Street Fighter 6 – Recensione

Sviluppatore: Capcom Publisher: Capcom Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Picchiaduro Giocatori: 1-2 (online 1-16) PEGI: 12 Prezzo: 69,99€ Italiano: Sottotitoli

Street Fighter 6 è l’emblema, il riassunto perfetto della Capcom attuale, che barcolla, cade e poi riprende la sua cintura di campione con un hadouken calcolato.

Proprio uno dei franchise che rese i picchiaduro parte della cultura popolare di un decennio e oltre accusò successivamente una fase di stanca, di estraniamento da sé, in particolare dal 2016. Quel roster risicato, quella fretta di uscire, quel sistema deludente e in generale quella svogliatezza propria del quinto capitolo sono ancora impressi nella memoria di tanti combattenti.

A rimetterci la faccia, in maniera più o meno corretta e consapevole, fu Yoshinori Ono, autore storico il cui saluto alla casa di Osaka, però, sembrò rappresentare l’innesco giusto al momento giusto. Ancora: emblemi, simboli di un’energia mai svanita e oggi esplosa in una scarica di colpi su PlayStation 4 e PlayStation 5.

Street Fighter 6

Spazio al single player

Se bisogna menare le mani, è chiaro quanto sia fondamentale avere un amico vicino, fisicamente o a distanza di una connessione a internet, per garantirsi ore di divertimento. Eppure anche un solo combattente può riempire un ring, che non vive di solo Arcade. Per questo, Street Fighter 6 accoglie una rinnovata campagna per giocatore singolo: World Tour, questo il suo nome, è la maggiore novità in dote all’ultimo picchiaduro di Capcom.

Da un action a incontri, World Tour trasforma il gioco in una sorta di action adventure con tanto di editor (curato abbastanza da consentire la creazione di alter ego folli o degne riproduzioni di se stessi) e altre meccaniche assimilabili ai puri GDR moderni. Il proprio avatar è inserito infatti in un sistema di progressione che a poco a poco consentirà d’imparare tecniche nuove passando di vittoria in vittoria.

Il prologo troppo lungo potrebbe scoraggiare molti a tornare nei dintorni della città, così come le mappe non costruite in modo eccelso, tuttavia è solo un piccolissimo scoglio da saltare per trovarsi di fronte il risultato di tanto studio e affetto per la serie da parte degli autori stessi.

Se gli scontri immancabili quanto tradizionali inizieranno a tediarvi, è possibile virare su una delle attività o missioni secondarie presenti. Non solo dei tutorial a difficoltà crescente (dichiarando l’intento di rivolgersi ai veterani, quanto di accogliere nuovi sfidanti), ma a variare il pacchetto si trova la possibilità di maturare un rapporto via via più solido con i maestri della serie. Ryu, Chun Li e altri saranno pronti a regalare degli spaccati della loro vita assieme a delle piccole sorprese.

Quello che insomma appare come un contorno della modalità a incontri è piuttosto un motivo ulteriore di vanto per Street Fighter 6, l’essere stato capace di ampliarsi e variare in modo saggio i suoi contenuti; un modus operandi che vorremmo vedere esteso a ogni esponente del genere.

Street Fighter 6

Abilità e modalità, all’insegna della novità

Un nuovo respiro è stato dato anche al gameplay. La barra Drive ingolosirà senza dubbio ora i principianti, ora i campioni nostrani e internazionali. Trattasi di una barra divisa in sei tacche che permette di sferrare dei colpi speciali.

Il primo di questi è il Drive Impact, non banale da sferrare per via della sua lentezza eppure abbastanza potente da assorbire pure tre attacchi nemici prima di fermarsi. Questo ricorderà ai fan l’attacco Focus di Street Fighter IV (per difendersi da esso si può optare per una presa, o persino per un salto).

Attivare la Drive Rush permette invece di cancellare un’animazione in corso e scattare verso il nemico, aumentando il fattore spettacolarità. La Drive Parry difende da un colpo e consente di riprendersi un pezzo della barra, se ben utilizzato. Quest’ultima mossa è diversa e riconoscibile rispetto a una parry perfetta, la cui finestra stretta di attivazione pareggia con la supremazia sul proprio contendente. Infine, se si usa il Drive Reversal durante una parata è possibile scansare un avversario e avere così un’occasione per contrattaccare.

Attenzione però a non abusare dei colpi speciali, pena il Burnout. Si tratta di uno stato di vulnerabilità ai danni da parata che riallinea la bilancia dell’equilibrio del comparto puramente ludico. A proposito di novità, sono da citare le Battaglie Estreme, che come suggerisce il nome sono scontri personalizzabili con vari parametri. Dalla possibilità di includere delle zone elettrificate a quella di infliggere dei malus o dei bonus alle statistiche, avrete solo l’imbarazzo della scelta.

Come una sala giochi, aperta a tutti

Street Fighter 6 aggiunge dove altri omettono, con una gamma di tutorial (esterni al World Tour) completa e precisa di ogni elemento. I tanti trailer usciti prima del gioco finale sui vari personaggi non sono stati un caso. Incarnano la volontà di portare avanti un afflato formativo ed educativo a favore di chi intenda imparare le basi. Oltre a dei singoli frangenti istruttivi su ogni protagonista, l’intelligenza artificiale si mette in mostra con degli avversari davvero temerari.

Ad amplificare l’apertura della serie verso un pubblico quanto più vasto possibile sono i diversi tipi di controlli, esclusi quelli classici. Quelli moderni trasformano Street Fighter 6 in un picchiaduro da sei a quattro tasti (attacchi leggeri, medi, pesanti più i colpi speciali) e semplificano l’esecuzione delle mosse.

Si tratta di un sistema pensato per i meno esperti, visto anche un malus del 20% nel danno dei colpi più potenti, ma che con la sua rapidità nelle esecuzioni potrebbe invogliare anche i campioni a fare un tentativo. Chi non è proprio avvezzo al genere può virare sui controlli dinamici, i quali fanno dell’azione automatica il loro perno.

Dal lancio datato 2 giugno scorso, sul web sono apparsi più e più video nei quali un utente mostra le sue doti con un determinato personaggio. Eppure, solo il tempo potrà sentenziare se il roster dei diciotto lottatori scelto per il debutto sul mercato sia equilibrato nel fattore potenza.

Non mancano dei combattenti poderosi e devastanti, ma la sensazione è che Capcom abbia svolto un lavoro di fino nel bilanciare i combattenti, rendendo pure difficile scegliere un proprio main.

Street Fighter 6

Online indistruttibile e stile da vendere

Gli sviluppatori di giochi picchiaduro sembrano averlo capito ormai: il rollback netcode è la via attuale per un panorama online granitico, indistruttibile e Capcom non è stata da meno.

Imparata la lezione dal V, Street Fighter 6 vanta un comparto per lottare contro giocatori di tutto il mondo invidiabile, considerando anche il cross play supportato. Dall’hub online è possibile creare dei club, provare le sfide classificate e ancora le sfide di gruppo e persino degli arcade virtuali con alcuni classici dell’azienda.

Nuovo corso, un nuovo tocco di stile per una delle proprie serie di punta. Street Fighter 6 ci ha subito trasportati sui suoi ring, rapiti dai suoi colori accesi, dai toni frizzanti e da un gusto con dei rimandi alla cultura hip hop. Non sono da meno i protagonisti, risultato eccezionale tra passato e presente, classico e contemporaneo, inseriti in arene ben curate e sempre dettagliate.

Treofeisticamente parlando: ready, fight!

A un cacciatore di trofei non basteranno di certo i tanti contenuti descritti di Street Fighter 6. No, questo ultimo vorrà lanciarsi alla conquista dei 26 trofei di bronzo, dei 9 d’argento, degli 8 d’oro e dell’immancabile Platino a completare la lista del gioco (potete visionarla interamente sul forum PlayStation Bit).

Una parte di essi richiede nell’insieme di provare ogni novità offerta dal titolo, tra le Battaglie Estreme e quelle tra avatar, passando a quelli per i quali sarà necessario vincere ben 10 tornei o ancora 100 lotte nel battle hub. Raccoglierete la sfida, o cacciatori, o vi lascerete colpire da un hadouken qualsiasi?

VERDETTO

Street Fighter 6 è il simbolo di una Capcom che è riuscita a tornare in vetta dopo un periodo passato in uno stato confusionale e un acquisto imprescindibile per chiunque voglia parlare di picchiaduro. Capacità di rialzarsi e combattere, dicevamo all’inizio, un’azione difficile, per tanti impossibile da attuare, ma che l’azienda giapponese è riuscita a compiere, mostrando a tutti che un cambio di rotta è possibile, se si lotta.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.