Sono state riportate alla luce una piazza cerimoniale, diverse tombe - come quella di un bambino - e oggetti che appartengono ai corredi funerari. E anche delle olive, che servivano ad "accompagnare" il viaggio nell'aldilà. La prima campagna sistematica di ricerche archeologiche nella necropoli messapica di Monte d'Elia ad Alezio, in provincia di Lecce, è stata fruttuosa. A condurla, il laboratorio di archeologia classica dell'Università del Salento, con la direzione del docente Giovanni Mastronuzzi, la concessione del Mibact e in accordo con la Soprintendenza.
"Sono emersi nuovi fondamentali dati per la conoscenza della civiltà messapica", annuncia il docente. I ritrovamenti risalgono al periodo che va dal 320 al 250 avanti Cristo, circa. Gli scavi hanno consentito di recuperare informazioni sulla morfologia dell'area, e in particolare sull'andamento del rilievo collinare che ospita la necropoli di Alezio. È stata anche identificata una grande piazza cerimoniale attorno alla quale erano disposti gruppi di tombe appartenenti a nuclei di famiglie o clan: era infatti il punto d'arrivo della processione che portava il corpo del defunto dalla sua abitazione al luogo del seppellimento.
E elementi interessanti sono stati rinvenuti nello scavo di sepolture non intercettate nelle indagini degli anni Ottanta: in una fossa, ad esempio, erano accumulati i resti di 12 individui: "Abbiamo rinvenuto alcuni oggetti appartenenti ai corredi: una lucerna, un piatto, una "trozzella" - tipico vaso della civiltà messapica - due pesi da telaio e un puntale di giavellotto". Gli oggetti erano utili anche a identificare il sesso del defunto nella cerimonia di inumazione e a indicare il rango.
È stata ritrovata pure la tomba di un bambino, sepolto in un piccolo sarcofago con alcuni oggetti come un bicchiere per il vino e un sonaglio. E, attorno a queste tombe, c'erano diverse deposizioni secondarie, nelle quali venivano deposti i resti dei defunti provenienti dalla tomba principale, "liberata" per accogliere un nuovo defunto. E proprio in una di queste, è stata fatta una scoperta sorprendente: "Un dato di straordinario rilievo è rappresentato dal rinvenimento di olive, quali offerte alimentari destinate ad accompagnare il viaggio nell'aldilà", aggiunge il docente.
Ora i reperti saranno analizzati da un team del quale fanno parte Ivan Ferrari e Francesco Giuri, ricercatori del Cnr - Ispc, dagli archeologi professionisti Patricia Caprino e Francesco Solinas e dalle studentesse di Archeologia Irina Bykova e Elisa Lauri. In base ai risultati, potrà essere programmata una nuova campagna di ricerche sul campo, a partire dalla prossima primavera, in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce.