venerdì 10 agosto 2018

God of War "4" : ragazzo padre soddisfatto - RECENSIONE



Diciamolo: se dal 2005 si sentono videogiocatori (non sempre sinonimo di cultura) citare con un certo hype Efesto, Giove o Giunone, invece di sbrodolare su quanti rasponi si è fatto Kojima nell'ultima settimana, il merito (o la colpa) è solo di God of War.
Da quanto è arrivato Kratos, lo spartano incazzoso, sembrano un po' tutti maestri elementari (o professori del liceo). Gente che non cagava di striscio l'epica ai tempi della scuola, mo' si hyppa a nerdare sulle gesta di dèi ed eroi ellenici.
E cazzo, va benissimo.

Dopotutto, quanto è pop la mitologia greca? Pollon, Apelle ("figlio d'Apollo, fece una palla di pelle di pollo"), Kevin Sorbo, Lucy Lawless, Cupido, "Treciento"...
Le altre mitologie non son mica così pop.

Pigliamo a caso, ma neanche tanto, quella norrena...
I suoi pregi li ha anche lei, ma di figure veramente di spicco al massimo c'ha Thor, Loki e Odino (noti giusto grazie alla Marvel), il resto sono una serie di farfugli incomprensibili che a momenti non conoscono manco gli svedesi.
Kevin Sorbo e Lucy Lawless, noti dei greci.

Eppure, per la serie "gira la moda", ora e solo ora tira di più l'epica del freddo nord, che ha il mordente di essere misconosciuta (e ci credo) ed in potenziale espansione.
Fa gioco di ruolo, fa D&D, fa Tolkien, fa fumetteria chic ed infatti, siccome in quel di Santa Monica vedono lungo e i miti mediterranei sono ormai "troppo troppo pop" (al limite del bistrattato) per fare tendenza, hanno deciso di far migrare Kratos nelle terre crucche, a fare il latitante con la barba.
Via i greci e avanti i crucchi, insomma, via l'Ade e sotto col Valhalla.
E io che volevo vedere "il grezzone" contro Pollon la cocainomane, o contro Apelle che lanciava "palle di pelle di pollo"... pazienza.
Kratos vs Pollon, perderà di sicuro.

Questo per dare verso senso di novità, cosa pregevole, per carità. Alla fine i God of War erano diventati ormai stantii e sempre uguali, soprattutto come gameplay, quindi la ventata d'aria fresca dopo ben 7 capitoli che vivevano sugli allori del primo, serviva eccome.
Ma è veramente fresca o ha quel retrogusto puzzolente, che magari ti fa dire "preferivo prima" (anche se la situazione stava diventando imbarazzante)?

Vediamo vediamo.
Qui la critica ci ha dato dentro coi votoni, tanto che una volta comprato mi aspettavo il massimo del massimo, l'adventure che non avevamo mai avuto, quello "checcacchio-maoh-vacche'ffigata"... invece mah.
Carino, migliorabile, belloccetto, a tratti sì, a tratti no e a tratti "fì".  Per essere l'esclusiva delle esclusive, l'apparente motivo di vanto d'essere nella "squadra blu" (quella della Sony), m'aspettavo di meglio.


Partiamo dalla storia, che sempre a sentire loro doveva essere 'na roba spessa, data la svolta più story driven, mentre ahimè non è proprio così spessa.
Ricordando che le vicende kratossiane non hanno mai brillato troppo per senso narrativo, dato che il problema strutturale c'era già a partire dal primo incipit, che raccontava di un Kratos talmente pirla da non vedere che, nel tempietto dove Ares lo mandò a spadare i presenti, vi erano fra questi pure moglie e figlia: uccise all'istante perchè "non le aveva viste" (per poi pentirsene e prendersela con Ares).
Considerando che in quel momento il bifolco non era né cieco né ipnotizzato, la situazione cardine, quella che porterà alla vendetta brutale nei confronti degli dèi (ma anche di chi gli passa davanti), non stava minimamente in piedi sin dall'inizio.


Qui infatti, tanto per buttarci una pezza e non parlarne più più più, spostano tutto dopo anni dalla fine del 3, quando lo spartano, a seguito della distruzione di tutta la Grecia e di tutti gli dèi (greci) durante un freak-out da manuale, si era spostato zitto zitto nell'estremo nord europeo e si era pure riaccasato con una locale che gli diede un figlio maschio.
Un po' forzato, ma ci sta.
Il problema principale è che per tutta la durata della campagna (che è anche l'unica modalità), il reale collegamento col passato praticamente manca. Della prima figlia Calliope, per esempio, se ne parla? No.
Il filmone, tanto per dare allegria, parte col funerale della seconda moglie (si spera non ne arrivi una terza visti i risultati...), evento che fa imbarcare Kratos e il figlioletto Atreus in una "gita" per andare a buttarne ceneri dal picco più alto dei 9 regni scandinavi, come suo volere.
Peccato che per tutta l'avventura non si saprà MAI perché la signora è morta.

No sul serio, fondano la trama sul soddisfare la richiesta della defunta, senza mostrare come si è arrivati a tale situazione? Veramente surreale.
Non è nemmeno spiegato perchè, dopo tipo 14 anni che codesta famigliola viveva in quel "monolocale" nel bosco, appena la consorte muore i restanti due vengono attaccati (già fuori casa!) a ripetizione da mostri e tipi da Oktoberfest.
Due tizi allegri che attaccheranno Kratos, appena usciti dal pub locale.

La mancanza sostanziale di un ponte fra il capitolo precedente e questo, è parecchio grave: come ha fatto Kratos, dalla Grecia che lui stesso aveva distrutto, ad arrivare fino in zona vichinga? In barca, in auto, in aereo (lol)...
Alla fine del 3 pareva persino devastato se non morto, com'è che mo' sta benissimo? Non si sa.
Il preadolescente logorroico che ci portiamo appresso fa mille domande di cui fregacazzi a nessuno, ma perchè mai una sul perchè suo padre ha la pelle grigia?

Già l'epopea di due che devono lanciare ceneri da un precipizio non è il massimo dell'esaltante, se in più non si spiegano quei collegamenti strettamente necessari a livello di continuità, alleluia proprio.
Chiaro, loro possono dire che spiegheranno tutto nel prossimo "del 2027", ma intanto nisba, il capitolo che abbiamo ora è questo.

Sarebbe stata opportuna anche qualche dritta sul perchè sia la moglie che il figlio, ufficialmente appartenenti alla razza dei giganti, sono alti meno di me.


Tuttavia, l'avventura base di per se fila liscia, forse non solo per la vicenda "appassionante solo a tratti", ma anche perchè la natura action con strada prefissata ci costringe a proseguire, sperando per tutto il tragitto che i quesiti sopracitati vengano a galla. Cosa che alla fine non succede, lasciando posto a quel senso di inconcludenza che mollalo.
Si aspetta il "riferimento greco", che arriva, ma non come si vorrebbe (a parte le famose "spadine catenate" del tempo che fu, quelle fan piacere). Le sporadiche visioni di Zeus e Atena sono ovviamente insufficienti.
Si gira a oltranza, imbattendosi in continue peripezie fantozziane di natura magica e abbastanza facilona (alla Harry Potter, per intenderci), che impediscono puntualmente al duo di raggiungere l'obbiettivo della loro missione, tirando così in lungo qualcosa che di suo poteva finire molto prima.

Chiaro, le scene spettacolari e quei momenti che ti fan dire "mo' che succede ?" ci sono, tenendo comunque presente che il cosiddetto capolavoro narrativo che uno si aspettava in base a certe voci, non si vede manco col binocolo.

Rimanendo in ambito di "lore", in mezzo a questi alti e bassi c'è il ricambio della figura di Kratos, non solo nell'aspetto (ora non sembra più il cugino scemo di Quan Chi), ma pure nel carattere, passato da chiassoso trombatore incline all'omicidio per un "cazzo guardi", a burbero saggio tipo "nonno di Heidi". E sembrerà strano, ma preferisco adesso.

Se non lo ammettevano ai tempi, era per non beccarsi la denunzia...

God of War inizialmente era tanto ignorante, caratteristico anche per questo, sebbene per certi versi lasciava l'amaro in bocca.
Il protagonista, più che un anti-eroe, pareva più uno psicolabile in crisi perenne, era come controllare un supercattivo di quelli veramente cattivi (Joker? Carnage? Troppo simpatici a confronto).

Certo il fascino del male ha del suo, ma tante volte, dopo aver "assistito" il protagonista nel triturare sotto un ingranaggio l'ignara donna di Poseidone, bruciare e trucidare tizi a caso per aprire una porta o passare di lì perché sì, il "ma che minchia stiamo facendo" sorgeva spontaneo.

Per non parlare delle chiavate sotto forma di minigioco sexy con le varie donnine, fra i punti più bassi mai raggiunti dal media videoludico tutto. Qualcuno ricorda l'eiaculazione del putto di pietra? O le ancelle guardone di Afrodite? Eravamo veramente a livelli bassissimi.

Alla faccia della fedeltà matrimoniale... il maiale.
Roba (in)degna de "Il Camionista", Lando, Sukia o Corna Vissute (i fumetti anni 70 per segaioli conservati da mio zio), tanto per rimembrare un po' di affine degrado.

Ma adesso, con la moda del politicamente corretto, di "The Last of Us" e i titoli di Cage" intelligenti e sentimentalmente profondi" (per modo di dire), pure un surplus di bassezze spolverato di epica è diventato una sorta di film Disney dei buoni propositi, corredato dall'immancabile "bambino Disney" che ti segue "a cane" dicendo cagate già sentite ovunque.
Eppure stavolta, forse solo stavolta, concettualmente è meglio di prima (per quanto banalissimo). Questa sì che è una rivoluzione riuscita! Sempre se sopportiamo il "bambino Disney".

Peccato solo che sta smorzatura intellettuale ha dato un colpo di spugna pure allo splatter dei combattimenti. Con sto graficone volevamo gustarci scene da malavita perpetrate su esseri in apparenza umani, vedere una mutilazione mandibolare su un mostro verde e blu col sangue fluo, non turba proprio nessuno (al massimo turba il figlio di qualche mostro verde e blu).
Cioè a sto giro i nemici sembrano tutti dei Gormiti fatti di legno, ghiaccio e magma, roba più da edicola che da seria opera dark fantasy che punta al realistico. Anche perchè gira e volta sono tutti molto simili.


Passando al gameplay, pure qui ci sarebbe da dire e ridire non sempre in bene.
Per dare senso di novità, che male non fa se implementato con criterio (e non è questo il caso), c'è una somiglianza abbastanza molesta verso i "souls" stile Bloodborne, con tanto di attacchi effettuabili tramite tasti dorsali (c'è anche l'impostazione classica, tranquilli), tasto per la capriola e "castrazione chimica" del comparto stylish, che in un titolo dove buona parte del tempo la si passa a menare nemici, non è una scelta molto furba.
Addio al salto, zero combo aeree, zero conteggio dei colpi. Con le uniche 3 armi a disposizione (Scudo + mani nude, ascia Leviatano e le Lame dal Caos) si può giusto effettuare un juggling molto semplicistico (scordatevi combo stilose), leggermente arricchito dal figlio Atreus che può sparare frecce anche quando i nemici sono fermi in aria (se queste vanno a segno, perchè la riuscita ha del casuale), massimizzando il danno. C'erano senza dubbio più armi e possibilità stylish nel 3.

Passaggi da voragini ed ostacoli fin troppo collaudati tramite la pressione del cerchio, non si può sbagliare neanche volendo, non si può cadere, non si può sbagliare. Un tempo era diverso, azioni come saltare o appendersi le dovevi calibrare, era tutto molto più "fisico" e meno artificioso.

Preso dai Souls è pure il sistema pseudo ruolistico e qualsivoglia odioso, che ti fa collezionare mille artefatti per rinforzare quel che ci portiamo appresso, facendoci sprecare tempo a pasticciare con le statistiche, aggiungendo e levando potenziamenti tutti abbastanza inutili, perchè il gioco lo si finisce tranquilli con l'equipaggiamento base.
A meno che non passi per la testa di affrontare le valchirie o giocare a difficoltà elevate, in quel caso buona fortuna, coi masochisti cerca rogne non ci parlo.
Una valchiria sopra a Kratos (non porno)
Inutile dire che sta deriva "soulslike" è gradita quanto un pugno sui denti, perchè in un panorama fatto quasi interamente di action\GDR di quel filone, che a me come sistema fan pure schifo, di questa ennesima deriva ibrida non se ne sentiva il bisogno. E sì che ho finito con piacere Bloodborne e NiOh.

L'unica cosa simpatica di tale sistema è il poter trovare in giro mosse speciali (dette "attacchi runici"), da equipaggiare come meglio si crede. Alcune belle, altre meno, utilizzabili solo se si riempie un'apposita "barra".
Rimane invece quasi invariato il poter sbloccare nuovi attacchi per le nostre due armi, sacrificando punti guadagnati. C'è però da dire che una volta sbloccati tutti, gli ultimi in particolare con una certa fatica, ti ritrovi a girare per zone praticamente vuote. Il senso? Nessuno.

Di riuscito veramente bene bene, anche più del restyling "intelligiuente" che può non piacere a tutti, c'è la grafica.
Quella è bella, poco da dire, mette d'accordo a prescindere. Ti fa pensare di avere in mano "l'avanguardia", una cura certosina anche nelle textures più insignificanti, una fluidità di movimento per nulla scontata, la neve che sembra neve. Non può non impressionare, almeno quella.


Ma pure il comparto esplorativo è una cosa davvero appagante, senza dubbio più dell'avventura base.
Fra un enigma e l'altro (tutti molto semplici dato che, nella maggioranza dei casi, si tratta di lanciare l'ascia per ghiacciare o muovere leve e macchinari che ci impediscono di passare), trovare nuovi approdi girando con le varie pagaie è molto stimolante, cercare quell'isoletta che non avevamo visto, tornare in quel punto dove c'era quella strana struttura, guardarsi in giro per scoprire terre nascoste. Ci si perdono volentieri giorni e giorni.

Sonoro epico quanto basta (io volevo sotto "la musica pesante", ma vabbè), fisica dei colpi che fa capire bene quello che si fa: siamo a posto così.

Concludo quindi dicendo quella cosa che probabilmente è ciò che alza seriamente il livello di quest'opera pregevole ma nel contempo altalenante: la (quasi) assenza di DLC
Quasi, perchè l'unico DLC in arrivo è il "new game plus", ovvero il potersi rifare l'avventura con tutti i potenziamenti sbloccati.
Per il resto, comunque, il gioco che avete comprato sarà in linea di massima sempre così ed è pure esente da qualsiasi forma di multiplayer (punto a favore del gioco singolo).
E finalmente!

Un po' di sacra conservazione delle vecchie maniere, quando i dischi uscivano e non venivano continuamente ritoccati da cazzatine varie per far continua pubblicità, non venivano infarciti forzatamente di inutili modalità competitive.
Niente servizi, niente abbonamenti, niente compromessi spillasoldi. Il concetto primo del vero comprare. Il bel "luddismo".
Ho letto di qualcuno che lamentava un aggiornamento ad ogni accensione, facendo persino bizzarri paragoni con la Capcom, ma il problema è sempre di quei fessi che giocano always-on pure quando non serve. Rilevanza zero.

Testato sulla mia stagionata PS4 di 3 anni fa, che non ha mai visto connessione, aggiornamenti, eccetera eccetera: va benissimo.

Oddio, qualsiasi gioco presente in casa mia non sa cosa vuol dire il termine "patchato" e ha sempre fatto il suo dovere senza essere mai incorsi in quei fantomatici (e leggendari) bugs attira babbei, che ti fanno esplodere la console, venire il beriberi e le creste sul dindino...
Ma questo God of War, a differenza dell'andazzo attuale, ha un DLC solo e totalmente facoltativo. Bene così.

Un omaggio al buon modo di fare videogiochi, un monito per le nuove generazioni forzatamente abituate a concetti di merda, in barba a quei "modernisti-tecnostronzi-digifashion" che spingono verso l'annullamento della libertà individuale.

Va supportato anche per questo e, viste le vendite, il successo è sotto gli occhi di tutti.
Ergo il votone ce lo metto pure io, tiè.


RIEPILOGO

+ Grafica superba.
+ Ottimo comparto esplorativo.
+ Niente mini giochi sexy e squallore generale.
+ Vasto e duraturo.


- Storia avvincente a tratti.
- Comparto "stylish" castrato.
- Azioni fin troppo automatizzate.
- Poche tipologie di nemici.

Nessun commento:

Posta un commento