Owlboy – Recensione

Sviluppatore: D-Pad Studio Publisher: SOEDESCO Piattaforma: PS4 Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 21,99 € Italiano:

Una delle difficoltà dei videogiocatori più giovani, ma non solo, sta nell’incapacità di concepire la differenza tra un gioco buono e un gioco bello. L’evoluzione tecnologica ha portato su PC e console titoli sempre più fotorealistici e dal taglio cinematografico e le nuove generazioni spesso escludono a priori alcuni giochi dalle proprie liste desideri solo perché non si vedono i pori della pelle dei protagonisti o la profondità di campo non è di almeno dieci chilometri verso l’orizzonte. A causa di questi nuovi standard molte piccole perle del mondo indipendente, dove spesso gameplay e atmosfere prevalgono ancora sulla grafica, rischiano di rimanere incomprese e nascoste, pur incarnando il vero spirito del videogiocare. Fortunatamente titoli come Owlboy, che ha riscosso un successo unanime, dimostrano che non tutto è perduto e lasciano aperte le porte agli sviluppatori minori che, a fronte di una limitata disponibilità di risorse, sanno sfruttarle al meglio per creare giochi che lasciano il segno.

Qualcuno ha gufato!

Otus è un giovane gufo muto che non riesce a incontrare i favori del suo maestro. In uno di quei giorni in cui tutto è destinato ad andare storto il nostro protagonista, impegnato in un giro di ronda nell’area intorno alla propria abitazione, assiste al peggiore degli eventi immaginabili: un’invasione dei temibili pirati robot che sconvolge il villaggio e accende una terribile minaccia. Recuperando le tre reliquie dei gufi, infatti, nascoste in diverse aree del mondo, il capo dei pirati otterrebbe un potere spropositato.

Inizia in questo modo la nostra avventura, che ci vede trasformati in eroi occasionali in un vero e proprio viaggio di formazione e crescita, nel quale Otus dimostrerà che il suo maestro si sbagliava circa la sua inettitudine. Un viaggio nel quale non saremo mai soli, ma affiancati da amici incontrati lungo il percorso e talora insospettabili, ognuno con la propria storia e le proprie abilità, fondamentali per la nostra progressione. Un viaggio, infine, tra le location più disparate, da foreste ad antiche rovine e da dungeon a velieri volanti, che ci metterà di fronte a nemici forti e imprevedibili in vista della battaglia finale.

A passo sicuro

Owlboy è un platform bidimensionale che si rifà palesemente alle avventure di un tempo, tanto da sembrare uscito, ad esempio, per Super Nintendo. I giocatori di mezza età si troveranno subito a proprio agio sia con l’impostazione di base che con lo stile grafico, ma nessuno resisterà a lungo senza farsi trascinare dal gameplay, dalle interazioni con i personaggi secondari e con le vere e proprie comparse di contorno e soprattutto da una trama che prende forma e si arricchisce con grande naturalezza.

La semplicità e la coerenza sono proprio i tratti migliori del gioco, evidenti sin dalle primissime battute. I comandi sono pochi, comodi e intuitivi e ci permettono di far volare Otus (le aree di gioco sono infatti sviluppate sia orizzontalmente che verticalmente), di raccogliere e lanciare oggetti e soprattutto di afferrare i nostri compagni di viaggio per approfittare dei loro attacchi e delle loro abilità. Esiste anche la possibilità di roteare su noi stessi, anche se la useremo davvero poco e specialmente per superare alcuni ostacoli specifici, e di scattare, ma la maggior parte del tempo la trascorreremo beneficiando delle capacità uniche dei nostri alleati.

E’ fondamentale sottolineare però come la progressione sia assolutamente scorrevole, pur senza risultare banale. Non ci troveremo mai nella situazione di non saper dove andare o che cosa fare, anche se l’impostazione dei livelli è tutto fuorché lineare. E’ piuttosto difficile rendere a parole la sensazione che si prova, ma è come se ci muovessimo seguendo un walkthrough, pur senza averne uno, il che sottintende una cura magistrale del level design da parte degli sviluppatori, capaci di renderci protagonisti della storia accompagnandoci ma restando contemporaneamente nascosti. Eliminati i tempi morti e la frustrazione di spostamenti a vuoto alla ricerca di vie d’accesso nascoste o della soluzione di enigmi astrusi, quel che resta è la gratificante sensazione di essere in prima linea nell’avventura.

Un mondo da scoprire

Diverse sono le location che visiteremo nelle circa dieci ore di durata della storia, ma tutte ben strutturate e caratterizzate. In particolare, a colpire è lo sviluppo di certe sezioni, che diventano veri e propri labirinti nei quali ignorare una via sbarrata solo per tornarci poco più tardi, dopo aver attivato una porta o ottenuto un compagno con una diversa abilità, in un meccanismo metroidvanieggiante. Affronteremo difficoltà ambientali, come luoghi bui, cascate che ci impediscono di volare e forti raffiche di vento, ognuna con un diverso approccio e un diverso compagno, e scopriremo che l’esplorazione non è mai fine a sé stessa ma è fondamentale per trovare l’elemento decisivo a proseguire con la storia.

L’elemento puzzle di Owlboy esiste ma è appena accennato; non si può infatti parlare di enigmi veri e propri, bensì di ostacoli da superare con metodi alternativi. Anche in questo caso a prevalere è la ricerca di equilibrio, che si traduce in soluzioni semplici ma non banali capaci di stimolare senza frustrare, di divertire senza assecondare eccessivamente. Così, se alcune vie ostruite da massi possono essere distrutte sparando, altre hanno portali che richiederanno di attivare un meccanismo apposito, o di spostare una nuvola e far piovere per riempire un contenitore d’acqua, o ancora di eseguire una corsa contro il tempo per non restare chiusi fuori. Difficilmente ripeteremo un’azione un numero di volte tale da sentire un senso di noia e ripetitività, altro punto a favore e per nulla scontato.

Spara, amico, spara!

Ad arricchire ulteriormente il gameplay non possiamo non citare il sistema di combattimento, forse la meccanica più importante del gioco. Gli svariati nemici comuni che troveremo disseminati per i livelli (alcuni molto più popolati di altri, a dire il vero) potranno essere affrontati sfruttando le armi dei nostri alleati. In mancanza di un’arma a disposizione del nostro Otus, infatti, useremo i compagni che portiamo in volo con noi per colpire i nemici, grazie a un sistema di mira e sparo basato sull’uso della levetta destra e del tasto R2. Ogni nemico dovrà essere affrontato in modo diverso e ognuno dei tre amici che scopriremo nel corso dell’avventura avrà un’arma adatta a questa o quella situazione.

Lo stesso approccio vale per i boss, che rappresentano lo scoglio principale dei vari dungeon. Anche in questo caso starà a noi comprendere quale tipo di attacco è più idoneo ad avere la meglio su di loro, non prima però di aver compreso il pattern offensivo dell’avversario e il punto debole da sfruttare a nostro vantaggio. Va da sé che anche in questa fase non troveremo grosse difficoltà; il respawn dopo la morte è immediatamente prima del punto in cui ci trovavamo e liberarsi di un boss non ruberà mai più di una manciata di minuti. In questo caso, forse, ci saremmo aspettati un briciolo di sfida in più, per non avere la sensazione di un’offerta videoludica che pecca in benevolenza verso il giocatore.

Equilibrio videoludico

Per concludere, Owlboy rappresenta un prodotto equilibrato sotto tutti i punti di vista e per questo adatto a un pubblico ampio. Non c’è niente di rivoluzionario e pionieristico nel suo gameplay, niente di memorabile nella sceneggiatura e ancor meno resteremo a bocca aperta per il sistema di combattimento o per la grafica. Eppure gli elementi sono dosati alla perfezione e creano un insieme omogeneo che riesce a rendere divertente ogni sezione, sia che si tratti di esplorazione, sia che ci si dedichi a battaglie contro i boss, anche grazie a una progressione pulita e dal ritmo costante. Se qualità significa non fare troppo, ma fare il meglio con quel che si ha, Owlboy ha centrato il bersaglio.

La grafica di Owlboy è un omaggio alla pixel art che gratifica a ogni scorcio, sia nelle sezioni all’aria aperta che nelle caverne più cupe. C’è più di un elemento copiato e incollato e in alcuni frangenti i protagonisti non risaltano al meglio rispetto agli sfondi, ma nel complesso il lavoro di D-Pad Studio sotto l’aspetto estetico è soddisfacente. Nota di merito invece per la colonna sonora, con brani orchestrali che sin dall’inizio irrompono e ci trasportano nel mondo di gioco, ritornando nei momenti più intensi della storia dopo intervalli con musiche più tipicamente videoludiche.

Trofeisticamente parlando: maledetto cannone!

Potremmo considerare Owlboy un Platino facilissimo, con trofei legati alla storia (che, come visto, non presenta grandi difficoltà), all’esplorazione volta a raccogliere tutte le monete disseminate nei livelli e a qualche azione particolare che la nostra guida vi aiuterà a non mancare. Potremmo, perché in realtà c’è un singolo trofeo, a cui però ne sono legati altri tre, che richiede di completare un particolare minigioco che sarà capace, da solo, di riempire l’indicatore della frustrazione compensando tutta quella risparmiata nel gioco vero e proprio. Pur essendo facoltativo, il minigioco è obbligatorio per il Platino, quindi armatevi di pazienza.

VERDETTO

Vi approccerete a Owlboy sapendo per certo che è uno dei titoli migliori del 2018 e cercherete fin dal primo momento di capire perché, senza mai riuscirci. Non c'è niente di speciale rispetto a tanti altri titoli, se escludiamo le atmosfere a loro modo favolistiche e rese in pixel art, la colonna sonora più che coinvolgente, le meccaniche di gameplay semplici ma intriganti, la trama scorrevole, la progressione resa piacevole da un sistema che premia l'esplorazione, mai fine a sé stessa, e da un livello di difficoltà che pare tarato su misura per divertire senza ostacolare eccessivamente, l'equilibrio perfetto tra tutti questi elementi e... un attimo, ecco perché è uno dei titoli migliori del 2018!

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.