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The Videokid, Recensione Switch

Trent'anni fa si consegnavano giornali con la bici, oggi videocassette con lo skate

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Riguardo a The Videokid, dello studio indipendente Pixel Trip Studios, ha già scritto il nostro buon Edoardo Ullo alla sua maniera lo scorso anno. Torniamo a parlarne a più di un anno di distanza perché The Videokid è finalmente approdato su Switch, che potrebbe risultare un terreno ideale e molto fertile per mietere consensi e ritagliarsi un discreto pubblico.

Che sia di buongustai o di amanti del trash lo scopriremo alla fine di questa recensione sulla versione del gioco per la console ibrida di Nintendo.

NOSTALGIA PORTAMI VIA

The Videokid è un gioco che vuole omaggiare gli anni ‘80 e ‘90. Chi è nato in quegli anni o ne ha vissuto infanzia e adolescenza, non faticherà a notare in breve tempo quante citazioni più o meno illustri possiamo vedere mentre giochiamo.

Il gioco di Pixel Trip Studios presenta dei menu in rigorosa e gradevole pixel art, a cui fa da contraltare quella cubettosa e poligonale che ricorda lo stile portato in auge da Minecraft (nei videogiochi) e dai Lego, lontano dallo schermo. Il nostro personaggio risale una strada con la telecamera che lo segue dall’alto, come a volo d’uccello. E’ l’angolazione giusta per vedere tutto quello che circonda il nostro alter-ego che corre sopra uno skate, dovendo svolgere il lavoro di consegna videocassette a domicilio prima di raggiungere la sua ragazza, alla fine della strada.

Tra il dire ed il fare, però, ci sono di mezzo personaggi di videogiochi, di lungometraggi e serie tv, di cartoni animati occidentali di 30 o 40 anni fa, pronti a farci cadere dallo skate per interrompere la partita e raggiungere un precoce game over. E’ un costante ammiccamento al passato che, nei più attempati e sensibili, non può che generare genuine fitte di nostalgia canaglia al ricordare tutti i personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia.

SU MISURA DI SWITCH

The Videokid è uno di quei videogiochi indipendenti che non perde nulla dal passaggio dello schermo da salotto o da scrivania a quello da sette pollici del Nintendo Switch. Se vogliamo, è proprio di quei giochi che, data la sua natura da “mordi e fuggi”, poiché le partite possono durare pochi secondi o brevi minuti, stanno a Nintendo Switch come la Nutella sul pane.

La grafica è sempre e costantemente fluida. La definizione non si perde nel passaggio dal grande al piccolo schermo, la scelta cromatica affidata ad un saggio uso di contrasti cromatici rende perfettamente leggibile l’azione su schermo. Quello che può fare storcere il naso è l’assenza di una vera e propria trama.
La grafica cubettosa che ricorda Minecrat. Un senso di progressione accennato ma lontanissimo dal poterlo definire genuinamente “roguelike” e un alto rischio di frustrazione per i meno pazienti. The Videokid è un gioco che prevede tanti errori, quindi tanti game over, per permettere a chiunque di apprendere mosse e trucchi per sopravvivere alla pazza stradina anni ‘80/’90 in cui il protagonista sfreccia con lo skate, rischiando l’osso del collo ad ogni isolato.

COMMENTO FINALE

The Videokid su Nintendo Switch è, né più né meno, la fedele trasposizione della sua versione Pc. Il lontano nipote di quel Paperboy di Atari Games che, alla fine degli anni ‘80, ha messo tanti d’accordo sulla qualità intrinseca di grafica, animazioni e sonoro.

Ovviamente i tempi sono cambiati, e questo tipo di videogiochi non riscuote più larghi consensi, messi ad impietoso confronto con generi diversi ed esperienze di più largo respiro. Per tutti quelli che fossero interessati, invece, devono sapere che The Videokid è un videogioco che omaggia gli anni ‘80 e ‘90, oltre allo stesso Paperboy, e mette il giocatore nei panni del Videokid, cioè del ragazzo sopra lo skate che consegna le videocassette a domicilio. Affidandosi ad una visuale isometrica, a controlli semplici e ad un aspetto grafico che ricorda, molto da vicino, quello stile pixel+cubi tanto in voga dopo l’assoluto successo di Minecraft.

I comandi sono deputati allo spostarsi a destra e a sinistra, permettendo così di evitare ostacoli più o meno mobili. Si può anche effettuare un salto per evitare le situazioni più spinose e, avendo lo skateboard, si può anche “grindare” per dare un po’ di spettacolo nel quartiere.

Consegnare videocassette ed effettuare acrobazie frutta punteggio e, soprattutto, denaro che, tra un game over e l’altro, può essere speso per comprare vestiti nuovi al Videokid oppure abilità che possano aiutarlo a non schiantarsi con la faccia sull’asfalto.

La versione Nintendo Switch, soprattutto in modalità portabilità, non fa rimpiangere il salotto di casa e garantisce la massima fluidità anche quando si usa il piccolo schermo. Il gioco non perde definizione né diventa difficile da “leggere”: lo stile grafico è semplicemente perfetto e ben studiato. Il tipo di gioco, che offre brevi partite ma emozionanti, si presta perfettamente alla piccola, grande, ammiraglia di Nintendo.

Pregi

Nostalgico al punto giusto. Facile da apprendere. “Un’altra e poi smetto, giuro!”

Difetti

“Sono dieci volte che sbatto nello stesso punto, basta”. La grafica “alla Minecraft” non piace a tutti.

Voto

8

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