Matchpoint – Tennis Championships – Recensione

Sviluppatore: Torus Games Publisher: Kalypso Media Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Sport Giocatori: 1-2 PEGI: 3 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Tentiamo un ace con la recensione di Matchpoint – Tennis Championships. Il titolo di Kalypso Media e Torus Games promette di regalare agli appassionati dello sport con palline e racchette un’esperienza indimenticabile. Scoprite assieme a noi come sono andati nostri match e se il gioco è riuscito a salire in vetta al ranking mondiale.

Batti lei?

Quando si pensa al tennis, la maggior parte degli italiani pensa alla mitica gag tra i ragionieri Fantozzi e Filini. Questa volta però non ci sono congiuntivi né battute (se non quelle sopra la rete) che tengano. Fin da subito Matchpoint – Tennis Championships mette in campo la volontà di proporre un’esperienza intensa e realistica. Il desiderio è di sfidare l’unico rivale in commercio, l’AO Tennis di NACON. Il titolo di Torus Games si fregia, per tentare di affossare il rivale, di una serie d’illustri volti noti. Tra questi spiccano la statunitense Amanda Anisimova, l’eclettico talento Nick Kyrgios e il vincitore del Grande Slam Daniil Medvedev.

La riproduzione di questi e altri atleti nel gioco si dimostra fin da subito fedele. Non mancano nemmeno specifiche legate allo stile di gioco dei singoli, già peraltro anticipate sul sito ufficiale. Si tratta però di una piccola parte dell’universo di Matchpoint: Tennis Championships, che include modalità sia in singolo che in multiplayer. Il menu iniziale che accoglie i novelli tennisti è semplice e immediato, con tutte le modalità in bella mostra. Presente anche l’immancabile menu delle impostazioni. Qui si possono modificare i volumi, la difficoltà del gioco e una serie di aiuti visivi forniti agli utenti per semplificare le partite.

Fatte le opportune variazioni, la nostra analisi non può che partire dalla Carriera. Qui saremo chiamati a diventare delle vere e proprie stelle del tennis. Per farlo sarà necessario dare fondo alle proprie abilità e sfruttare ogni colpo nel nostro arsenale, abbattendo avversari e scalando le classifiche mondiali. Una volta dato il via alla nostra avventura tennistica, sarà necessario creare un avatar personalizzandone, oltre al nome, l’aspetto e il vestiario. Fin da subito si può notare come i modelli poligonali scelti, per quanto ben realizzati, siano comunque lontani da quelli dei giocatori su licenza. Nonostante questo, afferrata la racchetta ci siamo lanciati senza paura in qualche scambio.

Game, set, match

Parlando subito della personalizzazione del nostro avatar, abbiamo saltato una prima parte importante di Matchpoint – Tennis Championships. Il titolo di Torus Games infatti illustra ai giocatori le meccaniche con un esaustivo tutorial. Il gameplay è comunque molto semplice e lineare. I diversi colpi sono affidati ai quattro tasti frontali, con alcuni effetti applicabili sfruttando i grilletti dorsali. Una volta selezionato il colpo è necessario decidere la potenza, legata al tempo di pressione, e dove mirare, muovendo la levetta analogica sinistra. Tutto è incredibilmente immediato e fluido: il team si è impegnato a fondo per sviluppare un gioco che rievocasse le sensazioni dello sport reale, con scambi feroci, palle smorzate e molto altro.

Tutto molto bello, almeno per i primi match, salvo poi diventare forse a tratti troppo semplice. Indirizzare i colpi correttamente, soprattutto lasciando attivo il mirino che mostra il punto di caduta della palla, diventa pratica ordinaria. Questo vale sia per i tennisti esperti che per i neofiti. In questo modo, anche selezionando la difficoltà più alta tra le tre disponibili, ci si trova spesso a giocare set con vantaggi enormi. La possibilità di variare potenza e stile dei colpi è accattivante, ma si perde nell’eccessiva efficacia dei tiri a bordo linea, quasi sempre garanzia di successo.

Nonostante questo, è doveroso sottolineare che giocare le partite di Matchpoint – Tennis Championships risulta comunque molto divertente. La fisica della palla è realizzata con dovizia di particolari, così come le animazioni dei tennisti, figlie di ore e ore di motion capture. Un peccato che i replay siano molto limitati (e che siano assenti quelli dedicati alla line technology) e che i modelli poligonali dei giocatori non su licenza siano come detto spesso impietosi, soprattutto da vicino. Tutto sommato, comunque, in movimento e sfruttando i due tipi di telecamera le sfide risultano comunque dinamiche e belle da vedere.

Wimbledon o Australian Open?

Detto del gameplay, è il momento di avventurarsi davvero nella modalità Carriera. La struttura è incredibilmente lineare e alterna amichevoli e allenamenti con prestigiosi tornei. Tutto quello che faremo servirà a migliorare il nostro ranking e le nostre statistiche, sbloccando nel contempo oggetti per diventare più forti. Nuove racchette, scarpe e perfino allenatori permetteranno di migliorare i parametri di potenza, velocità e molto altro ancora. In questo senso, il gioco è molto curato e permette di creare un atleta che rispecchi davvero il nostro stile di gioco.

Il rovescio della medaglia è che, complice la generale facilità del gioco, le statistiche saranno solo numeri scritti di fianco alla nostra bio. Con un po’ di pratica è possibile sconfiggere anche gli avversari più tenaci senza essere per forza dei fenomeni del tennis o avere equipaggiamenti incredibili. Il desiderio di migliorarsi quindi viene rapidamente meno, spingendo i giocatori a puntare solo sui tornei saltando gli eventi secondari. Un vero peccato, visto che implementare nuove dinamiche o magari sfide aggiuntive obbligatorie avrebbe sicuramente giovato all’esperienza generale.

Proprio parlando di ciò che Matchpoint è in grado di regalare all’utente, dopo alcune ore di gioco ci si accorge come le partite risultino relativamente asettiche. I cronisti ripetono infatti (peraltro solo in inglese) un set incredibilmente ridotto e monotono di frasi. Lo scopo è sempre quello di sottolineare quanti match point si hanno a disposizione. Il pubblico rumoreggia, sì, ma senza enfasi. Lo stesso dicasi per i giocatori, che emettono i classici “gemiti” ma che non esultano se non saltuariamente. Nessuno si lascia, insomma, trasportare dal momento. L’immersione del giocatore va quindi a perdersi, nonostante come detto le sensazioni sul campo siano davvero buone, pad alla mano. Uscire da vero campione da uno scambio di qualche minuto è infatti incredibilmente soddisfacente a qualsiasi livello di difficoltà, tanto più se permette magari di recuperare da una sconfitta quasi certa. Questo è sicuramente, in mezzo a tanti alti e bassi, uno dei veri punti di forza del gioco.

Ha preso la linea!

L’esperienza offerta da Matchpoint – Tennis Championships vanta quindi una buona gestione delle partite, ma è carente su tutti gli elementi secondari. A tentare di migliorare la situazione ci pensano alcune modalità aggiuntive. Queste sono però troppo poche per rappresentare una vera e propria alternativa alla Carriera. Oltre alla possibilità di giocare match liberi, si possono sfidare altri giocatori in rete, con funzione cross-platform. La stabilità è buona, nonostante una generale penuria di avversari reali pronti a sfidarci. Queste due modalità sono affiancate da sfide di abilità e dalla possibilità di ripetere il tutorial. Null’altro fa da contorno a Matchpoint: se speravate in qualche torneo personalizzato o altro, dovrete ricredervi.

Analizzando il comparto tecnico, è doveroso commentare nuovamente i modelli poligonali. Questi infatti sembrano ancora un po’ grezzi, complice probabilmente la ristrettezza di budget e l’inesperienza nel genere tennistico di Torus Games. I sedici tennisti su licenza, tra cui i nomi a cui abbiamo già accennato, sono realizzati con la giusta cura e con dovizia di particolari. Non si arriva, ovviamente, al livello di dettaglio offerto da opere come FIFA e eFootball, ma l’impegno del team è evidente ed encomiabile. Meno di qualità i modelli inediti, con effetti e mix di colori che possono sfiorare il grottesco. Davvero ottima invece la resa dei campi, che passano dal verde dell’erba al rosso della terra battuta, regalando un ottimo colpo d’occhio. Valide anche le licenze di brand ufficiali, anche se forse un po’ ridotte di numero.

Ben studiati invece sia la colonna sonora che gli effetti sul campo da tennis. Le tracce che accompagnano le nostre avventure sportive sono adatte ai singoli menu. Gli scambi di battute regalano la giusta intensità e tensione, anche grazie a rumori identici a quelli che si possono sentire assistendo a un vero match. Gestita al meglio anche la vibrazione del controller che, soprattutto su PlayStation 5, dà ai giocatori la sensazione di stare davvero impugnando una racchetta. Ottima anche la longevità del gioco. Completare la Carriera di Matchpoint richiederà parecchie ore, soprattutto se si vorrà potenziare al massimo il proprio tennista. La presenza del già citato online rende poi pressoché infinite le partite giocabili dagli appassionati, sfidando magari amici e non.

Trofeisticamente parlando: palline e trofei

La lista trofei di Matchpoint – Tennis Championships è tutt’altro che complessa da completare. Tra le 23 coppe disponibili, Platino compreso, si celano poche insidie. Tra queste, la necessità di vincere venticinque partite in rete. I restanti trofei sono legati al completamento della modalità Carriera, potenziando al massimo il proprio tennista e ottenendo vari oggetti di equipaggiamento. Ovviamente facile non significa breve: tolte le richieste specifiche legate ai successi nei match, migliorare il proprio alter ego virtuale richiederà una grande quantità di tempo. Se puntate al Platino, quindi, preparatevi a vincere molti set.

VERDETTO

Come abbiamo detto all'inizio della recensione, Matchpoint - Tennis Championships fa di tutto per colpire con un ace i suoi diretti concorrenti. Il colpo però va a segno solo a metà, perché dietro un gameplay ben studiato e divertente si celano però una serie di problemi strutturali, tra cui un'eccessiva semplicità di base. Diventare dei veri e propri campioni richiede solo qualche ora, facendo perdere al giocatore l'interesse negli allenamenti e nei potenziamenti del proprio tennista. Le sensazioni che regala il campo, seppur un po' asettiche, sono comunque davvero buone: Matchpoint - Tennis Championships è quindi una validissima base per realizzare un prodotto dedicato a questo sport che possa davvero entusiasmare i giocatori. Allo stato attuale però, complici anche la povertà di modalità e un comparto tecnico non esattamente eccelso, ci sentiamo di consigliare il titolo di Torus Games solo ai fan sfegatati del tennis oppure a chi vuole provare un'esperienza all'acqua di rose.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.