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Mark

ha scritto una recensione su Battlefield 1

Cover Battlefield 1 per PS4

Dormi sepolto in un campo di grano...

Battlefield 1 per quanto mi riguarda è stato il miglior sparatutto online della generazione (Overwatch non l’ho giocato, scusate). Pur con tutti i suoi difetti e sbilanciamenti è un gioco che ha avuto il coraggio non solo di andare controcorrente ma anche raggiungere livelli di coinvolgimento (per me) senza paragoni nel suo genere.

In un epoca in cui tra gli sparatutto online andavano di moda ambientazioni moderne e fantascientifiche, Battlefield 1 ebbe il coraggio di tornare ai fasti della saga riproponendo un conflitto mondiale reale (e prima di allora raramente sfruttato in ambito videoludico, ovvero la Prima Guerra Mondiale), un cambio di rotta accolto con entusiasmo da pubblico e critica e che ebbe un impatto notevole sul mercato (di lì a breve anche Activision tornò indietro nel tempo con Call of Duty WWII).

Ma parliamo del gioco.

Come da tradizione il comparto singleplayer non è mai stato il fiore all’occhiello di Battlefield e si è sempre limitato a fare da tutorial per le meccaniche online, ma mai come in questo caso la delusione è stata indescrivibile. L’idea di raccontare tante piccole storie riguardanti varie fazioni e ambientarle nei vari punti del globo era interessante, e le sue potenzialità praticamente infinite (avrebbero perfino potuto espandere la Campagna aggiungendo Storie con DLC), invece l’idea è stata sfruttata (e realizzata) malissimo, in modo estremamente superficiale, con campagne brevissime e raramente in grado di appassionare. Tuttavia la Campagna riesce a regalare momenti indimenticabili, e picchi emotivi raramente toccati in sparatutto di questo genere. In particolare la missione Tempesta d’Acciaio, la primissima missione del gioco, meriterebbe da sola un encomio per l’impatto devastante e il messaggio che riesce a trasmettere. Una missione brevissima, dove non c’è un protagonista vero e proprio e che in pochi minuti comunica tutto il caos, il dramma, la violenza e l’assurdità del conflitto visto attraverso gli occhi di persone qualunque, che muoiono una dopo l’altra senza che questo causi game over, col giocatore che si ritrova a controllare di volta in volta un nuovo soldato sul campo di battaglia. Il messaggio è potente: nessuno è immune alla guerra, non esistono eroi e non esistono vincitori, esistono solo persone mandate al massacro, e la guerra prosegue inesorabile senza guardare in faccia nessuno. Se tutta la campagna fosse stata sviluppata in questo modo probabilmente avremmo avuto tra le mani un capolavoro totale che avrebbe fatto parlare di sé per decenni, e invece come dicevo… una grande, GRANDISSIMA occasione sprecata.

Sul multiplayer invece... dico solo che nessun altro sparatutto online era mai riuscito a coinvolgermi e divertirmi così tanto. Sarà per la grafica veramente spettacolare (mai nessun gioco era riuscito a trasmettermi la sensazione così tangibile di trovarmi su un campo di battaglia), sarà per il gameplay e il ritmo di gioco a metà tra arcade e simulativo (che trovo molto in linea con i miei gusti), sarà per i 64 giocatori presenti contemporaneamente in campo (non essendo un Pc gamer è stata una mezza novità per me), sarà per il sonoro da pelle d’oca… Ripeto, per me è stato (ed è tuttora) un capolavoro nel suo genere.

Anzitutto merito del comparto tecnico e artistico: le ambientazioni sono sporche e martoriate da esplosioni e raffiche di proiettili, tuttavia conservano tutto il fascino e la bellezza che sfoggiavano prima della guerra. Il Monte Grappa, Blitz nella Sala da Ballo, Amiens, praticamente ogni mappa raggiunge livelli estetici ed artistici fenomenali (soprattutto nelle espansioni) e offrono un grado di coinvolgimento pressochè totale: il sibilo dei proiettili, i boati delle esplosioni, il suono degli edifici che collassano su sè stessi, le cannonate dei carri armati, i bombardamenti aerei… e in mezzo a tutto questo decine di soldati che corrono, urlano e strisciano nel fango delle trincee scambiandosi fucilate e colpi di baionetta… Battlefield 1 mi coinvolge in modo indescrivibile. E’ l’unico sparatutto online dove non punto necessariamente a vincere le partite, a fare punteggi elevati o salire di livello: il solo fatto di ritrovarmi in quei campi da battaglia così pazzeschi e di riuscire a sopravvivere il più a lungo possibile mi dà comunque enormi soddisfazioni. Anche solo correre per cercare riparo o angoli di tiro migliori senza lasciarci la pelle è fonte di divertimento.

Anche il comparto sonoro come da tradizione merita una menzione d’onore: la colonna sonora è epica, drammatica, maestosa, potente, comunica alla perfezione tutte quelle emozioni che la Grande Guerra ci ha trasmesso e che sono rimaste impresse nel nostro immaginario collettivo. Non sfigurerebbe affatto come soundtrack in un grande kolossal cinematografico. E sugli effetti sonori… beh, Battlefield è sempre stato una garanzia, e qui DICE ha raggiunto il suo top assoluto. Immersione totale.

Tuttavia non nascondo che Battlefield 1 ha i suoi difetti:

-Le mappe non sono certo tra le più complesse e strutturate della saga, alcune dal punto di vista del design lasciano un pò a desiderare

-Il bilanciamento non è mai stato il suo forte (certe classi e/o armi sono palesemente più OP di altre, in certe mappe Attaccanti e Difensori sono a volte vantaggiati, a volte svantaggiati ecc), per non parlare del supporto post lancio altalenante e con fix spesso discutibili

-Anche in Battlefield 1, purtroppo, eri praticamente costretto fin da subito a sborsare 40 euro per diventare Giocatore Premium se volevi sperare di restare al passo con gli altri giocatori, sbloccando nuove armi e mappe, avere vantaggi nel matchmaking ecc, anche se questo comportava una notevole spaccatura della community.

-La ricerca delle partite a volte è estenuante (non venitemi a dire che la ricerca tramite Server è una soluzione bella o elegante), sotto questo punto di vista preferisco altri sparatutto online più semplici e diretti. Per non parlare di tutte quelle volte che mi fa entrare in una partita per poi, dopo minuti di attesa, sbattermi fuori senza motivo.

-La classe Scout un tempo era un’arte per pochi eletti, solo chi passava decine di ore ad accumulare esperienza sul campo riusciva a padroneggiarla, e uccidere (o venire uccisi) da un cecchino suscitava sempre un certo rispetto. In Battlefield 1 purtroppo, sulla scia di Battlefield 4, la gittata e la balistica delle armi ha subito un’ulteriore semplificazione rendendo l’arte del cecchinaggio praticamente alla portata di tutti. Certo, usarla dà ancora molta soddisfazione (non è di certo lo sniping di Call of Duty), ma essendo diventata molto più “mainstream” non è raro ritrovarsi a combattere contro decine di cecchini appostati in ogni dove, con tutto il fastidio che ne consegue… e la struttura spesso “aperta” delle mappe non aiuta di certo.

-La distruttibilità ambientale è ottima, considerando poi il livello tecnico spaventoso raggiunto anche su Console, però rimane meno profonda e meno rilevante da un punto di vista tattico rispetto a quanto visto in altri capitoli passati… Intendiamoci, moltissimi edifici ed elementi scenici sono distruttibili, e rimane fondamentale saper sfruttare in tempo reale tutti i cambiamenti estetici subìti dalle ambientazioni (nascondersi nei crateri delle cannonate, sfruttare varchi e aperture nei muri, nascondersi tra le macerie degli edifici o i rottami di qualche mezzo ecc), ma raramente si sente il bisogno di USARE la distruttibilità ambientale in modo diretto per fini strategici, per cavarsi d’impaccio o per mettere gli avversari in difficoltà. Ricordo che in Bad Company 2 e in Battlefield 3 usavo spessissimo C4 e lanciagranate per creare dei varchi o per stanare avversari, l’unico limite era -quasi sempre- la mia immaginazione, qui invece non sempre è possibile distruggere in modo strategico, anzi, spesso le zone “calde” della mappa (per esempio le zone da conquistare) sono bunker o edifici particolari che di distruttibile hanno ben poco. Non so come spiegarlo, ma penso che i veterani di Battlefield abbiano capito di cosa parlo.

-Storicamente non è di certo accuratissimo, DICE si è presa (giustamente) diverse libertà creative e molte cose sono state rielaborate per rendere il gioco più stimolante e divertente da vedere e da giocare, tuttavia mi sembrava giusto sottolinearlo nel rispetto dei veri soldati che combatterono realmente la Grande Guerra, visto che nella realtà le battaglie erano ben diverse da quelle spettacolari che si vedono nel gioco e i soldati spesso contavano su una fornitura di armi ed equipaggiamenti ben più limitata e variegata di quanto si veda nel gioco (esercito italiano in primis…). Non che di solito i giochi ambientati nella Seconda Guerra Mondiale fossero più accurati e realistici di questo, anzi, ma vista la ricostruzione visiva sopraffina sfoggiata da Battlefield 1 mi sembrava giusto sottolinearlo.

-Sono sempre favorevole alle novità e sono consapevole che aggiungere varietà e carattere al gameplay fa sempre bene, è giusto sperimentare cose nuove ma DIO SANTO I CAVALLI. Non so se sono l’unico a considerarli tali ma per me rappresentano una vera PIAGA in Battlefield 1. Sono invincibili, sono fastidiosi, sono dei cazzo di terminator su 4 zampe. E spiegatemi perchè un tizio a cavallo che viene colpito in testa DUE VOLTE dovrebbe continuare a cavalcare come se nulla fosse, cosa che invece non accade (ovviamente) se si trova a piedi. NO, SPIEGATEMELO.

Insomma, ha i suoi problemi (molti probabilmente adesso non mi vengono in mente), tuttavia era da Bad Company 2 e Battlefield 3 che uno sparatutto bellico non mi divertiva e appassionava così tanto. L’impatto visivo è tra i più belli che abbia mai visto in un gioco online, e il divertimento che provo giocando a Battlefield 1 ancora oggi a distanza di anni sono indescrivibili, per non parlare delle emozioni e delle riflessioni che scatena in me ogni volta che avvio una partita: giocare a fare la guerra è sempre divertente e forse la guerra fa parte della natura umana, tuttavia giocando a Battlefield 1 provo quasi rimorso, come se giocarci fosse una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri nonni che in quei campi di battaglia ci morirono veramente. Per quella che è stata la mia esperienza NESSUN gioco prima di Battlefield 1 ha saputo raccontare la Guerra così bene, e nessun gioco di guerra è mai riuscito a divertirmi e allo stesso tempo farmi sentire in colpa per averlo fatto. Già solo per questo non posso che chiudere un occhio sui difetti e ribadire che SI, nonostante tutto Battlefield 1 è il mio sparatutto online preferito della generazione, o forse di sempre (per ora).

Spero solo di rivedere un sequel in futuro perchè secondo me Battlefield 1 è solo la punta dell’iceberg di quello che potrebbe raccontare (videoludicamente parlando) un gioco a sfondo bellico. Immaginate il valore educativo e pedagogico di un gioco del genere, sviluppato con tutta l’accuratezza storica e morale del caso: non solo una guerra virtuale da combattere a suon di pad e tastiere, ma un’esperienza in grado anche di raccontare la Storia in modo interattivo, di far riflettere sulla brutalità del conflitto e di ricordare il sacrificio incommensurabile delle persone che l’hanno vissuto, si insomma in grado di FAR RIFLETTERE il giocatore stesso. Con Battlefield 1 ci sono andati vicini, molto vicini, tuttavia sono sicuro che in futuro ci saranno altre occasioni per espandere e approfondire molto questo concetto.

MA SENZA I CAVALLI!