Project Zero (aka Fatal Frame) è una serie survival/horror nata inizialmente su Playstation 2. I più accaniti sostenitori di questa saga ricorderanno i primi 3 capitoli che hanno fatto scalpore all’epoca destabilizzando la tranquillità di molti videogiocatori. Passati molti anni dall’ultimo lavoro, peraltro uscito solo in terra nipponica su Wii, Project Zero è tornato a tormentarci in alta definizione su WiiU.
Sviluppato da Koei Tecmo e da Nintendo SPD, Project Zero Maiden of Black Water ricalca quello che è da sempre stato lo stile della serie, ossia un survival/horror triste, cupo, trasudante dolore e terrore nello stesso momento. La storia gira intorno al Monte Hikami, luogo tetro e infestato da fantasmi a causa di un uomo che, innamoratosi di una sirena e da quest’ultima rifiutato, decise di ucciderle tutte quante per poi togliersi la vita. Durante il gioco potrete usare più di un personaggio, ognuno legato poi inevitabilmente alla storia principale. La prima è Yuri, in grado tramite una forte percezione di avvertire la presenza dei morti e che va alla ricerca di una sua amica scomparsa sul monte. Proprio a causa di questa abilità in passato lei era stata tentata dalle anime dannate a togliarsi la vita, ma poi non ci riuscì. Poi c’è Miu, alla ricerca di sua madre scomparsa e poi Ren, uno scrittore interessato all’occulto e che è alla ricerca di alcune informazioni per scrivere un nuovo libro.
Già dall’inizio tutte le emozioni da noi descritte si manifestano in tutta la loro inquietudine. Fortunatamente ci sono dei brevi “incipit” nella quale vi verrano spiegati i comandi principali: movimenti, come usare la Camera Obscura e i relativi potenziamenti che vanno dalle lenti, alle pellicole e ai sensori. Alcuni tipi di lenti potranno stordire o rallentare un fantasma, aumentare il danno. Lo scopo del gioco, oltre a quello di venire a capo della storia principale, è quello di trapassare i fantasmi con la vostra macchinetta fotografica/WiiU gamepad. Non tutti hanno la stessa forza, ci sono spiriti semplici da uccidere e altri molto forti e che richiedono l’uso di potenziamenti e pellicole che fanno più danno. Più danno causerete, maggiori saranno i punti accumulati, che potranno essere spesi per potenziare la Camera Obscura. Durante le vostre nei dintorni del Monte Hikami, vedrete luccicare degli oggetti molto utili, documenti per capire meglio anche gli eventi passati (e ce ne sono moltissimi) e oggetti di uso personale come erbe curative, pozioni che vi riportano in vita e molto altro. Attenzione però a quando vorrete prenderli! Infatti vi potrà capitare di vedere un anima cattiva che vuole interferire prendendovi le braccia e bloccandovi. Per evitare ciò dovrete rilasciare in tempo il pulsante impedendogli così di toccarvi e di togliervi energia vitale indicata nella barra a destra dello schermo di gioco.
Durante i vostri scatti è possibile effettuare delle combo potenti per sconfiggere i fantasmi. Infatti non solo recherete danno premendo il tasto ZR, ma se accumulerete abbastanza energia spirituale, col tasto R potrete fare degli scatti multipli. Se poi il fantasma è abbastanza vicino a voi e farete un inquadratura perfetta mettendo a segno un Fatal Frame allora lo sistemerete per bene in poco tempo. L’unica nota un pò stonata delle meccaniche di gameplay riguarda l’usa del Gamepad. Se da una parte l’idea di utlizzarlo come Camera Obscura era eccitante, dall’altra parte il risultato non è proprio ottimo. Ne è dimostrazione la difficoltà nei movimenti e nelle inquadrature e la precisione non ben bilanciata del giroscopio. Qualche volta può diventare stressante avere a che fare con questi “problemini tecnici” nelle fasi avanzate di gioco e con nemici di una certa portata o quantità. Tutto questo aggiungendo anche la possibilità di muovere l’inquadratura con le levette analogiche, molto più lente rispetto al giroscopio ma comunque utili in certe circostanze e nei brevi movimenti. Già meglio invece l’uso dell’accoppiata Wiimote/Nunchak.
Una cosa che facilita però il gameplay è che non ci sono respawn di nemici, nel senso che non ci sono incontri casuali ma incontri predeterminati e che vanno di pari passo con la storia, per cui se passiamo da una zona all’altra più di una volta state tranquilli, non rivedrete anima viva…
Altra particolarità a vostro favore è quella della reperibilità degli oggetti curativi, ce ne sono veramente tanti sparsi per la foresta e per le case, per cui da una parte è anche bello sapere di poter contare su aiuti omeopatici ma dall’altra la difficoltà viene un pò meno.
Sul lato tecnico Project Zero Maiden of Black Water ha molto da offrire. Considerando la tipologia di gioco e il mood generale che si crea il risultato è davvero ottimo. Nonostante qualche sbavatura di texture e di poligoni (specialmente sulle mani dei personaggi, ahimè) il titolo è valido sotto tutti i punti di vista. La grafica è curata benissimo, basti guardare il viso dei personaggi e le ambientazioni lugubri del gioco, che seppur siano poche nascondono sempre qualche insidia. Nonostante ciò, la parola “sussulto” viene un pò a mancare ed è raro che ci sianoscene da far spaventare sul serio il giocatore. Magari è più facile sentire accapponarsi la pelle o un leggero brivido ma nulla più. Ci si può sentire emozionati in vari modi attraverso paura, ansia, eccitazione per delle peculiarità della cultura giapponese. Ma è tutto molto soggettivo.
Il sonoro è ciò che viene a mancare di più, ma visto che si parla di morti e fantasmi forse è meglio non turbare il loro sonno… ammesso che stiano dormendo. A parte questo, i rumori ambientali sono fatti benissimo. Anche i dialoghi sono ben curati e si può scegliere tra il parlato in inglese o giapponese. Il gioco è longevo quanto basta visto che con poco più di 12 ore si riesce tranquillamente a portarlo a termine in modalità normale.
Cosa dire quindi dell’ultima fatica ectoplastamatica di Koei Tecmo? Sicuramente un titolo validissimo e che ogni amante dell’horror deve avere senza aspettarsi però troppi sobbalzi. Non è perfetto, ma nelle sue imperfezioni riesce a raggiungere il proprio obiettivo. Peccato che non sia stato localizzato in lingua italiana, ma per chi conosce l’inglese poco importa, ma sicuramente sarebbe stata una motivazione valida in più per acquistare il gioco.
PRO:
Storia bellissima ed intrigante;
Caratterizzazione dei personaggi magnifica;
Ambientazioni degne del titolo;
CONTRO:
Controlli non impeccabili;
Mancata localizzazione in lingua italiana;
Texture non sempre apprezzabili;