The Jackbox Party Pack 9 – Recensione

Sviluppatore: Jackbox Games Publisher: Jackbox Games Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Party Giocatori: 1-10 PEGI: 12 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Tra un folle quiz e un tentativo di sincronizzarci sui pensieri dei nostri amici, abbiamo realizzato la recensione di The Jackbox Party Pack 9. L’ultima aggiunta al catalogo della famosa serie di party game di Jackbox Games vanta alcuni graditi ritorni, affiancati da interessanti novità. Prendete un dispositivo adatto e lanciatevi con noi nella festa. Occhio però a salvaguardare le amicizie.

Divertimento per tutti

Per chi fosse neofita della serie Jackbox Party Pack, giunta come è facile dedurre al nono capitolo, facciamo una breve introduzione. Nata nel 2001 con il nome di You Don’t Know Jack, questa saga si è trasformata solo nel 2014 in una raccolta di mini giochi da divano. The Jackbox Party Pack 9 ripropone tutte le migliorie maturate negli anni, tra cui la possibilità di giocare mediante smartphone e tablet. Questa funzione rende le sfide immediate e semplici da gestire anche per grandi gruppi di giocatori, senza bisogno di accessori aggiuntivi o strumenti particolari.

Il nono capitolo porta con sé tanti elementi tipici della tradizione ma anche alcune novità, prima su tutti la possibilità di generare un codice QR per accedere alle stanze. Si tratta di un elemento marginale, che era stato però richiesto a gran voce dalla community della serie. Il team di Jackbox Games, come abbiamo imparato negli anni, è da sempre attenta ai desideri dei suoi fan, come dimostra questa piccola miglioria.

Ovviamente però non può bastare un codice ad attirare i giocatori reduci magari dall’ultima fatica dello studio. The Jackbox Party Starter è infatti sì una sorta d’introduzione, ma è anche una validissima raccolta di giochi. Ecco quindi che, come anticipato, per The Jackbox Party Pack 9 ci sono graditi ritorni e nuove prove per mantenere in forma la propria mente. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare di umiliare i propri amici e condividere i risultati sui social network.

Conigli e unicorni

Per analizzare la raccolta di mini giochi presenti in quest’opera partiamo da quella più classica. Fibbage 4 è una sfida decisamente cara agli appassionati ed è pronta a piantare il seme del dubbio nel gruppo di giocatori, siano essi amici o familiari. Da due a otto giocatori si sfidano infatti in un gioco di bluff pieno di domande. Nel proprio turno viene presentato un quesito più o meno strano, a cui saranno collegate una serie di risposte. I giocatori dovranno creare (o farsi suggerire) un’opzione aggiuntiva da nascondere tra quelle presenti per ingannare gli altri concorrenti.

Una volta date le risposte, si otterranno punti sia in caso si trovi quella corretta, sia riuscendo a “fregare” gli altri giocatori, spingendoli a scegliere l’opzione creata ad hoc. La sfida culmina con una doppia domanda, per cui creare un’unica opzione di risposta adatta in entrambi i casi. Solo chi riuscirà a darla a bere a più persone possibile diventerà il vincitore.

Terminate le domande si passa a Roomerang, una sorta di reality show in cui bisognerà rispondere ai comandi e alle sfide di ruolo. A questa prova deve partecipare un numero più corposo di giocatori, minimo quattro e massimo nove, dato che subentreranno delle votazioni per eliminare i concorrenti meno abili. L’idea è interessante, ma questo tra i cinque mini giochi è forse quello più debole e privo di mordente, anche se chi ama i reality avrà di che divertirsi.

Bacia il rospo

Dai reality passiamo alle fiabe con Junktopia. Uno strano mago vi ha trasformati in rane e, per invertire il sortilegio, vi pone davanti a una sfida. Decantare e vendere del ciarpame spacciandolo per un tesoro. Create storie incredibili con oggetti assurdi, cercando magari di contrattare per risparmiare qualche spicciolo. Dopo tre round, la rana che avrà ottenuto maggior profitto sarà trasformata di nuovo in un essere umano. Le altre… Beh, ci sono locali in cui fanno un’ottima zuppa di rana.

La pancia piena servirà anche per gestire Nonsensory, in cui da tre a otto soggetti si sottoporranno a una serie di test. Lo scopo è quello di valutare l’NSP (Nonsensory Perception), cercando d’indovinare un valore percentuale sulla base della risposta fornita dai giocatori. Nonsensory si basa, oltre che su risposte scritte, anche su disegni e altre tipologie di test. Quello creato dal vostro amico sarà un rospo? E quanto sarà disgustoso in percentuale? Queste risposte, se corrette, vi condurranno alla vittoria.

Chiude la rassegna quello che a mani basse è a nostro avviso il mini gioco più bello della raccolta. Quixort è un ibrido tra Tetris e un quiz game. Due team composti da uno a dieci giocatori si sfidano su varie categorie, cercando di riordinare una serie di elementi sulla base di un’informazione specifica. Potrebbe essere la data di creazione di un’invenzione, il numero di medaglie d’oro di un atleta e molto altro ancora. Ogni risposta corretta frutterà punti per la squadra: chi riuscirà a mischiare conoscenza e fortuna al meglio sarà eletto vincitore.

And the Oscar goes to…

La panoramica sui giochi contenuti in The Jackbox Party Pack 9 ha lo scopo d’introdurre la nostra valutazione generale sul pacchetto. Come sempre il lavoro svolto da Jackbox Games è ottimo, nonostante vi sia sempre nelle raccolte un titolo che in un modo o nell’altro risulta più debole degli altri. Complice anche l’elevato numero di giocatori richiesto, questo premio lo merita infatti Roomerang. Quattro utenti è il minimo sindacale, ma sei saranno quasi indispensabili per potersi divertire.

Il gioco che invece ci ha stupito di più è senza dubbio Quixort, che offre una meccanica mai banale che spinge il gruppo a collaborare (e a volte discutere) per collocare le risposte nel corretto ordine. Inutile dire che la tipologia di gioco permette di gestire sia gruppi contenuti che grossi raduni di amici e parenti, lanciando subito tutti nel vivo. La componente “intelligente”, mischiata a quella inevitabile della fortuna, lo rendono un prodotto davvero ben riuscito. Questi sono comunque giudizi che sono influenzati nel bene e nel male dal gusto personale, come accade in ogni raccolta di Jackbox Games.

Ciò che invece non può essere contestato è l’eccellente lavoro svolto a livello tecnico. Tutti i mini giochi sono realizzati con un loro specifico design, sempre divertente e accattivante. Su tutti, Junktopia è sicuramente quello che ci ha fatto più divertire a livello di disegni. Ottima anche la colonna sonora, così come l’ormai consolidata stabilità dei server di Jackbox TV. Pressoché infinita invece la longevità, a patto di non mandare in rovina tutte le vostre amicizie nel tentativo di primeggiare. Chiudiamo con una nota dolente: in fase di test, infatti, la lingua italiana non era ancora presente. Non temete però, perché il team ha già annunciato che a breve una patch localizzerà il tutto nel nostro idioma.

Trofeisticamente parlando: godi solo a metà

Ciò che invece non verrà cambiato da nessuna patch è l’assenza (ormai cronica) di un bel trofeo di Platino. La lista trofei di The Jackbox Party Pack 9 non stravolge la tradizione, proponendo venti trofei di solo bronzo, da sbloccare in varie sessioni con gli amici. Certo, utilizzare più device contemporaneamente vi porterà in men che non si dica al 100%, ma forse è meglio pensare a divertirsi.

VERDETTO

The Jackbox Party Pack 9 è una grande aggiunta al già ricchissimo ventaglio di possibilità offerto da Jackbox Games. Al netto di un paio di mini giochi con meno mordente degli altri, questo nono capitolo offre sfide per ogni cervello. Se preferite lottare sulle percentuali potete cimentarvi in Nonsensory, se invece amate la follia allora lanciatevi senza indugi in Junktopia. Quello che conta è radunare quanti più amici possibile, per passare serate in compagnia, divertendosi tra domande scomode e risposte ingannevoli. Ancora una volta, i ragazzi di Jackbox Games hanno colpito nel segno: cosa aspettate a creare il party perfetto?

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.