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Oldboy

ha scritto una recensione su This War of Mine

Cover This War of Mine per PC

"Scrissero un tempo che è dolce e meritevole morire per la patria.
Ma in una guerra moderna non c'è niente di dolce né di meritevole nella tua morte.
Morirai come un cane e senza ragione."

Sono passati svariati anni da quando mi approcciai per la prima volta a This War Of Mine. Un titolo che ancora oggi mi crea una certa difficoltà riuscire a consigliarlo, descriverlo a dovere, spiegare perchè lo apprezzai e lo apprezzo tuttora così tanto, perchè secondo me andrebbe provato alla prima occasione utile. Se dovessi tentare di suggerire quest'opera dei ragazzi di 11 bit Studios senza dilungarmi troppo in parole, oggi come allora mi affiderei forse alle poche righe di testo estrapolate dagli scritti di Hemingway per riassumere l'essenza del gioco. Parole non a caso citate esplicitamente anche all'interno del titolo stesso.
Perchè This War Of Mine è fondamentalmente un titolo crudo, una fucina di gropponi alla gola che miscela liberamente le meccaniche di un gestionale 2D ad altre tipiche di un survival game.
Come suggeriscono titolo e premessa, This War Of Mine tratta con fermezza il tema della guerra, in verità già abbastanza inflazionato all'interno del panorama videoludico ma qui diverso dalla concorrenza per via di un cambio di prospettiva semplice quanto efficace. Al giocatore non viene chiesto di imbracciare un fucile e immedesimarsi nel ruolo del soldato di turno, ma gli viene chiesto invece di vivere l'esperienza del conflitto (e in particolare i suoi orrori) dal punto di vista delle persone comuni. Niente soldati super-addestrati e niente combattutissimi scontri a fuoco. Qui c'è solo un manipolo di individui la cui unica colpa è quella di trovarsi nel bel mezzo di un conflitto dall'esito incerto e aggrappati soltanto alla flebile speranza di veder prima o poi cessare le sanguinose ostilità.
Una campagna di This War Of Mine è infatti strutturata su un obiettivo in apparenza molto semplice: il gruppo (o, perchè no, il singolo) che controlleremo e gestiremo dovrà riuscire a sopravvivere all'interno del proprio rifugio fino a quando i soldati non avranno deciso di deporre definitivamente le armi. Si tratta di un traguardo tutt'altro che facile da raggiungere, in quanto i "nemici" a cui il giocatore andrà incontro saranno decisamente numerosi: il freddo, la fame, la sete, gli attacchi dei ladri e dei banditi, la mancanza di comodità di sorta o di oggetti utili a soddisfare le dipendenze più comuni (dal caffè mattutino al bicchiere di liquore). Tutti questi aspetti metteranno i bastoni tra le ruote al giocatore, e ad essi si aggiungerà inoltre quello forse più pericoloso e incisivo all'interno della campagna: il senso di colpa.
Una delle prime cose che si noteranno giocando sarà come This War Of Mine sia un titolo in grado di mettere continuamente alla prova l'etica del giocatore. Alle ordinarie fasi di gestione e controllo generale del gruppo, solitamente relegate al periodo diurno delle giornate della campagna, si affiancherà una diversa fase di gestione del gruppo anche durante le ore notturne. Una scelta da compiere tra chi avrà la fortuna di dormire e chi dovrà invece fare la guardia al rifugio per evitare ospiti notturni indesiderati o addirittura uscire per procurare cibo e risorse utili. Il gioco, sotto quest'ultimo punto di vista, fornisce (crudelmente) anche la possibilità di sottrarre elementi utili per la sopravvivenza ad altri disperati come noi. Se necessario, persino macchiandoci le mani del loro sangue. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare assolutamente, poiché azioni come il rubare ad altri civili o uccidere qualcuno ci darà sì dei vantaggi nel breve termine, ma al prezzo di una stabilità mentale traballante da parte dei nostri personaggi. Depressioni, esili autoimposti o persino tragici suicidi saranno lì in agguato a punirci in maniera irreversibile per aver osato perdere a cuor leggero quel briciolo di umanità che fino a quel momento eravamo riusciti a mantenere nei nostri personaggi.
Soffermandoci sull'aspetto estetico il gioco si presenta, come già detto, con un'attraente grafica 2D infarcita a sua volta da toni cupi e da colori prevalentemente freddi. Modelli dei personaggi, oggetti e ambienti ricordano vagamente quelli di un disegno su cartoncino, e si tratta di un effetto che non stona col duro contesto del gioco, ricco di oppressione e drammaticità.
Quando iniziai a giocare questo titolo, la campagna generata casualmente o personalizzabile attraverso una serie di opzioni, tra cui cose come la rigidità dell'inverno, il livello di criminalità sussistente, la durata del conflitto o la scelta/creazione dei personaggi, era l'unica modalità di gioco disponibile. Stiamo parlando di un titolo che, se apprezzato nel suo stile e nelle caratteristiche di gameplay, è in grado di intrattenervi per ore semplicemente sfruttando le variabili da scegliere di partita in partita. Aggiungete poi che questa versione per Steam supporta anche il workshop, e permette quindi di godere di centinaia di contenuti creati dagli utenti, dagli scenari ai semplici personaggi.
Nonostante il già buon risultato ottenuto nelle fasi iniziali, gli sviluppatori di This War Of Mine cominciarono ad ampliare i contenuti della loro opera, fornendo a quest'ultima un significativo supporto. E così un titolo che già all'epoca reputavo più che lodevole, oggi presenta altri elementi apprezzabili come l'introduzione di nuovi oggetti ufficiali, un'espansione che permette di vestire i panni dei bambini tra i sopravvissuti (con meccaniche di gameplay apposite) e persino una vera e propria modalità storia, basata su scenari e personaggi preimpostati e rilasciata ad episodi.
In conclusione, perchè dovreste giocare questo titolo? Il punto di forza di This War Of Mine risiede a mio parere nel suo modo personalissimo di ricordarci l'ovvio (ma nemmeno tanto), ovvero quanto il conflitto e le sue conseguenze siano negative, logoranti, e quanto spesso colpiscano anche chi non ha nessuna colpa. E' probabile che trattare il tema della guerra in ambito videoludico non sia un evento chissà quanto raro, ma farlo toccando certe corde e sapendolo anche fare con originalità è tutto un altro discorso.