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Far Cry 4, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 4/5/2018, 18:45
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FAR CRY 4




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CASA: UBISOFT
SVILUPPATORE: UBISOFT MONTREAL
GENERE: FPS/ADVENTURE
GIOCATORI: 1 (FINO A 10 ONLINE)



DALLE ISOLE TROPICALI AL FREDDO HIMALAYA

Far Cry 3 è stato senza dubbio uno dei titoli più rilevanti rilasciati da Ubisoft durante la scorsa generazione di console: oltre ad essere capace di prendere i grossi problemi del secondo capitolo e risolverli nel miglior modo possibile, è stato anche capace di dimostrare come deve essere realizzato un Open World degno di tal nome, con un mondo vivo e dove i momenti morti sono di fatto azzerati dall'innumerevole quantità di attività principali e secondarie da affrontare; se anche solo girovagare per il mondo di gioco senza una concreta meta porta a scoprire segreti a non finire e scatenare eventi casuali capaci di regalare intrattenimento, significa che tutto è stato realizzato con criterio ed intelligenza.
Dato il successo qualitativo e di pubblico, era logico che Ubisoft continuasse a puntare forte sul franchise. Dopo aver rilasciato l'espansione Far Cry 3: Blood Dragon (che pur discostandosi dall'opera originale riusciva a dimostrarsi lo stesso godibile), nel Maggio del 2014 la Ubisoft conferma ufficialmente lo sviluppo di Far Cry 4, arrivato poi sul mercato nel Novembre dello stesso anno; sebbene rilasciato anche sulle console di passata generazione, il quarto capitolo segna l'esordio della serie sulla "nuova generazione" rappresentata da PlayStation 4 e Xbox One.
Dati i grandi risultati ottenuti dal terzo episodio, le aspettative attorno a Far Cry 4 erano lecitamente elevate. Ma sarà riuscito a reggere il peso dell'hype?
Non è semplice rispondere a questa domanda, perché Far Cry 4 è in fondo un titolo godibile e con alcuni momenti memorabili, ma si limita a riprendere quanto fatto dall'illustre predecessore senza però replicarne il grande impatto che lo caratterizzò. I più maligni potrebbero semplicemente affermare che Far Cry 4 è il terzo episodio camuffato, con l'evocativo Himalaya che prende il posto delle selvagge Rook Islands.
Davvero è questa la situazione?
Scendiamo ora nei dettagli per capire meglio la situazione.


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L'ULTIMA RICHIESTA

Ajay Ghale è originario del Kyrat, una regione situata nei pressi dell'Himalaya. Dopo aver passato 10 anni negli Stati Uniti, il giovane torna nella terra natia per esaudire l'ultimo desiderio della sua defunta madre Ishwari: spargere le sue ceneri nel Kyrat.
Tuttavia, la situazione nel Kyrat è ben più complicata rispetto a quando Ajay e sua madre lo abbandonarono: da svariati anni il paese è devastato da una guerra civile che coinvolge l'Armata Reale, guidata dal dittatore Pagan Min, e dal Sentiero d'Oro, un gruppo di ribello fondato molto tempo prima da Mohan Ghale, padre di Ajay.
Durante il viaggio, l'autobus che trasporta il protagonista viene attaccare dall'Armata Reale, e Ajay viene scortato da Pagan Min in persona (il quale afferma di aver avuto una relazione con Ishwari in passato) nel suo palazzo reale; qui uno dei passeggeri dell'autobus viene imprigionato e torturato con l'accusa di essere un terrorista, mentre Ajay riesce a fuggire grazie all'aiuto di Sabal, uno dei membri più importanti del Sentiero d'Oro.
Portato al sicuro, il giovane Ghale scopre che il Sentiero si è molto indebolito con il passare degli anni e lotta per la sua stessa sopravvivenza. Come se non bastasse, il caos regna all'interno del gruppo a causa delle differenti vedute dei suoi leader, con Sabal che vuole riportare il Kyrat alle antiche tradizioni, mentre la bella Amita mira ad un progresso verso nuove usanze e metodi per arricchire la regione.
Essendo figlio del defunto Mohan Ghale, il ragazzo viene visto dal Sentiero come colui che riuscirà a riportare ordine nel gruppo e nel Kyrat stesso. Ma la guerra civile è ancora nel pieno del suo svolgimento, e riuscire a riconquistare tutta la regione arrivando fino al Nord sarà un'impresa che metterà a dura prova Ajay per tutto il suo cammino.
Ispirata dalla vera Guerra Civile Nepalese avvenuta a cavallo tra il 1996 e il 2006, la storia di Far Cry 4 non riesce effettivamente ad appassionare, risultando molto meno coinvolgente rispetto a quanto narrato in Far Cry 3. In questo episodio manca una tematica di sfondo realmente forte che possa fungere da linea guida per tutta la narrativa, laddove nel predecessore era il concetto di follia a dare un senso alla maggior parte degli avvenimenti vissuti e conferendo ad essi una maggiore profondità e spunti di riflessione.
Tutto si svolge in maniera prevedibile e mancano effettivi colpi di scena che possano aumentare le attese del giocatore verso l'epilogo della vicenda. Tutto consiste semplicemente nel portare avanti la guerra e la liberazione del Kyrat, assistendo nel frattempo alle lotte interne al Sentiero d'Oro che ci porteranno a schierarci con Sabal o Amita, una decisione che avrà conseguenze anche sull'epilogo della storia.
Nel tentativo di ricalcare quanto fatto con il precedente e popolarissimo villain, lo schizofrenico Vaas Montenegro, anche stavolta gli sceneggiatori hanno conferito al nemico principale, Pagan Min, una forte e trascinante personalità, con l'antagonista che, pur non apparendo costantemente nel corso dell'avventura, manifesta continuamente la sua presenza disturbando Ajay via radio attraverso racconti e frasi ad effetto. Tuttavia, il risultato finale non raggiunge gli stessi livelli di Vaas: Pagan Min risulta un personaggio a tratti caricaturiale, quasi fastidioso (in senso negativo), talmente pomposo da renderlo difficile da prendere sul serio, non risultando quel nemico che "ami odiare" come si era invece dimostrato il passato avversario.
Non che gli altri personaggi se la cavino tanto meglio in termini di caratterizzazione, risultando tutti alquanto stereotipati e privi di sorprese, inclusi gli stessi Sabal e Amita, le cui intenzioni sono poco chiare fin da subito rendendo quindi prevedibile capire quali sono le loro reali intenzioni.
In sintesi, non è nella trama uno dei punti forti di Far Cry 4, nonostante la presenza di diversi finali alternativi (più uno super segreto che si può sbloccare nei primi minuti di gioco) e la differente impostazione di alcune missioni (a seconda se scegliamo di schierarci con Sabal o Amita) che aumentano la rigiocabilità. L'opera punta forte su altri aspetti, sebbene anche in questo caso non manchino delle ombre.


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DEJA-VU

Superato il prologo e iniziato ad esplorare l'affascinante e pericoloso Kyrat, balza immediatamente all'occhio il fatto che l'impostazione ludica generale richiama alla mente Far Cry 3 in maniera palese.
Le meccaniche base, dal sistema di combattimento agli equipaggiamenti, passando poi per tutti gli elementi da potenziare e le risorse da recuperare per poter creare nuovi strumenti, funzionano infatti alla stessa maniera dell'illustre predecessore.
Non ci sono miglioramenti o peggioramenti particolari da segnalare, a parte un sistema di guida che questa volta risulta più immediato ed accessibile rispetto a quello più legnoso del terzo episodio; i controlli standard sono legati all'utilizzo delle levette analogiche, ma tramite le opzioni è possibile impostare il vecchio sistema di guida. Qualora un veicolo dovesse subire troppi danni è possibile ripararlo impiegando alcuni secondi.
I mezzi a disposizione sono incentrati principalmente su macchine, barche e quad, ma la novità più rilevante rispetto al precedente titolo riguarda il Girocottero, utilissimo mezzo aereo che ci consente di coprire grandi distanze in poco tempo, a patto di non raggiungere posizioni troppo elevate, pena la perdita di controllo del velivolo.
Non è invece migliorata in alcun modo l'I.A. nemica, con i nostri avversari che tenderanno spesso a non sfruttare adeguatamente coperture o finire vittime di una granata sotto al loro piedi, senza che muovano un muscolo per scansarsi ed evitare di saltare per aria. Tuttavia, questo problema viene comunque arginato dal grado di sfida offerto dal gioco, complessivamente soddisfacente: sebbene spesso stupidi, la superiorità numerica dei nemici e i loro armamentari sempre più sofisticati in alcuni frangenti rendendo alcuni scontri piuttosto ostici e da affrontare con un certo tatticismo; buttarsi nella mischia alla cieca, senza un adeguato equipaggiamento e senza elaborare qualche piccola tattica sfruttando gli elementi presenti sullo scenario può avere gravi conseguenze per la nostra sopravvivenza.
Ajay può comunque fare affidamento su un diverso numero di siringhe in grado di conferirgli alcuni momentanei potenziamenti per il combattimento, oltre a ricaricare le sue energie vitali perdute. Al solito è importante avere accumulato una certa quantità di erbe di vario tipo per fabbricare le droghe di cui abbiamo bisogno, sparpagliate in gran quantità per tutta la mappa di gioco; alcune di queste si rendono disponibili solamente dopo aver sbloccato gli appositi potenziamenti tramite i punti esperienza accumulati completando le missioni e gli incarichi secondari offerti dal titolo.
Parlando appunto di potenziamenti, Far Cry 4 offre due percorsi in tal senso: la Tigre, incentrata sulle capacità offensive, e l'Elefante, incentrato maggiormente su abilità difensive e curative (qui è possibile anche aumentare la barra energetica, oltre ad apprendere nuovi metodi di fabbricazione delle siringhe). Per sbloccare alcuni poteri è necessario completare determinati incarichi principali o secondari, pertanto è bene consultare i requisiti necessari per ottenere tutti i miglioramenti che possono fare al caso nostro.
La trama primaria è suddivisa in 32 missioni totali, un numero leggermente inferiore rispetto alle 38 del predecessore, ma in questo caso va segnalato che determinati incarichi variano a seconda con chi ci schieriamo durante il nostro percorso: Amita e Sabal hanno infatti scopi diversi e, in alcuni casi specifici, ci assegneranno un determinato compito di loro interesse; in questi casi è possibile compiere una scelta ed affrontare tale missione con obiettivi alternativi rispetto a quanto proposto dal leader da noi scartato. In questo modo, in una ipotetica seconda run, è possibile affrontare "nuove" missioni principali.
Tolto questo aspetto, però, la maggior parte della storia principale non offre missioni particolarmente brillanti, generalmente incentrate sulla distruzione/conquista di un determinato luogo o il massacro di nemici, eliminando il bersaglio di turno. Qualche missione più creativa non manca (particolare soprattutto lo stage all'interno di una prigione posta sulle montagne, ma anche gli incarichi sull'Himalaya offrono qualche spunto inedito), ma nel complesso tutto suona fin troppo familiare, considerato che lo stesso Far Cry 3 offriva già molte delle situazioni e obiettivi che si affrontano in questo quarto episodio.
Anche la caccia funziona in maniera analoga al passato, sebbene il Kyrat offra animali inediti e spesso anche più temibili, a partire dai rinoceronti fino agli insopportabili tassi del miele, piccoli eppure ferocissimi e davvero pericolosi se sottovalutati. La presenza degli elefanti è quella che riserva le sorprese più gradite, essendo possibile cavalcarli dopo aver ottenuto un apposito potenziamento: ecco dunque il nostro Ajay in groppa a un elefante pronto a fare disastri attraverso le fila nemiche, facendo volare in aria i soldati di Pagan Min come foglie al vento, facendo nel frattempo a pezzi le loro vetture... tutto questo almeno fino a quando il povero pachiderma non viene frenato per sempre dal piombo avversario. Cavalcare un elefante è però un'attività obbligatoria da compiere in Far Cry 4, essendo stranamente esilarante e divertente da compiere.
Le pelli degli animali abbattuti sono indispensabili per fabbricare nuove risorse, rendendo così possibile trasportare più oggetti, munizioni, armi e quant'altro. Alcune missioni secondarie dedicate alla caccia ci consentono di affrontare e sconfiggere bestie rare, le cui pelli servono per fabbricare le versioni definitive di tutti gli elementi del nostro equipaggiamento.
Tutto ciò che è superfluo, invece, può essere rivenduto nei negozi sparsi per il Kyrat, ottenendo grandi quantità di denaro in cambio. Importante quindi setacciare e svuotare le numerose casse presenti per il mondo di gioco, nella speranza di trovare qualche prezioso tesoro attraverso il quale ricavare soldi a palate.
Sostanzialmente tutto funziona bene per quanto riguarda lo stile di gioco, cosa del resto inevitabile data la grande qualità di Far Cry 3: questo seguito riprende tutti i punti forti del precedente gioco e riesce a riproporli con le medesime qualità. Ma è proprio qui il vero problema di Far Cry 4, ovvero quello di essere un enorme "copia-incolla" di un titolo di successo, senza però metterci nulla di davvero suo, senza riuscire ad aggiungere qualcosa di davvero rilevante alla formula di gioco, limitandosi semplicemente a piccoli cambiamenti di contorno, con l'aggravante di una campagna principale meno soddisfacente con tanto di narrativa più debole.
Quello che manca a Far Cry 4 è quel fattore sorpresa che aveva caratterizzato il terzo esponente della serie, quest'ultimo effettivamente capace di prendere quanto fatto con i primi due capitoli ed elevarlo qualitativamente verso vette mai toccate prima.
Come si evincerà a breve leggendo il prossimo paragrafo, Ubisoft si è sostanzialmente limitata al compitino, per quanto comunque svolto assolutamente bene, sia chiaro.
Ma non basta certo un cambio di location per lasciare senza fiato come accaduto in precedenza.


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C'E' SEMPRE QUALCOSA DA FARE

Se non altro, trama principale a parte che offre troppi alti e bassi in termini di qualità e varietà, le attività offerte da Far Cry 4 sono mastodontiche in termini di contenuti, seppur per la maggior parte riprese per l'ennesima volta da Far Cry 3.
Abbondano i collezionabili: tra diari di Mohan Ghale da trovare, maschere da raccogliere, manifesti propagandistici da distruggere (ben oltre il centinaio) ed altre piccole chicche, chi ama collezionare ha tanto lavoro da svolgere considerata la mappa piuttosto vasta offerta dall'opera Ubisoft; molti di questi oggetti sono ben nascosti e in luoghi impensabili, pertanto è bene controllare ogni minimo scorcio di questa terra montuosa in modo da non farsi sfuggire nessun dettaglio.
Nel mentre, non sarebbe male conquistare le varie torri radio sparse per la regione, attraverso le quali espandere la visibilità della mappa e scoprire in questo modo, un poco alla volta, i vari punti in cui sono situati i vari incarichi o attività rilevanti.
Far Cry 4 offre missioni legate ad alcuni personaggi che si incontreranno nel corso della storia, incarichi non principali ma comunque più sofisticati rispetto ad una normale attività minore, dove è necessario soddisfare le richieste dei nostri contatti in un mix di azione e fasi a bordo di veicoli.
Le missioni più inconsuete sono legate allo Shangri-Là: in questi livelli l'azione si svolge in una terra immaginaria nei panni di un guerriero Kyrati di nome Kalinag, accompagnato da una tigre che può essere utilizzata come escamotage per distrarre e danneggiare i nemici. Kalinag può combattere solo a distanza ravvicinata non essendo dotato di alcuna arma da fuoco, e questi livelli, sebbene non particolarmente brillanti, offrono un piccolo diversivo rispetto al Gameplay standard del gioco.
Come nel predecessore, anche in quest'avventura non c'è un attimo per rifiatare, considerati i numerosi eventi casuali che incontreremo lungo il cammino.
Spesso, ad esempio ci ritroveremo ad affrontare degli Eventi Karma che consistono generalmente nell'aiutare i membri del Sentiero d'Oro a fronteggiare l'Armata Reale, uccidendo i loro soldati oppure dirottando appositi carichi destinati alle roccaforti nemiche. Tali eventi non sono obbligatori da affrontare, ma completarli ci permette di ottenere punti Karma che, raggiunte determinate quantità, danno accesso ad ulteriori bonus per il nostro personaggio; per il resto, però, non hanno nessun'altra funziona rilevante e, forse, la loro implementazione poteva essere studiata in modo più incisivo nelle meccaniche di gioco o, perchè no, anche in ambito narrativo.
Tornano le missioni di caccia, le missioni di consegna merci e gli incarichi volti ad eliminare appositi bersagli, oltre a doversi mettere d'impegno per conquistare i vari avamposti occupati dalle truppe di Min; alcuni di questi sono ben difesi e richiedono qualche sforzo per essere liberati, ma riuscendo a non far scattare gli allarmi sabotandoli, tutto dovrebbe scorrere abbastanza rapidamente e senza grossi rischi.
Ben più impegnativo si dimostra conquistare le Fortezze occupate dai pezzi grossi dell'esercito di Pagan Min. Queste Fortezze in linea teorica possono essere attaccate in qualunque momento, rivelandosi forse la sfida più grande offerta dal gioco: basta davvero un attimo per essere circondati e fatti a pezzi dalle forze nemiche, e nemmeno chiamare al nostro fianco i mercenari ricorrendo ai gettoni si rivela di grande aiuto. Proseguendo con la storia principale, però, questi punti si indeboliscono progressivamente rendendo più semplice la nostra offensiva; ciò comunque non significa che il tutto si trasformi in una passeggiata di salute e, tra soldati ben armati e rinforzi costanti anche tramite elicotteri da guerra, è bene presentarsi all'ingresso con il più devastante armamentario a nostra disposizione.
Tutte queste attività ci regalano punti esperienza in grandi quantità, fondamentali per ottenere nuovi potenziamenti. A tal proposito si rivela molto utile scendere nell'Arena, luogo dove fronteggiare avversari umani in battaglia all'ultimo sopravvissuto, con sfide che si faranno sempre più impegnative ma lautamente ricompensate.
Come nel passato episodio, anche in quest'avventura è difficile trovare tempi morti grazie agli innumerevoli compiti da svolgere ed al mondo di gioco realizzato in maniera viva e credibile. I punti forti di Far Cry 3 sono dunque riproposti in maniera fedele, ma lo stesso discorso vale anche per i limiti già riscontrati nell'odissea di Jason: anche in Far Cry 4 diverse attività secondarie si rivelano monotone e prive di stimoli dopo poco tempo, e non va escluso l'abbandono di alcune attività per concentrarsi su quelle più stimolanti e sull'avventura principale.
Le missioni di raccolta e consegna delle risorse continuano a non regalare sorprese, mentre la scalata delle torri radio o la conquista degli avamposti segue sempre il medesimo schema per tutta la durata del gioco, funzionando alla stessa, identica maniera del già troppe volte citato terzo episodio. Compitino anche qui, per tutto ciò che è legato agli incarichi secondari, ma ancora una volta svolto comunque molto bene.
Finire la storia richiede all'incirca una ventina di ore, una durata che può superare anche il doppio per tutti coloro intenzionati a completare adeguatamente il gioco. Una longevità notevole e in linea con gli standard degli altri capitoli, dove sostanzialmente sono pochi i momenti in cui si prova noia fitta, lasciando invece spazio all'intrattenimento.
Resta però il rammarico per un prodotto che ha voluto puntare tutto sulla strada sicura senza prendersi nessun rischio, dimenticandosi così di regalare qualunque sorpresa.
Sorprese che non provengono neanche dal comparto Multiplayer, ancora una volta accessorio in una produzione pensata principalmente per il Single Player. Qualche partita occasionale si può ogni tanto giocare in rete, a patto tuttavia di non aspettarsi battaglie memorabili e adrenaliniche. A questo punto è molto meglio sfruttare le componenti Online per la cooperativa, utile soprattutto quando si vogliono tentare le sfide più grandi come ad esempio attaccare le Fortezze senza aver ottenuto determinati progressi nella storia primaria.


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ESPLORANDO IL KYRAT

Lo scenario di Far Cry 4 è forse l'unico punto di rottura con il passato: laddove infatti i precedenti capitoli puntavano più su scenari selvaggi e isole tropicali, il Kyrat è un'ambientazione di montagna all'apparenza meno selvaggia ma a tratti anche più evocativa grazie ai suoi paesaggi innevati e le sue spettacolari vallate, bagnate da fiumi e laghi gelidi solo alla vista. Ecco, a tal proposito, una piccola digressione: essendo il gioco ambientato in una location immaginaria ai piedi dell'Himalaya, possibile che, quando ci si immerge in acqua, il nostro eroe non provi neanche un briciolo di freddo?
Insomma, gli specchi d'acqua presenti dovrebbero essere gelati, o quantomeno difficili da attraversare a nuoto senza correre il rischio di lasciarci le penne per il freddo. Forse un pizzico di realismo in tal senso avrebbe reso il gioco anche più interessante, ma riflessioni a parte l'ambientazione resta comunque spettacolare da vedere ed esplorare, rispettando la positiva tradizione della serie Ubisoft che in questo senso ha sempre lasciato il segno.
Su console di nuova generazione l'opera si difende bene in termini grafici (stiamo pur sempre parlando di un gioco del 2014), offrendo modelli poligonali dei personaggi principali molto curati e ricchi di dettagli, con la stessa cura riposta anche nella realizzazione dello scenario e dei suoi particolari.
Tecnicamente persistono alcuni bug visivi e qualche rallentamento, ma la situazione è nel complesso migliore rispetto a quanto visto in Far Cry 3, ben più zoppicante in tal senso.
Qualche riserva invece sul sonoro: i sottofondi musicali sono sicuramente d'atmosfera, ma non ci sono brani originali che si lasciano ricordare nel tempo; va già meglio con le musiche d'autore incluse nel gioco e utilizzate in alcuni momenti chiave della storia o delle missioni più importanti, riuscendo così a dare maggiore risalto all'importanza di ciò che sta accadendo su schermo.
Il doppiaggio italiano alterna invece alti e bassi, con diversi personaggi recitati in maniera non del tutto convincente; si distingue in positivo il lavoro svolto da Claudio Moneta, voce di Pagan Min, capace di svolgere un altro dei suoi lavori di qualità e impegno e conferendo una caratterizzazione più convincente ad un personaggio che sostanzialmente appare a tratti una macchietta.


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MANCA LA SORPRESA

Dopo i grandi risultati ottenuti con il terzo capitolo era lecito attendersi grandi cose da Far Cry 4, l'episodio che segna anche l'esordio della serie Ubisoft su console di attuale generazione.
Nonostante il lavoro svolto dagli sviluppatori si possa considerare nel complesso positivo, l'avventura nell'evocativo e pericoloso Kyrat non riesce però a convincere appieno, e questo nonostante non ci sia l'ombra di difetti veramente gravi a minare l'esperienza di gioco.
Il vero problema di Far Cry 4 è sostanzialmente quello di aver pesantemente pescato a piene mani da Far Cry 3, mettendoci ben poco di suo: i due giochi si somigliano pericolosamente in tutto, dalle meccaniche base alla struttura delle missioni, passando per le innumerevoli attività secondarie che offrono davvero poco di nuovo pur essendo mastodontiche in termini di contenuti.
Anzi, a voler essere ancora più onesti, Far Cry 4 compie anche dei passi indietro rispetto al predecessore, offrendo una storia meno allettante e una campagna principale con diversi alti e bassi qualitativi, che alterna missioni ben studiate ad altre che non regalano stimoli.
Il mondo di gioco continua ad essere grande e realizzato in maniera realistica e credibile, riducendo al minimo i tempi morti considerato che in ogni momento può capitare un qualunque evento di piccola o grande portata che ci costringe a passare all'azione.
Si procede senza particolari intoppi nelle diverse decine di ore necessarie per approfondire adeguatamente il gioco, dotato anche di un buon grado di sfida grazie all'aggressività e superiorità numerica dei nemici, mossi comunque ancora una volta da una I.A. non proprio a regola d'arte.
Ma nonostante tutto funzioni più o meno bene, Far Cry 4 non riesce a regalare vere sorprese, soprattutto a coloro che già hanno consumato il predecessore e che già possono ben immaginare cosa attendersi dal suo seguito. Paradossalmente, coloro che non hanno mai avuto modo di giocare il terzo episodio potrebbero trarre maggiori soddisfazioni dall'avventura nel Kyrat (spettacolare come regione, tra l'altro), mentre per i veterani della serie la sensazione di già visto è costante per tutta la partita.
Certo, il terzo capitolo aveva sostanzialmente mostrato come realizzare un Open World davvero degno di tal nome, dunque difficilmente questo seguito avrebbe potuto alzare ulteriormente l'asticella. E appunto, limitandosi a "imitare" il predecessore, Far Cry 4 riesce comunque a dimostrarsi di valore e regalare diverse ore di sano intrattenimento.
Semplicemente, resta un titolo privo di grandi ambizioni: a voi decidere se accettarlo o meno.

PREGI

- Meccaniche di gioco ormai ben collaudate
- Sistema di guida più immediato rispetto al predecessore
- Ancora una volta, mastodontica quantità di contenuti
- Longevità notevole
- Il Kyrat è una regione affascinante

DIFETTI

- Sostanzialmente è un'enorme riproposizione di Far Cry 3 in una location differente e con novità minime
- Storia molto meno intrigante, personaggi inclusi
- La campagna principale alterna alti e bassi per la qualità delle missioni
- Alcune attività secondarie perdono molto presto il loro mordente

VOTO FINALE : 7.5

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