One Piece: Pirate Warriors 4 – Recensione

Sviluppatore: Omega Force Publisher: Bandai Namco Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Musou Giocatori: 1-2 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 69.99 € Italiano:

Ebbene sì, dopo più di venti anni, 96 Tankōbon e 927 episodi rilasciati, siamo ancora qui a parlare di One Piece. La serie targata Eiichirō Oda non si è accontentata solo di diventare la più longeva di sempre, ma ha saputo trasformarsi con il passare degli anni, tanto da diventare un vero e proprio fenomeno di culto anche per chi con i manga, e ovviamente gli anime, si limita alla classica conoscenza per il sentito dire. In diverse occasioni le avventure di Monkey D. Rufy, “Cappello di Paglia”, hanno provato a fare breccia anche nel cuore dei videogiocatori ma, tra generi non proprio amati e prodotti al limite della decenza, non hanno mai saputo conquistare estimatori al di fuori dei fan della serie manga.

one piece pirate warriors 4

Con One Piece World Seeker, i ragazzi di Bandai Namco sembravano aver trovato finalmente il bandolo della matassa ma, anche in questo caso, l’eccessivo hype attorno al progetto ha finito per creare aspettative troppo alte che sono state poi disintegrate in fase di release. Per riportare in auge One Piece in ambito videoludico c’era bisogno di tornare alle origini ed è proprio quello che hanno pensato, e voluto, i ragazzi di Koei Tecmo e Omega Force. Dopo circa cinque anni dal precedente capitolo, eccoci quindi stringere tra le nostre mani One Piece: Pirate Warriors 4, ultima incarnazione della serie di musou ispirata all’universo del maestro Oda. Siete pronti a spiegare le vele e partire “di nuovo” alla volta dell’ambito tesoro di Gold Roger?

Vecchi amici, nuove avventure

Fin dai primi istanti sarà chiaro che One Piece: Pirate Warriors 4 non è un classico musou. L’ultima fatica targata Omega Force non vuole infatti limitarsi a offrire un’esperienza basata esclusivamente su un gameplay frenetico e spettacolare, ma vuole celebrare una componente narrativa che è la vera fautrice del successo della serie. Dopo una breve introduzione, il gioco non perderà troppo tempo a farci indossare i panni di Rufy e a buttarci nel bel mezzo della lotta tra Big Mom e Kaido nell’isola di Wano. Grazie a questo inizio in medias res non ci limiteremo a imparare i rudimenti per combattere le orde di nemici, ma capiremo anche che, come per il predecessore, molte situazioni verranno riproposte in maniera originale e quindi differenti rispetto all’omonima opera cartacea. Nonostante ciò possa far storcere il naso ai puristi, il comparto narrativo riesce perfettamente a tenere incollato allo schermo il videogiocatore e a invogliarlo a portare a termine quanto prima l’interessante campagna principale.

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Se avete avuto modo di mettere le mani sul precedente capitolo, allora saprete esattamente il lungo viaggio che vi aspetta. Pirate Warriors 3 permetteva di rivivere tutte le avventure di Monkey D. Rufy fino a una versione originale dell’arco narrativo di Dressrosa. Questo quarto capitolo adotta invece un approccio diverso. A discapito di alcune saghe, avremo la possibilità di vivere in maniera più dettagliata quelli che vengono considerati gli archi narrativi più simbolici e importanti. Oltre a poter combattere Crocodile fuori dalle mura di Alabasta, a rivivere i tragici momenti di Marineford e a risolvere i problemi di Sanji a Whole Cake Island, potremo anche riassaporare gli eventi di Water Seven/Enies Lobby, Sabaody e Dressrosa. In maniera istintiva dobbiamo ammettere che anche noi ci siamo sentiti infastiditi da questi drastici tagli, ma proseguendo la storyline principale abbiamo iniziato a capire i reali motivi dietro a tale scelta. Rispetto al suo predecessore, Pirate Warriors 4 cerca di raccontare nella maniera più completa possibile gli eventi di una particolare isola proponendo al giocatore un numero nettamente superiore di missioni da affrontare.

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Per farvi comprendere meglio la situazione, dobbiamo necessariamente tirare fuori qualche numero. La narrativa messa in piedi per questo capitolo dai ragazzi di Omega Force viene infatti spalmata lungo trenta missioni; un numero ben superiore alle ventuno del terzo episodio. Capite quindi che è naturale aspettarsi un racconto più ricco di dettagli e di situazioni proposte. Se a ciò aggiungiamo anche una serie di filmati animati spettacolari ed emotivamente significativi, possiamo pure allargarci nel dire che questo nuovo titolo potrebbe rappresentare una più che valida alternativa per i neofiti per iniziare a conoscere meglio il magico mondo di One Piece. Il carisma e la personalità dei personaggi più famosi non faticheranno a bucare lo schermo durante la decina di ore necessarie per il completamento della campagna principale, un quantitativo piuttosto in linea con altre produzioni simili. Grazie però all’altissima rigiocabilità e alla corposa modalità Diario del Tesoro, capace da sola di offrire più di cento missioni esclusive a difficoltà crescente, confidiamo nel fatto che One Piece: Pirate Warriors 4 saprà intrattenervi per moltissimo tempo.

Un musou che non è un musou

I cinque anni trascorsi tra il precedente capitolo e questo Pirate Warriors 4 hanno portato con sé una serie di dinamiche da tenere in considerazione. Da un lato c’era infatti la voglia da parte dei fan di mettere le mani su un prodotto dedicato a One Piece innovativo e aggiornato agli ultimi archi narrativi, dall’altra la possibilità dei ragazzi di Omega Force di creare qualcosa di nuovo sfruttando l’esperienza avuta con i precedenti progetti. Ecco quindi che, in maniera piuttosto rivoluzionaria, One Piece: Pirate Warriors 4 è probabilmente il meno musou tra i musou. Questo genere, per lo più bistrattato dai gamer occidentali, ha da sempre basato la propria esperienza sul livellamento e sulla crescita dei combattenti, spesso costringendoci a limitare la nostra scelta a pochi personaggi giocabili. Omega Force ha così deciso di eliminare definitivamente il sistema di livellamento, sostituendo la crescita del personaggio con una serie di alberi delle abilità e del livello ciurma. Ogni personaggio giocabile potrà accedere a ben tre “mappe”, una condivisa tra tutti e due esclusive per ogni singolo combattente.

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Affrontando le missioni, si accumuleranno una serie di medaglie, simili a quelle del precedente capitolo, che potranno essere usate in combinazione con i Berry guadagnati per sbloccare i diversi rami e potenziare i combattenti. In tale modo anche i personaggi che verranno usati di meno cresceranno e il divario di forza tra questi e quelli potenziati al massimo sarà più contenuto. Anche il livello ciurma ha il compito di contribuire alla crescita del personaggio, ma lo fa in maniera diversa. Alla fine di ogni incarico, a seconda degli obiettivi raggiunti, verremo premiati con una serie di punti ciurma che permetteranno ai vari combattenti di salire di livello (cinque livelli e uno di bonus). Tra uno step e l’altro saremo ricompensati con alcuni oggetti importanti, come medaglie esclusive oppure nuove mappe per le abilità. Inoltre, per la classificazione dei personaggi, gli oltre quaranta combattenti del roster sono stati suddivisi in quattro diverse categorie, tutte contraddistinte da una serie di particolari mosse e poteri.

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I combattenti appartenenti allo stile Potente possono sbattere i nemici a terra o contro gli edifici e generare potentissime onde d’urto; quelli Veloci, Tecnici e Volanti possono invece sfruttare in maniera diversa una sorta di assalto per controllare nel migliore dei modi il campo di battaglia. Come appena anticipato, oltre alla possibilità di saltare, ogni personaggio dispone ora di uno Scatto Potenziato, una particolare tecnica di movimento capace di garantirgli un notevole incremento di velocità e una maggiore possibilità combattiva. Essendo però strettamente legato alla barra della resistenza che ne limita di molto l’utilizzo, questo dovrà essere necessariamente supportato dall’ottimo sistema di combo e di mosse speciali. I vari attacchi possono essere facilmente innescati grazie alla combinazione di soli due tasti, uno per gli attacchi leggeri e uno per quelli caricati. Diverso il discorso per le mosse speciali le quali, grazie a un ottimo sistema, possono essere facilmente attivate combinando il dorsale destro con uno dei tasti precedentemente assegnati.

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One Piece: Pirate Warriors 4 permette, oltre alla semplice crescita delle abilità dei personaggi, anche di personalizzare in maniera piuttosto superficiale le mosse speciali e alcune abilità passive sbloccabili durante il percorso di crescita. Non possiamo definirla come una vera e propria componente ruolistica, ma rappresenta comunque un’ottima feature capace di garantire un po’ di varietà. Un altro punto a favore se li guadagnano anche gli spettacolari combattimenti con i boss giganti che, grazie a un sistema di scudi più complesso rispetto a quello dei nemici normali, permettono di dar vita a combattimenti più avvincenti e molto più tecnici. Nemici come Pika, Big Mom e Kaido dispongono di un sistema di armatura particolare in grado di essere danneggiato esclusivamente durante i loro attacchi. Bisognerà quindi muoversi velocemente e fare affidamento sullo Scatto Potenziato per riuscire ad avere la meglio su questi potenti combattenti. Accanto alla campagna principale e alla modalità Diario del Tesoro presentate prima, trova infine posto anche una modalità cooperativa offline e online. Alcune missioni possono quindi essere affrontate in split screen con un secondo controller, oppure online in compagnia di un gruppo di quattro persone.

Parola d’ordine: stabilità

Ammettiamolo, dal punto di vista tecnico i musou non hanno mai brillato, anzi, hanno sempre offerto esperienze grafiche piuttosto dozzinali capaci solo di appesantire un senso di ripetitività già di per sé innato. Con alcuni piccoli ma significativi progressi, One Piece: Pirate Warriors 4 prova in qualche modo a nuotare controcorrente offrendo un’esperienza graficamente ottimizzata e gradevole alla vista. Ad esclusione dei personaggi principali, ci troveremo più volte a scontrarci contro una serie di nemici poco differenziati dal punto di vista estetico ma che, rispetto al passato, ci sono parsi nel complesso meglio curati. Anche il frame rate, aspetto molto critico per queste produzioni, mostra una solidità più che soddisfacente persino nelle situazioni più complesse. Qualche leggero calo lo si potrebbe percepire utilizzando lo split screen ma, essendo una feature di contorno, non ci sentiamo di attribuirle un grande peso. Ottima anche la resa grafica delle animazioni, un vero piacere per gli occhi.

one piece pirate warriors 4

Rispetto al terzo capitolo, Pirate Warriors 4 si è rinnovato soprattutto sotto l’aspetto del level design, abbandonando un sistema a zone piuttosto schematico, per abbracciare ambienti più ampi, complessi e diversificati. Tra zone divise su più piani, scorciatoie ed edifici distruttibili avremo quindi molte cose da ammirare, e sfruttare, durante i nostri spostamenti. Grazie infatti all’ottima interazione ambientale potremo all’occorrenza decidere di distruggere con una mossa speciale gli edifici circostanti, garantendo ai nemici una buona dose di danni extra. La vera problematica tecnica, comunissima in molti altri musou, è però rappresentata da una telecamera quasi sempre inadeguata, incapace di seguire con cura il giocatore durante i combattimenti più concitati. Colpa probabilmente di un sistema di lock sui nemici talmente mal implementato, che vi consigliamo vivamente di farne a meno per gran parte dell’avventura.

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Per quanto concerne invece il comparto sonoro, a questo nuovo capitolo va riconosciuto il merito di aver adottato una soluzione furba e a basso budget. La soundtrack è il frutto dell’unione di molti brani presi di peso dagli episodi precedenti. Ogni singolo brano risulta perfettamente orecchiabile e adatto ai vari contesti proposti, svolgendo così la classica funzione che ci si può aspettare da una colonna sonora di qualità. Per la gioia di molti, ma soprattutto dei puristi e dei fan più accaniti, One Piece: Pirate Warriors 4 presenta solo il doppiaggio in lingua giapponese il quale, insieme ai non eccelsi sottotitoli in lingua italiana, consente di apprezzare sufficientemente il vasto universo messo in piedi dal maestro Oda. La localizzazione nostrana soffre infatti di troppe incertezze e libere interpretazioni, alternando una grammatica opinabile ad alcune libertà artistiche piuttosto fastidiose.

Trofeisticamente parlando: andiamo tutti all’arrembaggio

Come potete constatare anche voi dalla lista trofei già disponibile sul nostro forum, One Piece: Pirate Warriors 4 offre senza ombra di dubbio il Platino più facile di tutta la serie. Dimenticatevi quelle maledette medaglie del terzo episodio, perché qui potremo goderci appieno questo titolo limitando il farming a pochissimi trofei. Finendo infatti la storia, se ne sbloccheranno ben più della metà; gli altri dovranno invece essere ottenuti concentrando le vostre forze sulla modalità Diario del Tesoro. Per velocizzare le cose, evitate di spendere Berry e medaglie per potenziare tutti, limitatevi invece a scegliere il personaggio che più vi aggrada e fate crescere quello. Nulla di troppo complesso, insomma, e, se vogliamo proprio dirla tutta, difficilmente non riuscirete a divertirvi. Buona caccia!

VERDETTO

One Piece: Pirate Warriors 4 non si è solo guadagnato il titolo di miglior episodio della serie, ma è anche entrato di diritto nell’ambito club dei migliori musou della generazione. Malgrado le classiche magagne tecniche tipiche del genere e alcune scelte narrative piuttosto bizzarre, l’ultimo lavoro dei ragazzi di Omega Force ha saputo conquistarci con un gameplay frenetico, spettacolare e molto scalabile. Il vasto roster disponibile, unito all’ottimo sistema di crescita dei personaggi, riesce nel difficile compito di soddisfare stili di gioco differenti, rendendo così questo titolo un perfetto entry level per tutti quelli che si vogliono cimentare in questo genere. Rivivere le avventure di Rufy è sempre un piacere.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!

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