Gameography

Ho giocato sia il primo che il secondo tutti d'un fiato in questo weekend, con parte della famiglia che ha seguito con passione la narrazione, nonostante non venga detta una parola e nonostante non abbiano mai toccato il pad.

In Little Nightmares 2 è evidente la maturità raggiunta dalla serie, con una storia ancora più coinvolgente e significativa, oltre a un miglioramento generale del comparto tecnico.
Va detto, però, che ha preso una piega lievemente più horror, con situazioni più scontate; meno inclini all'inquietudine e più allo spavento. Una scelta che non ho particolarmente apprezzato, ma che comunque rimane più che legittima per il mondo che il team ha creato.
L'atmosfera rimane, in ogni caso, un'esperienza audiovisiva a sé che raramente mi è capitato di incontrare in un videogioco (pur riconoscendo alcune similitudine con un altro grande titolo, Inside).

La forza di Little Nightmares è sicuramente l'universo all'interno del quale è immerso, inquietante e formidabilmente malinconico. Probabilmente uno dei videogiochi più crudeli che io abbia mai giocato, con dei risvolti di trama da brividi.
Qualche problema con il sitema di movimento, ma, in definitiva, l'esperienza che rimane alla fine dell'avventura è molto positiva.

Consigliatissima anche l'espansione con il Fugiasco, che incrementa l'amore verso questo piccolo gioiello.

Sono felice. Sono felice perché oggi ho deciso di riprendere questo piccolo capolavoro e di portarlo a termine. Mi mancava veramente poco; solo qualche minuto di gioco. Eppure, dopo più di un anno, sono rimasto comunque ammaliato dalla bellezza di questa storia visiva, pur non ricordandomi minimamente le dinamiche se non a grandi linee.

Non avrà un gameplay rivoluzionario. Non sarà il titolo più longevo che esista. Ma non è ciò che cerco in produzioni di questo genere.
In questi casi voglio solo essere brutalmente consumato dal fascino ammaliante del comparto audiovisivo. E Gris, per ora, è l'esperienza più totalizzante che mi sia mai capitato di incontrare.

The Red Lantern è un gioco con un'infinità di difetti. È estremamente ripetitivo, tecnicamente claudicante e, praticamente, si gioca da solo, non fornendo al giocatore una vera e propria crescita, ma più che altro solo un aiuto a completare un viaggio insipido e poco avvincente.
Si potrebbe dire che è un titolo indipendente, creato da un team molto piccolo, ma, ormai, il mercato videoludico ci ha dato la prova che un'ottima opera può scaturire anche da una sola persona. Quindi sembra difficile trovare delle motivazioni per giustificare il risultato finale. Si sente che il titolo è stato creato con amore e affetto per le tematiche, per la storia e (soprattutto) per i cani, ma ciò non basta più a soddisfare le esigenze di un'industria invasa dalle buone intenzioni.

Potete trovare la mia recensione completa su Multiplayer.it: https://multiplayer.it/recensioni/the-re …