Vita da nomadi...
...una vita votata alla strada, alla ricerca dei pezzi di vita persi percorrendola, all'inseguimento della speranza di riuscire a rimetterne insieme i cocci...la stratificazione dell'impianto narrativo di questo gioco é forse l'aspetto piú sottovalutato dai giornalisti di settore nelle loro recensioni.
La coerenza e la progressione con cui la storia viene portata avanti dagli sviluppatori e ricostruita da Deacon avanzando non solo nella trama principale ma anche nelle storie secondarie (prima fra tutte quella della NERO) regalano al gioco un carattere forse non troppo originale, ma sincero e dannatamente concreto. Personalmente credo sia stato il primo gioco in cui anche attività simili fra loro mi sono apparse diverse, riuscndo a non venirmi mai a noia, specie grazie alla progressione nello sviluppo delle abilità e ancor piú nelle sblocco di nuovi armamenti, trappole e mortaretti vari, che hanno sempre consentito una interessante evoluzione delle tattiche di guerriglia contro predoni, ripugnanti, anarchici e ogni altro nemico ancora senziente.
Non vi anticipo nulla, ma se vi applicate ci sono davvero molti modi interessanti per affrontare campi e insediamenti. Vero, gli uomini nel gioco sono spesso sprovveduti...ma in fondo da loro che vogliamo, sono solo dei sopravvissuti, non dei provetti soldati...e poi la piacevolezza del gun play, la varietà degli approcci crativi e la quantità di nemici che seccherete finiranno con il farvi pesare la loro dabbenaggine molto meno di quanto si possa credere o sia stato scritto.
E poi ci sono loro, gli infetti, declinati in molte salse e piú volte incalzanti al punto da ansiarti all'infinito. In piccoli gruppi, a decine, a centinaia, brulicanti o travolgenti, a seconda di quanto siamo stati bravi a mantenergli celata la nostra presenza. Qualcuno ha discusso l'attesa spasmodica cui il gioco ti costringe per affrontare l'orda, il suo essere ingiustificatamente troppo lunga visto che il concept dell'intero mondo di gioco le ruota intorno. In realtà l'orda c'é, fin da subito, e si vede, si sente, qualche volta ahi noi si tocca anche, ed é colonna portante da principio, come la si vorrebbe, perché é condizionamento nella gestione dell'esplorazione, delle tattiche di combattimento con nemici umani a ridosso delle sue aree di stanziamento, crea ansia perché di fronte a lei siamo del tutto nudi, e possiamo solo sperare di riuscire a sfuggirle, nonostante il bassissimo vigore non ci aiuti nelle corse folli...e l'intera evoluzione del personaggio, del suo mini arsenale, delle tattiche di fuga e delle interazioni possibili con l'ambiente é funzionale a capire come la si possa arrivare a gestire...e arrivare a farlo é veramente il degno coronamento della lunga cavalcata di Deacon verso la parte conclusiva del suo lungo viaggio...perché a un certo punto anche un nomade deve metter radici nella sua vita.
Non é RDR2 e nemmeno ci prova, ma per essere un'opera prima nel contesto degli Open World per Bend Studio é inaspettatamente quanto piú é riuscito ad andarci vicino in termini di profondità narrativa. Un'opera godibile in tutto che risulterà invisa solo a chi ritiene che in carenza di una A.I. evoluta si sia per forza di cose di fronte ad un prodotto di serie B. Merita un seguito con la next gen.