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The Walking Dead: A New Frontier, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 18/2/2018, 12:21
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THE WALKING DEAD: A NEW FRONTIER




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CASA: TELLTALE GAMES
SVILUPPATORE: TELLTALE GAMES
GENERE: AVVENTURA NARRATIVA
GIOCATORI: 1



***ATTENZIONE: PRESENTI SPOILER FUNZIONALI ALL'ARTICOLO***




SEASON 3

Tra i numerosi titoli pubblicati nel corso degli anni, la prima stagione di The Walking Dead è ancora oggi considerata da molti uno dei punti più alti mai raggiunti da Telltale Games.
Basato sull'omonimo fumetto di enorme successo ideato da Robert Kirkman, The Walking Dead ha lasciato il segno grazie alla sua storia appassionante e l'alto coinvolgimento emotivo scaturito dagli eventi chiave della vicenda; il rapporto tra Lee Everett e la piccola Clementine, i cui cammini si sono incrociati all'inizio di un'apocalisse zombie, ha regalato momenti indimenticabli grazie alla sua impeccabile gestione, capace da sola di far passare in secondo piano le meccaniche estremamente limitate dell'opera, tipica caratteristica di diverse produzioni analoghe totalmente incentrate sulla narrativa.
I grandissimi risultati di critica e pubblico riscossi nel 2012 hanno convinto Telltale a proseguire con la serie, realizzando la seconda stagione nel 2014. Il riscontro, tuttavia, non è stato il medesimo del precedente lavoro, e The Walking Dead: Season Two si può considerare un enorme passo indietro rispetto alla prima serie, a causa di una storia molto meno convincente, personaggi in larga parte anonimi e situazioni mal gestite oppure non sfruttate appieno nel loro potenziale (si veda ad esempio tutto l'Episodio 3 incentrato sulla figura del dittatoriale Carver). Non c'è stato un solido filo conduttore per tutta la stagione e sono mancati rapporti tra i personaggi che potessero riuscire a coinvolgere, diretta conseguenza non solo dello scarso carisma di gran parte del cast, ma anche delle scelte spesso fini a loro stesse oppure senza nessuna reale conseguenza, considerato che fondamentalmente il gioco ci porta sempre agli stessi risultati chiave, indipendentemente dalle azioni compiute in precedenza.
Nonostante l'amaro in bocca lasciato dalla Season Two, The Walking Dead continua a restare una priorità in casa Telltale, e l'annuncio della terza stagione non tarda troppo ad arrivare. The Walking Dead: A New Frontier arriva sul mercato a cavallo tra il 2016 e il 2017, introducendo nuovi personaggi destinati ad interagire con una cresciuta Clementine, di fatto la vera protagonista di tutta la vicenda.
Questa volta, però, il ruolo principale è rivestito da Javier Garcia, detto Javi, residente a Baltimore negli Stati Uniti ed ex giocatore di baseball finito in disgrazia che lotta per la sopravvivenza da quattro anni assieme alla moglie e i figli di suoi fratello David, scomparso nel nulla all'inizio dell'epidemia.
La scelta di introdurre un nuovo protagonista si sarà rivelata vincente? Telltale è riuscita a porre un freno ai numerosi limiti della seconda stagione?


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UNA FAMIGLIA TORMENTATA IN UN MONDO PERDUTO

Poco prima che l'epidemia zombie divenisse virale, Javier si stava recando in fretta e furia verso la sua casa, arrivando però troppo tardi: suo padre, Salvador Garcia, è appena morto di cancro, e non è riuscito a dargli un ultimo saluto.
Ciò è fonte di discussione tra Javi e suo fratello David, con i quali i rapporti sono stati spesso complicati. Javi ritrova il resto della sua famiglia, composta da sua mamma, da Kate, seconda moglie del fratello, e da Gabriel e Mariana, i figli di David avuti dal suo primo matrimonio.
Mentre tutti piangono la scomparsa di Salvador, improvvisamente quest'ultimo si rianima e morde in volto la moglie, costringendo Javier ad eliminarlo prima che la situazione degeneri. David soccorre immediatamente la madre e si reca velocemente verso l'ospedale, lasciando indietro il resto della famiglia. Ma l'apocalisse è appena cominciata, e Javi capisce che non può attendere in eterno il ritorno del fratello, non avendo nessuna certezza sul suo destino; dopo una discussione con Kate e i due nipoti, la famiglia decide di abbandonare la propria casa di Baltimore per cercare un rifugio sicuro.
Quattro anni dopo dallo scoppio dell'epidemia, Javier e i suoi familiari sono ancora vivi, costretti tuttavia a spostarsi da un luogo all'altro in cerca di cibo e rifornimenti. Giunti nei pressi di una vecchia discarica apparentemente abbandonata nella sperana di trovare risorse utili, il gruppo fa lo spiacevole incontro con alcuni malviventi che si professano "proprietari" di tutti gli averi della discarica. Messi in salvo Kate e i due ragazzi, Javi è costretto ad un confronto con il gruppo nemico e separato dai suoi cari.
Ma il camion nel quale era stato imprigionato finisce fuori strada a causa del crollo di un albero, e Javier viene liberato da una misteriosa ragazzina che si rivela essere Clementine, apparentemente da sola dopo gli eventi della precedente stagione. Seppur a fatica, Javier convince Clementine a tornare indietro verso la discarica, alla ricerca dei familiari.
Ma gli uomini incrociati dal protagonista non sono certo dei sopravvissuti qualunque: sono i membri di un gruppo di sciacalli noto con il nome di "The New Frontier", riconoscibili tramite un apposito marchio che ogni membro ha sulla propria pelle. La lotta per la sopravvivenza diviene ora molto più ardua, ma Javier è pronto a qualunque decisione scomoda pur di proteggere Kate e i nipoti.
La terza stagione firmata Telltale offre dunque un cambio radicale tra i protagonisti principali, introducendo un'intera famiglia e mettendola al centro dell'attenzione.
Effettivamente, l'idea di far rivestire a Javier il ruolo di protagonista principale, con Clementine questa volta a fare da spalla, si è rivelata una scelta azzeccata: la ragazzina, infatti, non aveva convinto nel ruolo di protagonista durante la Season 2 e, priva della figura di Lee Everett (indimenticato "eroe" della prima serie) non si è dimostrata quel personaggio coinvolgente conosciuto ed imparato ad amare nel corso dei primi episodi. Ciò comunque non toglie che i fan della serie siano ormai molto legati alla figura di Clem, non a caso il suo ruolo nel corso dei cinque episodi che compongono A New Frontier sarà cruciale in più occasioni.
Come se la cava invece Javi nel ruolo di protagonista?
L'ispanico sopravvissuto controllato dal giocatore non ha lo stesso carisma del citato Lee e in molti casi non sembra avere una personalità abbastanza forte da renderlo subito un beniamino del pubblico. Certo, il carattere che dimostra nel corso dell'avventura è strettamente legato alle scelte del giocatore (a seconda delle risposte, Javi può dimostrarsi una persona dall'animo buono e risoluto, ma anche negativa, egoista e opportunista), ma forse gli manca quel quid in più che possa renderlo un personaggio accattivante a tutto tondo, pur comunque non sfigurando nel ruolo che ricopre.
I suoi familiari appaiono invece piuttosto stereotipati: i due ragazzini, Mariana e Gabriel, tendono in certe circostanze a risultare irritanti, in particolare il giovane superstite, dal temperamento spesso ribelle, tipico di quei ragazzini che vogliono giocare a fare gli adulti pur non avendo ancora la giusta mentalità per essere tali. Kate è invece la classica donna con le sue insicurezze, ma che riesce comunque a destreggiarsi in questo scenario apocalittico dominato dai non-morti, dimostrando anche un buon istinto di sopravvivenza.
Proseguendo nel gioco faremo l'incontro di diversi comprimari che ci accompagneranno lungo il nostro cammino, Tripp è il classico omaccione dal fisico massiccio con tanto di barba folta, risoluto e sempre propenso alle decisioni più sensate, anche quelle più scomode nelle circostanze più complicate; tra i personaggi secondari è probabilmente uno dei più interessanti, forse anche perchè non è sempre semplice andare d'accordo con lui, nonostante l'aria da gigante buono che lo caratterizza.
Poco da dire sull'infermiera Elanor, la quale resta spesso ai margini e non si distingue per particolari meriti, pur avendo un ruolo fondamentale verso le ultime fasi della storia. Conrad è forse tra tutti il compagno più enigmatico e dalla personalità ricca di sfumature, capace di riservare diverse soprese nel corso della partita (a patto di riuscire a farlo sopravvivere a lungo: molto di più rispetto ad altri personaggi, la sua sopravvivenza è strettamente legata a diverse azioni e decisioni che compiremo nel corso della vicenda).
Un ruolo importante lo riveste un redivivo David, che ricompare in un evento chiave del secondo episodio. Il fratello di Javi occupa una posizione ambigua nell'intreccio narrativo, rendendo spesso complicato comprendere da che parte stia, entrando spesso in conflitto con il protagonista ed il suo gruppo (specialmente Clementine).


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Per la gioia degli amanti del fumetto, il buon Paul "Jesus" Monroe fa una comparsa durante l'evolversi della storia. Da ricordare che le vicende del The Walking Dead di Telltale si svolgono nello stesso universo dell'opera cartacea, con le vicende di Javi e Clem di fatto in pari temporalmente all'epopea di Rick Grimes e dei suoi compagni.
L'ambasciatore di Hilltop mostra le stesse doti atletiche e la stessa personalità calma e decisa già apprezzata nel fumetto, e in alcune situazioni è proprio lui che fa la differenza tirando fuori dai guai il protagonista. La sua presenza non è tuttavia costante e, fondamentalmente, ricopre un ruolo minore, quasi da cameo, ma in tale veste risulta comunque molto più convincente e meglio inserito rispetto ad altre comparse del fumetto viste nella prima stagione, quali Herschel e Glenn.
E per quanto riguarda i New Frontier, il gruppo di sopravvissuti che ricopre il ruolo di antagonista nella storia?
A prima vista fanno tornare in mente i popolari Salvatori, ben noti agli amanti del fumetto e della serie televisiva, e in effetti i New Frontier sembrano condividere molti aspetti del grande gruppo guidato originariamente da Negan: sono violenti, senza scrupoli e disposti a tradimenti e doppigiochi per raggiungere i loro scopi; hanno inoltre un loro codice morale che, in caso di violazione, comporta l'espulsione dal clan. Non tutti condividono tuttavia la stessa aggressiva linea guida dettata dai leader, non a caso i problemi interni del gruppo sono uno degli elementi principali su cui ruota la narrativa a parte dal terzo episodio, con risvolti talvolta anche imprevedibili.
Sebbene manchi una figura negativa e carismatica del calibro di Carver (il brutale leader di un gruppo di sopravvissuti conosciuto nella Season Two) tra i capi dei New Frontier, essi hanno un ruolo costante e centrale nel corso di tutta la storia, non ripetendo dunque gli errori commessi con l'antagonista della precedente stagione, il cui ruolo non è stato sfruttato appieno dimostrandosi un'occasione malamente mancata.
Ultima ma non ultima, la cara Clementine, qui raffigurata in veste adolescienziale e sempre più sicura di sè, un personaggio che continua a maturare ed evolversi con il passare delle stagioni: sono lontani i tempi in cui la piccola Clem era una bimba indifesa e costantemente da proteggere, e quel personaggio ha lasciato il posto ad una ragazzina sempre più accattivante e che, va detto, stavolta che non riveste il ruolo di protagonista principale riesce ad offrire il meglio di sè, compiendo scelte coerenti sia con il suo sviluppo caratteriale, sia per quanto riguarda ciò che ha vissuto al fianco di Javier nel corso di tutta questa stagione, in positivo o negativo.
Clementine, il turbolento rapporto tra Javi e suo fratello David, e la contorta organizzazione dei New Frontier sono aspetti positivi della produzione, forse gli unici che riescono effettivamente a distinguersi in questa terza stagione che, sfortunatamente, offre molti alti e bassi in termini di pura narrazione e sviluppo degli eventi.
Di certo non si parte nel migliore dei modi con i primi due episodi, i quali faticano a rivelarsi effettivamente coinvolgenti. Il fatto è che, sostanzialmente, il titolo nella sua prima metà ripete in maniera più o meno marcata numerosi canovacci già ampiamente sperimentati nelle due precedenti stagioni: il gruppetto di sopravvissuti che lotta per la sopravvivenza cercando risorse e rifugi; l'incontro con superstiti ostili con i quali scontrarsi; l'incontro con un altro gruppo di sopravvissuti inizialmente diffidenti nei nostri confronti, ma che poi alla fine ci accetteranno tra le loro fila; l'immancabile "colpo di scena" in cui un personaggio chiave muore all'improvviso, e così via. Le personalità di diversi personaggi, poi, ancora non emergono in queste fasi iniziali, e dunque si procede senza sussulti e senza reale coinvolgimento, in attesa di rivedere su schermo Clementine o di assistere ad un evento che possa davvero lasciare senza fiato.
Ad aggravare la situazione ci pensa anche il modo in cui sono stati gestiti i vari epiloghi della Season Two, che evidenziano ulteriormente un limite dei predecessori e di altri titoli della Telltale, ossia che la storia avrà sempre dei precisi e voluti risvolti indipendentemente dalle scelte compiute nel corso delle ore di gioco. Non importa se, nel finale della precedente avventura, Clem si è ritrovata nella comunità di Wellington, con Kenny o con Jane: gli eventi prenderanno sempre una piega che porterà la ragazza a ritrovarsi da sola assieme al piccolo AJ, indipendentemente da quale sia stato il finale ottenuto precedentemente.
Oltretutto vengono fatti uscire di scena in maniera sbrigativa personaggi fondamentali come Kenny e Jane (che erano poi i personaggi migliori della Season Two assieme a Clem e Carver), i quali in questa terza stagione ricoprono il semplice ruolo di comparse. Nel caso di Kenny, poi, la situazione è ancora più grave: viene eliminato uno dei personaggi più significativi di tutta la saga di The Walking Dead firmata Telltale, e viene eliminato nella maniera più demenziale possibile. Pessima scelta degli sviluppatori, bisogna dirlo.
E ancora una volta, dunque, diverse nostre scelte non hanno effettive conseguenze sull'evolversi della trama, non portano a concreti bivi e spesso rimandano solo l'inevitabile, come ad esempio la morte di diversi personaggi. Questo aspetto è stato uno degli elementi più critici delle due precedenti stagioni: come faccio ad affezionarmi agli sventurati sopravvissuti se poi il loro destino è quello di fare una brutta fine presto o tardi, con la sola Clementine che resiste fino in fondo?
Va tuttavia sottolineato che almeno questa volta gli autori non hanno premuto eccessivamente su questo tasto e, anche a seconda delle nostre scelte, questa volta per davvero alcuni dei protagonisti arriveranno davvero fino all'epilogo (sempre che non siano poi destinati a crepare male nella prossima stagione, ovvio). Si è dunque messa una pezza su uno dei problemi maggiori delle passate serie, ma ancora una volta la maggior parte delle nostre scelte influisce principalmente sul rapporto che Javier instaura con i suoi compagni, che può essere di fiducia, di avversione, di neutralità o (nel caso di Kate) anche d'amore. La relazione con Clementine ha comunque il peso maggiore, considerato che nelle ultime fasi della storia l'adolescente può decidere se restare al nostro fianco o meno fino alla fine a seconda di come ci siamo comportati con lei.
Positivo inoltre che, dopo un inizio fiacco, la storia cominci ad ingranare e regalare anche qualche sorpresa, merito anche degli aspetti positivi già segnalati in precedenza. Alcune scelte trasmettono la sensazione di essere difficili da prendere, mentre non mancano alcuni momenti memorabili, con persino alcuni richiami a scene ormai divenute leggendarie del fumetto che i fan riconosceranno ed apprezzeranno.
Eppure, il coinvolgimento non riesce comunque a rivelarsi totale, anche perchè la vicenda continua sempre a rivelarsi in buona parte prevedibile e i sussulti mai troppo frequenti. Il quarto episodio non è affatto malvagio, e la sua parte conclusiva è probabilmente la migliore di tutta questa terza stagione in termini di tensione e risvolti, ma a tutto ciò fa seguito un episodio conclusivo che non riesce a dimostrarsi davvero convincente, causa anche il suo ritmo non proprio costante (e quello del ritmo altalenante è un problema generale di tutto il gioco, che alterna troppo spesso momenti interessanti ad altri fin troppo lenti). Ci sono un paio di finali alternativi, ma di fatto la vicenda di Javier è autoconclusiva, rimettendo sul finale Clementine di nuovo al centro dei riflettori in vista della successiva stagione.
Come se non bastasse, l'avventura non brilla neanche per durata, risultando più breve rispetto al passato. Basterebbero un paio di pomeriggi nemmeno troppo intensi per arrivare ai titoli di coda e, forse, questa longevità più contenuta ha tolto qualcosa in termini di sviluppo delle vicende e dei personaggi, le quali avrebbero potuto trarre vantaggi da una durata maggiore dei singoli episodi; così invece, la sensazione è che alcuni avvenimenti siano trattati in maniera un po' troppo sbrigativa, senza la dovuta attenzione.
Sulla componente puramente ludica, invece, non c'è molto da dire: solita infornata di Quick Time Events (con qualcuno veramente inutile, tipo "premi un tasto per aprire la scatola davanti a te") da eseguire con attenzione pena la morte del protagonista e ripartenza dall'ultimo checkpoint, oltre alle immancabili "fasi esplorative" dove mettersi alla ricerca di uno o più oggetti indispensabili per far proseguire la storia.
Interazione davvero minima, anche meno presente rispetto ai predecessori, non ci sono enigmi o fasi un minimo più intricate. Questa è del resto la classica impostazione dei giochi Telltale e, in generale, di queste avventure narrative, "non-giochi" che rendono il giocatore più uno spettatore che può ogni tanto smanettare con il controller per avere la sensazione di essere comunque davanti a un videogioco.
Titoli del genere non sono per tutti, ma possono comunque lasciare qualcosa se realizzati con criterio, se la la storia e i personaggi che offrono risultano originali e appassionanti.
Ecco, il problema serio di The Walking Dead: A New Frontier è che a mancare sono spesso le emozioni, quelle stesse emozioni e lo stesso coinvolgimento che resero la prima stagione una produzione memorabile e appassionante, capace di colpire duro con eventi drammatici e struggenti rimasti impressi nel cuore e nella mente di tanti giocatori.
Con un predecessore così illustre, è vero, il paragone diviene inevitabile e spesso sfavorevole: del resto, la prima serie che Telltale ha realizzato su The Walking Dead è anche uno dei punti più alti mai raggiunti dalla Software House, risultati che non sono stati replicati e che, forse, non verranno più raggiunti.
Magra consolazione: A New Frontier è comunque un piccolo passo avanti rispetto alla Season Two, un'opera deludente e mal gestita su diversi fronti. Se non altro questa terza serie gestisce gli eventi in maniera un minimo più curata ed anche i personaggi risultano più accattivanti rispetto alle numerose, anonime comparse della precedente stagione. Meglio di niente.


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NUOVO LOOK

Essendo stato realizzato per l'attuale generazione di console, The Walking Dead: A New Frontier risulta più moderno in termini estetici.
Pur mantenendo uno stile "fumettistico" per rendere il titolo ancora più vicino all'opera cartacea, i personaggi godono di un maggiore dettaglio e le animazioni dei volti risultano molto più espressive. Ciò garantisce scene di intermezzo più immersive e credibili, con reazioni molto più naturali dei vari superstiti alle situazioni che vivranno nel corso della storia.
Il mondo di gioco, invece, risulta sostanzialmente simile a quanto visto in passato e non gode sempre della stessa attenzione per i dettagli riservata ai protagonisti. Lo scenario apocalittico che si esplora è decisamente tradizionale, come già visto in tantissime altre produzioni analoghe, e nessun luogo riesce a distinguersi in termini di caratterizzazione e particolari.
Non mancano poi inconvenienti tecnici, frequenti nelle produzioni di Telltale: animazioni dei movimenti legnose, bug grafici e sporadici rallentamenti sono ancora presenti nonostante il miglioramento visivo, e la sensazione generale è quella di essere davanti a un motore grafico che necessiterebbe di ulteriori aggiornamenti per essere maggiormente al passo con i tempi.
In ambito sonoro, il doppiaggio inglese è realizzato in maniera convincente per ciascuno dei personaggi presenti nel gioco. Giuste tonalità ad ogni situazione e voci appropriate per ogni comparsa rendono i dialoghi (che nel complesso sono ben scritti) più interessanti da seguire, soprattutto durante i momenti chiave della narrativa.
I sottofondi musicali invece sono piuttosto generici, tipici brani utilizzati in simili contesti, dai toni lenti e cupi che si alternano ad altri leggermente più movimentati nelle fasi cruciali o durante i "combattimenti". Non bisogna aspettarsi nessuna traccia in grado di distinguersi e farsi ricordare nel tempo.
Da segnalare infine il fatto che il titolo è disponibile solamente in lingua inglese, parlato e sottotitoli. Sebbene la complessità dei discorsi non sia poi troppo grande, chi non mastica l'inglese potrebbe avere alcune problematiche nel seguire l'evolversi della vicenda, rischiando anche di perdersi alcuni passaggi importanti.


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I FASTI DI UN TEMPO SONO LONTANI...

Dopo una seconda stagione molto sottotono, The Walking Dead: A New Frontier era chiamato al compito di riportare la serie Telltale sui giusti binari, tornando a convincere come un tempo.
L'obiettivo, però, non è stato pienamente raggiunto: pur risultando più interessante del predecessore grazie ad un cast di personaggi meglio assortito (con Clementine che, pur nelle vesti di spalla a questo giro, si dimostra sempre più convincente in termini di caratterizzazione), le vicende familiari dei protagonisti ed alcuni momenti chiave ben gestiti, A New Frontier zoppica vistosamente sotto diversi aspetti di ritmo e di trama.
Non si parte certo nel migliore dei modi, colpa dei primi due episodi dall'andamento lento, prevedibile e avaro di sorprese, che ricalcano in maniera più o meno velata le tecniche narrative già utilizzate nelle due passate stagioni. Molto discutibile anche il modo in cui vengono superficialmente liquidati gli epiloghi della Season Two, trasmettendo ancora una volta la sensazione, forte anche in tutto A New Frontier, che fondamentalmente la storia segua un preciso e quasi inevitabile iter, con le nostre scelte che all'atto pratico hanno un impatto minore sull'evolversi della vicenda.
La situazione migliora con gli episodi 3 e 4, già più ricchi di tensione e di risvolti dal forte impatto, ma l'ultimo episodio lascia un certo amaro in bocca, non risultando abbastanza coinvolgente come sarebbe dovuto essere.
La sensazione generale è che questa terza stagione sia fondamentalmente di transizione, come se avesse gettato le basi per la quarta serie (la quale dovrebbe essere quella finale, stando alle dichiarazioni degli autori) e per questo procedendo spesso con il freno a mano tirato. Troppi alti e bassi per quanto riguarda la narrazione, ritmo incluso: si alternano in maniera un po' troppo marcata e costante momenti di tensione ad altri più lenti e quasi soporiferi, dove non avvengono sviluppi degni di nota.
Pur non essendo un disastro (come già detto, alcuni risvolti di grande impatto non mancano, soprattutto negli episodi centrali), il vero problema di The Walking Dead: A New Frontier è quello di non riuscire a regalare reali emozioni, esattamente ciò che rese grande la prima stagione rilasciato nel 2012. I fasti di quella prima serie sono lontani e, forse, non verranno più raggiunti.


PREGI

- Personaggi nel complesso più convincenti rispetto alla Season Two
- Gli Episodi 3 e 4 hanno alcuni risvolti coinvolgenti ed eventi capaci di farsi ricordare
- Clementine è sempre meglio caratterizzata e sempre più accattivante
- Doppiaggio di grande qualità che arricchisce ulteriormente i pregevoli dialoghi

DIFETTI

- Nonostante un cast migliorato rispetto alla seconda stagione, diversi comprimari risultano stereotipati o poco approfonditi
- Lenti e avari di sorprese i primi due episodi, che tra l'altro liquidano in maniera sbrigativa gli epiloghi della precedente serie
- Storia piena di alti e bassi sia per quanto riguarda gli sviluppi, sia per il ritmo
- Ancora una volta, le nostre scelte non sembrano avere un reale peso nello sviluppo della trama, limitandosi principalmente a modificare il rapporto con gli altri personaggi
- Seppur migliorato tecnicamente, persistono ancora bug e rallentamenti

VOTO FINALE : 6

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