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Pazzo

ha scritto una recensione su Tales of Graces F

Cover Tales of Graces F per PS3

Finalmente, dopo vari blocchi causati da “non voglio finirlo subito” e “ma io voglio fare le cose secondarie”, sono riuscito a finire anche Graces f, remake dell'originale per Wii con tanto di seguito della trama originale esclusivo della versione PS3, Lineage & Legacies. Poteva essere il Tales of perfetto grazie a tantissime novità introdotte che lo rendono uno dei capitoli più “diversificati” ma allo stesso tempo più divertenti della serie... MA… sempre quel "ma" rompipalle e mai voluto...

Il gameplay (o meglio il sistema di combattimento) rinnovato si ritrova stavolta come pregio maggiore del titolo, variando tantissimo, ma senza stravolgere troppo, la formula di base degli altri capitoli 3D che, finora, erano purtroppo caratterizzati dal “difetto”, se così si può chiamare, della facilità nell'esecuzione delle combo (quindi nel suo sistema action di concatenamento di colpi e arti) e nella bassa difficoltà generale delle battaglie. In Graces infatti ci ritroviamo invece uno stile action più dinamico ma, allo stesso tempo, MOLTO più tattico e impegnativo, basato su un numero di azioni limitato e da usare con prudenza, che siano esse attacchi normali o speciali, parate, schivate o movimenti liberi, un numero sfruttabile e “ricaricabile” attraverso l’esecuzione delle azioni in battaglia appena descritte nel giusto tempismo. Tutti questi fattori, uniti al tipo di attacco, di difesa e di resistenza/debolezza sia dei nemici che del party e alla difficoltà elevata degli scontri già in difficoltà “Moderata” (senza contare l’alta importanza dei titoli, tipici della serie, da assegnare ai pg per migliorarli, e ai diversi stili di questi ultimi che rendono le battaglie più varie e divertenti), rende il tutto, come già accennato, davvero impegnativo, soddisfacente e, soprattutto, divertentissimo (e pensare che è l’unico Tales of che per ora, oltre al Phantasia, mi ha fatto un po’ bestemmiare e che mi ha obbligato l’uso di “sotterfugi”, quali oggetti che dimezzano i danni in certe boss battle).

Ma… oltre a quello? Il resto è cambiato? E se sì, in meglio? Bè, si può dire che molte cose sono cambiate, ma… non sempre in meglio. Certo, molti dei punti forti della serie sono ancora presenti, ma è quasi tutto un “50:50”.
Prima cosa: la linearità! In modo molto simile ad altri JRPG come FFX o FFXIII, Graces varia la formula “libera” della serie mettendoci davanti ad un continuo susseguirsi di corridoi e backtracking che guida “prepotentemente” la storia del gioco fino alla parte finale, dove sarà possibile, finalmente, la scoperta (e ri-scoperta) della mappa di gioco e delle missioni secondarie che offre con un’esplorazione qui limitata alla semplice scelta del posto in cui andare nella schermata della mappa (quando si avrà il mezzo per farlo), vista l’eliminazione dell’esplorazione della World Map. Come i giochi prima accennati però, questo “metodo” mi ha dato almeno modo di seguire filo e per segno la trama e la sua narrazione che, seppur non molto originale la prima e veloce (TROPPO veloce) la seconda, ho davvero apprezzato e seguito con piacere, se non con una continua voglia di scoprire il tutto (fino a che non si arriva ad un certo punto, in cui la storia cala improvvisamente, così come il mio interesse), così come ho apprezzato la crescita e la caratterizzazione dei personaggi, il solito punto di forza della serie, qui però non sfruttata al massimo a causa della “banalità” esagerata di certi personaggi e di certi avvenimenti che essi creano, il protagonista Asbel in primis (“huehue, siamo tutti amici, anche tra nemici, non dobbiamo farci del male, non sono abbastanza forte per proteggere tutti” e cosacce simili... la banalità fatta a personaggio. L'odio)
Davvero… il buonismo ESAGERATO di molte scene e dialoghi di questo gioco l’ho trovato, forse, il male maggiore… Meno male che altri personaggi hanno ristabilito la qualità di altrettante/i scene/dialoghi, come il maestro Malik, “l’uomo dalle mille esperienze” che, nel bene e nel male, cerca sempre la decisione giusta da prendere continuando costantemente ad insegnare i nostri protagonisti le cose che offre la vita, belle o brutte che siano, imparando da loro allo stesso tempo, o la “geniale demente” Pascal, recentemente diventata uno dei miei personaggi preferiti in assoluto <3
Se a tutto ciò aggiungiamo che il comparto grafico è, sì, molto gradevole da vedere, grazie anche al design generale di ambientazioni e personaggi, ma ovviamente abbastanza datato e, come sempre, legnoso nelle animazioni e negli effetti (forse la nascita del titolo su Wii si fa sentire, non so), e che il comparto sonoro è altalenante, tra doppiaggio in inglese non sempre adeguato e molte delle musiche (quindi non tutte) belle e perfette per situazioni e ambienti, bè… si capisce perché ho scritto che è tutto un “50:50”.

Devo dire però, o meglio ripetere, che Graces f, a prescindere dai difetti prima descritti, mi ha tenuto comunque incollato allo schermo con interesse e con una voglia abbastanza costante per tutta la durata della storia (40 circa la principale e una decina in più per il seguito), senza contare l’immenso post-game e gli obbiettivi secondari (tra requests, missioni, minigiochi, arene ecc.) che non solo aumenta di molto la longevità ma anche il divertimento generale, vista l’ampia scelta di cose da fare e scoprire che prima, durante la storia, è impossibile avere.
E aggiungo anche un “meno male” per l’aggiunta dei moltissimi extra dati a queste versione PS3, come Lineage & Legacies, le Trials, le aggiunte al gameplay (come l'abilità Accel) e altro ancora, che hanno migliorato e aggiunto tanto ad un gioco base che, con la sola storia principale, non avrebbe poi dato così tanto (anche perché la storia originale aveva così tanti buchi di trama che ci voleva proprio una storia successiva... anche se poi non è risultata grandiosa comunque).

In definitiva: non proprio il miglior capitolo della serie (anzi... proprio perché mi ha suscitato pareri contrastanti, non riuscivo a scriverci qualcosa come si deve, e penso di non averlo fatto nemmeno ora) ma in generale rimane comunque un buonissimo e godibilissimo JRPG dal tratto action, divertente ed impegnativo al punto giusto, dal gameplay vario e accattivante, dalla storia e dai personaggi che rimarranno sempre e comunque impressi (anche se comunque non troppo, personalmente, e soprattutto meno di altri capitoli della serie e/o di altri giochi del genere). Un titolo che tiene incollati al pad e che, per questo, ogni giocatore del genere dovrebbe almeno provare (così come dovreste provare tutti gli altri Tales of molto ma MOLTO più meritevoli di questo, ma questo è un discorso a parte).