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MasterVox

ha scritto una recensione su Oxenfree

Cover Oxenfree per PC

Un'isola misteriosa dalla "coscienza" frammentata...

Oxenfree appartiene a quella categoria di giochi che, per giungere ai titoli di coda, non richiedono abilità particolari da parte del giocatore. Considerati dei “racconti interattivi” (anche se di interattivo c’è ben poco) ma spesso anche marchiati come “walking simulator” (definizione spesso utilizzata in maniera sprezzante), i videogiochi appartenenti a questo (sotto)genere richiedono, il più delle volte, soltanto di spostarsi all’interno delle location e/o di scegliere determinate risposte tra le opzioni proposte, senza dover effettuare nessuna delle classiche azioni che definiscono il gameplay della maggior parte dei videogiochi.
Un genere controverso in cui il gameplay scarno è contrappesato (o meglio, dovrebbe esserlo) da una trama considerevole e/o da un’atmosfera incisiva ed efficace e che, a partire dalla pubblicazione di Dear Esther (2012), ha preso sempre più piede.

Nel caso specifico, Oxenfree potrebbe essere etichettato come “avventura grafica senza enigmi”, con la possibilità di usare soltanto una radio portatile in determinate circostanze -senza fare altro che sintonizzarsi sulla giusta frequenza- e con la necessità di dover scegliere una risposta tra più opzioni (di solito ne sono tre).
Una sorta di “Life is Strange bidimensionale” quindi, paragone che assume ancora più consistenza se si considera l’elemento sovrannaturale che accomuna i due titoli e che è rappresentato, nello specifico, dal fattore “tempo“.
È stata un’esperienza breve, a tratti (quasi) interessante, ma tutto sommato inconsistente dal punto di vista dell’appagamento videoludico.

Dopo la forzata linearità della prima metà -circa- dell’avventura, ci si ritrova a poter vagare liberamente nel caratteristico mondo di gioco, un’isola raffigurata da tinte sobrie ed eleganti che vestono un’ambientazione dalle linee squadrate. Il comparto grafico risulta asciutto e, tutto sommato, funzionale al contesto.
La possibilità di spostarsi a piacimento sulla mappa darà modo di andare alla ricerca di un certo numero di lettere (essenziali per una miglior comprensione della trama), o per sintonizzarsi su alcune particolari frequenze in punti specifici dell’isola, azioni comunque facoltative e relative, come detto, a una miglior comprensione del background narrativo, ma che potrebbero essere considerate superflue a causa di una descrizione del racconto abbastanza spinosa.
I dialoghi, recitati con sufficiente coinvolgimento, non sono mai banali, tutt’altro: coinvolgenti e abbastanza profondi, sono una delizia da seguire. Purtroppo, nei frequenti casi in cui si è concentrati nella lettura della conversazione e al contempo appaiono le opzioni di risposta, queste hanno il brutto vizio di scomparire un po’ troppo presto. Inoltre, quando Alex (il personaggio che si andrà a controllare) è posizionata a bordo schermo, una delle opzioni di risposta potrebbe rimanere nascosta, diminuendo drasticamente le possibilità di scelta.

La trama segue un percorso intricato che, dalla seconda metà in poi, si aggroviglia su se stesso per poi sfociare in un’apparente strada a vicolo cieco; in realtà l’uscita c’è e potrebbe essere rischiarata da un’eventuale seconda run, per chi avesse perso il filo durante la prima.
La caratterizzazione dei personaggi è buona ma lo è ancora di più il substrato narrativo relativo ai loro rapporti interpersonali: le relazioni con ognuno si plasmeranno in base al modo in cui deciderete di rispondere nelle situazioni cruciali.
In sintesi, le basi del racconto sono oltremodo affascinanti, ma è la sua evoluzione a non convincere del tutto.
Nota di merito invece va al comparto audio e in particolare all’ottima soundtrack, che si erge imponente su una produzione che forse gli va un po’ stretta; composta da ispirate tracce elettroniche dal sapore ambient, costituiscono forse l’elemento di maggior pregio di un’avventura intrigante ma non entusiasmante.
Nonostante ci siano tanti finali -il cui raggiungimento dipende per lo più dalle scelte che si fanno in determinate circostanze- ho deciso di non affrontare una nuova partita perché, oltre a non avermi coinvolto a tal punto, il finale ottenuto mi ha ampiamente soddisfatto.