Ragazzini che ogni giorno giocavano con la playstation e che hanno studiato un delitto come se fossero proprio nel set di un videogame. Brutali e spietati, come in un combattimento virtuale. Invece, questa storia è tutta vera: incredibile ma reale. Avvenuta in Sardegna, tra i paesi che segnano i confini della provincia di Oristano con quella di Nuoro. Luoghi che un tempo erano scenari di altro genere di crimini e che ora fanno venire a galla un dramma difficile da credere anche per gli investigatori. A partire dal movente: un ridicolo debito per qualche dose di droga.

I protagonisti sono tutti ragazzini. La vittima è un diciottenne, i suoi assassini cinque che si possono considerare coetanei: due diciassettenni (una è una ragazza), e altri tre poco più che maggiorenni, di 20 e 19 anni. I carabinieri di Oristano, che dopo un mese di indagini hanno scoperto i retroscena della vicenda, parlano di uno dei delitti più efferati che siano stati compiuti da queste parti. E in attesa che chiariti tutti i dettagli, si sa che il corpo di Manuel Careddu, il diciottenne di Macomer sparito nel nulla più o meno un mese fa, si cerca da ieri nel fondo del lago Omodeo, un grande bacino artificiale che rifornisce d’acqua tutto il Centro Sardegna.

Ancora non è stato trovato, ma gli investigatori sanno quasi tutto. Per una coincidenza fortuita: nell’auto che i cinque ragazzini hanno usato per arrivare fino alle rive del lago c’era già una microspia, perché il padre di uno di loro era sotto attenzione per un’altra inchiesta. Quello che è successo è tutto raccontato, passo passo, nelle intercettazioni e che solo uno dei cinque giovani arrestati ha parzialmente confermato. Che Manuel avesse un appuntamento in un paese dell’Alto Oristanese gli investigatori lo sapevano fin dall’inizio e forse da lì è partita l’indagine. Era l’11 settembre e di quell’incontro il diciottenne aveva anche parlato con la madre, che gli aveva persino prestato il cellulare.

Quello che si è scoperto dopo è che all’arrivo ha trovato anche qualcun altro: altri 4 giovani (tutti dei paesi vicini) con cui era rimasto un conto in sospeso. Nel vero senso della parola, visto che il movente di questo delitto è proprio un debito di droga: Manuel attendeva che gli venissero pagate alcune dosi e solo per questo è stato brutalmente ucciso. Il suo corpo, poco dopo, è stato scaraventato nelle acque limacciose dell’Omodeo, in un punto che i sommozzatori dell’Arma stanno ancora provando a individuare.

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