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GTA V, un ex di Rockstar Games parla di un ambiente lavorativo terribile

Mentre procede lo sviluppo della sesta iterazione, si torna a parlare di GTA V in termini di ambiente di sviluppo negativo, secondo le testimonianze di più membri che hanno lasciato il team. Non è la prima volta infatti che Rockstar Games venga tirata in ballo a seguito di certe dichiarazioni e nelle scorse ore ne è giunta un’altra da parte di un ex dipendente.

Jonathan Gwyn, ex Senior Environment Artist di Rockstar Games, ha descritto la sua esperienza all’interno della compagnia al tempo dello sviluppo di GTA V. Questo ultimo lavorò al gioco dal 2011 al 2012, occupandosi nello specifico della creazione di deserti, strade, binari, montagne e altro, parlando di una cultura lavorativa terrificante, che al tempo gli causò dei problemi all’interno della compagnia.

L’artista ha parlato passando da un’intervista concessa a Reece Reilly per il canale KIWI TALKZ, in parte dedicato a dialogare con gli sviluppatori del mondo videoludico. Secondo Gwyn, i problemi non dipendevano solo dalla dirigenza, ma tutte dalle persone: “Non era tanto l’azienda che mi stava mandando in depressione, quanto l’atteggiamento delle persone al suo interno, quelle intorno a me; si lamentavano così tanto ed erano così negative riguardo le cose e dopo un po’ sai che non puoi passare otto o dieci ore al giorno, cinque giorni alla settimana, con persone che semplicemente non amano ciò che stanno facendo“.

L’autore rivela che uno dei motivi che lo hanno spinto ad andarsene risiede nelle lamentele degli altri sviluppatori, i quali avevano un atteggiamento negativo nei confronti di qualunque cosa facessero insomma. Non riuscendo a lavorare in tale contesto, Gwyn ha poi trovato lavoro presso Qualcomm, aggiungendo che i suoi superiori non fossero contenti della sua decisione di lasciare Rockstar Games. L’autore tuttavia non si è mai pentito, ritenendola la cosa giusta da fare in quel momento.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.