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Otakuman

ha scritto una recensione su Sonic Advance 3

Cover Sonic Advance 3 per GBA

Prima di parlare del titolo in sé devo fare una premessa : ho sì giocato i titoli precedenti della trilogia ma parecchi anni fa, ergo non mi ricordo benissimo i titoli e non mi permetterò di fare paragoni. L' unico paragone che voglio fare è quello relativo all'intero brand : quando ho iniziato Sonic Advance 3 infatti quello che mi aspettavo era un buon titolo, data la sua fama e il vago ricordo dei precedenti capitoli, ma niente di più, nulla di comparabile con i capitoli che hanno reso celebre la saga. Ebbene, sono stato smentito. Addentrandomi nel gioco mi sono reso sempre di più conto di quanto fosse praticamente perfetto : l'atmosfera generale, l'ottimo level design, il sonoro impareggiabile, il gameplay vario e con molti extra...tutto riconduceva ad un titolo degno di quelli storici e, anzi, forse per alcuni aspetti superiore. Sonic Advance 3 non trascura alcun aspetto del gameplay, rendendo persino i momenti tra un atto e l'altro ricchi di contenuti grazie a mappe per attivare i vari schemi interattive e comprensive di minigiochi. Osservando poi il gameplay puro e semplice non posso non rimanere a bocca aperta : questo è una continua evoluzione che al procedere nelle varie zone apporta sempre quelle, seppur minime, innovazioni che non rendono mai ripetitivo il titolo. Lasciando perdere le altre modalità a più giocatori o a tempo, che oramai, data la "vecchiaia" del titolo non hanno forse molta applicazione, da basse aspettative mi sono trovato un titolone che non dovrebbero giocare solamente i possessori di GBA ma anche tutti gli amanti di Sonic perché, in definitiva, questo titolo non si tratta di un bel titolo da giocare ma di un titolo da giocare.

9

Voto assegnato da Otakuman
Media utenti: 7.7

Otakuman

ha scritto una recensione su A Bird Story

Cover A Bird Story per PC

Ho sempre considerato il videogioco come un'evoluzione del cinema : si passa dal raccontare una storia con immagini,suoni e movimenti al permettere di interagire con la storia stessa permettendo di far cogliere allo spettatore dettagli ed emozioni che l'inquadratura di una pellicola può dare relativamente. E nonostante ancora oggi la maggior parte dei titoli rimanga sempre ancorata alla concezione del videogioco come metodo di intrattenimento, di per sé non sbagliata, anzi è quello il principale motivo della loro nascita asd , sono pochi quei titoli che hanno l'audacia di gareggiare con le pellicole cinematografiche cercando di proporre un'esperienza in un qualche modo "aumentata" ma con gli stessi criteri del cinema. "A Bird Story" è uno di questi titoli. Come faccio a dirlo? Beh, innanzitutto si focalizza l'attenzione completamente sulla trama, come in ogni buon film, e la sua durata limitata che si estende per forse poco più di un'ora si pone proprio come la visione di una pellicola.
E il team di Freebird games non poteva proporci altro che una storia toccante, commovente, fatta più di gesti che di parole.
La trama è alquanto semplice se vista ad un primo occhio : l'amicizia tra un bambino ed un uccello ( ehm, va bene, cerchiamo di evitare doppi sensi rotfl ), che rappresenta per lui l'unica via di fuga da una grigia realtà.
Mi ha colpito molto proprio la realtà o, meglio, la rappresentazione della realtà nel gioco : tutto il mondo circostante è incoerente, illogico, plasmato dalla fantasia e dalle emozioni del protagonista che si riversano come in un sogno nella realtà finendo per creare una sorta di flusso di coscienza mediante il quale vengono enfatizzati tutti gli attimi della storia narrata. Eppure nulla è complesso. Non solo la storia ma anche le azioni : tutto è visto attraverso la semplicità degli occhi di un bambino e l'innocenza degli occhi di un animale. Non compaiono infatti dialoghi in questo gioco. La potenza delle immagini basta per fare dialogare i protagonisti.
Va detto tuttavia che da questo punto di vista la scelta di ridurre l'interazione al minimo per assecondare questa semplicità compositiva rende il titolo poco interattivo e quindi troppo vicino a quel "effetto film" che, se da un lato viene ricercato per essere sfidato, l'avvicinarsi troppo potrebbe risultare dannoso in quanto evidenzia mancanze che per la natura stessa il videogioco ha rispetto al cinema.
Sicuramente è stata una bella esperienza, tra le altre cose contornata da una colonna sonora invidiabile, ma se mi viene in mente il suo predecessore spirituale rilevo una mancanza di "vis" emotiva, che comunque è presente in parte nel titolo, ma forse vuoi per la brevità viene a mancare.
Questo è un consiglio : se avete un paio di euro e di ore libere e volete guardare un film, magari date un occhiata a questo. Certo, è un videogioco, ma non penso che otterrete poi tanto di diverso.
Solo una cosa : fate tutto di fila. "Spezzettare" il titolo non è l'ideale.

Otakuman

ha scritto una recensione su Yoshi's Woolly World

Cover Yoshi's Woolly World per Wii U

Voi cosa pensate quando si parla di Yoshi? Personalmente mi viene in mente quel simpaticissimo draghetto verde che su Snes lanciava uova a destra e a manca portando in groppa un mario ancora infante. Quando ho visto questo titolo non ho potuto fare a meno di richiamare alla mente quei ricordi, ed è forse pensando a tutt'altro titolo che ho giocato Yoshi's Wolly World, forse è questo il motivo per cui il titolo non è riuscito ad entusiasmarmi come il suo "antenato".
Yoshi's Wolly World è sempre il solito platform Nintendo : di qualità, con un ottimo comparto sonoro e un coloratissimo e ben fatto level design.
Ma cosa è mancato? Non saprei dirlo. Il concetto grafico della lana è sicuramente un'idea geniale, che applicata al gameplay del titolo risulta sviluppata in maniera egregia, ma forse non si può con un semplice concetto grafico svecchiare un titolo facendogli evitare il confronto con il passato. Il senso di "già visto" danneggia molto la reputazione di Yoshi's Wolly World e la mancanza di sfida che si manifesta lungo tutto il percorso, nel quale avremo vite infinite e persino una modalità facilitata, rende il titolo un'esperienza banale, che nel post-game diventa ancora peggiore in quanto i singoli livelli sembrano perdere dopo una prima volta quasi il senso di esistere. E' forse questo che è mancato, ma non saprei dirlo. E sicuramente mi costa dirlo in quanto ricordo con piacere le ore che questo draghetto verde mi ha fatto passare in tutta la mia vita videoludica. Avrei voluto trovare lo stesso piacere in questo titolo che, sebbene mi sia piaciuto e mi abbia fatto divertire, non ha saputo darmi le stesse emozioni ( mi ripeto).
Cosa posso dire di più? Lo vedo semplicemente come un titolo per chi ha già "sparato le cartucce buone" su WiiU e cerca un platform per passare un po'il tempo, oppure per chi non ha mai avuto occasione di conoscere un titolo dedicato al mitico Yoshi, per il resto è un dolore notare come diverrà presto un titolo da dimenticatoio, sempre che non lo sia già.

Otakuman

ha scritto una recensione su Undertale

Cover Undertale per PC

Scrivere questa recensione è sicuramente difficile. Non è un caso se ho aspettato quasi un mese da quando ho finito di giocare al titolo. D'altronde quando giochi un qualcosa di così immenso è impossibile trovare le parole giuste per esprimere anche solo in parte l'esperienza.
Ci proverò, sperando di riuscire a trasmettere a chi non ha ancora giocato il titolo in questione almeno parte delle emozioni che "Undertale" ha saputo donarmi.
Prima di iniziare un ringraziamento a Ludomedia : è infatti grazie a questa piattaforma che sono venuto a conoscenza di questo capolavoro ed è grazie a pareri e immagini di utenti quali ARE e Zenox che ho deciso di procurarmelo. Quindi, sì, grazie Ludomedia dell'opportunità...e grazie chiaramente agli utenti citati asd .
Ho visto da qualche parte un sottotitolo, non sono sicuro sia ufficiale, ad "Undertale", era "A tale of man and monster". Penso che quel sottotitolo riassuma bene il titolo. Ancora prima di mostrarci il menu principale "Undertale" ci fa un sunto della storia, di ciò che è sempre stato. E' il classico raccontino di guerre antiche tra uomini e mostri tipico dei giochi di ruolo, ma è necessario per capire al meglio il titolo. La protagonista infatti, un'umana, cade nel sottosuolo, luogo dove i mostri erano stati sigillati dagli umani. Ed è proprio all'inizio dell'avventura che capirà l'essenza di quel mondo oscuro in cui è capitata. "Is kill or be killed" è il concetto di Flowey, un simpatico e innocente (all'apparenza) fiorellino che si rivelerà essere fin da subito una mente spietata. Ed è proprio questo uno dei cardini su cui si basa il titolo, le apparenze. Faremo diversi incontri nel nostro viaggio dove capiremo che le apparenze sono spesso ingannevoli e, nel bene o nel male, sono i pregiudizi che ci fanno agire in determinati confronti verso gli altri. Perché uno scheletro deve essere per forza cattivo e un fiorellino invece amichevole? La storia si svilupperà in maniera diversa a seconda delle nostre scelte, che si ripercuoteranno sia nei dettagli più piccoli, ma comunque che riescono a colpire a fondo, sia nei differenti finali ottenibili, che lasceranno il giocatore con un tale accoramento da rendergli impossibile non rigiocare il titolo e cercare di migliorare la situazione cosa che, secondo lo sviluppatore, si può ottenere con la costanza che egli stesso richiede al giocatore. Il gioco che dura all'incirca 3 ore a "run" diventa così potenzialmente infinito ma mai stancante. Basta pensare che una persona come me spesso restia a ricominciare i titoli ha rigiocato da capo il titolo diverse volte di seguito.
Il titolo colpisce duramente la tradizione dei giochi di ruolo scardinandone gli elementi base e rivoltando tutti i canoni creando un qualcosa di estremamente innovativo dal punto di vista del concetto e della narrazione. Toby Fox ha creato un fitto rapporto con la tradizione che balza agli occhi sia negli scenari, personaggi e alcune musiche molto ispirate a episodi di grandi saghe del genere sia nello stravolgimento che egli compie in questi ultimi, sopratutto per quanto riguarda il gameplay. Il gameplay infatti si basa su un concetto opposto a quello del combattimento degli RPG : si basa sul comprendere l'avversario ed aiutarlo evitando lo scontro. Si spoglia la battaglia quasi di tutto il suo significato insito come mai nessuno prima aveva mai fatto ( potremmo solo citare un Shin Megami Tensei : Persona 2 Innocent Sin, come anche altri titoli, per le interazioni ma il concetto era assai distante ). E cosa si può fare per evitare di sfociare nella banalità di una battaglia che assomiglia ad un "Dating Sim"? Chiaramente creando una miscellanea di generi. La schermata stile gioco di ruolo è infatti trasformata durante il turno avversario in una sorta di minigioco in stile "Danmaku", ovvero quei giochi in cui bisogna schivare un mare di proiettili e nemici, dove vengono messe a prova le abilità del giocatore. Ogni battaglia risulta diversa in questo modo in quanto diversi gli attacchi dell'avversario non solo nel danno o nell'immagine ma proprio nel rapporto con il giocatore in sé. Si giunge a creare interessantissime "boss battle" dove viene messo in discussione lo stesso minigioco e dove lo schivare i colpi viene affiancato a rigidi ma divertentissimi schemi l'uno diverso dall'altro. Le battaglie non sono così fini a sé stesse ma diventano un'occasione di approfondire il titolo mettendo alla berlina mostri secondari che da sempre sono visti in maniera fredda e solo come occasione di "livellare". E' in questo modo che mano a mano che si procede nel titolo si riesce a cogliere sia l'atmosfera goliardica di alcune scene sia la tensione tragicomica e melanconica che domina il tutto e che, anche se non è sempre esplicita, è sempre lì a toccare il cuore del giocatore.
Non saprei veramente definire l'esperienza che ho ricevuto con questo titolo a parole. Non ne avrei nemmeno il diritto. Tutte le parole che ho sprecato in una descrizione parziale del titolo e di ciò che mi ha in parte colpito non renderanno mai l'idea che ho in mente e per la quale penso sia necessario che voi giochiate "Undertale". Sono titoli come questi che incoraggiano a dare un'occasione anche a sviluppatori i cui nomi non si trovano sulle grandi riviste.
Voi sapete, anche se non mi conoscete bene ma semplicemente guardando la mia collezione, che non sono uno che regala i 10. Questa volta mi sento in dovere. Mi sento in dovere perché questo titolo non ha difetti. E non intendo dal punto di vista tecnico, artistico, narrativo o qualsiasi punto di vista voi stiate pensando. Non ha difetti semplicemente perché è ciò che mi aspetto dal "medium" del videogioco : arte. Mettere in gioco la tradizione, creare e far riflettere.
Un titolo che sicuramente, anche visto i tempi che stiamo passando, può far maturare molto.

10

Voto assegnato da Otakuman
Media utenti: 9 · Recensioni della critica: 9

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