Gran Fondo Roma, annullato il percorso lungo. Fallisce il ciclismo nella Capitale

Gran Fondo Roma, annullato il percorso lungo. Fallisce il ciclismo nella Capitale
di Francesca Monzone
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Venerdì 11 Ottobre 2019, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 15:57
Roma non avrà la sua Gran Fondo. La tanto attesa gara amatoriale con oltre 5000 iscritti, che doveva rilanciare il ciclismo nella Capitale, questa mattina è stata annullata. Al posto dei 120 chilometri ci sarà una garà di 65, ovvero solo il percorso medio. Un brutto colpo per i vari amatori, provenienti anche da oltre oceano, che volevano vivere l’emozione di correre sulle strade della Città Eterna, fino ai rinomati Castelli Romani. Un danno non solo sportivo, ma anche economico, per coloro che da mesi si erano preparati a questo evento, pagando aerei e alberghi e programmato giorni di ferie. Un danno economico anche per i vari sponsor e partner, che avevano puntato su Roma, come fulcro per l’emergente turismo sportivo. Un progetto questo, che visto il numero degli iscritti, stava dando i suoi buoni frutti. A non funzionare, questa volta, sono state le autorizzazioni di alcuni Comuni dei Castelli Romani, che non avrebbero rilasciato il permesso di transito sulle l’oro strade. Bisogna però precisare, che ci sono stati Comuni, che nonostante problemi oggettivi, si sono adoperati per trovare una soluzione e cittadine che, dopo vari tentennamenti hanno alzato un vero e proprio muro con gli organizzatori . Il percorso di fatto era rimasto sempre lo stesso, ovvero quello che si è sempre percorso dalle primissime edizioni della corsa. 
La Partenza era prevista dal centro di Roma, tra il Circo Massimo e Via dei Fori Imperiali, poi dopo una passeggiata in alcuni luoghi simbolo della Città, la corsa avrebbe lasciato il centro abitato attraverso via di Porta San Sebastiano, per dirigersi verso Albano e Castel Gandolfo, con il famoso attraversamento della via panoramica. Poi passati per Rocca Priora, Rocca di Papa,Grottaferrata e Frascati i ciclisti sarebbero rientrati a Roma. Cosa non abbia realmente funzionato  nell’organizzazione è poco chiaro, perché se il Comune di Roma ha fatto tutto il necessario per garantire lo svolgimento della corsa, lo stesso non si può dire per alcuni Comuni dei Castelli. In particolare i problemi relativi all’annullamento della corsa, andrebbero ricercati nel divieto di attraversamento del territorio di Grottaferrata e di Castelgandolfo. Il Comune di Castel Gandolfo, avrebbe tentato di trovare una soluzione con gli organizzatori della corsa, per il transito sulla via Dei Laghi, proprio sulla strada panoramica, che a cause delle troppe buche, metteva a rischio la sicurezza dei corridori. Per il piccolo Comune dei Castelli era troppo oneroso rifare un manto stradale in breve tempo e per questo, non avrebbe rilasciato il permesso per il transito in quella zona. Discorso diverso per Grottaferrata. La cittadina alle porte della Capitale, se in un primo momento aveva dato il via libera, successivamente avrebbe cambiato idea a causa della canonizzazione della Beata Giuseppina Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo. Fatto singolare e che salta subito agli occhi, è che proprio il Comune di Grottaferrata dove oggi è assessore l’avvocato Gianluca Santilli, fondatore della Granfondo Roma e proprietario dell’evento fino allo scorso anno, non abbia tentato di trovare una valida soluzione per il transito della corsa. Di fatto non passare per il territorio di questa cittadina, impedisce il rientro a Roma. Anche Roma è interessata dalla canonizzazione della santa e proprio in una zona dove era previsto il passaggio della corsa, ma Comune e organizzazione, insieme erano riusciti a trovare una soluzione. Roma non avrà la sua corsa. Una sconfitta per l’Urbe e per tutti gli appassionati di ciclismo. L’amputazione del percorso, porterà sicuramente delle ripercussioni sull’immagine della Città, dove difficilmente si troveranno investitori coraggiosi, disposti in futuro a scommettere su un evento sportivo nel territorio Capitolino. Roma non avrà la sua Gran Fondo. La tanto attesa gara amatoriale con oltre 5000 iscritti, che doveva rilanciare il ciclismo nella Capitale, questa mattina è stata annullata. Al posto della granfondo di 120 chilometri ci sarà una garà di 65, ovvero solo il percorso medio. Un brutto colpo per i vari amatori, provenienti anche da oltre oceano, che volevano vivere l’emozione di correre sulle strade della Città Eterna, fino ai rinomati Castelli Romani. Un danno non solo sportivo, ma anche economico, per coloro che da mesi si erano preparati a questo evento, pagando aerei e alberghi e programmato giorni di ferie. Un danno economico anche per i vari sponsor e partner, che avevano puntato su Roma, come fulcro per l’emergente turismo sportivo. Un progetto questo, che visto il numero degli iscritti, stava dando i suoi buoni frutti. A non funzionare, questa volta, sono state le autorizzazioni di alcuni Comuni dei Castelli Romani, che non avrebbero rilasciato il permesso di transito sulle l’oro strade. Bisogna però precisare, che ci sono stati Comuni, che nonostante problemi oggettivi, si sono adoperati per trovare una soluzione e cittadine che, dopo vari tentennamenti hanno alzato un vero e proprio muro con gli organizzatori . Il percorso di fatto era rimasto sempre lo stesso, ovvero quello che si è sempre percorso dalle primissime edizioni della corsa. 
La Partenza era prevista dal centro di Roma, tra il Circo Massimo e Via dei Fori Imperiali, poi dopo una passeggiata in alcuni luoghi simbolo della Città, la corsa avrebbe lasciato il centro abitato attraverso via di Porta San Sebastiano, per dirigersi verso Albano e Castel Gandolfo, con il famoso attraversamento della via panoramica. Poi passati per Rocca Priora, Rocca di Papa,Grottaferrata e Frascati i ciclisti sarebbero rientrati a Roma. Cosa non abbia realmente funzionato  nell’organizzazione è poco chiaro, perché se il Comune di Roma ha fatto tutto il necessario per garantire lo svolgimento della corsa, lo stesso non si può dire per alcuni Comuni dei Castelli. In particolare i problemi relativi all’annullamento della corsa, andrebbero ricercati nel divieto di attraversamento del territorio di Grottaferrata e di Castelgandolfo. Il Comune di Castel Gandolfo, avrebbe tentato di trovare una soluzione con gli organizzatori della corsa, per il transito sulla via Dei Laghi, proprio sulla strada panoramica, che a cause delle troppe buche, metteva a rischio la sicurezza dei corridori. Per il piccolo Comune dei Castelli era troppo oneroso rifare un manto stradale in breve tempo e per questo, non avrebbe rilasciato il permesso per il transito in quella zona. Discorso diverso per Grottaferrata. La cittadina alle porte della Capitale, se in un primo momento aveva dato il via libera, successivamente avrebbe cambiato idea a causa della canonizzazione della Beata Giuseppina Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo. Fatto singolare e che salta subito agli occhi, è che proprio il Comune di Grottaferrata dove oggi è assessore l’avvocato Gianluca Santilli, fondatore della Granfondo Roma e proprietario dell’evento fino allo scorso anno, non abbia tentato di trovare una valida soluzione per il transito della corsa. Di fatto non passare per il territorio di questa cittadina, impedisce il rientro a Roma. Anche Roma è interessata dalla canonizzazione della santa e proprio in una zona dove era previsto il passaggio della corsa, ma Comune e organizzazione, insieme erano riusciti a trovare una soluzione. Roma non avrà la sua corsa. Una sconfitta per l’Urbe e per tutti gli appassionati di ciclismo. L’amputazione del percorso, porterà sicuramente delle ripercussioni sull’immagine della Città, dove difficilmente si troveranno investitori coraggiosi, disposti in futuro a scommettere su un evento sportivo nel territorio Capitolino. 
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