Recensione Tomb Raider: A Survivor Is Born


Recensione a cura di Alessio “Beyond” Alessandrini

VERSIONE TESTATA: PC

Tomb Raider

La rinascita di un mito

Quando si parla di icone del mondo videoludico, di reboot e di totale svecchiamento delle meccaniche di gioco tanto amate dai fan nel corso degli anni, molteplici preoccupazioni tormentano la mente dei giocatori che si chiedono: “Rimarrà lo spirito della serie?” Nel caso di Lara Croft, la celebre, sexy archeologa che nel lontano 1996 diede vita ad un nuovo modo di creare giochi d’avventura, il lavoro è riuscito in pieno non deludendo gli amanti storici che la videro impegnata ai suoi tempi contro la Natla Technologies e con la ricerca dello Scion, ma anzi acquisendone dei nuovi grazie alla più moderna formula di gioco più accessibile a tutti. Dopo gli ottimi Tomb Raider: Legend e Anniversary e il discreto Underworld, la serie necessitava assolutamente di uno stravolgimento corposo in grado di dare nuova linfa vitale al franchise ed è proprio questo ciò a cui Crystal Dynamics e Square Enix hanno puntato in questo riavvio chiamato semplicemente Tomb Raider. Dopo ben 4 anni di sviluppo abbastanza travagliato andiamo a vedere che aria tira nelle nuove tombe.

GAMEPLAY

Tomb Raider
A Survivor Is Born

La trama di Tomb Raider racconta le origini di Lara Croft coinvolgendoci nella sua prima vera avventura. Appena laureata salpa con la nave Endurance insieme a un equipaggio composto da altri ricercatori e capitanato da Conrad Roth, una specie di tutore per Lara dopo la morte dei suoi genitori. La destinazione è il Triangolo del Drago dove Lara spera di trovare la nota Isola di Yamatai, luogo scomparso e mai più ritrovato dopo la morte della Regina del Sole chiamata Himiko. Dopo un disastroso incidente causato dalle tempeste e il maltempo che spezzano l’Endurance in due parti e che viene raccontato in un intro piuttosto frettoloso, Lara e la sua compagnia naufragano su un isola sconosciuta dove un culto misterioso è in atto da molti anni e starà alla nostra esploratrice scoprirne tutti i segreti e sventare la minaccia che la trattiene in quel luogo tetro, violento e pieno di pericoli. Per la prima volta nella storia di Tomb Raider interagiamo con una Lara del tutto diversa da quella forte e sicura di sé dei precedenti capitoli: qui la vediamo fragile, inesperta, paurosa, sanguinante, ansimante – forse un po’ troppo – e in molte scene “violentata” dall’ambiente ostile che la circonda.

Tomb Raider

La sopravvivenza è il tema centrale di tutta la produzione e la sensazione che ci accompagna per maggior parte dell’avventura, in cui Lara sarà sola contro il mondo e le insidie che lo popolano. Tutto ciò rappresenta un avventura in chiave visionaria che cerca di spiegare il cambiamento dall’adolescenza all’età adulta, dal mondo spensierato giovanile a quello adulto duro e pericoloso dove per farti un nome e farti valere devi lottare in solitudine, resistere e mai mollare se vuoi davvero raggiungere un obiettivo. Tomb Raider è un viaggio di formazione dove la protagonista è in cerca di sé stessa e del suo io interiore, un racconto d’avventura maturo e non scialbo dove è la caratterizzazione della protagonista a prevalere su tutto il resto e dove Lara Croft rappresenta ciascuno di noi: una persona normale. E’ incredibile come sia stato lavorato bene il personaggio che parte da debole, ma che si rafforza e acquista sicurezza in sé stesso con il passare del tempo in modo graduale dopo le tante esperienze affrontate. La narrativa è solida e convincente anche se mette leggermente in background i comprimari che si incontrano raramente – come è giusto che sia sennò la sensazione di sopravvivenza e solitudine sarebbero assenti – o vengono caratterizzati tramite documenti sparsi nell’isola e video che Lara mostrerà utilizzando una videocamera nelle cutscene. Tutto ciò non rappresenta assolutamente un difetto perchè unendo le varie cose si ottiene una storia ottima, di spessore e tra le migliori viste in un adventure, anche se rimane non molto originale e dalla struttura che presenta alti e bassi.

Tomb Raider

A Long Journey, A Continuos Evolution

Il nuovo Tomb Raider abbandona completamente la struttura a tombe che aveva caratterizzato e reso famosa la serie fino ad oggi lasciando spazio ad una vasta isola divisa in zone, collegate tra loro in totale streaming – senza caricamenti – di solito attraverso scene spettacolari e cinematografiche, tunnel oscuri, cadute da cascate o dirupi e così via. Ogni zona è costituita da diversi accampamenti, grandi e piccoli, che fungono da checkpoint e da hub dove potremo acquistare sia abilità per Lara dopo aver riempito la barra dei punti esperienza e sbloccato punti abilità, sia potenziamenti per le armi spendendo materiali che troveremo sottoforma di casse sparse negli ambienti. Oltre questo, quelli più grandi rappresentano anche punti dai quali effettuare viaggi veloci tra i diversi accampamenti sbloccati fino a quel momento e permettono di tornare indietro per esplorare più a fondo gli ambienti scoprendone tutte le reliquie nascoste, i documenti che approfondiscono la trama di gioco e la caratterizzazione dei personaggi e i tesori GPS che, raccolti tutti, ci riveleranno un documento altrimenti introvabile e importante.

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Inizialmente potrebbe risultare difficile trovare tutti questi oggetti visto che la mappa di gioco ci fornisce poche informazioni e spinge la componente adventure a livelli molto elevati, a parte per i tesori GPS che sono da subito rintracciabili, ma con l’evoluzione delle capacità di Lara e con il ritrovamento di determinate mappe del tesoro saremo in grado di trovare qualsiasi cosa. L’apice dell’esplorazione è costituito dalle sfide che sono rappresentate da un determinato numero di oggetti che dovremo trovare, colpire, incendiare o buttare giù e non ci verranno mai indicate sulla mappa, lasciando a noi il divertimento dell’esplorazione. Grande ritorno che farà sicuramente piacere agli amanti della serie sono le tombe, qui opzionali, molto piccole e caratterizzate da enigmi che fanno utilizzo degli elementi naturali e della fisica in particolare, mai molto complessi ma sempre piacevoli, originali e piuttosto innovativi. Alla fine di ognuna di esse ci sarà un forziere contenente ricompense come ad esempio nuovi componenti per modificare le nostre armi e riceveremo un gran numero di punti esperienza. Aggiunta che abbiamo trovato piuttosto utile è quella dell’istinto di sopravvivenza che viene attivato manualmente per evidenziare elementi importanti nello scenario come pareti scalabili o collezionabili.

Tomb Raider

La cosa che più ci ha colpito in questo reboot è il numero di possibilità di gameplay in continua crescita e direttamente proporzionale alla “maturità” e alla sicurezza di Lara. Inizialmente partiremo muniti di solo arco e frecce, arma principale del gioco nonché la più versatile e divertente da usare, e pian piano il nostro equipaggiamento si ingrandirà con l’acquisizione di svariate bocche da fuoco come fucile a pompa, fucile d’assalto e pistola o strumenti tipo il piccone, utile per scalare rocce ben difinite, una corda per le frecce che ci permette di raggiungere luoghi fuori portata, una specie di carrucola in grado di farci risalire corde tese più velocemente e via dicendo. Tutto questo equipaggiamento è a sua volta upgradabile tramite i potenziamenti divisi in tre gradi che vengono sbloccati con l’avanzamento della storia trovando nuovi componenti da aggiungere all’arsenale. Essi applicano modifiche ai danni inflitti, alla cadenza di fuoco, alla velocità di ricarica o ad esempio al tempo di tensione dell’arco e l’aggiunta di frecce incendiarie o granate. La scheda delle Abilità di Lara invece è divisa in ben tre sezioni un po’ in stile Far Cry 3: Sopravvivenza, Caccia e Combattimento, dove possiamo migliore tali aspetti come l’esplorazione o le nostre possibilità nelle fasi shooter.

Tomb Raider

Altro pregio del gioco và proprio al diverso valore che ogni arma assume nelle diverse situazioni. Il fucile a pompa ci è molto utile negli attacchi ravvicinati e per distruggere accessi in legno sbarrati per accedere ad aree secondarie e nascoste, come anche le granate per eliminare ostacoli più solidi o quando abbiamo un gran numero di nemici in combattimento, l’arco per attacchi dalla distanza o per dar fuoco a superfici di legno e bruciare i nemici, il piccone per gli attacchi corpo a corpo. Tomb Raider ci dà anche possibilità di approccio in diverse situazioni e potremo affrontare i nemici in modalità stealth o assaltandoli direttamente. Lara sfrutta delle coperture automatiche ogni volta che ci sono nemici nelle vicinanze e si accuccia sempre in modo automatico senza la pressione di alcun tasto e la cosa funziona sempre molto bene. Se vogliamo agire silenziosamente potremo portarci fino alle spalle di un nemico e strangolarlo con il nostro arco tramite un breve quicktime event o seguire i vari pattern dei nemici aspettando che siano distanti l’uno dall’altro per attaccarli con le frecce furtive o distrarne uno puntando ad una parete vicina e sferrando una freccia, così da poterci occupare prima del compagno rimasto fermo poi infine di lui senza allertare nessuno.

Tomb Raider

Lo shooting ricorda molto da vicino quello di Uncharted, titolo al quale senza ombra di dubbio Crystal Dynamics si è maggiormente ispirata ma, nonostante le somiglianze che costituiscono anche le fasi platform più fluide e dinamiche con tanto di qualche scena scriptata non molto abusata – ma a differenza di Uncharted lascia discreto spazio al trial & error dei vecchi capitoli -, il titolo del team inglese mantiene molta personalità e si differenzia per una maggiore varietà di situazioni e profondità di gameplay che non si può neanche lontanamente paragonare al titolo Naughty Dog. Le negatività del titolo risiedono soprattutto in due cose: l’intelligenza artificiale dei nemici e negli elementi survival solo abbozzati. Purtroppo gli sviluppatori avevano promesso un titolo dove la sensazione di sopravvivenza si sarebbe toccata con mano e ci sarebbe stato realismo solo che la raccolta del cibo e la caccia sono rimasti elementi davvero poco sviluppati e superflui in quanto il loro utilizzo è ridotto alla sola acquisizione di punti esperienza e sblocco di achivement, mentre il concept di dover bere è stato del tutto abbandonato. Se in più è stata aggiunta la salute rigenerabile che ci facilita ancor di più l’esperienza di gioco non possiamo che affermare il mancato obiettivo. Questo è davvero un peccato perchè con queste piccole ma grandi aggiunte originali si poteva raggiungere il gioco adventure per eccellenza e il titolo avrebbe meritato sotto qualsiasi aspetto.

Tomb Raider

Passando al discorso dell’IA ci sono delle particolarità davvero apprezzabili in un adventure ossia i nemici che in combattimento si muovono sempre moltissimo, scalano pareti, si nascondono avvertendo il pericolo, ci assaltano mettendoci in difficoltà, ci lanciano dinamite e fuoco, ma tutto ciò si va a confrontare con delle deficienze purtroppo molto chiare ossia la poca reattività dei nemici quando ci vedono e il rimanere sempre piuttosto scoperti in fase di copertura o il tentare l’assalto a volte in modi piuttosto banali e poco credibili. Noi abbiamo giocato a Tomb Raider a difficoltà normale finendolo al 100% in ben 21 ore e poi riprovandolo a difficile e il cambiamento dopo questo passaggio è riferito ai danni inflitti, alla violenza negli attacchi e alla loro resistenza fisica. Dobbiamo ammettere che a questa modalità abbiamo dovuto tentare la fuga poi riprovare l’attacco in piu di qualche situazione e sfruttato il level design in modo più studiato e riflessivo, quindi suggeriamo di iniziare direttamente con tale difficoltà per avere un livello di sfida molto superiore. 

Tomb Raider

L’alternanza di situazioni in Tomb Raider è ammirevole e riesce a mischiare gli elementi descritti finora perfettamente, regalando un esperienza di gioco sempre incalzante e sorprendente non annoiando mai il giocatore, anche grazie al level design delle mappe piuttosto ampio e complesso alternato a zone più lineari e cinematografiche. A rendere ancora più cinematografico e immersivo il gioco ci sono anche scene spettacolari, come in Uncharted, durante le quali potremo controllare le azioni di Lara tramite l’ultizzo dei quicktime events, che risulta persino originale e molto azzeccato, visto che a scene classiche con la ripetizione in sequenza di determinati tasti – la maggior parte in contesto con le azioni su schermo – si aggiungono scene in cui Lara può addirittura allungare le mano per raggiungere un oggetto entro un determinato tempo e coinvolgerci di più rendendoci più partecipi nell’azione anche in quelle piccole scene.

Superstiti VS Solarii

Per la prima volta in un titolo della serie viene introdotta una modalità multigiocatore. Il multiplayer di Tomb Raider, sviluppato da Eidos Montreal, è piuttosto classico ma con diverse particolarità. Inizialamente potremo scegliere sia un personaggio tra la lista dei Superstiti che in quella dei Solarii (non vi diciamo chi sono perchè riguarda la trama di gioco) e personalizzare i loro equipaggiamenti che costituiscono un arma primaria, secondaria, esplosivi, abilità difensive e offensive. Man mano che saliremo di livello – quello massimo è 60 – acquisiremo sempre più armi, personaggi sbloccabili (al livello 60 sbloccheremo anche Lara) e abilità. Durante le nostre partite, inoltre, troveremo le solite casse di materiali presenti nelle mappe – al momento poche e tutte di grandezza medio-bassa – con i quali possiamo acquistare dei potenziamenti per le armi, sia per i proiettili, per incrementare il danno inflitto o la stabilità dell’arma, che per gli accessori, che comprendono ad esempio uno zoom migliorato o un tempo di ricarica migliore. Di questi potenziamenti potremo selezionarne solo uno per genere e lo stesso vale per le abilità difensive e offensive. Le modalità di gioco sono soltanto quattro: SOS, Guerra tra bande, Soccorso e Scontro Totale.

Tomb Raider

Mentre guerra tra bande e scontro finale sono due modalità piuttosto classiche, visto che rappresentano in poche parole deathmatch a squadre, dove la fazione con il maggior punteggio vince e la seconda è un deathmatch tutti contro tutti, in cui il primo ad arrivare a 15 uccisioni si aggiudica la partita, Soccorso e SOS possono essere ritenute come due modalità piuttosto atipiche e più originali. Soccorso consiste in tre round dove i Superstiti devono recuperare dei medikit sparsi per lo scenario e portarli in delle zone ben determinate sfuggendo agli attacchi da mischia dei Solarii, mentre nelle partite SOS i Superstiti devono attivare tre trasmettitori che si attiveranno a tempo e dovranno stare attenti alle imboscate dei Solarii che hanno il compito di uccidere gli avversari prima che attivino i trasmettitori , difendere bene quelle zone e recuperare ben 20 batterie dai cadaveri dei Superstiti per potersi aggiudicare il round. Quest’ultime due ci sono sembrate davvero delle interessanti aggiunte molto divertenti e che valgono almeno l’accesso al multiplayer di Tomb Raider, che comunque non pensiamo potrà decollare. I server sono molto stabili e c’è una latenza molto bassa. Ottimizzazione molto accurata.

Tomb Raider

Un isola ostile ma incantevole

Tecnicamente il prodotto Crystal Dynamics si presenta allo stato dell’arte. Le ambientazioni e il lavoro artistico è affascinante e vario: si passa da foreste di un verde rigoglioso e dalla forte illuminazione a caverne oscure e tetre, da spiaggie piene di relitti e lussureggianti a montagne fredde e innevate passando per templi antichi e pieni di mistero. I modelli poligonali sono estremamente realistici e curati sia esteticamente che nelle animazioni facciali che riescono ad esprimere emozioni, anche se dobbiamo ammettere che sotto questo punto di vista si poteva certamente fare un po’ di più. Una bellissima cosa da vedere è la “fisicità” che si avverte controllando Lara che nei pressi di muri o altri elementi solidi muove realisticamente le braccia per appoggiarsi e strisciare le mani sempre rispettando il contesto in cui si trova. Sulla versione PC da noi testata l’ottimizzazione effettuata è una delle migliori degli ultimi anni. Il gioco supporta le Directx 11 e quindi tecnologie come tessellation e occlusione ambientale, ma per la prima volta troviamo anche una nuova tecnologia sviluppata da AMD: il TressFX, che ha creato vari pareri contrastanti. Il TressFX permette di dare una realisticità a ogni singola ciocca di capelli di Lara sia per quanto concerne la fisica che i movimenti. Essa dobbiamo ammettere che svolge un ottimo lavoro e mai in un videogioco si erano visti capelli tanto simili alla realtà. Tale tecnologia gli dona anche brillantezza come se fossero piastrati, ma ci sono anche delle negatività che solo studi più approfonditi nel corso del tempo potranno correggere.

Tomb Raider

Infatti non sempre i capelli di Lara si muovono nella direzione del vento o risentono della fisica dell’equipaggiamento che porta sulle spalle: spesso si creano compenetrazioni poligonali o legnosità nei movimenti, ma siamo soltanto all’inizio e possiamo ben capirlo. Le texture si presentano sempre in ottimo stato, dettagliate e definite, ma qualche piccolo calo lo abbiamo riscontrato negli ambienti chiusi – di solito più facili da progettare – dove sembrano perdere leggermente di qualità. Passando ai difetti sia su console che PC si sono riscontrati diversi bug, come la cancellazione del paesaggio circostante o un blocco durante una missione che oltretutto si risolve tramite un secondo bug (solo su console). La colonna sonora meravigliosa e drammatica accresce l’atmosfera di gioco e ci immerge nelle situazioni, così come gli effetti sonori e gli ottimi doppiaggi. Abbiamo trovato un doppiaggio italiano di Lara, eseguito da Benedetta Ponticelli (Assassins Creed 2, Crash Bandicoot), di ottima qualità ma purtroppo di gran lunga meno espressivo di quello originale inglese, realizzato da Camilla Luddington che interpreta Lara Croft anche fisicamente tramite motion capture. L’accento inglese, l’eccellente recitazione, la sua bellezza e la sublime immedesimazione nel personaggio le fanno guadagnare, almeno dal nostro punto di vista, il premio per una delle migliori interpretazioni viste in un videogame.

Camilla Luddington

A New Beginning

Tomb Raider rappresenta un vero e proprio inizio verso un futuro che crediamo potrebbe essere roseo, gratificante e soddisfacente. Il prodotto racconta una Lara inedita e diversa da come la conoscevamo, ma che abbiamo estremamente amato grazie alle forti emozioni che ci ha trasmesso. Senza ombra di dubbio questo reboot entra tra le più belle avventure mai raccontate in un videogioco che, nonostante la sua natura adventure, riesce a raccontare una storia matura e dai molteplici messaggi. Il gameplay rappresenta un evoluzione sia dei vecchi Tomb Raider che di Uncharted, dimostrando che una struttura di gioco che mescola zone di ampio respiro ad altre più lineari e guidate sono in grado di sostenere una narrazione dal ritmo incalzante e coinvolgente, ma magari ancora con qualche piccolo intoppo che qui potrebbe rappresentare i comprimari che non raggiungono il grado di caratterizzazione di Lara. Nonostante ciò possiamo affermare con tutta la nostra felicità che Lara è finalmente tornata…con tanti stravolgimenti si…ma è ancora qui con noi piena di carisma e di forza di volontà per raggiungere il suo obiettivo: scoprire, anzi, riscoprire sé stessa.

Pro

  • Trama intrigante e matura
  • Caratterizzazione di Lara
  • Level design complesso e articolato
  • Grafica e sonoro di incredibile fattura
  • Gameplay solido, profondo e divertente
  • Tante scene spettacolari e situazioni diverse
  • Molto longevo

Contro

  • IA con alti e bassi a Difficoltà Normale
  • Comprimari poco incisivi
  • Elementi Survival appena accennati e superflui
  • Semplicità e linearità di fondo
  • Qualche bug da risolvere

QUALITA’/PREZZO: 9.5

TRAMA/NARRATIVA: 8.9

GRAFICA: 9.2

AUDIO: 9.5

GAMEPLAY: 8.8

LONGEVITA’: 9

ORIGINALITA’: 8.5

GIUDIZIO FINALE: 8.9/10

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