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Samurai Shodown, Recensione di ChrisMuccio

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view post Posted on 13/7/2019, 19:14
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SAMURAI SHODOWN




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CASA: SNK
SVILUPPATORE: SNK
GENERE: PICCHIADURO
GIOCATORI: 1-2 (OFFLINE & ONLINE)


IL RITORNO DEI SAMURAI SNK

In questa attuale generazione, ormai avviata verso il viale del tramonto, la maggior parte dei Picchiaduro più significativi ha effettuato: Street Fighter, Tekken, Mortal Kombat per ben due volte, Dead Or Alive, SoulCalibur, The King Of Fighters, Marvel Vs Capcom, il più giovane Injustice e persino un redivivo Killer Instinct hanno goduto di nuove iterazioni nel corso degli ultimi anni. Praticamente all'appello sono mancati soltanto Virtua Fighter di SEGA e i vari Picchiaduro "minori" di Capcom, quali Darksiders o Rival School.
A Giugno 2019 un'altra vecchia gloria ha fatto il suo trionfale ritorno dopo diversi anni di assenza: trattasi di Samurai Shodown, Picchiaduro all'arma bianca e un tempo tra le serie più amate e iconiche di SNK, la cui ultima iterazione risale al 2009, anno in cui la Samurai Shodown Anthology venne rilasciata sul mercato.
Annunciato alla fine del 2018, Samurai Shodown si è presentato sul mercato nel migliore dei modi: a fine Giugno, al lancio del gioco, SNK ha infatti regalato per alcuni giorni il Season Pass del titolo, contenente 4 personaggi aggiuntivi che verranno rilasciati nei prossimi mesi, con la possibilità di riscattarlo anche per tutti coloro che ancora non avevano acquistato il titolo. Una mossa indubbiamente gradita, volta anche a spingere le vendite di un prodotto che resta comunque di nicchia, pensato principalmente per i grandi appassionati della saga e di Picchiaduro in generale.
E del resto, siamo davanti a un Picchiaduro dalle tinte fortemente Old-School, che sembra quasi appartenere ad un'altra epoca sul serio. E questo, va detto, non è affatto un male.





COME LA VECCHIA SCUOLA INSEGNA

In termini "narrativi", il nuovo Samurai Shodown si colloca nel Giappone del 1787 durante l'era Tenmei, tra i fatti del quinto capitolo (ambientato nel 1786) e del capostipite (che si svolge nel 1788). L'intera terra nipponica è alle prese con battaglie e una terribile minaccia demoniaca rappresentata da Shizuka Gozen, una donna posseduta da uno spirito maligno, intenzionata a distruggere ogni cosa. Lo scopo dei vari guerrieri protagonisti del gioco è di sonfiggere tale entità malvagia, oltre a perseguire alcuni personali scopi raccontati attraverso l'Arcade Mode (o Story che dir si voglia).
"Trama" a parte, Samurai Shodown sin dal menù principale trasmette la sensazione di essere un Picchiaduro proveniente da un tempo lontano: laddove i moderni esponenti del genere sono tutti incentrati sul competitivo Online, su Story Mode fortemente sofisticati (e che spesso si rivelano un fiasco) e su ampie personalizzazioni, il tutto a discapito dei contenuti effettivi ridotti al minimo indispensabile, il titolo SNK offre invece un buon numero di modalità di gioco tipiche del passato.
Oltre all'Arcade Mode composto da 9 stage, infatti, ecco il classico Time Attack e Survival, oltre a una modalità Sfida dove bisognerà affrontare in rotazione tutti i personaggi del gioco. Il Time Attack in questo caso funziona in maniera simile al Survival: se in quest'ultimo infatti lo scopo è andare avanti fino a quando non avviene la sconfitta (mediante esaurimento della barra vitale, che si ricarica solo sensibilmente tra uno scontro e l'altro), nel nuovo Time Attack bisogna invece andare avanti con i combattimenti fino a quando non scade il tempo a disposizione, che aumenta ad ogni vittoria.
Un'altra modalità è rappresentata da Dojo, che permette di affrontare i "ghost" di altri giocatori sparsi per tutto il mondo, permettendoci così di cimentarci in sfide potenzialmente diverse dal solito in termini di strategie e pattern d'attacco, mettendo così alla prova le nostre abilità. In tal senso, comunque, l'ideale resta sempre il gioco in rete, dove cimentarsi sul serio contro gli altri giocatori; sebbene sia possibile dare vita a partite coinvolgenti, al momento i server sono poco popolati e non risultano perfettamente stabili e c'è dunque bisogno di qualche altro lavoro per migliorare matchmaking e stabilità in rete.
Chiude il cerchio il consueto Training Mode, sia libero che tramite Tutorial dove imparare le basi del gioco.
E parlando appunto del gioco, un Picchiaduro 2D con grafica tridimensionale, è tempo di concentrarsi sulle meccaniche che, sin dal primo impatto, appaiono fortemente Old-School: niente spettacolarità eccessiva, niente combo sofisticate e juggle infinite, niente abuso di mosse finali o speciali caricate... Insomma, niente di ciò che caratterizza i più moderni Picchiaduro. In Samurai Shodown a fare la differenza ci pensa la più pura abilità, dove nulla viene lasciato alla sorte e dove il colpo giusto sferrato al momento giusto può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta, senza tanti fronzoli. Per ovviare a tali mancanze, molti colpi standard sono stati resi assai forti e capaci di infliggere ingenti danni, ma non mancano al solito varie mosse speciali per ciascun lottatore.
Oltre agli attacchi con le armi bianche, suddivisi in deboli, medi e forti, è possibile attaccare attraverso alcuni calci. Le mosse speciali hanno esecuzioni simili un po' per tutti i guerrieri, ma è sempre bene dare un'occhiata alle movelist per capire bene come eseguire i vari colpi ed eventuali piccole combinazioni.
Tra le altre possibilità offerte dal Gameplay, si può disarmare l'avversario, che così combatterà a mani nude fino a quando non riesce a recuperare la sua arma, oltre a varie tecniche avanzate di schivate ed evasioni; non ci sono proiezioni, ma è comunque possibile afferrare l'avversario in modo così da rompere la sua difesa.

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A suon di attacchi effettuati e subiti si riempie inoltre la consueta barra delle Super, qui chiamata Furia. Tale barra, in realtà, può essere attivata in qualunque momento, ma l'ideale è chiaramente sfruttarla quando è piena, scatenando l'Esplosione di Furia. In questo stato i nostri colpi sono ben più forti del normale ed è possibile eseguire la più devastante mossa finale del nostro personaggio, capace di infliggere enormi danni. Ma non finisce qui: si può eseguire la Tecnica di Disarmo, penalizzando così l'avversario, ed è possibile colpire il nemico con la devastante Lama di Fulmine, che arreca danni ingenti a seconda di quanto è carica la Furia al momento dell'esecuzione del colpo.
La Furia, insomma, può portare a significativi vantaggi durante il combattimento, ma fortunatamente una tale tecnica così potente è stata al tempo stesso bilanciata al meglio per impedire qualunque abuso. Anzitutto, qualora la Furia raggiunga il suo picco massimo ma non venga attivata, la barra si svuoterà completamente e si dovrà nuovamente riempire. Una volta effettuati i colpi speciali, inoltre tale indicatore sparisce del tutto dallo scontro in corso, non importa di quanto round è composto: insomma, è possibile utilizzarla soltanto una singola volta per combattimento, pertanto bisogna studiare con attenzione il momento migliore per utilizzarla ed evitare il rischio di sprecarla. E considerato che questi colpi finali sono comunque parabili, il rischio di sprecarle comunque la Furia è sempre elevato e va dunque utilizzata con enorme criterio. Impostata così, la Furia è una feature interessante, che aggiunge una buona dose di strategia ai combattimenti.
Samurai Shodown rinuncia alle modernità del suo genere, ma risulta comunque un Picchiaduro godibile e capace di regalare soddisfazioni, dove ogni sua meccanica è realizzata con attenzione e gli scontri fino all'ultimo decisivo colpo regalano più di una soddisfazione.
Il rovescio della medaglia è comunque rappresentato dal fatto che, con tale impostazione, la serie non ha compiuto nessun effettivo rinnovamento, restando molto fedele, forse pure troppo, alla sua tradizione. I ritmi degli scontri, inoltre, sono più lenti e ragionati rispetto a quelli di altri Picchiaduro, cosa che potrebbe non venire incontro alle esigenze di vari giocatori abituati ad altri ritmi. Quantomeno il grado di sfida, regolabile su cinque diversi livelli, va incontro alle esigenze di qualunque giocatore: i livelli più bassi risultano accessibili a chiunque, mentre giocando alle massime difficoltà bisognerà sudare le proverbiali sette camicie ad ogni combattimento, e solo i più abili riusciranno a spuntarla.
Mentre le modalità di gioco sono presenti in discretà quantità, qualche riserva invece sul numero di guerrieri disponibili al lancio: solo 16 personaggi, non pochi ma neanche tanti, considerato che alcuni predecessori offrivano roster ben più corposi. Di questi, tre sono New Entry, ossia Wu Rixiang, Yashamaru Kurama e Darli Dagger; quest'ultima risulta una delle lottatrici più interessanti del roster, potente ed efficace anche da disarmata.
Per il resto, pur con diverse assenze, sono presenti personaggi storici come Haohmaru, Nakoruru, Hanzo Hattori, Charlotte e Jubei Yagyu, per la gioia dei fan di vecchia data. Il bilanciamento del roster è nel complesso buono, sebbene non manchino personaggi dotati di attacchi in combo piuttosto forti e che li rendono più semplici da usare rispetto ad altri invece meno performanti all'apparenza.
Shizuka è invece il Boss Finale non giocabile, presente in due forme diverse e con la seconda che metterà a dura prova i giocatori data la sua grande forza e resistenza. Lo scontro conclusivo richiede una buona dose di pazienza, ma non si tratta di una battaglia eccessivamente squilibrata come quella offerta, per fare un esempio, dalla prima versione di Street Fighter IV, che aveva un Boss Finale mal programmato anche alle minori difficoltà.
Grande soddisfazione ritrovarsi però davanti a un Arcade classico, nel senso più positivo del termine: scegli il tuo personaggio, ti vedi il suo prologo, qualche cutscene nel mezzo, e poi via con il filmato conclusivo al termine dell'ultimo scontro. Una caratteristica che molti Picchiaduro sembrano ormai aver dimenticato, ma che invece potrebbe funzionare molto meglio rispetto a forzatissimi Story Mode senza arte nè parte, assurdi e spesso insoddisfacenti. A maggior ragione, ciò spinge a voler finire il gioco con tutti i guerrieri disponibili, aumentando ulteriormente il fattore rigiocabilità.
Nel complesso, Samurai Shodown si dimostra una piacevole esperienza. Non stravolge nulla, ma tutte le sue componenti funzionano bene e danno vita a un Picchiaduro d'altri tempi, con tutti i pro e i contro del caso. I fan resteranno soddisfatti.


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OLD-GEN?

La veste grafica di Samurai Shodown ha fatto discutere sin dalla prima presentazione del gioco. GLi autori hanno optato per una realizzazione estetica in linea con quanto visto in Street Fighter IV, al punto che sembra quasi di essere davanto allo stesso, identico comparto tecnico. Un comparto però appartenente a una generazione fa, nonostante il motore grafico utilizzato per il gioco sia il moderno Unreal Engine 4.
Samurai Shodown, insomma, non è certo un esempio di grande grafica, considerato anche che la pulizia dell'immagine non è sempre impeccabile e i fondali delle tredici arene, per quanto comunque molto affascinanti e dai colori sgargianti, risultano anche fortemente statici e senza dettagli esplosivi. In positivo, però, va segnalata una buona realizzazione dei guerrieri, soprattutto per quanto riguarda le animazioni, decisamente di valore e curatissime. Non ci sono inoltre gravi problematiche tecniche o rallentamenti, e il tutto scorre fluido e senza intoppi. Poteva andare meglio, ma poteva andare anche peggio.
Pollice in su invece per la colonna sonora e il doppiaggio in giapponese, specie quello del narratore che risulta di gran livello. Le musiche richiamano lo stile e i suoni tipici del Giappone antico, dando vita a sottofondi azzeccati e carichi d'atmosfera.


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UN GRADITO RITORNO

A dieci anni dall'ultima iterazione del brand, Samurai Shodown fa finalmente il suo ritorno, e lo fa in maniera nel complesso convincente.
Siamo davanti a un Picchiaduro fortemente Old-School, che rinuncia senza troppi patemi alle modernità del genere per offrire una giocabilità molto tradizionale e fedele allo stile della serie, dove ogni colpo può fare la differenza e l'approccio sia offensivo che difensivo va studiato per bene prima di gettarsi a capofitto contro l'avversario.
Decenti nel complesso, sia per qualità che per quantità, anche le modalità disponibili. Un Arcade vecchio stampo con tanto di filmati introduttivi e conclusivi per ciascun personaggio, unito a diverse altre modalità che si lasciano giocare con piacere, sono il biglietto da visita del nuovo titolo SNK, che riuscirà a regalare soddisfazioni ai suoi fan storici grazie anche al suo Gameplay tradizionale ma ben collaudato, dai ritmi magari non esplosivi ma al tempo stesso ragionati e che permettono comunque di dare vita a scontri coinvolgenti.
Qualche riserva sul roster, composto da soli 16 personaggi e con varie assenze. Qualche lottatore in più sarebbe stata cosa gradita. Stesso discorso per la realizzazione grafica non certo al top, sebbene i modelli dei personaggi siano ben realizzati e con ottime animazioni.
Samurai Shodown non si è rinnovato troppo con questa ultima iterazione, restando molto fedele alle sue origini. Ma anche così, e forse soprattutto per questo, saprà soddisfare sia i fan che i neofiti della serie.

PREGI

- Gameplay ragionato e ben collaudato, dal sapore molto Old-School
- Furia e mosse speciali gestite con intelligenza e in maniera strategica
- Buon numero di modalità di gioco
- Accompagnamento sonoro di ottimo livello
- Sfida per tutti i gusti, che va incontro alle esigenze dei neofiti come degli esperti

DIFETTI

- Solo 16 personaggi: pur con diversi guerrieri accattivanti, qualche elemento in più non avrebbe guastato
- Non si è rinnovato davvero rispetto al passato
- Graficamente non al top

VOTO FINALE : 8

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