Ys VI: The Ark of Napishtim

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. alister
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted



    BR1yWTG


    Ys VI: The Ark of Napishtim è un action RPG sviluppato da Nihon Falcom, nonché sesto capitolo canonico della serie Ys. Il gioco fu inizialmente rilasciato in Giappone nel 2003 su PC, dopo otto anni in cui nessun nuovo capitolo della serie veniva sviluppato. In Occidente è arrivato prima grazie a Konami, con un porting per PlayStation 2 (2005) e uno per PSP (2006); nel 2015 è stata poi rilasciata su Steam e GOG una localizzazione di XSEED dell'originale versione PC, con grafica HD.

    In quest'avventura, l'avventuriero Adol Christin si risveglia sulle spiagge delle isole Canaan, un arcipelago al centro di un grande vortice, che da sempre provoca tremendi naufragi. Qui viene soccorso da Olha e Isha, due sorelle appartenenti alla tribù indigena dei Rehda: questo popolo è da tempo ai ferri corti con gli umani, da loro chiamati "Eresian", che hanno creato una propria cittadina sull'isola attigua alla loro, e che continuano ad espandersi mossi dall'avidità dei propri leader. Al centro delle tensioni ci sono la sparizione di uno specchio sacro alla dea Alma, di cui Olha è sacerdotessa, e la distruzione del ponte che collega le due isole. Sarà proprio Adol a ricoprire un ruolo chiave negli equilibri delle isole di Canaan...




    Sono agli sgoccioli, tra non molto arriverà anche un mio commento. Nel frattempo, un approfondimento:


    Differenze tra le varie versioni



    Quando Konami localizzò il titolo per l'Occidente, facendone un porting per console Sony, introdusse anche diversi cambiamenti e aggiunte.

    Versione PlayStation 2 (KONAMI)

    ○ Aggiunta del doppiaggio, sia inglese, sia giapponese; nella versione PAL, però, è contenuto solo quello inglese.
    ○ Le scene in stile anime sono rimpiazzate da FMV in CGI creati ad hoc;
    ○ Nuove zone da esplorare, chiamate "Alma's Trials";
    ○ Rimozione del sangue e di altri effetti "gore" per mantenere il rating basso;
    ○ I modelli di mostri e personaggi, anziché essere sprites pre-rendered in 3D come nella versione PC, sono realizzati con modelli poligonali 3D.

    Video
    Enjoy xD




    Versione PSP (KONAMI)

    Tutte le novità della versione PS2 non furono incluse in questa versione, ad eccezione della rimozione degli effetti gore. Questa versione presenta però delle quest aggiuntive che sbloccano alcuni minigame.

    Entrambe le versioni Konami sono state inoltre tradotte in multi5, italiano compreso.


    Versione Steam/GOG (XSEED)
    Questa versione è basata sull'originale versione giapponese, e perciò non include nulla di quanto introdotto da Konami. Questa versione ha però supporto grafico HD
     
    .
  2. Atma Weapon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Molto carino, ma IMHO lo penalizza il fatto di essere pesantemente basato sul grinding, cosa che trovo semplicemente stupida dato il contesto action.

    PS: l'opening song, Release of the Far West Ocean, è bellissima <3
     
    .
  3. Atma Weapon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Sono contento allora, perché l'ho giocato proprio su PC. E l'opening in CGI di quella per ps2 non mi piace.
     
    .
  4. alister
        +1   Top   Dislike
     
    .

    User deleted





    Adol Christin, l’avventuriero dalla chioma rossa, noto per questo anche come Adol il Rosso: giunto alla sua sesta avventura canonica nell’universo della serie Ys, si è ormai guadagnato una certa reputazione. La sua fama lo precede, compresa la sua caratteristica sfortuna con i viaggi per mare.
    Non c’è da stupirsi, quindi, che la sua presenza su una nave pirata, ben decisa a navigare attorno a quello che viene chiamato il Grande Vortice, sfoci nell’ennesimo naufragio: quando la flotta dell’Impero di Romun attacca la nostra nave, il passo è assai breve e il nostro Adol si ritrova presto catapultato in acqua (ovviamente non prima di aver salvato la dolce fanciulla di turno). Eccoci, quindi, anche con Ys VI: The Ark of Napishtim, a un incipit ormai tipico della serie: il nostro avventuriero che, vittima dell’ennesimo naufragio, si risveglia su una spiaggia sconosciuta, in una regione sconosciuta.


    Adol, sei famoso. E Geis ♥



    Setting di questo capitolo è l’arcipelago di Canaan, dove coesistono, non senza innumerevoli tensioni, due razze diverse: i Redha, popolo originario delle isole e caratterizzato da coda e orecchie appuntite, e gli “Eresiani”, ossia altri umani che, come Adol, sono naufragati nel corso degli anni a causa del Grande Vortice, e che hanno a poco a poco costruito una propria civiltà a Canaan. Tra i due popoli, i rapporti sono tutt’altro che amichevoli, tanto che Adol viene accolto dal capovillaggio dei Rehda con grande diffidenza; ma, dopo aver salvato la piccola Isha, ed aver stretto amicizia con sua sorella maggiore, la sacerdotessa Olha, il giovane avventuriero si guadagna il rispetto della tribù, e viene incaricato di scoprire la verità sulla sparizione di un loro oggetto di culto, uno specchio consacrato alla dea Alma.
    Muovendosi tra i due insediamenti, quello Rehda e quello eresiano, Adol si troverà quindi a investigare i prima persona gli strani incidenti che si stanno verificando nell’arcipelago, cercando allo stesso tempo di trovare un modo per riattraversare il Grande Vortice e ricongiungersi all’amico Dogi.

    Trama classica, quindi, per una struttura di gioco altrettanto in linea con il trend della serie: world map, dungeon e battle system frenetico vicino all’hack’n’slash.
    Affetta per non essere affettato e, soprattutto, grinda per sopravvivere: questi i mantra da tenere bene a mente durante il gioco. Ys VI, infatti, sa essere punitivo se non si sta attenti, e spesso il gap di difficoltà tra un dungeon e l’altro è piuttosto netto, rendendo necessario un grinding selvaggio per poter procedere.
    Grindare non serve soltanto a far salire di livello Adol, migliorandone le statistiche, e ad accumulare soldi per comprare un equipaggiamento migliore; è anche fondamentale per potenziare le tre spade elementali di cui Adol entrerà in possesso durante il gioco, rinforzabili accumulando emel, ossia il raro materiale di cui sono fatte. Ad ognuna delle tre spade corrispondono uno stile di combattimento e degli attacchi speciali diversi, che si riveleranno di grande aiuto contro i boss più ostici. Spesso, infatti, potenziare anche di un solo livello la nostra spada elementale di fiducia ribalterà totalmente le sorti delle battaglie che ci causavano problemi, a riprova del fatto che è nel grinding che risiede la chiave per la vittoria.

    I dungeon del gioco presentano una struttura articolata e non disdegnano spesso fasi platform, che, unite al gameplay assai frenetico, metteranno a dura prova la destrezza di giocatori. Ci sono poi alcuni extra sparsi qua e là per la mappa, sia che si tratti di forzieri recuperabili tramite backtracking, sia che si tratti di veri e propri boss opzionali per mettersi alla prova; la longevità del gioco dipende in gran parte dall’abilità del giocatore e dal grinding che gli è necessario per proseguire, ma complessivamente direi che si attesta tra le 15 e le 20 ore.
    Ys VI offre poi altre modalità con cui mettersi alla prova, come la boss rush e il time attack, sfide tipiche dei giochi Falcom; diversi anche i livelli di difficoltà, che vanno da Facile fino al temuto Nightmare. Anche a Normale il gioco offre un buon tasso di sfida, seppur inferiore ad altri capitoli: ad agevolare le imprese del giocatore, infatti, c’è la possibilità di usare oggetti (anche se in numero limitato) durante gli scontri, feature che semplifica di molto la vita soprattutto contro i boss.

    Nel complesso, Ys VI: The Ark of Napishtim è un buon punto di ingresso nella serie, poiché incarna tutte le caratteristiche principali degli Ys “vecchio stile”. In quanto a trama, ci sono alcuni riferimenti alle precedenti avventure di Adol, ma si tratta di menzioni di poco conto, e il gioco è pienamente fruibile senza alcuna conoscenza pregressa; in ogni caso Ys V: Kefin Lost City of Sand, capitolo che precede questo e da cui fanno ritorno alcuni personaggi, non è mai stato localizzato ufficialmente per l’Occidente (anche se ne esiste una patch amatoriale per la versione SNES).


    "Adol, sei un baka!": ecco Terra, uno dei personaggi originari di Ys V.



    In Ys VI: The Ark of Napishtim non mancano i due pregi tipici delle produzioni Falcom: una curata rete di NPC e un comparto sonoro davvero pregevole. Nel corso della sua avventura, Adol potrà interagire a più riprese con i vari abitanti dell’arcipelago: ognuno ha una propria personalità, una propria storia e un proprio portrait, e i dialoghi cambieranno dopo ogni minimo evento di trama, riflettendone i cambiamenti, e dando davvero l’impressione di trovarsi all’interno di una comunità viva e dinamica. Come avviene di solito all’interno della serie, infine, le imprese di Adol avranno come sottofondo una colonna sonora ricca di tracce ora adrenaliniche, ora malinconiche, ma sempre di eccelsa qualità.

    Video
    Tipica musica feels di Falcom.



    Il mio giudizio finale su Ys VI è positivo: a livello di trama, forse risulta più blando di altri capitoli, non riservando particolari colpi di scena, ma il cast di personaggi è comunque molto apprezzabile. Il gameplay è divertente e offre un ottimo tasso di sfida, anche se il grinding talvolta estremo potrebbe risultare indigesto ai giocatori meno avvezzi.
    Chi già apprezza la serie, sicuramente apprezzerà anche questo capitolo; chi invece ancora non la conosce, potrà trovare in Ys VI un ottimo punto di inizio per la saga.

    Piccola nota finale sulle diverse versioni del gioco: ho giocato alla versione PC e sono rimasta pienamente soddisfatta della mia decisione. Il porting PS2 realizzato da Konami nel 2005, infatti, presenta sulla carta diverse aggiunte, come cutscene in CGI e doppiaggio; peccato però che non brillino per qualità, e che anzi inficino a mio avviso il concept originario del gioco. La versione PC, disponibile su Steam e GOG, oltre ad essere assai facile da reperire, è anche secondo me la migliore per avvicinarsi al titolo.
     
    .
  5. Atma Weapon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Un ottimo punto di inizio non direi molto, IMHO: i nuovi giocatori potrebbero pensare che la serie si basi molto sul grinding e non sulla skill del giocatore, cosa che fortunatamente è abbastanza limitata a questo capitolo (tra quelli che ho giocato). Escludendo appunto questa forte incedenza delle statistiche, che trovo semplicemente aberrante dato il contesto action, a livello generale l'ho trovato comunque un gioco carino.

    PS: 15 ore mi sembra eccessivo, in 12 l'avevo finito (non ho mai ucciso i superboss però) :)
     
    .
  6. Atma Weapon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Questo vale per Felghana, per Napishtim no perché mi sono ritrovato più volte in dungeon dove causavo 0 di danno ai nemici e venivo oneshottato.

    Ovvio che le statistiche ci devono essere, ma c'è modo e modo.
     
    .
  7. alister
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Il grinding nella serie fa sempre comodo, come ha detto Hikaru; la differenza che ho riscontrato in Napishtim è che c'è un maggiore dislivello tra un dungeon e l'altro, specie a livello di mob. Per i boss, invece, la situazione mi sembra più o meno la stessa.
    A mio avviso ad accentuare il grinding è la meccanica proprio del gioco, quella delle spade, che vanno upgradate indipendentemente dal livello di Adol e che, se lasciate a livelli bassi, rischiano di bloccare seriamente il giocatore.
    Per il resto, ogni capitolo della serie ha le proprie peculiarità e quindi è impossibile trovarne uno che sia specchio perfetto di una saga longeva e in continuo mutamento. Quando dico che Napishtim può essere un buon punto di ingresso, mi riferisco al fatto che veicola bene l'atmosfera generale della serie e ne esemplifica le tendenze, facendo quindi capire che tipo di franchise sia Ys. Poi sì, c'è forse una maggiore tendenza al grinding, ma, ripeto, come ogni capitolo ha le sue peculiarità: Felghana e Origin sono più punitivi per la mancanza di oggetti consumabili, per esempio, mentre in Seven viene introdotto il party. È una serie che si rinnova e sperimenta di continuo nuovi approcci, ma mantiene sempre una propria identità; un'identità che Napishtim possiede coerentemente, a mio avviso.
    Spero di aver chiarito cosa intendevo. E comunque io ci ho messo 18 ore a finirlo, quindi 15 non sono esagerate xD
     
    .
  8. Atma Weapon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Parlando di atmosfera ti do ragione, più che altro mi riferivo al fatto che il grinding forzato (sia per il livello che per le spade) sia abbastanza limitante e possa dare molto fastidio.

    La longevità credo sia più una questione d'approccio.
     
    .
7 replies since 20/1/2017, 15:59   259 views
  Share  
.
Top
Top