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Rippertoe

Erano mesi che cercavo una spalla su cui appoggiarmi e a cui vomitare addosso la mia sciagurata vita.Ci provavo in tutti i modi.Ero arrivato a pubblicare annunci su gruppi su facebook. “AAA cercasi ragazza disposta a passare serata con me, pago cena, napoli e provincia, no perditempo”.

Sciaguratamente non funzionava e mi beccavo solo insulti.E qualche esile messaggio di conforto.Quel sabato pomeriggio l’avevo trascorso fuori.Ero uscito a fare dei servizi per conto di un associazione, nella speranza di distrarmi e non pensare ai miei problemi che sono tanti e gravi.Passai il pomeriggio fuori con un gremito gruppo di spagnoli di cui, forse, vi riparlerò.Ma quel che è più importante è che ero discretamente ubriaco e con zero voglia di rientrare a casa.Cosi mi addentrai nell’oscurità di quel centro storico alle nove di sera circa.E’ la zona universitaria.E’ il sabato sera.E’ il posto ideale per trascorrere tempo a non pensare ai propri problemi tracannando birra su birra.Il covo, quello in cui dimetto la veste da gentile e goliardico studente per indossare il costume da alcolista anonimo è sempre lo stesso.E’ questo vetusto e fatiscente bar, rifugio per una generazione di universitari frustrati dalle loro ansie e dai loro problemi post-adolescenziali.Quale fogna migliore per un reietto come me?Mi avvicino al bancone e chiedo una Ichnusa.Me la servono in un bicchiere di plastica.Alla mia destra c’è questa ragazza dall’aria furbetta e smaliziata.E’ poco più bassa di me.Ha l’aria stanca, di chi ne ha viste tante ma abbastanza determinata per farsi strada o quantomeno sopravvivere.Ha lunghi capelli neri, corvini, legati in appariscenti treccine multiformi.Le getto un occhiata.Lei ricambia.”Perchè ti hanno servito la birra in un bicchiere di plastica?Che stronzi”

Non ricordo esattamente cosa le dissi.Ma ricordo molto bene cosa disse a me.Si chiama S. e ha circa 33 anni.Lavora qui, ma solo in prova.Per questo non avevo per lei un aria familiare-pensai.Arranca, o almeno, cerca di sbancare il lunario realizzando pastori e vendendo birre.Mi parla delle sue storie, dei suoi casini.Di come fosse stata violentata dallo zio all’età di 14 anni.Di come si senta sola e abbia bisogno di una relazione vera.Di come desideri, come tanti, una vita normale o almeno una vita felice.Mi parla della sua ultima relazione.Anche io le parlo della mia.Sono un fiume in piena e-causa alcool-le dico pressappoco tutto.Del delirio.Delle medicine.Dei miei dubbi.Poi dopo che un’altra cameriera “cortesemente” sistema una sedia in più a quello che ha tutto l’aspetto di essere un tavolo per due per farci sloggiare,chiedo ad S.se abbia intenzione di continuare la conversazione in un altro posto.Adesso siamo seduti in un tavolino ad un paio di isolati più in là.Continuiamo a parlare ma questa volta le nostre conversazioni si fanno più serie ed impegnate e meno personali.Parliamo di omosessualità, accettazione, sensibilità.Mi consiglia di vedermi un film.Brokeback Mountain.Le prometto che l’avrei visto.Ovviamente, ad oggi, devo ancora cercare lo streaming.Ma nonostante la bellezza di quell’incontro e la sua, proprio non riuscivo a trattenermi.Era quello che cercavo da mesi.Un uscita con una tipa per parlare dei miei problemi.Una persona che mi desse supporto, amore, comprensione.E invece, non funzionava.C’era questo riflesso faringeo che si inerpicava e destreggiava tra un occhiata attenta e l’altra.Scatta uno sbadiglio.Potentissimo.Il primo lo strozzo, giuro che mi trattengo.“Scusa, dicevi?”Ma ecco che c’è n’è un altro in agguato più potente del primo.Digrigno i denti.I muscoli facciali di contraggono E ancora uno in più.E poi un altro.Le fauci si allargano, la fronte e le soppraciglia di contraggono implodendo in se stesse. Alla fine, esausto uno glielo sventolo in faccia estinguendolo con una mano davanti la bocca.E perchè, bellissima lolita che mi hai regalato l’emozione di questa sera mi fai questo effetto?Avrò qualcosa da domandarmi a proposito?

Ci alziamo dal tavolo e la guardo meglio.E’ bellissima.Qualche minuto dopo avrei provato a baciarla per estinguere l’imbarazzo e movimentare la serata.Si allontana e mi dice senza mezzi termini “Vaffanculo”.Ci sta, neanche io mi sarei baciato dopo una serata cosi noiosa.Ma alla fine cede e mi dà il numero.La provai a contattare qualche giorno dopo.Non si degnò neanche di rispondere ai miei messaggi e alla fine mi bloccò.Non importa, con esiti fallimentari simili c’ho fatto le ossa.

Ma se c’è qualche strizzacervelli bravo in diretta gli prego di spiegarmi i motivi del mio sbadiglio.Colpa di mio padre o di mia madre?