Battlesector Recensione: strategia a turni nel mondo di Warhammer 40.000

Warhammer 40.000 Battlesector è un frenetico gioco di strategia a turni ambientato nell'universo della serie di Games Workshop.

Battlesector Recensione: strategia a turni nel mondo di Warhammer 40.000
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Battlesector è un videogioco di strategia a turni ad ambientato nell'universo di Warhammer 40,000. Pubblicato dall'azienda inglese Slitherine e sviluppato dagli stessi creatori dello strategico Battlestar Galactica: Deadlock, Battlesector è un titolo sfrutta la licenza in maniera lineare, senza impelagarsi in soluzioni narrative originali. Anche dal punto di vista ludico è molto conservativo: un lavoro solido e all'occorrenza ben fatto, ma privo di sperimentalismo e di idee che non siano già apparse in decine di altri strategici. Nonostante tutto, l'opera ci è piaciuta: ve ne parliamo nella nostra recensione.

    La purga di Baal Secundus

    La storia di Battlesector si sviluppa dalla fine di un evento noto come Devastazione di Baal: un attacco su larga scala da parte della Flotta Alveare tiranide Leviathan sul pianeta Baal, luogo natale del capitolo dei Blood Angels degli Space Marine. La battaglia si risolve in favore dei Blood Angels, ma con perdite devastanti. La campagna segue le gesta del Sergente Carleon dei Blood Angels nella missione di purificare la luna Baal Secundus dai rimasugli dell'armata tiranide. Carleon è al comando di truppe Primaris, fisicamente più forti e resistenti degli Space Marine "Firstborn", che gli sono state fornite per rimpiazzare le perdite registrate durante lo scontro su Baal.

    Oltre a sterminare qualsiasi minaccia rimasta a piede libero, il suo compito è di testare l'efficacia delle nuove truppe e di verificare se anch'esse presentano i difetti congeniti tipici di tutti i Blood Angels. Gli "Angeli Sanguinari" si chiamano così

    per un motivo: nell'iconografia di Games Workshop sono rappresentati come dei vampiri resi instabili dalla Red Thirst, un desiderio costante di uccidere e trangugiare sangue che pian piano li conduce alla pazzia. Come se non bastasse, i Blood Angels soffrono di un altro difetto genetico chiamato Black Rage, una malattia psichica che proietta nelle loro menti le immagini della morte del Primarca Sanguinius, fondatore del capitolo. Chi soccombe alla Black Rage viene arruolato nelle Death Company, furiose compagnie d'avanguardia destinate a morte certa, oppure rinchiuso nella Tower of Lost, nella fortezza-monastero su Baal, dove trascorre la fine dei giorni mangiato da cieca rabbia.

    In Battlesector questi aspetti sono sono solo accennati e parte della caratterizzazione (sia narrativa che ludica) dei personaggi. La storia, come da tradizione, non indaga la psicologia dei Blood Angels e le conseguenze del loro fardello: è un racconto marziale e asciutto, i dialoghi parlano di guerra e di odio per alieni ed eretici, gli eroi sono monodimensionali e tesi a un singolo obiettivo, mai piegati dal dubbio e sempre fedeli alla causa. Se dovessimo valutare la scrittura misurandone l'aderenza al materiale originale, quello di Battlesector sarebbe un lavoro più che buono, ma è chiaro che non bisogna aspettarsi risvolti appassionanti.

    Il racconto di Battlesector sembra peraltro pensato per chi ha già una conoscenza abbastanza approfondita dell'universo: dà per scontati un sacco di dettagli, nomi ed eventi senza mai prendersi la briga di spiegarli o contestualizzarli (per saperne di più, ecco un approfondimento sulla lore di Warhammer 40K). Se da una parte questo può rappresentare un problema per chi non ha esperienza con l'universo di Warhammer 40,000, dall'altra contribuisce a rendere il racconto snello e fluido - a patto di avere le basi per comprenderlo, s'intende. Quella di Battlesector, dopotutto, è una storia senza troppe pretese che si incastra in eventi di ben altra magnitudine. Secondo noi, chi ha scritto il racconto non voleva che la sua storia avesse troppo risalto: era interessato all'opposto. Voleva apparisse come una "sidestory" d'importanza relativamente nulla nel quadro generale degli accadimenti, e perciò plausibile se posizionata in un frammento di lore di cui si è già raccontato tanto.

    Tattiche di battaglia

    Sul campo di battaglia, Battlesector si comporta come un gioco di tattica a turni molto debitore di XCOM (per approfondire, eccovi la recensione di XCOM Chimera Squad). Sul terreno, spesso irregolare e disseminato di coperture, è descritta una scacchiera su cui si spostano le proprie truppe e si ingaggiano i combattimenti. Sebbene le caselle siano dei quadrati, le truppe possono muoversi in otto direzioni: una per ogni faccia del quadrato e una per ogni vertice. Gli spostamenti e gli attacchi possono dunque essere effettuati anche in diagonale.

    Lo scontro inizia dallo schieramento delle truppe: esiste un limite di punti che non va violato e ogni unità, in base alla sua potenza e alle armi equipaggiate, ne costa un numero variabile. Esiste anche un limite numerico alle truppe schierabili (il massimo che si raggiunge nella campagna è 20, ma nelle prime fasi è più basso) e quindi va trovato il bilanciamento ideale tra quantità e qualità. Nel gioco non c'è una schermata di briefing né un modo per capire con quali minacce si avrà a che fare nelle missioni: il consiglio è quindi quello di portare con sé un'armata adatta a ogni evenienza, anteponendo la malleabilità alla specializzazione.

    L'elenco di unità a disposizione dei Blood Angels è abbastanza nutrito e dalla discreta varietà. Inizialmente si hanno a disposizione degli Intercessor, fanteria armata di armi a ripetizione che può usare granate contro gruppi di nemici, oppure

    gli Aggressor, equipaggiati con un jetpack e delle spade a catena con cui caricano in corpo a corpo. Più avanti si aggiungono dei mezzi corazzati come i Dreadnought, i carri Predator e i veloci Landspeeder; si può fare affidamento su battaglioni dell'Adepta Sororitas e perfino di soldati della Death Company. Ciascuna di queste unità ha delle funzioni più specifiche di altre (gli Hellblaster armati di fucile a plasma infliggono danni maggiori contro i nemici corazzati rispetto agli Intercessor), ma non esistono soldati davvero monodimensionali. Segnaliamo solamente che alcune truppe tendono ad avere funzioni sovrapposte ad altre e dunque potrebbero risultare ridondanti. Sta al giocatore capire se servirsene o, al limite, escluderle del tutto per fare spazio ad altri combattenti.

    I Tiranidi entrano in battaglia con una varietà di modelli un tantino meno numerosa, ma con funzioni più divergenti rispetto a quelle dei Blood Angels. La spina dorsale dello sciame è composta da Hormagaunt e Termagant, rispettivamente combattenti corpo a corpo e a distanza. Tra le unità più pericolose troviamo però i Tyrannofex, bestie corazzate che sparano cascate di bile acida, oppure i letali Exocrine, che lanciano da lunghe distanze potenti proiettili che possono annientare un'intera squadra con un colpo. I Tiranidi sono generalmente più deboli degli Space Marine, però possono contare sul numero e su una maggiore specializzazione.

    La campagna di Battlesector permette il controllo esclusivo dei Blood Angels (i Tiranidi possono essere giocati solo nella modalità schermaglia e nel multigiocatore) e si compone di venti missioni dove le condizioni sono sempre le solite: i Marine sono in grossa inferiorità numerica e devono ripulire il campo di battaglia da qualsiasi unità Tiranide. Non c'è molta varietà negli obiettivi: pure quando le azioni da compiere sono diverse e più varie (per esempio attivare dei comandi per aprire una porta), per ottenere la vittoria il campo di battaglia dev'essere liberato da ogni minaccia. La richiesta si accorda alle premesse narrative, cioè di purgare l'intera luna, tuttavia il compito potrebbe risultare monotono e poco stimolante, specie quando ripetuto costantemente in una campagna che si dilunga per quasi venti ore.

    I combattimenti

    Il sistema che regolamenta i combattimenti è molto familiare: ogni unità ha due risorse, Movement Point e Action Point. I primi servono a spostarsi mentre i secondi determinano il numero di azioni offensive che l'unità può compiere, in alternativa possono essere spesi per ottenere caselle di movimento aggiuntivo. Le unità possono attaccare entro un raggio di caselle stabilito dall'arma equipaggiata: più il tiro è distante, minore sarà la precisione dei colpi e di conseguenza il danno. Va insomma valutato se attaccare oppure conservare un punto azione per attivare la modalità Overwatch, che ha un funzionamento tal quale alla guardia di XCOM: l'unità rimane in attesa che un nemico metta piede su una delle caselle sorvegliate per iniziare a sparare.

    In Battlesector è molto importante orientare le proprie forze nella giusta direzione. Va evitato in ogni modo di dare le spalle al nemico e va dedicata una parte del proprio esercito alla copertura dei fianchi e della retroguardia per evitare di essere circondati. Le truppe che vengono assalite frontalmente hanno una chance di mettere a segno un attacco di opportunità oppure un contrattacco in mischia. Cambiare l'orientamento di un'unità non costa punti di movimento: può essere utile girare in ogni direzione per rendersi conto della presenza di nemici e organizzare le difese di conseguenza.

    Ci siamo concentrati sulle manovre difensive, ma Battlesector vorrebbe istigare all'attacco: la meccanica del Momentum (che per i Blood Angels è rappresentazione della Red Thirst) garantisce vantaggi quando si colpisce con costanza e si abbattono nemici. Tuttavia, dopo ogni turno di attesa il fervore decresce. Quando si raggiunge la quantità massima di Momentum, questo smette di calare e la probabilità di colpo critico dell'unità interessata sale di molto. Se lo si vuole, i punti Momentum possono essere spesi tutti per utilizzare una versione potenziata di un'abilità attiva (funzione chiamata Empower) oppure per ottenere un ulteriore Action Point (Surge). L'idea non è male, ma i vantaggi non hanno giustificato - perlomeno nel nostro caso - un approccio diverso allo stile di gioco, che è sempre rimasto difensivo e molto prudente.

    Caratteristiche della campagna come la schiacciante inferiorità numerica, del resto, sono un incentivo ben più forte alla prudenza di quanto il Momentum system lo sia all'assalto continuo. Nella nostra idea è qualcosa che funziona meglio con i Tiranidi, che hanno un esercito composto da un gran numero di unità da mischia che hanno bisogno di essere aggressive, piuttosto che con i Blood Angels, dalle funzioni più "all around" e tutti armati di potenti armi a distanza.

    A patto di non aspettarsi qualcosa di nuovo, il gameplay di Battlesector funziona abbastanza bene. La varietà non è il suo forte, il mission design e il map design neppure, ma la semplicità delle meccaniche e la loro solidità ci hanno portato con piacere fino alla conclusione di una campagna molto lunga. Non abbiamo percepito la lunghezza come un problema, poiché gli scenari non ci hanno messo mai alle strette (tutto questo alla difficoltà intermedia): seguendo gli insegnamenti che ci sono stati impartiti da altri esponenti del genere, non ci siamo mai trovati in situazioni d'impasse. Alle volte i nemici erano così tanti da lasciare a bocca aperta, ma con un po' di pazienza, accortezza, e sfruttando le lacune di un'IA tutt'altro che brillante (l'abbiamo testata anche nel massimo livello di sfida, senza registrare cambiamenti sostanziali), siamo riusciti a superare qualsiasi difficoltà col minimo delle perdite.

    Ecco, la mancanza di conseguenze più punitive quando si ottiene una vittoria pirrica si fa sentire nel bilanciamento della campagna. Forse sarebbe stato opportuno introdurre un sistema di progressione destinato alle singole unità (uno generale esiste già: è diviso in vari alberi di abilità suddivisi per eroe con cui potenziare le proprie truppe o personalizzarle nell'armamentario) o un costo in risorse per rimpiazzare quelle cadute in battaglia, per rendere più drammatiche le conseguenze di un errore fatale. Perdere dei combattenti, anche se questi hanno lottato fin dalla prima missione, non comporta invece alcuna conseguenza: possono essere rimpiazzati senza costi e le loro prestazioni saranno identiche a quelle dei defunti colleghi.

    Warhammer 40.000 Battlesector Warhammer 40.000 BattlesectorVersione Analizzata PCWarhammer 40,000: Battlesector non brilla in nessuno dei suoi aspetti chiave, ma è ben rappresentato dalla somma delle sue parti. È uno strategico solido, sviluppato con competenza e con senso della misura, con il quale gli esperti del genere si troveranno subito a loro agio. L'impressione che gli manchi qualche pezzo comunque c'è, e avremmo volentieri barattato parte della lunga campagna con un sistema di progressione più approfondito o una componente gestionale. Chi cerca semplicemente l'"ennesimo strategico di Warhammer 40,000", potrebbe averlo trovato.

    7

    Che voto dai a: Warhammer 40.000 Battlesector

    Media Voto Utenti
    Voti: 8
    5.8
    nd