Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Oldboy condivide alcuni suoi interventi solo con i suoi amici. Se vuoi conoscere Oldboy, aggiungilo agli amici adesso.

Oldboy
Cover Broken Sword 5: The Serpent's Curse per PC

Ritorno alle origini

Con Broken Sword 3 del 2003, Revolution Software sembrava aver chiuso definitivamente il suo rapporto con la popolare saga di punta e clicca iniziata nel 1996. Le continue richieste dei fan in merito all'uscita di un nuovo gioco hanno avuto però una tale risonanza da convincere infine Charles Cecil ed i suoi ragazzi a ritornare sui loro passi. Da queste premesse nacque così poi il quarto capitolo, ma l'accoglienza di Broken Sword 4 non fu particolarmente calorosa, a conti fatti. Probabilmente a causa di alcuni aspetti decisamente poco convincenti, in parte già mostrati con il terzo titolo e diventati preponderanti con il quarto. La grafica tridimensionale, gli ambienti di gioco poco ispirati e il gameplay troppo rivoluzionato privavano ormai la serie di BS della sua originale natura da punta e clicca. La sensazione generale lasciata da BS4 fu perlopiù di amarezza e delusione, che non rendeva realmente giustizia ad una saga importante tanto per il genere quanto per i suoi autori.
Dopo l'uscita del quarto capitolo, per anni non si sentì più parlare della spada spezzata. Questo fino a quando, nel 2013, un inaspettato progetto kickstarter riportò in auge le avventure di George Stobbart e Nico Collard, sempre sotto la guida paterna di Cecil e soci.
Sin dal primo impatto, Broken Sword 5 mostra una volontà precisa: il nuovo capitolo doveva in primis restituire al giocatore quel fascino avventuroso che mancava da troppo tempo. Per farlo occorreva una virata decisa, un ritorno quasi prepotente alle origini. Non deve stupire quindi che la veste grafica, pur essendo visibilmente rimodernata, appaia ora molto più vicina ai primi due titoli e decisamente lontana dai poligoni tridimensionali dei due predecessori. Merito anche dei nuovi ambienti di gioco presentati. Vividi, ricchi di colori e dettagli, finalmente appaganti per la vista. Allo stesso tempo, non deve stupire che l'interfaccia di gioco ed i controlli siano sostanzialmente una rielaborazione molto vicina a quella più semplice ed immediata dei primi BS. A differenza del terzo e quarto capitolo, il compromesso trovato da Revolution Software stavolta è pressoché perfetto e BS5 risulta godibilissimo da giocare sia con il mouse che pad alla mano.
Tra quadri maledetti, racconti gnostici, consueti giri del mondo e un'autoreferenzialità mai troppo invasiva (con tanto di ritorno per un certo noto enigma che farà sorridere), la sensazione generale è che Cecil si sia davvero divertito nella creazione di questo titolo.
Il gioco è diviso in due parti (per via di una distribuzione episodica) ed ha una buona longevità generale. Per portare a termine entrambi gli episodi occorreranno infatti 5-6 ore circa.
La storia è in linea con i tòpoi della serie, con il classico artefatto da ritrovare per impedire l'ennesima fine del mondo. Nonostante la poca originalità del plot, la narrazione è quasi sempre coinvolgente. Gli enigmi in questo capitolo sono piuttosto interessanti, a parte qualcuno che forse risulta un po' troppo forzato in determinati contesti.
Possiamo affermare che, dopo un tiepido BS3 e un discutibile BS4, l'ultima avventura di George e Nico è la chiusura (definitiva? provvisoria?) che serviva davvero agli appassionati.
Arrivati ai titoli di coda, al giocatore non resta che salutarsi con calorosa soddisfazione. Nell'attesa che in futuro un'eventuale e nuova "Parigi in autunno" richiami la sua attenzione.