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Darksiders Genesis: recensione della versione console

Finalmente abbiamo potuto mettere le mani su Darksiders Genesis, il prequel che vi mette per la prima volta nei panni di Conflitto (Strife) e vi permette di giocare insieme ad un amico online o in split-screen.

Quando lo scorso giugno THQ Nordic ha annunciato Darksiders Genesis siamo rimasti incredibilmente sorpresi. Dopo le vendite tutt’altro che esaltanti e la tiepida accoglienza riservata al terzo capitolo, non pensavamo avremmo rivisto la serie in tempi brevi. Il nostro stupore ha poi raggiunto picchi elevatissimi quando alla fine del breve teaser spuntava il logo di Airship Syndicate. La serie sarebbe tornata – seppur momentaneamente – nelle mani del suo creatore, Joe Madureira. Certo, era facile intuire che Genesis sarebbe stato un progetto minore, ma a noi questo bastava perché i ragazzi di Airship avevano già dimostrato di non aver perso lo smalto con il buon Battle Chasers: Nightwar e ci aspettavamo grandi cose. Eccoci dunque nel momento del verdetto finale, le aspettative saranno state soddisfatte?

Genesis, il prequel che non ti aspetti

Iniziamo col dire che Darksiders Genesis è un prequel dell’intera serie, pertanto precede di parecchi anni le vicende accadute nel primo capitolo. I protagonisti di questa storia sono Guerra e Conflitto, incaricati dall’Arso Consiglio di fermare Lucifero. Per qualche oscuro motivo il Principe delle Tenebre sta aiutando alcuni demoni al perseguimento dei loro obiettivi, mettendo in crisi l’equilibrio. Da qui ha inizio il viaggio dei due Cavalieri – guidati da Samael e Vulgrim – nel tentativo di fermare i demoni coinvolti nei piani di Lucifero.

Senza svelare altri dettagli sulla trama, possiamo dire che il gioco non fa chissà quali rivelazioni ma offre un ulteriore tassello da aggiungere alla storia. Se siete fan irriducibili avrete pane per i vostri denti: ritroverete alcuni personaggi storici e soprattutto, farete la conoscenza di Conflitto. Quest’ultimo è il più chiacchierone dei quattro Cavalieri, quello più irriverente, con la battuta sempre pronta e già in questo capitolo dimostra il suo potenziale. Vederlo in coppia con l’inamovibile Guerra è quindi uno spasso e dà vita a siparietti comici che rendono l’intera campagna piuttosto gradevole.

Questione di prospettive

Tra le novità apportate in Darksiders Genesis, l’elemento che più salta all’occhio è senza dubbio quella visuale isometrica che a molti avrà ricordato Diablo. In realtà, a parte il cambio di prospettiva, l’esperienza proposta dal titolo è quella tradizionale della serie fatta di combattimenti, esplorazione ed enigmi ambientali. Ammettiamo che all’inizio è stato abbastanza straniante, ma già dopo qualche ora di gioco, quasi non sentivamo la differenza con i capitoli principali. Detto ciò, l’avventura è composta da diciassette missioni (di cui alcune dedicate ai boss) accessibili da un hub situato nel Vuoto. Ciascuna missione è ambientata in determinate zone che, come da tradizione, sono disseminate di potenziamenti e collezionabili come le immancabili monete del traghettatore. Quest’ultime infatti sono fondamentali (insieme alle anime) per fare affari con Vulgrim e Dis, i due mercanti presenti nel gioco. Il primo vende potenziamenti di varia natura e nuclei di mostri, mentre la seconda – accessibile dopo qualche missione – è focalizzata sulle tecniche di combattimento.

L’arte della Guerra

Per quanto riguarda le battaglie, Darksiders Genesis offre sensazioni sia familiari che inedite. Ciò è da attribuire ai due protagonisti, i quali possiedono due stili ben differenti. Mentre Guerra è rimasto pressoché invariato rispetto a Darksiders (con qualche semplice modifica contestuale relativa alle rune), Conflitto offre un approccio fresco e nuovo. Infatti, nei panni del pistolero il gioco si trasforma in un twin-stick shooter divertentissimo. Esso dispone di due modalità di fuoco personalizzabili con sei tipologie di munizioni differenti che causano gli effetti più disparati. Per di più, possiamo contare su un’abilità speciale chiamata Serie Fortunata. Colpendo i nemici riempiremo una barra dedicata che, una volta completa, incrementa la potenza dei colpi e scatena effetti secondari. Ne consegue che si possono creare combinazioni devastanti. Aggiungete al tutto veloci attacchi corpo a corpo e otterrete uno dei Cavalieri più divertenti di sempre.

Entrambi i personaggi possiedono anche tre abilità basate sulla collera più una extra chiamata sinergia (dotata di una barra a parte) che scatena un coreografico attacco in coppia. Inoltre, quando si gioca da soli, questa tecnica causa uno switch istantaneo del personaggio. A chiudere il cerchio ci pensano poi le immancabili trasformazioni che rendono i Cavalieri delle macchine inarrestabili per una manciata di secondi.

Ancora una volta tornano i gadget che, tra vecchi e nuovi rendono gli enigmi sempre divertenti. Se avete già spolpato i titoli precedenti vi ritroverete comunque a vostro agio tra cristalli da attivare, portali dimensionali e nuove trovate decisamente interessanti. Per quanto concerne l’esplorazione, è piacevole notare come entrambi i personaggi siano stati dotati delle Ali del Vuoto e del Gancio Fantasma (visto in Darksiders 2) che consentono l’esplorazione verticale delle mappe e permettono di raggiungere zone nascoste.

Nuclei collezionabili

Il sistema di combattimento di Darksiders Genesis è infine reso più profondo dalla meccanica dei nuclei di mostro. Ogni nemico ha una certa probabilità di rilasciare alla morte un nucleo utilizzabile in uno speciale skill tree. Abbiamo dunque slot primari e secondari che a loro volta possono essere abbinati a tre tipi di nuclei di creature. Abbinando i nuclei agli slot corretti (attacco, collera o jolly) si ottengono dei bonus per entrambi i Cavalieri. I nuclei possono essere a loro volta potenziati fino al terzo livello: per farlo è necessario droppare un certo numero di volte lo stesso nucleo o trovarlo in alcune casse vendute da Vulgrim. Potenziando i nuclei si ottengono bonus migliori e ciò può spingere a farmare specifici livelli per ottenere i nuclei desiderati. In ogni caso, l’obiettivo ultimo di tutto ciò è di creare la build più adatta al proprio stile di gioco.

Comparto tecnico e direzione artistica

Inutile girarci attorno, la direzione artistica di Darksiders Genesis è a dir poco favolosa. Lo stile di Mad è inimitabile e dopo un terzo capitolo orfano di tanta bellezza, è stato bello sentirsi nuovamente a casa. Giocando abbiamo sentito che tutto era al suo posto, dagli incantevoli scenari fino alle splendide sequenze realizzate dall’artista. Il tutto è poi accompagnato dalla splendida colonna sonora realizzata da Gareth Coker, capace di scatenare un tripudio di emozioni.

L’aspetto più debole della produzione è purtroppo il comparto tecnico, che soffre di qualche singhiozzo. Nel nostro caso abbiamo provato il titolo su PlayStation 4 Slim e siamo incappati in saltuari cali di frame rate (anche pesanti) e bug di varia natura che talvolta ci hanno causato qualche grattacapo. Dobbiamo menzionare anche qualche difficoltà nel superamento di certe fasi platform che si sono rivelate imprecise a causa della telecamera. Molto buona invece la modalità cooperativa split-screen che non ha causato alcun tipo di rallentamento. Purtroppo però non siamo riusciti a provare il titolo online, di conseguenza non abbiamo potuto testare il netcode.

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Nonostante si tratti di un progetto secondario, Darksiders Genesis è stato capace di immergerci nuovamente nelle atmosfere che hanno reso celebre la saga nei primi capitoli. Pur non proponendo chissà quali evoluzioni strutturali, tutto funziona egregiamente e il multiplayer porta un valore aggiunto considerevole. Al netto di qualche problematica, la nostra esperienza con il titolo di Airshyp Syndicate è stata piuttosto positiva. Abbiamo apprezzato le novità legate al gameplay così come l’introduzione di Conflitto, tanto divertente da giocare quanto interessante in termini narrativi. Sebbene il capitolo dedicato al pistolero sarà sviluppato da Gunfire Games, il team di Madureira ha gettato le basi per la costruzione di quello che potrebbe essere il migliore dei quattro Cavalieri. La nostra avventura è durata circa ventiquattro ore lasciandoci indietro qualche collezionabile e le difficoltà più alte. Si tratta dunque di un gioco estremamente longevo grazie alla sua rigiocabilità e alle possibilità dettate dalla modalità cooperativa, in grado di rendere tutto più divertente. Insomma, se sentite la mancanza dei primi Darksiders o siete alla ricerca di un gioco da affrontare con un amico, Genesis è il gioco che fa per voi. Darksiders Genesis: recensione della versione console