Disgaea 5 Complete Edition – Recensione

Disgaea 5 Complete

I giocatori nintendari appassionati di RPG su scacchiera stanno vivendo un momento particolarmente felice: non solo questo mese è arrivato Fire Emblem Echoes sul piccolo Nintendo 3DS ma anche Switch si arricchisce di un titolo di ottima qualità. Disgaea 5 Complete Edition sbarca sull’ammiraglia Nintendo, per la prima volta su una home console non Sony, fornendo un’ottima occasione per avvicinarsi alla saga, che pur essendo abbastanza complessa è adatta ed invitante per i novizi.

Il mondo, anzi i tanti mondi, di Disgaea è vasto e popolato da personaggi bizzarri ed interessanti, e la loro ottima caratterizzazione fornisce già un primo punto a favore del titolo. Come in ogni esponente del genere, sono presenti numerosi dialoghi e cut-scene, resi decisamente più vivaci ed apprezzabili grazie alla verve dei protagonisti, che si arrabbiano e scherzano continuamente. Ciò arricchisce anche una trama di per sé piuttosto fiacca, basata sulla vendetta e sulla ribellione all’invasore nemico, ma che comunque riesce in qualche occasione a sorprendere. La faccenda è seria, insomma, ma mai troppo seria: c’è sempre l’occasione di stemperare l’atmosfera per renderla più leggera. Al contempo l’introduzione di nuovi personaggi e nuove storie consente a chiunque di avvicinarsi alla saga, perché non è necessaria nessuna conoscenza dei titoli precedenti: ci si perde al massimo qualche riferimento, ma non inficia alcun modo l’esperienza di gioco. Tutte le meccaniche inoltre vengono rispiegate con accurati tutorial, che è possibile seguire o saltare a nostra scelta. Il meccanismo funziona: Disgaea 5 è un titolo adatto a tutti, senza remore.

L’elemento che fa valutare se acquistare un RPG tattico è chiaramente la complessità del gameplay. Un’eccessiva difficoltà e mole di meccaniche da assimilare può essere spaventosa per chi si avvicina al genere, al contempo un gioco troppo guidato e lineare è lo spauracchio degli esperti. Trovo che questo titolo bilanci adeguatamente tattica e divertimento, con un gradevole risultato finale. Il fulcro dei combattimenti è basato sul movimento e la posizione dei personaggi: è talmente importante raggiungere la casella giusta che ci è consentito sollevare e lanciare i nostri alleati, per permettere loro di arrivare in punti più lontani o sopraelevati. Posizionarsi correttamente ci consente di eseguire attacchi doppi o di attivare combo, che aumentano il nostro punteggio bonus, con il quale alla fine del combattimento otteniamo oggetti o altri extra in regalo. È anche possibile controllare la direzione nel quale guarda il nostro personaggio, variando così la probabilità di mandare a segno un attacco ma non l’eventuale potenza dello stesso. La possibilità di muovere ed attaccare senza seguire un ordine preciso dei personaggi, e senza dover subito eseguire le azioni ma potendo programmarle, consente di organizzare una tattica precisa e ben strutturata, spostando le unità esattamente come desideriamo. Tutto ciò ovviamente ha anche l’effetto collaterale di semplificarci un po’ la vita: rispetto ad altri titoli tattici, possiamo correggere più facilmente i nostri errori e tornare indietro dopo aver deciso come muoverci.

Riuscire a far andare tutto secondo i nostri piani ed ottenere un altro bonus dà però grandissima soddisfazione, rendendoci i burattinai perfetti delle nostre battaglie sanguinose. Oltre al movimento, possiamo sfruttare i classici attacchi e le abilità dei nostri personaggi, che variano a seconda della loro classe e delle armi che decidiamo di utilizzare. La crescita delle statistiche e la progressione delle abilità è semplice ed automatica e non richiede nostre decisioni o particolare programmazione, elemento che può infastidire giocatori esperti, abituati a complessi alberi di sviluppo di talenti e professioni. Si riesce comunque ad ottenere una buona varietà di specializzazione dei combattenti, coprendo le situazioni più disparate, anche grazie alla possibilità di dividerli in “squadroni” prima di partire per le missioni: ad esempio è possibile far sì che alcuni di loro appartengano alla squadra di chi si può curare autonomamente, recuperando vita in certi punti della mappa, o al gruppo dei giganti, trasformandosi in combattenti enormi per i primi tre turni. Infine, dobbiamo tener conto delle abilità passive di ogni giocatore sul tabellone, e della modalità Vendetta,che si attiva quando alcuni dei personaggi subiscono danni, e per reazione all’ingiustizia subita si potenziano notevolmente. In questa modalità si ottengono numerosi boost, si consuma molto meno mana ed alcuni dei lottatori, gli Overlord, ottengono abilità uniche, utilizzabili una sola volta per battaglia e molto potenti.Un occhio di riguardo verso gli effetti ambientali: ogni mappa può presentare ostacoli diversi che rendono l’esperienza più varia e stuzzicante, complicandoci un po’ la vita.

Nonostante il tutto possa sembrare complesso e difficile da padroneggiare, nella pratica risulta piuttosto intuitivo. La complessità maggiore del gioco, paradossalmente, si riscontra al di fuori dal campo di battaglia: c’è davvero tanto di cui occuparsi prima di gettarsi a capofitto nelle lotte. Possiamo interrogare i prigionieri di guerra e decidere il loro destino, potenziare i nostri oggetti in dungeon causali pieni di nemici e sorprese, indire assemblee in cui far votare ai parlamentari (da corrompere) le nostre proposte, o occuparci dell’esplorazione e ricerca dei mondi circostanti. La tanta carne al fuoco è certamente disorientante ma è raramente necessaria per proseguire nel gioco: basta assicurarsi di livellare e di possedere armi sufficientemente potenti. La difficoltà in effetti non è mai troppo elevata, e diventa praticamente nulla se decidiamo di scaricare i contenuti aggiuntivi disponibili fin dall’inizio del gioco, che includono soldi, armi e personaggi potentissimi. Il mio consiglio è, perciò, di starne ben lontani, a meno che non siate principianti assoluti o vogliate godervi la storia del gioco senza dover faticare troppo. Un applauso finale alla cura grafica del titolo: le ambientazioni sono meravigliose e molto colorate, ed i personaggi sono gradevoli sia negli sprite tridimensionali che negli artwork 2D, il tutto risalta sul tablet del Nintendo Switch ed è una vera goduria per gli occhi. C’è una grande attenzione per l’aspetto di ogni piccolo particolare, ogni lottatore reclutabile è personalizzabile con un modello di colore diverso, ed ogni arma appare diversamente in battaglia. Le musiche poi sono semplicemente magnifiche, variando da uno stile elegante smooth-jazz a pezzi più rapidi e sincopati per i momenti più concitati: sono il pezzo forte del titolo, ed è gradevole lasciarle in sottofondo anche se non si sta giocando. Tremendamente deludente, invece, è il doppiaggio in inglese: scialbo e senza personalità, distrugge il carattere dei personaggi, che invece risalta con le voci giapponesi, che fortunatamente si possono selezionare dalle opzioni di gioco.