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Omno, la nostra recensione Pc

Jonas Manke ci porta a compiere un viaggio allo scoperta di un antico mondo di meraviglie

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Le origini di Omno sono quelle che accomunano tanti titoli indie di qualità. Tutto ha inizio qualche anno fa, quando Jonas Manke, fondatore e unico membro di Studio Inkyfox, decide di cercare sostegno su Kickstarer. L’idea è molto chiara: creare un’affascinante avventura rompicapo caratterizzata da “un’esplorazione d’atmosfera”. Lo sviluppatore indipendente tedesco riesce nel suo intento, raccogliendo quasi 100.000 euro a fronte dei 32.000 richiesti come traguardo iniziale.

Grazie all’apporto di quasi 3.500 sostenitori vengono inoltre raggiunti diversi stretch goal, tra cui la realizzazione delle versioni per console. Il progetto convince a tal punto da ottenere il supporto di Microsoft, che lo inserisce poi nel catalogo dell’Xbox Game Pass. Ma senza ulteriori indugi andiamo a scoprire Omno in questa recensione della versione Pc. Ricordandovi che il gioco, pubblicato da Future Friends Games, è altresì disponibile su PS4, Xbox One e Switch. Buona lettura.

CAMMINO VERSO LA LUCE

Qualunque giocatore avente un background videoludico rispettabile capirà fin dai primi minuti di gioco quanto Omno sia un’opera assai derivativa. La “formula ludica” che anima il gioco è infatti quella già conosciuta (e resa apprezzata) in titoli come Abzu e Journey. Pochi e semplici comandi, focus sull’esplorazione e sulla scoperta e soprattutto un viaggio alimentato da emozioni e sensazioni.

Iniziando una nuova partita noteremo da subito la mancanza di qualsivoglia tutorial. Impersoneremo una creatura antropomorfa taciturna, con in un mano un bastone (presumibilmente magico) e appena risvegliatasi in una sorta di palude. Ciò che dovremo fare sarà ugualmente chiaro. Alzarci e proseguire, in un cammino dove il potere di una civiltà perduta ci condurrà attraverso vari biomi… E persino sulle nuvole.

Omno
Nessuna istruzione o suggerimento, ma solo un viaggio da iniziare…

Durante questo viaggio tra la natura e antiche rovine avremo modo di incontrare molte creature bizzarre. Una di queste, dopo un’iniziale diffidenza, diventerà sempre più nostra amica e compagna. Arrivando persino a divenire la nostra guida all’interno di una sostanziale successione di esplorazioni, scoperte ed enigmi. Il passaggio tra un bioma e l’altro avverrà infatti attraverso dei portali speciali, che però dovranno essere attivati.

Per farlo dovremo recuperare alcune “sfere di luce”, la maggior delle quali risulteranno sigillate da un’enigma che prima dovrà essere risolto. Quelle rimanenti invece potranno essere trovate in giro per il bioma di turno, oppure fatte cadere da degli obelischi. In quest’ultimo caso dovremo però caricare il nostro bastone con la luce raccolta da altre creature o dall’ambiente circostante. Dopo averne accumulata a sufficienza, potremo “riversarla” nell’obelisco e raccogliere la sfera posta alla sua cima.

UNA FLUIDA SINFONIA

Omno
Il potere più affascinante e divertente che sbloccheremo sarà quello che ci permetterà di usare il bastone come uno snowboard

Scoprendo animali (che vengono aggiunti a una sorta di piccolo database) e interagendo con le rovine scopriremo qualcosa in più su Omno e sul contesto in cui ci ritroveremo ad agire. Ma non essendoci combattimenti di sorta, l’unica sfida proposta dallo sviluppatore consiste appunto nella risoluzione di vari enigmi.

Di difficoltà crescente attraverso il passaggio da un bioma a quello successivo, ma mai impossibile o frustrante.  Quello proposto da Jonas Manke e il suo Studio Inkyfox è un’avventura dal retrogusto onirico. Una proverbiale “staccata di spina” dal flusso adrenalinico comune a molti giochi contemporanei.

Omno
Anche se non impossibili, gli enigmi in fase di gioco avanzato non andranno presi alla leggera

Ciò tuttavia non esclude del buon divertimento, sorretto da una notevole “fluidità ludica”.  A sorprendere non sarà tanto l’atto di apprendere, da parte del protagonista, diverse abilità nel corso del suo viaggio. Bensì il modo con cui sarà possibile “farle dialogare”.

Cosa che restituirà a noi giocatori una sensazione di immediatezza tutt’altro che usuale per un titolo di una simile risma. Scivolare su un bastone, poter planare, compiere dei teletrasporti attraverso dei punti specifici… Tutte frecce all’arco che dovrà prevalere sugli enigmi e in generale sul cammino da percorrere.

UN’OPERA D’ARTE ENIGMATICA

Omno
A volte creature leggendarie dalle imponenti dimensioni ci aiuteranno a proseguire

Tecnicamente ci troviamo di fronte a un ottimo utilizzo dell’Unreal Engine. A dispetto della generale (ma gradevole) resa low poly, l’ottima illuminazione e le superbe animazioni rendono Omno un titolo di livello sorprendentemente alto.  Soprattutto se consideriamo il fatto che è stato sviluppato solamente da una persona.

Ovvero Jonas Manke, la cui esperienza ultradecennale da animatore freelance (su molti film e giochi, tra cui State of Decay) traspare in tutta la sua completezza. L’unico aiuto su cui lo sviluppatore con base a Bielefeld ha voluto contare riguarda la colonna sonora, affidata a Benedict Nichols. Un capace compositore indipendente che abbiamo già conosciuto in titoli come The Falconeer e Before We Leave.

Grazie a lui il viaggio (seppur breve, visto che potremo completare il gioco in 4-5 ore circa) sarà reso ancor più memorabile, grazie al pregevole accompagnamento audio. Incredibilmente non abbiamo riscontrato alcuna incertezza a livello di framerate o bug di sorta. Tuttavia qualche imprecisione nei comandi e una telecamera non sempre semplice da gestire non sono passati inosservati.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Magia, mistero, un po’ di buoni rompicapi. Omno si aggiunge alla costellazione di titoli che portano sì a compiere un viaggio colmo di meraviglie, ma senza spargimenti di sangue o sfide particolarmente ostiche. Pur non facendo nulla di concreto per mascherare le fin troppo palesi muse ispiratrici videoludiche, il buon Jonas Monke riesce a portare a casa un ottimo risultato. Un prodotto tecnicamente quasi ineccepibile, avente tutto sommato una sua identità e sorretto da un saggio utilizzo delle risorse a disposizione di un singolo sviluppatore. Il cui passato da animatore si riflette in ogni movimento del silenzioso protagonista, creatura di poche (o per meglio dire, nessuna) parole ma tanti fatti.

Pregi

Breve durata ma grande intensità. Deliziosa progressione scandita attraverso le tappe di un meraviglioso viaggio tra antiche rovine e ottimi rompicapo. Comparto tecnico (grafico, sonoro e performance) sorprendentemente valido a dispetto dei mezzi a disposizione. Pur riuscendo ad avere una sua identità...

Difetti

... La natura fortemente derivativa del titolo risulta molto, troppo evidente. Una gestione a volte difficoltosa della telecamera e alcune imprecisioni nei comandi tradiscono le origini di un progetto altrimenti privo di sostanziali sbavature.

Voto

7,5

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