Warhammer Chaosbane Recensione: Bigben scatena il caos

Dopo una lunga attesa Warhammer Chaosbane arriva finalmente su PC e console ma il risultato finale non è propriamente quello sperato...

Warhammer Chaosbane Recensione: Bigben scatena il caos
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Durante il percorso di avvicinamento a Warhammer: Chaosbane, le nostre aspettative sul progetto si sono alzate ed abbassate senza soluzione di continuità. D'altronde, presentandosi come il primo action RPG hack'n'slash sul mondo di Warhammer, realizzato in collaborazione con un autore della Black Library (casa editrice che pubblica libri ambientati nell'universo di Warhammer), Chaosbane non poteva che incuriosire gli amatori del mondo di Games Workshop. I primi problemi si sono intravisti durante le prime fasi di beta, in cui il gioco di EKO Software si era dimostrato carente sotto gran parte degli aspetti. Infine, il più recente incontro con gli sviluppatori aveva un po' risollevato il nostro morale, poiché si era parlato di diversi passi in avanti compiuti dal team di sviluppo.

    La vera identità di Chaosbane si è però palesata solo dopo una prova con la versione definitiva, a seguito della quale abbiamo capito che il gioco ha fallito in ognuno dei suoi aspetti chiave. La profondità di build ed equipaggiamento, le classi, la varietà di mappe, nemici e dei loro pattern; senza dimenticare il loot system, l'endgame e la struttura di gioco: ognuna di queste cose stenta funzionare o è vittima di decisioni poco consapevoli e ponderate. Quel che insomma si poteva subodorare dalle prove preliminari non solo si è verificato, ma in alcuni casi è persino peggio di quanto atteso.

    Uniti contro il Caos

    Chaosbane non è ambientato nel più recente periodo degli End Times, ma nella Grande Guerra contro il Caos che si è svolta nel 2301, circa cinque secoli prima rispetto alle vicende che invece fanno da sfondo a titoli come Vermintide o i Total War: Warhammer.

    Nel gioco vengono raccontate, attraverso sequenze animate dallo stile distintivo, le imprese di Magnus il Pio, che con le sue armate fu in grado di sconfiggere l'orda caotica di Asavar Kul nella città di Kislev: è dopo la vittoria degli uomini che Chaosbane ha inizio, quando cioè un'incantatrice nota solo come "Harbinger" irrompe nella fortezza imperiale di Nuln ed attenta alla vita di Magnus. La strada per rimediare alle precarie condizioni del futuro imperatore può esser percorsa solo da quattro campioni scelti dal fato: Konrad Vollen, soldato imperiale; l'esiliato Principe Elontir, mago degli Alti Elfi; lo sventratore nanico Bragi Axebiter e Elessa, un'esploratrice degli Elfi Silvani. Come di consueto, la narrativa è estremamente pretestuosa e non riesce affatto a giustificare in maniera credibile le azioni di eroi e comprimari. Ma questo è un limite endemico che Chaosbane semplicemente evita di affrontare: il gioco di EKO Software sopprime infatti qualsiasi moto di rinnovamento per abbracciare una struttura classica, anche se con qualche piccola specificità.

    A partire dal sistema a classi, differenziate molto le une dalle altre (e pensate peraltro per agire in complementarità), ma con le quali si può sperimentare grazie ad uno sviluppo flessibile e che consente in ogni momento di cambiare setup. Ciò significa che è possibile in qualsiasi momento passare una serie di talenti all'altra quasi "on the fly", evitando così la necessità di compiere respec o, nei casi peggiori, di creare da zero un nuovo eroe.

    Se l'impostazione (ereditata da Diablo 3) è molto buona, non si può dire altrettanto dei contenuti, e cioè delle varie abilità. Il numero di talenti è ottimo, di primo impatto ci si potrebbe chiedere, sorpresi, come abbia fatto un team con poche risorse a realizzare e testare un così nutrito roster di skill. È la prova sul campo che però toglie ogni dubbio, dimostrando non solo che la varietà (sia in termini ludici che nell'estetica dei gesti) non è poi così ampia, ma soprattutto che lo sviluppo delle abilità attraverso i livelli è poco significativo e si basa quasi solo sul miglioramento delle statistiche.

    Il combat system di Chaosbane è dunque estremamente statico nella sua dimensione più tecnica: la sua evoluzione punta più che altro ad aumentare la rapidità con cui il giocatore - o i giocatori - affettano le torme del Caos, e non a creare nuovi modi per approcciarsi alla battaglia. Va detto, in ogni caso, che esiste la possibilità di creare una selezione di mosse in grado di lavorare in sinergia, di costruire le cosiddette build, solo che il sistema che ci concede questa personalizzazione sembra solo abbozzato ed approcciato con incredibile superficialità.

    Ne sono la prova tangibile varie abilità realizzate in maniera poco funzionale e che difficilmente chi adora trasformare il proprio avatar virtuale in un'efficiente macchina di morte deciderà d'usare.
    È un aspetto che ci rattristisce sia stato liquidato con così tanta semplicità dai ragazzi di EKO Software, poiché il sistema di creazione delle build ha delle frecce al proprio arco. Per equipaggiare un'abilità bisogna infatti disporre di un certo numero di punti (ogni talento ha un costo in base al suo grado di potenza), che si ottengono con il passaggio di livello o "disequipaggiando" altre abilità.

    Facciamo un esempio: nel caso volessimo utilizzare la versione più potente della skill assegnata al tasto sinistro del mouse, potremmo esser costretti ad eliminare quella assegnata invece alla Q. Non c'è dunque un numero obbligatorio di abilità attive da mantenere, e alle volte potrebbe esser preferibile averne meno a disposizione, ma più potenti. Si tratta di un approccio che enfatizza l'idea di uno sviluppo dinamico e personale, ma come già abbiamo ribadito più volte, i contenuti di gioco azzoppano tante delle potenzialità di questo elemento di game design.

    I quattro maligni

    Uno dei principali motivi per cui serbavamo buone dosi di curiosità nei confronti di Chaosbane, è che il gioco ci avrebbe concesso di viaggiare in alcune località topiche del mondi di Warhammer e di fare la conoscenza di tutt'e quattro le divinità caotiche. Il gioco rispetto l'impegno preso, e con artifici narrativi forzati e qualche volta involontariamente comici, ci fa visitare il nord del Vecchio Mondo, la città maledetta di Praag, le nevi della Norsca, fogne putride e antichi templi elfici abbandonati.

    Non bisogna però farsi illudere dalla varietà di nomi ed entità coinvolte nell'ordito di Chaosbane, perché la verità è purtroppo triste: le mappe ed i nemici sono infatti vittima di un riciclo brutale e fastidioso, oltre i limiti della sopportazione. Ed è assai strano che la campagna, le cui mappe sembrano esser state costruite a mano, ci costringa a visitare location identiche l'una all'altra, scarsamente ispirate dal punto di vista estetico e della struttura (un susseguirsi di strettoie e zone più ampie). Sui nemici si potrebbe fare un discorso simile: pochissimi in varietà e mossi da pattern tutti simili, nonostante appartengano ad orde di differenti signori del Caos. Inutile ribadire quanto la varietà di mostri e di mappe sia importante per alleviare i problemi di ripetitività propri del genere degli action RPG hack'n'slash, ma EKO Sofware è sembrata non curarsene. E non solo: ha costruito una campagna, dalla durata approssimata di venti ore, composta da una sequela di compiti che non provano a nascondere la scarsezza di varietà contenutistica, ma che, paradossalmente, la enfatizzano. L'avanzamento di Chaosbane è meccanico, come se il giocatore entrasse in una grossa catena di montaggio in cui i compiti sono ben scanditi e prevedibili.

    La narrazione è così schematica che perde la pur poca intensità che aveva dimostrato dall'incipit. Il susseguirsi di miniboss e poi del boss sembra frutto di una formula matematica indiscriminatamente applicata in ogni frangente, e non la conseguenza di uno studio sul bilanciamento e sulla varietà dell'esperienza.
    Chaosbane è evidentemente incompiuto.

    Lo si nota nella struttura della campagna, nel "sistema" economico (praticamente solo accennato), nello sbilanciamento delle ricompense - oro e gemme, utili per sbloccare abilità aggiuntive e benedire il proprio equipaggiamento - e del livello di difficoltà. È lecito perfino chiedersi se prima dell'uscita qualcuno lo abbia effettivamente mai giocato da cima a fondo, perché la sua incompletezza è così lampante che è davvero difficile possa esser stata ignorata. Se poi iniziamo a parlare del loot system e dell'equipaggiamento nello specifico, le evidenze non fanno che rafforzarsi. Perché è vero che ogni personaggio ha i suoi set, i quali vanno anche incontro ad un'evoluzione estetica divisa in tre fasi (scandite dai livelli 1, 10 e 30), eppure nessuno strumento è differenziato in maniera sostanziale da un altro: per esempio un martello ed una spada avranno comportamenti assolutamente identici, anche nella velocità di attacco. Il loot system propone costantemente pezzi o comuni, o magici, o rari, lasciando i leggendari (gli unici interessanti) nelle mani di un endgame praticamente inesistente. Pare insomma che Chaosbane abbia bisogno ancora di una corposa fase di testing e calibrazione, perché ad ora molti dei suoi sistemi paiono non funzionare affatto.

    Warhammer: Chaosbane Warhammer: ChaosbaneVersione Analizzata PlayStation 4Non sappiamo se Chaosbane avrebbe beneficiato di un ulteriore periodo di sviluppo, ma non ci interessa, in questa sede, approfondire le sue dinamiche produttive. Ciò che però risulta chiaro dopo diverse ore spese con il gioco di EKO Software è che si tratta di un progetto incompleto, scarsamente bilanciato, vuoto e poco vario. Il guscio di un action RPG che non prometteva certo faville, ma che aveva almeno qualche piccolo asso nella manica. E, nonostante tutto, qualcosa di positivo in Chaosbane si può pure trovare: l’aspetto visivo abbastanza gradevole - specialmente nei modelli dei protagonisti -, un po’ di divertimento con gli amici in multiplayer (quando intende funzionare a dovere) e le citazioni ad eventi e luoghi del mondo di Warhammer, che posson attirare la curiosità degli amatori dei mondi di Games Workshop. Ma c’è davvero poco altro a sollevare le sorti di un gioco che fa gran fatica a rimanere in piedi.

    5

    Che voto dai a: Warhammer: Chaosbane

    Media Voto Utenti
    Voti: 2
    1
    nd