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Exit the Gungeon, la nostra Recensione Pc

Nato per mobile, ma ugualmente pensato per Pc (e Switch); vediamo come si è comportato il lavoro congiunto di Dodgeroll e Singlecore Games

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Alcuni ricorderanno senz’altro Enter the Gungeon, il dungeon crawler uscito quattro anni fa su Pc e PS4, per poi approdare l’anno successivo su Xbox One e Switch. Fiumi di proiettili da evitare, dungeon stracolmi di nemici da sconfiggere e assurdi personaggi da utilizzare imbracciando molte armi, probabili e improbabili. Il tutto con una formula da twin stick shooter, ora accantonata in Exit the Gungeon da parte dello studio Dodge Roll (questa volta in collaborazione con Singlecore Games), a favore di una da platform-shooter bidimensionale.

Distribuito da Devolver Digital, questo nuovo titolo indipendente è stato inizialmente rilasciato per Apple Arcade lo scorso settembre, dove poteva essere giocato sia con i tradizionali comando touch dello smartphone di turno, sia tramite un controller bluetooth supportato. Decaduta l’esclusiva temporale della durata di sei mesi, è poi approdato su Switch e Pc, via Steam, di cui abbiamo curato la seguente recensione. Vi auguriamo una piacevole lettura.

NOMEN OMEN

“Il nome è destino”, dicevano gli antichi romani. Dodge Roll e Singlecore Games hanno fatto sì che nel nome del gioco fosse contenuto lo scopo stesso. Al centro della scena vi è sempre il gungeon, così descritto dalle prime linee di testo:

C’è una leggenda che gira per la galassia…In un pianeta lontano si ergeva una fortezza, ma una forza sinistra squarciò il cielo e si abbatté su di essa. Nascosto tra le sue rovine giace un artefatto immensamente potente: un’arma che può uccidere il passato…

Mentre in Enter the Gungeon lo scopo era di entrarvi aprendosi la strada a suon di piombo, l’obiettivo in Exit the Gungeon è diametralmente opposto. Quella fortezza sta ora cadendo a pezzi, e i giocatori dovranno risalire la china per fuggire, tra dinamici ascensori verticali pieni di nemici e varie ambientazioni nominalmente statiche, ma ugualmente movimentate.

Exit the Gungeon

Il gungeon è di fatto un enorme covo di armi e proiettili, creato da un proiettile divino precipitato su un’antica fortezza. Una struttura nella quale era custodita un’arma in grado di riscrivere o di cancellare il tempo stesso, che ora sta rischiando di distruggere tutto quanto. E così i gungeonisti, cioè la squadra di esploratori del gungeon, dovranno evadere dalla fortezza in cui erano appena riusciti a entrare nello scorso capitolo.

La trama è di fatto un contorno all’azione frenetica (e altamente rigiocabile) dell’action roguelike che Exit the Gungeon rappresenta, ma curate e interessanti sono le tante descrizioni, che fungono da approfondimento della lore, dei personaggi e delle tantissime armi e oggetti presenti nel gioco. Il tutto è contenuto nel Diginomicon, una sorta di enciclopedia consultabile dal menu di gioco, i cui elementi saranno aggiunti una volta sbloccati giocando.

Dopo un breve filmato iniziale il giocatore si ritroverà in un hub sotterraneo, chiamato “sottovarco”, da dove sarà possibile cambiare personaggio, seguire un tutorial sulle meccaniche di gioco aiutato dal fantasma Ser Manuel e accedere ad alcuni negozi, che però non saranno disponibili fin dal primo momento. In alternativa ci si potrà catapultare direttamente nell’azione, tramite la porta centrale, per iniziare la risalita del gungeon.

FIUMI DI PROIETTILI IN ELEVAZIONE

Exit the Gungeon

Una volta iniziata la salita (e non più la discesa) nel gungeon, ci si ritroverà su di un ascensore, dove l’arrivo dei nemici sarà preceduto dalla benedizione della dea Kaliber, una misteriosa entità che ricompenserà le doti dimostrate sul campo di battaglia, tra abilità nell’uso delle armi e il talento nello schivare tramite le “rotoschivate”, eseguibili sia in aria che a terra; esse conferiranno qualche istante di invulnerabilità ai proiettili, tant’è che spesso sarà più vantaggioso correre verso di essi che non il contrario, per poterli schivare.
Ogni ingresso in una nuova run sarà segnato dall’elargizione del dono della dea, che simboleggia la meccanica peculiare del gioco. Mentre in Enter the Gungeon (e in un qualunque roguelike standard) le armi si raccolgono e sbloccano con l’avanzare del gioco, in Exit the Gungeon esse sono da subito disponibili nella loro totalità… Ma a rotazione continua.

Con una frequenza indefinita e in maniera completamente casuale, il personaggio controllato dal giocatore si vedrà cambiare l’arma equipaggiata nel corso del combattimento. In base al proprio andamento (danni ricevuti e inflitti, schivate riuscite ecc) si potrebbe ricevere un’arma più forte, ma di fatto qualunque strumendo di morte tende a non durare per più di alcune decine di secondi prima di essere ri-sostituito in maniera casuale. A seconda della benevolenza della dea Kaliber, il giocatore dovrà dunque ri-adattarsi più e più volte durante lo scontro, cercando di sopravvivere a ondate progressive di nemici e proiettili, di ogni forma e dimensione.

Exit the Gungeon

A dover essere raccolti e collezionati all’interno del Diginomicon sono invece i vari oggetti che fungono da potenziamento per il gungeonista. Più cuori di vita, proiettili più grassi (e quindi più grandi e potenti), e tantissimi altri buff; i rispettivi oggetti potranno essere ottenuti tramite drop dei boss, trovati in alcune stanze-dungeon o acquistati tramite il negozio di Bello, a cui si potrà accedere più volte nel corso dell’evasione dal gungeon, verso l’esterno. A completare l’equipaggiamento ci saranno delle “smart bomb”, che potranno essere trasportate in un limite di due, e che consentiranno tramite la pressione di un tasto di sgombrare l’intero schermo, seppur momentaneamente, da tutti i proiettili nemici. Utile per rifiatare un paio di secondi durante le fasi più concitate, ma da utilizzare con parsimonia.

Nel corso del gioco il giocatore potrà raccogliere e accumulare due differenti tipologie di valute. Una sarà legata alla run in corso, e consentirà di fare acquisti presso il negozio di Bello (vita extra, potenziamenti, ecc). Un’altra sarà invece legata alla partita in sé, e si conserverà a prescindere dalle volte in cui si verrà sconfitti, per poi ricominciare da capo la salita del gungeon.
Tale valuta potrà essere utilizzata presso un negozio che si sbloccherà in seguito, e che consentirà l’acquisto di oggetti extra, che potranno poi capitare durante le varie run. All’interno del sottovarco sarà inoltre possibile fin da subito scegliere tra ben quattro personaggi, la cui sola differenza sarà legata alla progressione nel gungeon. Mentre la prima fase della salita sarà uguale per tutti, quelle successive differiranno in base al personaggio scelto, in modo da garantire un diverso e più personale percorso di evasione.

INFERNO DI PIOMBO IN SINGHIOZZANTE PIXEL ART

Exit the Gungeon

Contestualmente, Exit the Gungeon si pone più come spin-off che come autentico sequel di Enter the Gungeon. Svariati boss e nemici sono inevitabilmente riciclati dal primo capitolo, e proposti all’interno della nuova cornice tutta platform e arma-casuale, che si contraddistingue per un tasso di difficoltà tutt’altro che trascurabile. Le meccaniche di base sono poche e semplici da apprendere, ma ben altro discorso è quello relativo all’atto di dominarle, per poi riuscire oggettivamente a lasciarsi dietro un boss dopo l’altro nel corso della partita. La meccanica peculiare del titolo, basata su un cambio costante e randomico dell’arma in possesso, sarà spesso causa di frustrazione, insieme agli spazi angusti propri delle varie ascendenti location entro cui ci si potrà muovere.

Ottimo sia il comparto grafico, realizzato minuziosamente in pixel art, che quello sonoro, capace di arricchire con le note giuste qualunque tipo di scontro. Decisamente più incerto è il lato tecnico legato all’ottimizzazione, con diverse incertezze sul piano del framerate. Durante le fasi più concitate (soprattutto scontri con i boss) capiterà di notare alcuni “singhiozzi”, che invece saranno la normalità durante i momenti precedenti alla salita di un piano successivo. Ogni nuova area sarà preceduta da un inciampo da parte del framerate, indipendentemente dai settaggi grafici e dalla presenza del gioco su Hard Disk o SSD (che a volte risolve problemi di questo tipo in alcuni titoli). Eppure, anche grazie ai soli 8,19 euro su Steam e 9,99 euro su Switch, il prodotto di Dodge Roll e Singlecore Games resta un must per tutti gli amanti dei bullet hell e dei roguelike.

COMMENTO FINALE

Si torna nel gungeon armati fino ai denti, ma stavolta con l’obiettivo di uscirne il più velocemente possibile. Il tutto con una meccanica su base aleatoria che farà storcere il naso a molti puristi del genere roguelike, ma che d’altra parte alza notevolmente sia l’asticella della difficoltà, sia la connotazione strategica del gameplay. Dopo sei mesi su Apple Arcade Exit the Gungeon arriva su Pc e Switch, in presenza di comandi più affidabili e precisi in grado di regalare ancor più precisione e dinamismo al proprio pixelloso avatar.

Uno spin-off dell’acclamato Enter the Gungeon da cui ricicla alcuni asset, ma dal quale prende altresì le distanze in termini di stile. Da un tradizionale e coinvolgente twin stick shooter a un inferno di proiettili bidimensionale dall’elevata componente platform.

Una metamorfosi accattivante frenata solo da una discutibile meccanica di gioco e da alcune incertezze sul lato tecnico, che fanno da piccoli argini a uno scorrevolissimo fiume interamente composto da proiettili, tanto da sparare quanto da evitare. Un’elevata rigiocabilità a prezzi modici che farà la gioia degli aficionados del genere.

Pregi

Spin-off accattivante dell'universo del gungeon. Un comparto grafico e audio pregevole, delizia per il palato di occhi e orecchie. Un'elevata rigiocabilità assicurata da un elevato numero di nemici, armi e oggetti. Rapporto qualità/prezzo eccellente.

Difetti

Difficoltà spesso frustrante, soprattutto per quelli poco avvezzi al genere, che si ritroveranno schiacciati da spazi fin troppo angusti dove muoversi. Meccanica peculiare di armi randomiche che regalerà più dolori che gioie, e che quasi annulla la filosofia dietro alla progressione nel genere roguelike. Poche ma fin troppo percettibili incertezze sul lato tecnico.

Voto

7,5

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