The Solus Project – Recensione

Sviluppatore: Teotl Studios Publisher: Grip Digital Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Una cosa è certa: gli esseri umani non sono l’unica forma di vita intelligente (?) in un universo in continua espansione. Prima o poi, il genere umano dovrà trovare nuovi pianeti da colonizzare, prima che le fonti di energia si esauriranno sulla Terra. Le nostre tecnologie si stanno lentamente evolvendo per farlo realmente, come ci sta dimostrando il CEO di SpaceX e Tesla Motors Elon Musk, ma cosa capiterà una volta approdati su un corpo celeste a noi sconosciuto?

Il team svedese Teotl Studios, ripresentatosi sulle scene dopo il piacevole Unmechanical: Extended, ha portato su PlayStation 4 l’ingegnoso The Solus Project, disponibile già da mesi per Xbox e PC, per metterci alla pratica una volta che l’esplorazione dello spazio diverrà realtà.

Voglio crederci

Nell’anno 2115 gli scienziati hanno identificato una stella in rotta di collisione. La Terra, e tutto il sistema solare, saranno distrutte all’impatto. Le navi spaziali sono state lanciate nel 2149. Tre gigantesche navicelle coloniali trasportano migliaia di persone nelle zone sicure vicino a Plutone. Nel 2151, come predetto, la Terra è stata distrutta. Senza nessun posto dove andare, le nostre ultime risorse rimangono allo stremo e, così, cinque navicelle esplorative vengono inviate in sei mondi lontani. I pionieri al loro interno cominceranno il primo viaggio interstellare di noi umani. Per andare coraggiosamente verso un luogo dove l’umanità possa ricominciare.

Il pianeta alieno Gliese-6143-C è il punto di un nuovo inizio. Una seconda Terra colonizzabile sta per essere invasa dalla nostra razza. Toccherà a un solo individuo portare avanti il destino degli uomini. E, una volta sbarcati sull’incognito corpo celeste e messo piede sul terreno, non resta che iniziare l’esplorazione.

WILSOOOOOON!

La nostra unica speranza deve esplorare un mondo freddo e apparentemente inesplorato, pieno di insidie e pericoli. Ambientarsi non sarà una cosa da poco, potendo contare su rari luoghi sicuri dove poter riposare e recuperare le forze. Non semplificheranno la situazione le poche fonti di cibo e di acqua reperibili nelle prime vicinanze. La desolazione è il punto centrale dell’atmosfera; come in un romanzo di Robinson Crusoe a tema interspaziale, non ci saranno, per lo meno inizialmente, nemici o antagonisti. L’intero pianeta è il nostro diretto avversario e dovremmo resistere e scontrarci con le più imprevedibili condizioni atmosferiche. Caldo impossibile in piena mattinata, gelo glaciale durante le ore di buio, temperature che oscillano tra i -20° e i 60° tra notte e giorno, con temibili terremoti che si susseguono a ritmo incessante e spaventosi uragani che si verranno a creare in men che non si dica. Tra una pioggia di palle infuocate e una tempesta di fulmini, il nostro obiettivo sarà, in primis, soltanto uno: sopravvivere.

Durante l’esplorazione verremo a conoscenza di alcuni artefatti che cambieranno le carte in tavola; non siamo soli in questo mondo. Oltre a questi manufatti troveremo di fronte a noi prove tangibili che garantiranno una precedente perlustrazione da parte di altri umani prima di noi su questo pianeta. A conferma di questa tesi, una enorme torre di comunicazione smembrata, utilizzata per parlare con i lontani coloni. Il nostro obiettivo, dunque, si scinderà dalla sola sopravvivenza, focalizzando il punto di maggiore interesse verso la scoperta di una antica, o ancora attuale, civiltà e la ricostruzione della gigantesca antenna per contattare il resto dell’umanità.

Ad aiutarci nel nostro scopo ci saranno diversi strumenti. Primo tra tutti il PAD, ovvero un palmare da viaggio, che ci notificherà lo status del nostro personaggio, descrivendolo con cinque parametri: salute, acqua corporea, calorie, ore di sonno e temperatura corporea. Oltre a essi saranno presenti pure alcuni parametri ambientali, come temperatura, vento e umidità. Altri oggetti utili per il nostro viaggio saranno reperibili durante la perlustrazione e saranno indispensabili per proseguire l’analisi del pianeta e il proseguimento della nostra missione.

Telefono casa

Se la trama non dovesse attirare e se le ambientazioni non dovessero fare al caso vostro, The Solus Project gioca il tutto per tutto proponendo la modalità VR, obbligandoci a utilizzare due controller PlayStation Move per massimizzare l’esperienza realistica. Un azzardo che ha un sapore vincente, dando l’occasione ai videogiocatori di diventare essi stessi l’unica salvezza della razza umana.

Vivere da vicino una storia non è mai stato così coinvolgente. La spettacolarità delle animazioni ambientali, che stranamente non sembrano soffrire un calo di definizione anche per oggetti adocchiati da molto lontano, lascia sbalorditi per bellezza e precisione dei dettagli. Pare che le stelle e i pianeti al di fuori dell’atmosfera si possano quasi toccare con un dito e si ha l’impressione che tutto l’ambiente circostante sia vivo e vegeto. Su questo punto di vista, il titolo è sicuramente uno tra i pochi a sfruttare al meglio le potenzialità del visore targato PlayStation.

L’avventura creata dal team scandinavo è un viaggio in tutto e per tutto. Inizialmente un brevissimo tutorial cercherà, a grandi linee, di farci prendere confidenza con i comandi, il mondo circostante e sul modo in cui si possono affrontare le difficoltà. Andando avanti con la trama ci sarà modo di mettere a profitto tutte le nozioni apprese e correre meno rischi possibili, aguzzando l’ingegno e scegliendo uno tra i vari scenari percorribili. La presenza di enigmi si limita all’apertura di passaggi che bloccheranno il nostro cammino. Sarà necessario andare alla ricerca di oggetti chiave, quali spade e chiavi utilizzate per attivare ingranaggi, per continuare a seguire il percorso intrapreso. Alla lunga questa estrema ricerca di oggetti può diventare fuorviante, dovendo obbligatoriamente tornare in zone scoperte in passato e passare al setaccio ogni singolo cunicolo presente nei vari labirinti.

The Solus Project vanta una grafica molto più che dignitosa. Le poche fasi di renderizzazioni non appesantiscono per niente l’andamento della storia. I pochi suoni, chiari e nitidi, ci assicurano un senso di profondità. Insomma, nella sua interezza, il titolo vale. Non è così, invece, per i comandi. Il macchinoso sistema di crafting può risultare monotono e noioso, così come la continua ricerca di elementi preziosi al fine di proseguimento della trama, facendo fare al nostro personaggio molti più chilometri di quanto si sarebbe mai previsto.

Trofeisticamente parlando: non siamo soli

I trofei che caratterizzano The Solus Project sono paragonabili a un gioco di più alta manovalanza. Stiamo parlando di ben 46 trofei, divisi tra 30 bronzi, 13 argenti, 2 ori e l’immancabile Platino. Il raggiungimento del più prestigioso tra i trofei potrebbe essere un viaggio lungo e faticoso. L’alto numero di segreti da rintracciare e la mancanza di una mappa può essere proibitivo, almeno a una prima visione. I trofei più comuni, invece, possono essere facilmente ottenuti durante lo svolgimento della storia o anche solo esplorando casualmente le varie zone presenti.

VERDETTO

The Solus Project è la nuova frontiera dell'avventura survival. Le scelte dell’utilizzo del crafting per sopravvivere, sfruttando anche il più inutile degli oggetti, conferiscono al titolo una propria anima. Per emozioni più forti, il VR offre al giocatore una nuova linea di demarcazione tra la realtà e il videogioco, coinvolgendolo completamente in tutte le ambientazioni che si andranno ad affrontare. Il rendimento tecnico, però, è stato purtroppo tralasciato sotto certi aspetti; dovuto certamente alle piccole dimensioni del team Teotl Studios, potremmo incombere in schermate buie e momenti di smarrimento sulle azioni da intraprendere.

Guida ai Voti

Antonino Gennaro
Appassionato di videogiochi di nuova generazione e collezionista di giochi retrò che hanno fatto di PlayStation il prodotto d'eccellenza che conosciamo oggi. Sono un nerd a 360 gradi: oltre ai videogiochi, apprezzo tutto ciò che è arte per gli occhi. Adoro guardare anime preferibilmente in giapponese, leggere manga di ogni genere, amante del cinema cult e fanatico della fotografia.