Nerve – Recensione

Dalla coppia di registi Henry Joost e Ariel Schulman arriva domani, 15 Giugno, un filmetto niente male: Nerve, con protagonisti i Roberts e Franco “minori”, Emma (nipote di Julia) e Dave (fratello di James). La pellicola è tratta dal romanzo omonimo edito in Italia da Newton Compton, la cui trama ti porta inevitabilmente a pensare al fenomeno (o presunto tale) Blue Whale. Ma il thriller è decisamente meno allarmistico riguardo al tema dei giovani manipolati dalla Rete, se non altro perché trova dei colpevoli ben precisi: i giovani stessi. Ma andiamo con ordine.

Nerve è un online social game, “un obbligo o verità senza verità“. Al momento della registrazione, ti chiede se vuoi essere un giocatore o uno mero spettatore. Se scegli la prima opzione, i Watchers ti proporranno delle scommesse di volta in volta più audaci e, se superi la sfida, ti vengono accreditate somme di denaro direttamente sul conto bancario. Più le tue gesta sono visualizzate, più possibilità hai di arrivare in finale e di aggiudicarti il malloppo. Inizi con una cosa banale, tipo baciare uno sconosciuto in un bar per 100 dollari, e finisci appeso a una gru per 5mila (peggio per te che sul profilo Facebook hai rivelato di soffrire di vertigini!). Puoi anche rifiutarti di partecipare a una sfida ma, qualsiasi cosa accada, non devi assolutamente parlare con la polizia. Facile, no?

Questa è facile.

La protagonista, Vee (Emma Roberts), è colta, timida e un po’ sfigata, vuole iscriversi a un college costoso e campa con l’unico stipendio di una madre iper-protettiva. Spinta da un’amica e da una vaga voglia di riscatto, si iscrive a Nerve come Player. Alla sua prima sfida conosce Ian (Dave Franco), e l’alchimia fra i due – palpabile sullo schermo – spinge gli spettatori a proporre loro scommesse congiunte sempre più pericolose. Vee scoprirà così che, fra spettatore e giocatore, esiste anche una terza via (ma dire oltre è spoiler).

Ambientato integralmente in una lunga, adrenalinica notte newyorkese, Nerve scivola via che è un piacere. Son bravi tutti. Gli attori principali sono giovani, carini e di una naturalezza esaltante, graziati anche da uno script divertente che non li appiattisce su personaggi (troppo) stereotipati. Fra i numerosi attori secondari, poi, ci sono delle belle sorprese: la brava Emily Meade, Miles Hazier (l’Alex di Tredici, solo che qui ha dei capelli orribili) e la leggendaria Juliette Lewis nei panni dell’unico adulto coinvolto nella vicenda, la mamma di Vee. Menzione d’onore al rapper Machine Gun Kelly, che interpreta Ty, favoloso Player senza scrupoli vestito come Mad Max.

Senza scrupoli o cervello?

Ma brava soprattutto la coppia di registi Joost e Schulman. Il loro cinema è veloce, movimentato, pieno di colori e attenzione ai particolari. E travalica i generi: dalla commedia passa all’action e poi al thriller, per concludere in bellezza in stile Hunger Games ma con una sfavillante New York e spettatori in passamontagna al posto della foresta.

Gli imprevedibili effetti dei social network e le mutazioni dei concetti di privacy, esibizionismo e anonimato sul Web sono questioni troppo complicate perché un filmetto come Nerve possa dire qualcosa di innovativo al riguardo. Ma se è un filmetto come Nerve riesce a dire qualcosa facendoti anche divertire, allora i soldi del biglietto se li è proprio meritati.