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Nappone il Porcellone
Cover Divinity: Original Sin Enhanced Edition per PS4

Due parole su questo gioco che reputo imprescindibile per i fan e non degli rpg vecchia scuola.
Ho atteso circa un mese per recensire questo gioco, a caldo solo stato un po' deluso dalla parte finale, ho dunque deciso di aspettare un giusto lasso di tempo per meglio capire quali fossero le mie reali impressioni su questo titolo.
Ebbene, è un gioco meraviglioso.

Dotato di un irresistibile carisma, il prodotto ci consente di impersonare due cacciatori della sorgente in un'avventura che fa del climax il suo punto forte. Se all'inizio altro non dovremmo fare che giocare ai piccoli detective e scoprire indizi su di un omicidio, la trama si evolverà al punto da riuscire ad intricare molte più parti e temi, non tutti affrontati nello stesso modo egregio, certo, ma il tutto risulta comunque convincente, ma non è la storia il punto forte...

Il gameplay che si concretizza in un tattico sfrutta le componenti classiche del genere adattandole ad una chiave più moderna, ottenendo quello che a mio parere è il sistema di combattimento perfetto per i giochi del genere; se il combattimento di Baldur's Gate può risultare caotico e quello di Planescape può risultare poco approfondito, il cs di Divinity: Original Sin permette al giocatore di affrontare un'esperienza unica, rendendo l'ambiente di gioco parte integrante dello schema di combattimento. Un nemico è su una pozza di sangue? Elettrizzala per paralizzare il nemico! Del veleno infiammabile ti blocca la strada? Brucialo ed applica status negativi al nemico. Finanche le classi risultano tutte divertenti da giocare ed il gioco, almeno in difficoltà tattica (la seconda più ardua), offre un bilanciamento che ho trovato ottimamente realizzato facendo in modo di rendere il gioco impegnativo sì, ma sempre abbordabile.

Non è però un picchiaduro e non si mettono 9 a GdR in cui funzioni solo il sistema di combattimento. Ho detto prima infatti che la storia non è il punto forte del gioco e questo sarebbe imperdonabile per un rpg, non fosse che il carisma che la Larian infonde in questo titolo rende le (piccole) mancanze della trama ignorabili. Cyseal, L'Avamposto, la Fine del Tempo, sono tutte ambientazioni magistrali, ognuna dotata di una propria storia, di personaggi singolari e di subquest divertentissime. La vastità del tutto non dimentica poi il lato ruolistico; ogni quest può essere completata in disparate maniere (spesso anche "rompendo" il gioco, ma questa è un'altra storia, di cui parlo dopo, nei difetti, anzi ne parlo ora nei difetti).

Dicevo anche, a caldo questo gioco non l'ho reputato un capolavoro e questo per tre motivi:
- La parte finale
- I bug
- Il modo in cui il gioco si può rompere

La parte finale è affrettatissima, nei commenti finale scrivo a cosa mi riferisco in quanto non voglio anticipare nulla.
I bug possono facilmente distruggere la vostra voglia di vivere; oggetti chiavi che scompaiono (come capitato a Petoniuz), quest che non si riescono a completare e varie ed eventuali.
Il gioco si rompe che è una meraviglia, un boss l'ho battuto letteralmente trasportandolo in una stanza chiusa e bersagliandolo di magie. Altre volte senza nessun motivo alcuni mob hanno ben pensato di saltare un turno.

In conclusione,
Una perla. Non c'è nostalgia, non si rifa a niente del passato. Condivide il genere, ma non lo spirito dei GdR in isometrica più rinomati, rivelando ad ogni passo una sua personalissima identità.
Da giocare assolutamente.

9

Voto assegnato da Nappone il Porcellone
Media utenti: 9.3 · Recensioni della critica: 9