfida spinga il giocatore a proseguire cercando di risparmiare proiettili ed evitando i combattimenti, non è di certo Resident Evil 6, ma in nessuna circostanza mi sono trovato in difficoltà, anzi: venire scoperto equivaleva semplicemente a perdere più tempo, visto che spesso ho potuto comunque uccidere i nemici senza usare proiettili, sfruttando a mio vantaggio alcune trappole e giocando d'astuzia con alcuni classici "trucchetti" del mestiere (attirare un nemico, nascondersi e poi colpirlo di soppiatto... oppure raggiungere una scala, aspettare che il nemico inizi a salire e buttarlo di sotto.... e via di questo passo). E l'IA basilare dei nemici, che si limitano a venirti incontro senza usare il cervello, non aiuta di sicuro visto che permette senza nessuna difficoltà di attuare i classici trucchetti di cui parlavo sopra. Non mi sono mai sentito sotto pressione e non ho mai percepito la sensazione di pericolo, se non durante qualche scontro con i boss. Quindi, The Evil Within viene meno a una delle regole fondamentali dei survival horror.
Ultimo, ma non ultimo: The Evil Within non mi ha mai lasciato senza risorse, e non mi ha mai fatto sentire impotente, anzi. All' inizio si hanno a disposizione pochi colpi e poche armi, ed è necessario dosare con cura il proprio equipaggiamento, ma paradossalmente più il gioco va avanti e più diventa accessibile, visto che poi si sbloccano un sacco di gingilli che semplificano molto le cose (fucile, fucile di precisione, magnum, balestra, dardi esplosivi, dardi velenosi, dardi paralizzanti, dardi accecanti... ). Inoltre con i punti accumulati possiamo ampliare lo spazio a disposizione nell'inventario e migliorare le statistiche di Sebastian rendendolo un combattente che non ha niente da temere di fronte a nessun pericolo. Un tantino paradossale, per un gioco che si autoproclama "survival horror". Insomma. Survival horror UN CAVOLO.
A difficoltà Sopravvivenza è stata davvero una passeggiata. Praticamente corrisponde a Normale. E non ditemi che devo per forza giocarlo a difficoltà Akumu per apprezzarlo. 'Sta cippa. Non basta togliermi un pò di munizioni e rendere Sebastian più vulnerabile per cambiare la natura del titolo. Può diventare più difficile. Può diventare più frustrante. Ma non diventerà mai un survival horror.

Questo è uno di quei giochi che vengono SPACCIATI per survival horror, ma che in realtà hanno ben poco di survival, e ben poco di horror. Giochi che non ti spaventano, non ti angosciano, non ti mettono alla prova, non ti fanno sentire in pericolo e non ti danno alcuna soddisfazione di fronte a un nemico mandato al tappeto. Certo, sicuramente è più impegnativo o angosciante di un Resident Evil 5 o 6... ma è distante ANNI LUCE dai veri survival horror.
E' un gioco che non ti lascia nulla. Almeno, A ME non ha lasciato nulla. E' un gioco con punteggi, potenziamenti, statistiche, checkpoint e quick time event, con pochissimi enigmi e con un game designer che ti accompagna tenendoti la manina per tutto il tempo. Un survival horror deve essere cattivo, disturbante, difficile! (Non necessariamente in questo ordine).

Se ci penso, cavolo, perfino Tomb Raider Chronicles era più survival horror di questo. E NON SCHERZO! Ricordate i livelli ambientati nell' isola maledetta? Io li ricordo eccome. Impersonavi una Lara giovane, completamente disarmata, sperduta in luoghi surreali dalle atmosfere opprimenti e oscure, e preda di nemici immortali che non potevano essere sconfitti. Eri costretto a esplorare ambientazioni labirintiche e risolvere enigmi sentendoti perennemente sotto pressione, senza aiuti e senza indicazioni, accompagnato da una musica di sottofondo cupa e misteriosa, ogni volta che entravi in una nuova stanza o in una nuova area pregavi il cielo di non doverti imbattere in qualche nuovo pericolo. QUESTO è un esempio di survival horror. Un gioco non deve necessariamente essere catalogato come survival horror per essere un survival horror. Un survival horror non è semplicemente un genere. E' un esperienza di sensi. E' un insieme di sensazioni ed emozioni che vengono incanalate dal gioco al giocatore. The Evil Within, in questo, è stato assolutamente deludente. E lo dico con grande amarezza.

Neanche la trama l'ho trovata soddisfacente. Il modo frammentario con cui si sviluppa è interessante e mi ha spinto a proseguire per tutto il tempo, però una volta arrivato alla fine ho messo insieme i tasselli del mosaico e mi sono ritrovato davanti a un intreccio banale, scontato e con un finale aperto veramente imbarazzante. Un clichè assurdo.
Neanche le varie situazioni prese singolarmente non mi hanno per niente convinto: senza fare spoiler, posso dire che certi dialoghi sono veramente OSCENI e i personaggi in molte circostanze si comportano in un modo che definire illogico e irrealistico è dire poco. E non è quell' "illogicità" di giochi come Silent Hill 4 The Room, in cui i personaggi erano volutamente strani ed esagerati. Qui i personaggi sono proprio stupidi e basta. Davvero un peccato non poterne parlare apertamente, maledetti spoiler. Vabbè, giocatelo così poi ne discutiamo insieme.

Comunque. Obiettivamente non è un brutto gioco, sicuramente. In linea di massima riconosco che può essere piacevole e di gran lunga migliore di tanti pseudo-horror che ci sono stati propinati negli ultimi anni... ma non è il gioco che mi aspettavo, e non vale neanche la metà di un VERO survival horror. Perchè se penso a giochi come Silent Hill, Rule of Rose, Dino Crisis, Hellnight eccetera... The Evil Within mi fa quasi ridere. Per me insomma è stata una grande delusione, sia sul piano emotivo che sul piano puramente videoludico. Come dissi qualche giorno fa, è come se un professore incaricasse ai suoi studenti di svolgere un tema sulla pace nel mondo e uno dei suoi studenti se ne uscisse con un saggio sull'allevamento dei suini. Voglio dire. Si può premiare la forma, lo svolgimento, ma non si può chiudere un occhio e premiare quello studente, perchè è andato COMPLETAMENTE fuori tema.

Non dico che a voi non possa piacere, o che non sia un gioco abbastanza valido... Come sapete, giochi come questo vengono percepiti in modo molto diverso da persona a persona. Quindi provatelo! Mica dico che la mia parola è legge. Questa è solo la MIA opinione.
La mia opinione è questa: è un gioco normalissimo, con qualche buona idea qua e là, che cerca di fare mille cose ma senza riuscire a svilupparne nessuna. Un gioco nato vecchio sotto tutti i punti di vista, morbosamente ancorato a uno stile vecchio e abusatissimo, un gioco poco stimolante e soprattutto poco coinvolgente, che non mi ha regalato nessuna particolare emozione degna di nota.

Tanto per allacciarmi alla recensione di Mr Dione.
Puoi prepararmi una torta bellissima. Puoi pubblicizzarla quanto vuoi. Puoi cercare di vendermela presentandomela come la torta più buona dell'universo. E magari riesci anche a convincermi a comprarla.
Ma se poi la torta non ha gusto, se è fatta con ingredienti scadenti e ha lo stesso sapore di una torta taroccata comprata da Lidl.... caro pasticcere: puoi anche starmi simpatico, ma quella torta te la tiro in faccia. E nella tua pasticceria non ci metterò più piede.
E' proprio vero. Non fanno più le torte di una volta.

MI PIACE
Comparto tecnico funzionale
E' più impegnativo della media attuale
Parecchio longevo
I cambi di ambientazione in tempo reale
Il design di alcuni nemici

NON MI PIACE
Gameplay poco survival
Potenziamenti e abilità stonano a dir poco
Troppi alti e bassi
Ritmo di gioco incostante
Musiche ed effetti sonori anonimi
Non emoziona a dovere
Di originale c'è ben poco
Non è un survival horror
Non è un survival horror
Non è un survival horror