giovedì 21 dicembre 2023

L'intercapedine del mio destino



L'anima è l'essenza modellabile che governa il cuore.
E' così che vedo il mio essere.
Forgiato dall'esperienza, dagli errori, dalle gioie, dalle lacrime e dai sorrisi.
Negli ultimi trent'anni si sono susseguite una miriade di situazioni che, nel bene e nel male, hanno modificato una parte importante di me.
E nonostante questo continuo a conservare, stretta al mio petto, la voglia di vedere il buono in ogni persona che incontro.
Nel tempo mi son dovuto ricredere? Si, molto spesso, ma è la vita.
Molto spesso il passare del tempo ha semplicemente posto in essere situazioni che hanno poi modificato rapporti e persone.
Se in passato l'ingenuità mi ha permesso di spendere tempo a cercare di recuperare, di aggiustare, oggi il cinismo mi permette di vivere più serenamente, lasciando andare ciò che non è più vicino al mio cuore.
Resto l'inguaribile romantico di sempre, che però fissa l'orizzonte in modo realistico e riesce a scorgere la curvatura terrestre.
Gli avvenimenti più recenti hanno quasi completamente resettato ogni certezza.
Ancora una volta la mia anima si ritrova a cercare di comprendere l'onda di una situazione che rischia di travolgermi come uno tsunami dopo un terremoto.
Eppure oggi, alla vigilia dei miei 37, riesco a vedere qualcosa che in precedenza non avevo mai visto.
Lì, dove in genere non ho mai guardato, nel luogo più profondo della mia anima, oggi vedo un'intercapedine.
Gli ho dato un nome, come nelle visioni di coloro che scoprono una stanza mai vista in precedenza nella casa che abitano da sempre.
L'intercapedine del mio destino è la possibilità di intravedere diverse realtà, che si generano ogni volta che prevediamo di prendere una decisione.
Ogni realtà ha le sue conseguenze, positive o negative.
L'intercapedine del mio destino è il momento in cui posso idealizzare approssimativamente tutte le realtà possibili e decidere quale seguire, consapevole delle implicazioni.
L'intercapedine del mio destino è la mia libertà di credere in un futuro, di poter tagliare la corda ai mille dubbi, alle mille paure.
L'intercapedine del mio destino è il coraggio di avere speranza, il coraggio di spegnere una situazione tossica e librarsi in volo senza più pesi.
L'intercapedine del mio destino è ignorare voci e brusii inutili.
L'intercapedine del mio destino è chiedere invece di immaginare, è porre fiducia a chi a sua volta ripone fiducia, è fidarsi di chi a sua volta si fida.

Nell'intercapedine del mio destino abbraccio me stesso e chi oggi c'è.



giovedì 12 ottobre 2023

La voce del cuore è poesia


         





In passato ho eretto palazzi che sistematicamente sono stati distrutti da me stesso così come dagli altri.
C'è stato un tempo in cui anche se fisicamente all'interno di un campo pieno di "bersagli mobili", non avrei fatto nulla per evitare i colpi altrui.
Probabilmente incapace di erigere barriere (di parole, di sentimenti positivi, di scelte autonome) che potessero proteggere il mio cuore, la mia anima. 
Ho vagato senza meta all'interno di un labirinto "comparso" nel bel mezzo del mio cammino.
Tentavo di uscirne non trovando una strada logica ma cercando di scavalcarne i muri altissimi.
Poi ho capito che le strade vanno percorse, i percorsi illuminati, i sentimenti ascoltati.
Ho capito che la propria strada non è composta da ciò che gli altri vorrebbero per noi, ma da ciò che noi vogliamo per noi stessi.
Esistono una miriade di varianti, nel percorso che ognuno di noi percorre.
Ci saranno sempre discorsi da ascoltare, scelte da valutare, persone da incontrare, strade da intraprendere e lasciare.
L'importante è credere in ciò che si desidera, senza lasciarsi condizionare dall'esterno.
La felicità la sentiamo dentro noi stessi. Ciò che esterniamo è solo una piccola parte di un oceano infinito.
Conta quanto tu sia felice. Il resto, come per tutte le cose, verrà da se.
Ricordalo, quando anche solo per un attimo crederai di non avere altre possibilità.
Abbracciare la felicità non è mai un peccato.
Il peccato sarebbe rinunciare alla felicità solo perchè non reputata tale dagli altri.
La voce del cuore è poesia, ed io con lei.






venerdì 28 luglio 2023

Il temporale

* Riproduci "Time" di Hans Zimmer per una migliore esperienza durante la lettura*




Erano le 11.30 di sera.
Il silenzio delle strade ormai vuote venne interrotto dal rumore sordo dei tuoi in lontananza.
Il cielo cominciò a caricarsi di luci, come se dei flash stessero illuminando lo skyline di Torino.
Aumentai il passo, sentivo che stava arrivando.
Stringevo tra le mani l'ombrello, pronto ad aprirlo nel caso il cielo avesse deciso di riversare in terra la sua potenza. 
Ogni mio passo cominciò ad echeggiare dentro me.
Arrivare a casa non era l'unico obbiettivo. Sentivo di essere inseguito da qualcosa che non riuscivo a distanziare. 
I bagliori divennero più intensi, illuminando a giorno luoghi avvolti pochi secondi prima dall'oscurità.
Il fiato divenne corto e cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia.
Come nei peggiori incubi mi sentivo incapace di correre.
Stava arrivando, e il temporale con lui.
Cominciai a piangere in silenzio, mentre mi arrendevo alla sensazione che mai sarei riuscito ad arrivare a casa, ad aprire l'ombrello per ripararmi dalla pioggia, ad evitare che l'oscurità dilagante mi potesse inghiottire.
Ero solo, a scontrarmi con forze che sentivo mi avrebbero strappato l'anima, graffiato il sorriso e reso irriconoscibile la mia voce.
Più pensavo, più i pensieri erano così orrendi che nei secondi di lucidità chiedevo a me stesso se questo non fosse tutto frutto della mia immaginazione.
In modo inaspettato un tuono esplose fragoroso e la pioggia cominciò a venire giù.
Feci come per aprire l'ombrello e mi accorsi di non averlo più in mano.
Mi voltai per cercare di capire se l'avessi perso ed è li che lo vidi, avvolto da un buio impenetrabile.
Un colore che non ha possibilità di essere descritto se non come l'assenza di luce.
Cominciai ad urlare ma la mia voce non c'era più.
La pioggia cominciò a cadere come mai aveva fatto, e in pochi secondi fui completamente avvolto dall'acqua che come un fiume in piena cominciò a salire.
La figura nera cominciò ad avvicinarsi lenta e inesorabile verso di me.
Ero bloccato. Sentivo di non avere speranze.
Quelli che potevano essere gli occhi della figura umanoide di fronte a me cominciarono ad illuminarsi.
Ebbi modo di guardarlo per poco e poi cominciai a dimenarmi nuovamente nel tentativo di liberarmi.
Mentre cercavo di urlare senza riuscirci, con la coda dell'occhio lo vidi avvicinarsi.
La paura mi bloccò completamente, e mentre guardavo in basso vidi le sue scarpe.
Era ad un palmo da me.
Smisi di dimenarmi, alzai gli occhi e lo fissai con quel poco di coraggio che mi era rimasto.
Inaspettatamente vidi me stesso.
Le luci si riaccesero, la pioggia smise di cadere.
Vidi la luna spuntare da dietro il campanile di un palazzo, mentre la piazza ricominciò a popolarsi di bambini.
Lo fissai e lo vidi sorridere.
Abbracciai me stesso in lacrime e lo stesso fece lui.

"Non dimenticarti di me, durante i temporali" disse a voce bassa.
"Mai" risposi, stringendolo più forte.
 

L'immensità del dialogo come un mare dentro. Fuori invece ciò che non serve.




Il giudizio altrui ferisce quando inaspettato, crudele. Magari espresso sotto le mentite spoglie dell'essere "senza filtri". E bada bene, non dipende dalla severità con cui è espresso.
La severità serve a dare un tono alle situazioni, ad identificarne maggiormente l'importanza.
Quando però non apporta ciò che in genere un giudizio genuino dovrebbe fare, in quel preciso istante diventa nullo.
Potrei descrivere dettagliatamente tutte le volte in cui un giudizio espresso in modo non costruttivo sia finito per arrecare tristezza, disagio, malessere.
Ma non è questo il punto.

Ho capito con il tempo che il giudizio è sano, aiuta a correggere il tiro su una situazione che dal nostro punto di vista potrebbe apparire in modo diverso.
Serve empatia, capacità di comprendere le emozioni di chi abbiamo di fronte. Che sia la nostra vita professionale o privata non importa. 
Ad un certo punto è necessario scindere ciò che non serve da ciò che è essenziale.
I giudizi sani vanno abbracciati. Permettono di migliorare, di affinare ed evolvere le capacità, di risolvere situazioni. L'essere proattivo inoltre mi ha permesso di filtrare analiticamente le situazioni.
Ho saputo identificare gli spunti da cui poter ripartire, per poter dialogare e poter instradare un percorso sano di convivenza professionale e personale.
Il nostro sorriso è il mare dentro, tutto ciò che rimane fuori è solo eco sordo disperso nello spazio di ciò che non ci interessa, e non può più farci male.

 

lunedì 5 giugno 2023

Finchè c'è musica






La musica ha sempre donato risposte alle mie domande.
Nei momenti più cupi ha avuto l'onere di fornire quesiti più semplici da decifrare.
Come ali pronte a spronare il coraggio e permettermi di vedere, in volo, più prospettive della stessa realtà.
La musica ha scandito momenti ben precisi della mia vita.
La felicità ha il suono di "Sultans of Swing" dei Dire Straits, suonata in loop in una musicassetta originale nello stereo di papà ad inizi anni 90.
L'ansia di non essere più figlio unico ha il sapore de "La solitudine", arrivata con Laura Pausini nel Sanremo del 93. 
La tristezza esplode nel cuore con le lacrime silenziose di mia madre mentre ascoltava "Lettera al futuro" di Eros Ramazzotti, guardando me e mia sorella dallo specchietto retrovisore nel 96.
La mia adolescenza ha poi potenziato la capacità di smuovere l'anima per la musica, me l'ha fatta entrare dentro come una chiave pronta a sbloccare mondi nuovi.
I primi amori hanno il sapore de "Le cose che vivi" e "La mia risposta" di Laura Pausini. Così come le prime delusioni, in loop con "Una storia che vale", "Amori infiniti", "Vivimi".
Ho sempre bisogno di lasciarmi cullare dalla musica, di dare spazio ai pensieri e alle note del mio cuore.
Sono sicuro di questo: Non esiste vita senza musica.
Non esiste vita senza musica.

 

mercoledì 24 maggio 2023

L' Amore per te





L'amore.

Tutto ruota attorno a questo sentimento.
La sua assenza genera solitudine, guerre, distanze.
Che sia verso se stessi o verso gli altri il risultato della sua assenza non cambia.
Se la sua assenza è dovuta direttamente o implicitamente agli altri, qui scatta l'istinto di sopravvivenza.
C'è chi si chiude a riccio, costruendo una corazza impossibile da penetrare.
C'è chi implode e cerca di viverlo o donarlo di nascosto.
E poi ci sono quelli come me, che non hanno mai costruito una corazza ed hanno continuato ad affrontare il temporale per poterlo affermare al mondo.
Sono un sentimentale, un romantico che sarebbe capace di vedere amore in un fiume che scorre lento, che sfiora gli argini come la carezza di due innamorati mentre il sole tramonta.
Dicono che l'amore sia importante soprattutto per coloro che ne hanno avuto poco da bambini.
Sono nato a Gallipoli, nel profondo sud.
I miei genitori sono entrambi figli di due famiglie numerose, dove l'amore era così diluito da non essere mai abbastanza.
Sono il primogenito, ed ho solo una sorella più piccola di 7 anni.
Nelle vicissitudini della vita, dopo la nascita di mia sorella, i riflettori su di me sono cambiati.
La severità ha preso il sopravvento, senza che io facessi chissà che cosa per essere continuamente sgridato. A sentire mia madre, quell'educazione è servita a rendermi l'uomo che sono.
Da adulto posso ben dire che costringermi a vedere il mondo in un determinato modo è servito a poco.
Nonostante questa severità in casa, da bambino ho continuato a vedere l'amore ovunque, amando la natura e organizzando scampagnate nel fine settimana con gli amici.
Lungo i viali di quelle campagne Salentine,  assolate e sconfinate, amavo prendere velocità con la mia bici. Al massimo della spinta lasciavo il manubrio mantenendomi in equilibrio e stendendo le braccia, facendomi accarezzare dal vento caldo.
In quegli istanti mi sentivo padrone del mondo, dell'amore, della libertà.
Tornare ad avere le mani sul manubrio lo odiavo tantissimo. Era come ammettere che una parte di me era costretta a tenere salda una routine che cominciava a diventare stretta.
Con il tempo l'amore ha continuato a crescere, senza badare ai limiti imposti da mia madre, dagli altri.
Dove gli altri vedevano buio io ho continuato a vedere luce.

Nel 99 Mango rilasciò "Amore per te".
L'ascoltai in tv durante il Festivalbar.
Quella canzone ha plasmato definitivamente ciò che sono.
Ma soprattutto ha confermato che l'amore non è mai banale. Che sia con il contagocce o sconfinato, non importa. 
Solo il fatto che ci sia significa che può sbocciare, come un fiore timido in primavera durante i primi raggi solari di Marzo.


" È amore per te
Come il sole sale e poi va giù
È così vicino il blu (guardo te)
Mare così bello non c'è quando sorridi

È amore per te
Tanto più da non sapere quanto

Io passerei tra le tue dita
Ci passerei tutta la vita"

 




martedì 23 maggio 2023

Il nuovo mondo






Era da più di un anno che non scrivevo sul mio blog.
A volte ne ho sentito davvero il bisogno, ma ho affidato i miei pensieri e le mie idee ad un altro mio progetto personale ( che spero di portare a termine e pubblicare... in libreria 👀).
Nel mentre sono cambiate un botto di cose nella mia vita, come per tutti del resto.
L'ultimo post che ho scritto riguardava il nuovo inizio, ormai diventato la quotidianità. 
Una quotidianità che mi rende felice.
Uno dei momenti più toccanti di quest’anno l'ho vissuto a Natale, quando una delle mie zie ( che amo in assoluto) ha coronato un sogno che tenevo nel cassetto da anni:  un giradischi simil anni 60.
Una valigetta in legno con piccole casse incorporate.
Mi sono commosso come un bambino, sopratutto quando scartando quel regalo ho visto che erano inclusi anche dei vinili della Bertè ( in edizione limitata Pride ). Praticamente il sogno di uno scrittore e amante del vintage.
Da lì in poi ho cominciato una collezione di dischi che spazia dalla musica classica al pop moderno, passando per l'immortale "Thriller" di Micheal Jackson ( in edizione Anniversary ).
La musica è diventata ( lo era già, ma ora più che in passato ) una sorta di colonna sonora OBBLIGATORIA per le mie giornate. 
Spotify il compagno di ogni viaggio in metro verso l'ufficio e la spalla su cui riflettere nelle giornate "meh".
Nulla di particolarmente interessante, potrebbe dire chiunque si ritrovi a leggere, giusto?
Beh, io non scrivo qui per scatenare interesse a qualcuno.
Molto semplicemente lo faccio perchè mi va.
E perchè trascrivere i miei pensieri, su "carta" digitale e pubblica, semplicemente mi piace.

Direi che come primo post post ( ripetizione a mo di Cha-Cha-Cha 😂 ) anno scorso può anche andar bene così.

Il mondo nuovo è quì, e io con lui. 

 





L'intercapedine del mio destino

L'anima è l'essenza modellabile che governa il cuore. E' così che vedo il mio essere. Forgiato dall'esperienza, dagli errori...