ASSASSIN'S CREED III: LIBERATION
CASA: UBISOFT
SVILUPPATORE: UBISOFT SOFIA
GENERE: ACTION/ADVENTURE
GIOCATORI: 1Il rapporto tra Assassin’s Creed e le Console Portatili non è mai stato roseo. Su DS abbiamo avuto due uscite(Altair’s Chronicles e Discovery)decisamente tristi ed inutili, persino per gli amanti della saga degli Assassini. Non è andata meglio su PSP con Bloodlines, titolo che fungeva da “sequel” alle vicende di Altair, protagonista del capostipite della serie, che si è rivelato un ulteriore titolo mediocre e ben poco stimolante.
Ubisoft però non demorde, ed ecco dunque arrivare un ulteriore episodio portatile, stavolta sulla neonata PS Vita. Nasce Assassin’s Creed III: Liberation, Spin-Off dell’attesissimo terzo capitolo, che sulla carta potrebbe finalmente rivelarsi qualcosa di più interessante rispetto alle precedenti uscite sopra citate.
Sarà andata meglio stavolta?
LA TRAMALa vicenda di Liberation si svolge quasi contemporaneamente alle vicende di Assassin’s Creed III. Protagonista dell’avventura una giovane ragazza di origini africane, Aveline de Grandprè, che, dopo un’infanzia molto travagliata dove viene abbandonata dalla madre naturale, una schiava, si ritrova poi a crescere in una famiglia ricca insieme al suo padre naturale ed alla sua matrigna, vivendo le sue giornate come ogni altra donna della sua età. Ma in gran segreto, Aveline è un membro della Confraternita degli Assassini, da sempre in lotta contro l’Ordine dei Templari, ormai diffusosi anche nel “nuovo mondo”.
Aveline risiede a New Orleans, in America, una terra coloniale contesa tra i Francesi e gli Spagnoli, dove tra l’altro è diffuso il fenomeno dello schiavismo, che vede coinvolti tantissimi africani. Aveline agisce principalmente a favore di questi poveri schiavi, cercando al tempo stesso di risolvere i problemi della sua famiglia di commercianti. Ma la sua lotta, ben presto, si evolverà in qualcosa di molto più grande e pericoloso, e solo continuando a scavare in fondo alla vicenda si potrà portare alla luce una terribile cospirazione Templare da bloccare prima che sia troppo tardi.
Nonostante non manchino spunti interessanti, oltre pure ad alcuni collegamenti diretti con Assassin’s Creed III, la trama non è purtroppo curata a sufficienza, rivelandosi troppo superficiale, poco coinvolgente e mal spiegata anche nei momenti chiave di tutta la vicenda. Non si capisce, per esempio, quando e perché Aveline è entrata a far parte della Confraternita(nonostante una breve ma blanda spiegazione del fatto), né quali siano le reali mire dei Templari, che si riducono alla banale ricerca degli ormai ben noti Frutti dell’Eden.
La stessa caratterizzazione dei personaggi non è delle migliori: sebbene nessun personaggio si riveli anonimo nel vero senso della parola, con ogni protagonista/antagonista della vicenda che ha una propria personalità ben definita, nessuno di loro riuscirà ad impressionare il giocatore, persino Aveline stessa. L’unico personaggio dotato di un certo spessore è Agatè, il mentore di Aveline, le cui motivazioni ed il suo carattere saranno misteriose e controverse per tutta la durata della quest principale.
In conclusione, pur non essendo un completo disastro, dato che qualche buon momento sbucherà fuori di tanto in tanto, la narrativa di Liberation è piuttosto trascurata, non riuscendo ad arrivare nemmeno ad una stiracchiata sufficienza.
IL GIOCOLiberation ripropone lo stesso schema ludico già visto nel resto della serie regolare: un vasto mondo di gioco con città ed ambientazioni esterne, dove non solo compiere le missioni principali, ma anche tanti lavoretti secondari, visitando al tempo stesso i negozi principali delle varie cittadine, per rifornirsi di armi oppure per cambiare il proprio vestiario. Non c’è niente di sostanzialmente nuovo, se non giusto l’introduzione dei Costumi: Aveline potrà vestire tre tipi di abiti(da Assassina, da Schiava o da Signora) che le consentiranno di avere accesso a determinate aree di gioco o di compiere determinate azioni. Per esempio, se saremo vestite da Signore, non potremo correre, saltare e compiere acrobazie(e stavolta potremo pure scalare alberi), e non potremo visitare la Palude, ma potremo sedurre determinati individui in modo da trasformarli nei nostri Bodyguard; indossando invece gli altri abiti, perderemo la nostra sensualità, ma avremo accesso a tutte le nostre abilità di Assassini e tutte le nostre capacità atletiche. Inoltre, ogni vestito avrà il proprio Livello di Notorietà: compiendo azioni illecite od omicidi mentre stiamo indossando un determinato vestito, tale abito diverrà ben presto noto tra la popolazione, rendendoci facilmente individuabili agli occhi delle guardie, con tanto di scontri conseguenti. Più diventiamo famigerati, più sarà dura girovagare per le strade. Il sistema di notorietà, quindi, funziona alla stessa maniera di quello visto nella serie a partire da Assassin’s Creed II. Anche i metodi per perdere notorietà funzionano alla stessa maniera: dovremo strappare manifesti, corrompere magistrati o assassinare testimoni per diminuire l’indicatore dei vari abiti; è consigliabile indossare un vestito diverso da quello che si vuole “ripulire” per evitare di suscitare attenzioni indesiderate che possano ulteriormente aumentare l’indicatore che stiamo cercando di svuotare.
I Costumi si possono cambiare accedendo agli Spogliatoi, molti dei quali da acquistare girovagando per le varie ambientazioni.
L’idea dei Costumi, alla fine, è pure interessante, peccato solo che alla resa dei conti la loro effettiva utilità non è poi cosi marcata, complicando invece di più il concetto di notorietà. Più che altro, nella maggior parte dei casi, pur potendo cambiare liberamente vestiti, sarà la trama principale a dirci quando è il momento di indossare un determinato abito, rendendo il tutto dunque più legato a determinati momenti chiave piuttosto che a tutto il gioco complessivo.
Per il resto, invece, non c’è nulla di particolare da segnalare, se non che ci ritroviamo, come facilmente prevedibile, di fronte ai soliti pregi e difetti che da sempre la saga si porta sulle spalle. In particolare, alcuni difetti storici come l’I.A. elementare ed il grado di sfida molto basso continuano ad essere costantemente presenti, se non addirittura accentuai in alcuni casi: alcuni controlli, come quelli legati ai contrattacchi, sono stati ulteriormente semplificati, rendendo ora gli scontri ancora più facili. I controlli, poi, non sempre saranno impeccabili, e più che negli altri capitoli, potrebbe capitare più spesso di sbagliare salti o movimenti a causa della loro imprecisione.
Purtroppo, anche in Liberation avremo dunque a che fare con un grado di sfida piuttosto basso, e rarissimi saranno i momenti un minimo più impegnativi, in particolare in alcune Boss Fight o nel raggiungimento della Sincronizzazione perfetta ad ogni missione principale. Troppo poco per poter rendere impegnativo il titolo Ubisoft.
Peccato, perché in realtà non mancano alcune missioni piuttosto spettacolari sulla carta, che si lasciano giocare piacevolmente nonostante i vari difetti.
Per il resto, avremo sempre dei Punti di Osservazioni da sincronizzare, piccole quest secondarie da completare parlando con determinati NPC, e determinati oggetti collezionabili da raccogliere. Non ci sarà invece la possibilità di addestrare Assassini da chiamare poi in battaglia come visto in Brotherhood e Revelations: del resto, Aveline non è di certo un Maestro Assassino come lo era Ezio Auditore in un contesto italiano dove gli Assassini avevano già da tempo consolidato la loro presenza, a differenza dell’America. E fortunatamente ci siamo pure tolti di mezzo il ridicolo minigioco in stile Tower Defense visto nell’ultima avventura di Ezio: al suo posto, ora, dato che facciamo parte di una famiglia di commercianti, dovremo spedire in giro per l’Oceano le nostre navi e commerciare con terre straniere. Una pratica che perderà di mordente dopo pochissimo tempo. Nulla di nuovo guadagnato, insomma.
Il titolo Ubisoft sfrutta ovviamente le caratteristiche del Touch Screen di PS Vita, anche se non nel modo migliore, dato che la maggior parte delle azioni eseguibili sono piuttosto scomode oltre che ripetitive; è specialmente quando si guidano le canoe che il Touch Screen tira fuori il peggio di sé, data l’imprecisione dei controlli in quel frangente.
Per quanto riguarda invece la longevità, si può completare l’avventura principale in meno di una decina di ore, anche se i collezionabili e le quest secondarie allungano un minimo il brodo. Nulla per cui strapparsi i capelli, ma almeno siamo di fronte ad un capitolo notevolmente più longevo degli altri titoli portati, che si completavano in una manciata di ore. E’ presente anche il Multiplayer, basato su una sorta di guerra tattico/gestionale che però si rivela ben presto superflua: il tempo di un paio di partite, e probabilmente non verrà più toccata.
Liberation, nonostante leggeri cambiamenti, è sempre il solito Assassin’s Creed, che potrebbe piacere ai fan della serie, mentre invece i detrattori continueranno a tenersene alla larga. E difficilmente si può dare loro torto, data la disarmante facilità del titolo, che tra l’altro neanche si rinnova più di tanto nel contorno(dato il periodo storico, viene giustamente dato maggior peso alle armi da fuoco rispetto a quelle corpo a corpo, ma neanche troppo in fin dei conti) e continuando a proporre gli stessi problemi di sempre(aggiungendoci pure quelli legati al Touch Screen). Almeno questo Liberation si rivela un minimo più interessante delle altre tre usciti portatili, ma non è esattamente un vanto…
ATMOSFERAEssendo ambientato nella seconda metà del 1700, in un periodo storico dove è nel pieno del suo svolgimento la Guerra di Indipendenza Americana, Liberation, come come il capitolo regolare per console maggiori, presenta un’ambientazione completamente nuova, quella americana, con tanto di cittadine del Sud e paludi circostanti da esplorare.
La nuova ambientazione si rivela decisamente curata ed affascinante, magari non come le location viste a partire dal secondo episodio, ma comunque anch’essa ricca di particolarità e di vita mondana per quanto riguarda le cittadine.
Molto interessante pure la putrida palude, dove, oltre a dover saltare da un albero all’altro, oltre a visitare anche alcuni piccoli villaggi di schiavi e ad evitare di cadere nell’acqua sporca, dovremo anche evitare il confronto con le pericolose creature che popolano tale zona, come gli alligatori.
Ed infine, non mancherà anche un breve excursus nei territori messicani, precisamente negli scavi di alcune antiche rovine Maya, dal sapore misterioso ma di forte impatto.
La nuova ambientazione magari non si rivelerà magica e soave come quella vista nei capitoli ambientati in Italia, ma funziona a dovere e soprattutto ripropone in maniera curata le atmosfere di quell’epoca.
Il comparto tecnico in generale, poi, si rivela più che dignitoso per quanto riguarda la cura nelle animazioni e nei dettagli. Peccato però che al tempo stesso non mancano problemi come sporadici rallentamenti, Pop-Up costante di NPC ed elementi di contorno, ed i soliti Bug tipici delle produzioni Ubisoft. Ma per il resto tutto funziona, cosi come funziona la piacevole colonna sonora, anche piuttosto evocativa in alcuni punti, sebbene determinati brani tendano a ripetersi un po’ troppo spesso. Di pregevole fattura il doppiaggio italiano, sebbene non impeccabile nella recitazione di alcune scene chiave.
COMMENTO FINALEScrivere “Il Miglior Assassin’s Creed su Console Portatili” significa poco, data la pochezza delle precedenti uscite. Ed alla fine, anche stavolta siamo lontani da livelli qualitativi degni di nota.
Assassin’s Creed III: Liberation è un titolo che, oltre a proporre i soliti problemi storici della serie Ubisoft, ci mette poco di suo oltre a piccolezze di contorno poco incisive e ad una nuova ambientazione. Non brilla neanche in ambito narrativo, presentando una storia piuttosto piatta nonostante qualche buon momento. Viceversa, le qualità artistiche e sonore sono pregevoli; non mancano alcuni inconvenienti tecnici, ma nulla di troppo grave.
L’introduzione degli Abiti, la caratteristica ludica più rilevante di questo Spin-Off, era in realtà molto interessante, ma se all’atto pratico la loro utilità effettiva è molto meno incisiva di quanto possa sembrare.
Liberation, quindi, è un titolo consigliato espressamente ai fan sfegatati della serie, che non si ritroveranno comunque tra le mani un titolo particolarmente brillante. Tutti gli altri potrebbero pure lasciar perdere, perché nonostante qualche sensibile miglioramento rispetto ai prequel portatili, i problemi sono ancora tanti ed impediscono al titolo di arrivare anche ad una risicata sufficienza.
Sembra proprio che gli Assassini e le Console Portatili siano destinati a non andare mai d’accordo.
PREGI- Ambientazione Interessante
- Buona Realizzazione Grafica
- Sonoro Curato
- Più Longevo rispetto alle precedenti Uscite Portatili…
- Interessante Aggiunta dei Costumi Intercambiabili…
DIFETTI- …ma comunque Non Eccessivamente Duraturo
- …peccato però che all’Atto Pratico la loro Utilità sia Abbastanza Accessoria
- Trama Frettolosa e Poco Sviluppata
- Presenta gli stessi, storici Difetti della Serie, accentuati in alcuni casi
- Touch Screen Non Sfruttato a Dovere
- Qualche Problema Tecnico di Troppo
VOTO FINALE : 5.5VideoEdited by ~ChrisMuccio - 26/3/2019, 22:05