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Rei17

ha scritto una recensione su The Last of Us Part II

Cover The Last of Us Part II per PS4

Bisogna partire da un presupposto, quello che il primo capitolo non mi ha appassionato moltissimo, e questo sicuramente ha influito in alcune parti, di conseguenza permettendomi di emozionarmi di meno o di più in alcuni frangenti. Questo accade ovviamente perché il gioco, denominato per l'appunto "parte 2" è proprio una seconda parte che va dopo la prima, come se al cinema ci fosse una pausa fra un tempo e l'altro. Eppure questa seconda parte è davvero diametralmente opposta alla prima, mantenendo però quella che io ho interpretato come unica vera tematica e filo conduttore dei due giochi: l'umanità ed il perdono (strettamente legate all'inumanità e al sentimento di vendetta).

Il primo The Last Of Us è un vero e proprio punto zero dei videogiochi, c'è un prima ed un dopo The Last Of Us, da diversi punti di vista, sia dal modo in cui viene raccontata una storia al come essa si congiunga al suo gameplay. Per The Last Of Us Parte 2 invece c'è qualcosa di simile?

Per quanto riguarda il gameplay, sembra quasi fatto apposta il parallelo tra Falene e Lucciole. Il primo capitolo crea un gameplay, con la sua ruota delle armi e i suoi nemici, unico ed esemplare, come le lucciole che producono luce; viceversa il gameplay del secondo è un perfezionamento del precedente, unito a tantissimo altro di diversi giochi, così come le falene che seguono la luce.
Il gioco è molto divertente ed i vari scontri, soprattutto quelli con gli esseri umani, sono stupendi da vivere e da affrontare.
La ruota delle armi è un usato garantito del primo capitolo. Le armi permettono proprio una diversità nell'affrontare la situazione, grandissima, che si voglia essere più silenziosi o meno. Le arene sono anche utili in questo, perché ben strutturate, grandi e piene di luoghi dove o nascondersi o esporsi. I nemici poi hanno un'ottima intelligenza artificiale, saranno spietati o silenziosi quando dovranno esserlo, e ti darà sempre la sensazione di dover usare la testa per poter uscire da una qualsiasi situazione; con tutte le idee che sono assecondate dalle possibilità che le armi ti offrono. Qui c'è il primo parallelo che ho potuto notare, come lo shooting, la capacità di strisciare, ed alcuni scontri epici molto simili a quelli della Metal Gear Saga. Il secondo invece è quello con la saga di Resident Evil. Se con gli umani non sussisteva nessun problema se non quello di migliorare l'intelligenza artificiale dei nemici e dei compagni (cosa ampliamente fatta e riuscita) La scelta, a mio parere ottima, degli scontri con gli infetti e invece quella di virare su un'atmosfera molto più horror. Essi servono a differenziare il gameplay, aumentandone la tensione soprattutto, facendoceli trovare in alcune ambientazioni cupe e scure. Per quanto riguarda invece le zone di gameplay senza scontri, anche esse sono state molto migliorate, senza più scale, zattere o momenti morti come nel primo. L'esplorazione è ottima, dall'idea delle cassaforti ai soliti messaggi del vecchio mondo, seppur a volte non sia completamente soddisfacente. Le ricompense difatti a volte saranno "solo" oggetti utili per il crafting, di cui però, giocando ad una modalità intermedia, si avranno quasi sempre le tasche piene. Il terzo parallelismo è riconducibile invece a Red Dead Redemption 2, ovviamente per il cavallo, per la cura dei dettagli, per il sound design delle armi e non solo. Difatti alcuni punti di contatto ci sono anche nella storia e nella narrativa

Ed è qui, che The Last Of Us Parte 2 offre il meglio di sé.
Partendo prima dalla critica principale che mi sento di fare al gioco, che è quella della velocità di alcuni momenti, a volte troppo dilazionati, aggiunto proprio all'esistenza di alcune parti, che sarebbero davvero evitabili. A volte mi ha dato la sensazione di esserci troppo, troppe cose, alcune non necessarie che allungavano soltanto il gioco.
Per il resto, davvero nulla da eccepire.

Il pregio più grande che The Last Of Us Parte 2 ha è quello di mentire al giocatore. Non una menzogna nascosta, ma una bugia messa in bella vista, che viene subito recepita. Noi acquistiamo pian piano sempre più la sensazione di controllare qualcosa non sotto il nostro controllo.
Nel primo veniamo messi nella posizione di immedesimarci nei personaggi, ma già nel finale ci si può rendere conto di come non li controlliamo davvero, seppur la menzogna possa rimanere tale, perché le scelte dei personaggi in cui ci immedesimiamo molto probabilmente combaciano con quelle del giocatore. In The Last Of Us Parte 2 i personaggi sono scritti come umani, e come tali sono complessi ed imprevedibili, soprattutto perché ci ritroveremo molte volte a non essere d'accordo con loro.

Anche qui, il gioco ha un un turning point che lo eleva su un livello più alto. Esso ci fa passare continuamente da bianco a nero, da giusto o sbagliato, facendoci infine rendere conto di star vivendo solo continui strati di grigio. In The Last Of Us è il giocatore a sentirsi parte degli "ultimi di noi" ma è in The Last Of Us Parte 2, che ci rendiamo conto di non esserci mai stati, nel culmine della boss fight finale.

Rei17

ha scritto una recensione su Pokémon Shield

Cover Pokémon Shield per Nintendo Switch

Pokemon Spada e Scudo dovevano essere il forte cambio di direzione e la presa di posizione da parte di Game Freak, che riportano in auge uno dei brand più importanti del mondo. E invece così non è stato, anzi. Il gioco è un insieme di pigrizia tremenda, la solita minestra riscaldata, con animazioni ripetute, scarse, riprese da titoli passati, grafica di bassissimo livello e nessuna accuratezza in dettagli o altro. Dà fastidio, perché non c'è nulla che faccia fare il salto di qualità, e non c'è nessuna voglia di provarci, nessun impegno. La trama è inesistente per più del 70% del gioco, e quando c'è, è comunque semplicissima e senza nulla di interessante, seppur in passato ci siano stati Bianco e Nero (e non solo). Ci sono alcune animazioni speciali fatte bene, eppure le altre sono fatte veramente malissimo (non si potevano sforzare di più?). I personaggi ripetitivi e noiosi, l'online e le inutilmente vaste terre selvagge non aggiungono nulla al gioco. Le uniche note positive sono i raid, e le dynamax, gigamax seppur io avessi qualche dubbio riguardo i Pokémon "giganti" mi sono comunque piaciute abbastanza, assieme ai nuovi Pokémon, molto interessanti. Per il resto, bisogna solo sperare nel futuro, anche se ormai ho i miei dubbi.

Rei17

ha scritto una recensione su Death Stranding

Cover Death Stranding per PS4

Death Stranding è un gioco difficile da descrivere a parole, eppure c'è moltissimo da dire, per l'importanza che può avere nel presente e nel futuro del gaming. I punti principali da esaminare del gioco sono sicuramente l'autorialità, la trama, il gameplay, e il confronto con il passato, presente e futuro.

È un gioco di Hideo Kojima, è da dire, ripetere e sottolineare, così come fa lui stesso, sbattendotelo in faccia fin dall'inizio, diverse volte. C'è la sua mano, ci sono diverse cose che si possono assimilare alla Metal Gear Saga e facilmente contraddistinguibili. L'accuratezza che c'è nei dettagli è encomiabile. Quasi ogni piccola cosa ha il suo perché, il suo singolare modo di esistere e di essere; ogni oggetto, così come anche ogni personaggio. Punto di forza del gioco sono difatti i personaggi secondari, ben caratterizzati e a cui riesci spesso ad affezionarti facilmente.

È facile affezionarsi anche ai vari personaggi di trama, quelli principali, ognuno con i propri modi di essere, insicurezze, difficoltà e peculiarità. C'è da dire che la trama sebbene ben diluita, abbia alcuni dislivelli, con momenti morti e momenti a volte troppo pieni, non affrettati, ma colmi di informazioni gettate lì tutte d'un colpo. Non è una trama complicatissima, è esaltante, ma non mozzafiato. I colpi di scena non sono pieni di mordente e non ti spiazzano.
Non avere colpi di scena, non è per forza un male, anzi, però il gioco sembra caricarti di attesa per un qualcosa che non ti dà la soddisfazione aspettate.
Detto ciò però, la regia e la direzione sono sicuramente di livello altissimo, con una recitazione ottima da parte di tutti ed una grafica spettacolare.

Qui si passa quindi alla parte del "videogioco", dal gameplay, alla gestione di un mondo così innovativo.
Innovazione, è proprio questa parola che può ben definire il gameplay di Death Stranding. Dalla rete interconnessa create dall'online asincrono, dove ognuno collabora con altri giocatori tramite la costruzione e la concessione di strutture ed oggetti. Il trasporto dei pacchi è poi divertentissimo, perché ogni volta è come se fosse la prima per più di metà del gioco, perché si cresce, si impara e si ottengono sempre nuovi potenziamenti per essere più efficiente. Le due note dolenti per me sono però le fasi di shooting ed i boss, entrambe davvero scialbe, spesso noiose. Davvero non alla pari con il resto del gioco.
Ovviamente è questioni di gusti, riguardante soprattutto la ripetitività, seppur io non mi sia mai annoiato per tutto il gioco ed il completamento della trama principale. Nota a margine una fenomenale colonna sonora che ti accompagna nel mondo di gioco, dandoti spesso quella sensazione di relax totale

In conclusione il gioco è da giocare, da provare e da toccare con mano. Poteva sicuramente essere di più, non è perfetto, ed ha diversi difetti; oltre a quelli citati, anche la fisica, in un gioco in cui ce n'è molta, a volte risulterà sbagliata e frustrante.

La domande quindi sorge spontanea, è un gioco rivoluzionario, che può cambiare le sorti del videogioco? Non è al livello del passato, forse perché Metal Gear Solid è irraggiungibile, almeno per ora. Il presente è invece incerto, è stato un evento mediatico enorme ed ha un forte impatto, ma non è un capolavoro.
Le sorti possono però cambiare nel futuro, magari riprendendo tutte le grandissime cose seminate e portarle all'apice, diventando quindi un forte esempio per ciò che sarà
Chi vi vivrà, vedrà
Tomorrow is in your hands

Rei17

ha scritto una recensione su Monster Hunter: World

Cover Monster Hunter: World per PS4

Il gioco è facilmente descrivibile con una sola parola: "Divertente"

Premetto che è il primo Monster Hunter che ho mai giocato e l'ho giocato solo offline, dicendo subito che questo gioco dà sicuramente una grandissima parte di sé nell'online. Giocare con gli amici per cacciare mostri e darsi una mano a vicenda aumenta le ore trascorribili e la già grandissima varietà. Sì perché il gioco nella sua presumibile ripetitività è molto vario. Si caccia un mostro, si migliora l'equipaggiamento, e così via. Tutto questo è cosparso da molti, moltissimi extra, forse addirittura "troppi". Oggetti, ricerche e una grossa quantità di armi ognuna ben distinta e con un tipo specifico di gameplay. Sì perché se la quest principale non ha sicuramente una trama interessante, (anzi, si potrebbe dire sia quasi assente e faccia paticamente solo da contorno) la ciliegina sulla torta è proprio il gameplay. Difficile il giusto e sicuramente non perfetto. C'è da dire che però non ci si annoia quasi mai, si ha sempre la voglia di continuare per scoprire quale nuovo mostro si dovrà cacciare. Le aeree sono dettagliatissime bella da esplorare e degli ottimi sfondi di battaglia. Fenomenali invece sono proprio i mostri, uno dal design più bello dell'altro.

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