martedì 10 novembre 2015

La torre delle ombre


Era da un bel po' che non prendevo in mano la wii, e non mi avventuravo in qualcosa di apparentemente semplice. La prima volta che provai La torre delle ombre mi diede, infatti, questa sensazione, di pura semplicità. Un platform in due dimensioni a scorrimento orizzontale che utilizza le ombre. Non mi sarei mai aspettata niente da questo gioco, non mi sarei aspettata neanche che avesse una trama. Però, ho voluto dargli una possibilità, mi era proprio venuta voglia di qualcosa di leggero, di un platform dai colori tenui e tranquillo. Che non m'impegnasse troppo, insomma. Ma quello che ho trovato è stato davvero una piacevole sorpresa.


La torre delle ombre è uno di quei giochi che ti fa ricordare tanti altri giochi, capita di trovarne così, e non sempre questa cosa è un male, ma anzi potrebbe anche essere un suo pregio anche se risente di originalità. Potrebbe anche far pesare per la sensazione di già visto che traspira. Quale giochi mi ha ricordato? In primis Ico, per il comparto visivo. Graficamente il gioco è ottimo, ha un design semplice e tenue che colpisce e dona tranquillità. Poi mi ha ricordato Klonoa, per il gameplay e per come bisogna completare i livelli, cioè prendendo tre chiavi per poi aprire il passaggio per il prossimo livello. Infine, ma non meno importante, la saga di The legend of Zelda per quanto riguarda la ost, alcuni temi mi hanno davvero catapultato nel mondo di Link e non in questo, ma è stato comunque bello all'ascolto.

Ma adesso vorrei parlare del gioco in se, sento il bisogno di parlarne. Iniziamo nuovamente, la grafica come dicevo è bella e semplice, non è ricca di dettagli, ma anzi a volte è anche strano rendersi conto di dove siamo realmente. Perché noi procediamo nelle ombre delle cose che ci circondano, e queste possono essere piattaforme, scale, fili e tanto altro ancora, basta solo che la luce proietti la sua ombra e noi potremo passarci sopra. Il gioco infatti ti permette con il puntatore di spostare oggetti, farli ruotare o muovere. In determinati luoghi ti da la possibilità di muovere la luce, la lampadina che illumina la stanza per spostare le ombre in modo da proseguire. La torre poi ha diverse ambientazioni, si passerà fra fogne, laboratori a zone residenziali per poi finire in templi e santuari. Più che una semplice torre è una micro città che si estende in altezza e al suo interno non manca niente per poter viverci dentro, come Salazar,  la città torre di Nihal. Ma il gioco non si ferma qua, non si ferma ad una sola torre, mentre proseguiremo nell'avventura potremo affrontare dei livelli "bonus" dai colori bianchi e accesi, questi micro stage avranno la funzione di checkpoint e al loro completamento potremo proseguire nel livello standard. Però non sono come nei giochi di Crash Bandicoot, che ti fanno scegliere di farli o meno, qua saranno spesso obbligatori perché bloccheranno la strada al nostro piccolo eroe. Tutto questo, però, non è abbastanza, manca ancora qualcosa, un'altra torre. Una torre oscura, più piccola ma più complessa. Ho odiato questo luogo affascinante, perché i colori erano talmente forti da far male alla vista, ma rendevano bene l'effetto oscurità, come Lost Izalith su Dark Soul, dove la lava è davvero incandescente. Ma ancora non è finito, manca la ciliegina sulla torta manca un giardino immenso e verde. Un tocca sana per la vista dopo la seconda torre, una ventata di delicatezza per concludere questo piccolo viaggio.

Il gameplay come ho detto è di un semplice platform, per ogni livello (piano) bisogna trovare tre chiavi per poter sbloccare il passaggio per il livello (piano) successivo. I livelli non sono lineari, ti faranno spesso andare avanti e indietro per premere interruttori o tirare leve che andranno ad aprire porte dove eravamo prima e per poi magari andare là e sbloccare qualcosa che è di nuovo dall'altra parte. Il protagonista correrà davvero a destra e a sinistra continuamente e questo mi fa ricordare i primi giochi di Tomb Raider, dove accadeva circa la medesima cosa. E' stancante questa tiritera? Questo continuo macinamento di metri su metri per completare il livello in corso? Non sempre. Solo in una particolare occasione ho trovato pesante tutto questo, quando spegnevo senza salvare. E mi darete della scema, perché dovrei spegnere senza salvare? Perché in questo gioco non si può salvare, bisogna attendere il salvataggio automatico che avviene in sole due occasioni: quando si passa ad un piano successivo e quando completi uno stage extra, i checkpoint che accennavo prima. Ma se nel corso di un livello, per un imprevisto devo spegnere tutto e andar via, so già che dovrò rifare tutto il livello in corso da capo, anche se magari mancavano pochi metri alla fine. Stessa cosa se si fa game over. Il gioco andando sempre più avanti in determinate occasioni tramite dei portali potrà passare in 3d e non più in 2d, questo cambierà completamente l'esperienza di gioco, ma sarà limitata da un indicatore, come se fossimo in acqua e avessimo la barra dell'ossigeno. E giusto per rimanere in tema, il nostro piccolo protagonista avrà ovviamente la stanghetta della vita, come in circa ogni gioco. Ma ha una particolarità, noi quando verremo feriti da oggetti o mostri (che combatteremo con una spada) non perderemo veramente punti vitali, ma peso. Eh si, avete davvero letto bene (e io non ho sbagliato a scrivere) durante il corso dell'avventura troveremo delle memorie, dei frammenti che ci daranno informazioni sulla storia e doneranno alla nostra ombra un peso, saranno pochi grammi, ma grazie a questo noi potremo vivere. Questo fatto mi ha colpito, perché è davvero particolare.

Visto che l'ho citata e giunta l'ora di parlare della trama.  Non è il classico gioco da lunghi video, da scene da bocca aperta. Le cut scene qua si possono contare con una sola mano e la maggior parte sono fatte con un'immagine di sfondo e qualche frase. Non è allettante, vero? Abituati come siamo a filmati paragonabili a veri film, tutto questo può sembrare davvero troppo poco e che non dica nulla (perché oltre a questo e alle memorie che raccoglieremo non c'è altro che spieghi o che dica lore aggiuntiva). In realtà il gioco ti dice l'essenziale, ti dice il minimo che devi sapere, non serve altro. Ma di cosa parla? Un bambino intrappolato in questa torre viene separato dalla sua ombra. Il protagonista, l'ombra, vuole ricongiungersi con il suo corpo e intraprende la scalata della torre. Nel mentre si scopre perché gli hanno tagliato l'ombra e chi sono i cattivi. Non verrò a dirvi tutto nel dettaglio, non avrebbe senso giocarlo poi. Però merita, merita perché se anche dalla copertina non dice molto, anche se il gioco in se non è ricco, ma semplice e delicato che a vederlo rilassa e si fa prendere alla leggera, il suo contenuto è davvero ricco e rimane dentro di noi. O almeno, per me è stato così.

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