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Oyasumi

ha scritto una recensione su Kingdom Hearts: 358/2 Days

Cover Kingdom Hearts: 358/2 Days per DS

Parlare di questo gioco per me è difficile, perché il fattore "bel ricordo" incide, e non poco.
Avevo compiuto dieci anni, e un mio parente mi regalò questo gioco. Non avendone mai sentito parlare lo guardavo confuso, e cercando di estrapolare qualcosa dalla misteriosa box art, pensai solo che fosse un gioco economico preso a caso dal cestone dell'usato del Gamestop.
Blasfemia, lo so, ma cercate di capire, il massimo che avevo mai giocato prima era stato Nintendogs o Wii Sports, per intenderci.
Ero scettico, ma volli comunque provarlo.
Venni ben presto catapultato in quell'universo magico che è Kingdom Hearts, e di cui, detto sinceramente, allora capivo ben poco.
Non sapevo chi fosse Sora (e un po' lo odiavo per tutti i problemi che causava a Roxas), chi fosse Riku, nè cosa significassero quei filmati annebbiati che spesso facevano scoppiare la testa del povero Roxas. Lui era l'unico che riuscivo a capire bene.
Percepivo il suo stato d'animo, il suo tentativo di trovare un briciolo di felicità in quello che sembrava essere una prigione e il desiderio di tenersi stretti i suoi amici. Volevo profondamente che riuscisse ad essere felice, mi sembrava troppo buono per soffrire. E un po' lo penso anche ora.
Non voglio soffermarmi sulla trama, si sa che è un tornado di emozioni, nè voglio calcare la mano sui vari difetti di grafica o legnosità che questo titolo possiede. Non mi interessavano prima, nè mi interessano ora. Voglio solo dire che per quando potessi essere un piccolo pirla dieci anni fa, e per quanto poco potessi capire, questo gioco mi ha trasmesso qualcosa. Il valore dell'amicizia in primis. In quel periodo avevo traslocato da poco e non avevo amici, ma vedere Roxas e Axel mangiare quel gelato al sale marino mi rincuorava. Pensare a loro due, o loro tre, mi dava il coraggio di credere nuovamente nella parola "amico".

Il voto che mi sento di dare a questo gioco è 9, e sì, è condizionato dall'età, dal contesto e tutto quello che volete. Per me i videogiochi sono anche soggettività, e non è detto che riescano a suscitare in tutti le stesse emozioni.