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Stick It To The Man – Recensione

Publisher: Ripstone Developer: Zoink!
Piattaforma: PS4 (disp. anche su PS3, PSVita) Genere: Platform/Adventure Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 7,99 euro

Stick It To The Man qualcuno lo conoscerà sicuramente: forse lo avete già giocato nel passato prossimo su PlayStation 3, PlayStation Vita, PC o Wii U, oppure lo avete sentito nominare proprio in questi giorni, visto che tra i titoli PlayStation Plus di Maggio c’è proprio questo titolo indie da scaricare, recensito in occasione dell’uscita sul PlayStation Store nella versione PlayStation 4. Se invece la perla sviluppata da Zoink! ve la siete propria persa, questa recensione è il modo migliore per imparare a conoscerla!

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Usi Facebook per raccontare TUTTI i tuoi problemi e TUTTO quello che ti succede? Sei uno sfigato. E questo è quanto!

Basta scaricare il gioco, avviarlo, essere catapultati nell’essenziale menù di gioco ed ecco che Stick It To The Man mette da subito le cose in chiaro: nessuno spazio per la banalità, per la gente che si prende troppo sul serio e per il conformismo. Ad allietare il nostro udito c’è infatti lo splendido e scanzonatissimo brano “Just Dropped In”, uno dei manifesti della cosiddetta “controcultura”, eseguito vocalmente da Kenny Rogers, ed utilizzato anche nella memorabile scena del bowling nel film dei fratelli Coen “Il Grande Lebowski”. I titoli dei due paragrafi presenti in questa pagina sono un piccolo tributo proprio a questo: al senso di parodia, all’ironia verso l’umanità nei suoi aspetti più beceri, che traspare dal primo passo mosso nel mondo di gioco ai titoli di coda, a tal punto da divenire quasi satira, prendendo ed estremizzando all’assurdo un po’ tutti i tratti che caratterizzano l’uomo comune del nostro tempo. Ecco dunque che, di punto in bianco, in un dialogo di gioco, vi troverete a leggere una frecciatina a chi passa troppo tempo sui social network, a constatare l’ipocrisia e l’egoismo di chi, sotto sotto, ha solo falsi problemi e non manca mai l’occasione per lamentarsene, o ancora a provare un po’ di schifo, volendo, per il patologico, morboso desiderio carnale verso il sesso opposto da parte di elementi attraenti come una caduta giù dalle scale.
Ma, digressioni a parte, è giunto il momento di entrare un po’ più nel merito della vicenda. Avviata una nuova partita, vediamo il nostro… “eroe”, Ray Doewood, nel bel mezzo dello spazio, immerso nei propri pensieri, senza alcuna tuta da astronauta né bombola di ossigeno, anche perché Ray di respirare non ne ha VERAMENTE bisogno, essendo, come tutto il mondo in cui vive, una sagoma di cartone. Stranezze e follie a cui dovrete abituarvi ma che imparerete sicuramente ad apprezzare nel giro di pochissimo tempo, garantito. Senza entrare troppo nel dettaglio per non rovinarvi la sorpresa di una trama che risulta piacevole da seguire e ben narrata, un flashback vi ricondurrà proprio all’inizio delle peripezie che hanno portato il nostro ben oltre l’atmosfera terrestre.

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Potete crederci o meno, ma i due fratelli sulla sinistra si chiamano Mario e Luigi. Non stiamo scherzando!

Tutto è cominciato subito dopo un’intensa giornata di noioso lavoro (stiamo parlando di un “collaudatore di caschi da lavoro”: le competenze rischieste, come potete immaginare, saranno state ELEVATISSIME…). Finito il proprio turno e logorato dalla routine, Ray si avvia verso casa, quando ecco che il destino decide di intervenire: a precipitare sulla testa di Ray è una creatura aliena, che cambierà indelebilmente la vita di un normalissimo ragazzo, impiantandogli un braccio di pura energia telepatica rosa nella fronte.

I problemi della gente sono COSI’ noiosi…

Questa dote ha ripercussioni enormi sul gameplay che, inizialmente, potrebbe sembrare vicinissimo a quello di un qualsiasi altro platform bidimensionale presente sul mercato. Il braccio che fuoriesce dalla mente di Ray permette infatti di leggere nelle (spesso malate) menti di tutti i personaggi che incontrerà durante il cammino, entrando in una modalità in cui potrà letteralmente “toccare” con mano i cervelli altrui, grazie al braccio telepatico “concessogli in dono” dall’alieno di cui sopra. Leggere nella mente, oltre a sbloccare la quasi totalità dei trofei ottenibili nel gioco, vi permetterà anche di superare gli enigmi presenti in pieno stile punta-e-clicca, mai eccessivamente complicati e sempre geniali nel mescolare situazioni interne ai livelli che apparentemente non c’entrano nulla l’una con l’altra. Questo grazie alla possibilità di staccare dallo scenario “cartonato” degli adesivi (da qui il titolo) da apporre altrove per sbloccare la situazione. A tratti l’assurdità dei problemi e l’eventuale loro risoluzione si avvicinano per brillantezza a mostri sacri del genere, quale può essere un Monkey Island a vostra scelta, fate un po’ voi!
Oltre alle fasi più cervellotiche, Stick It To The Man offre ai giocatori anche una certa componente “action”: in determinate sezioni infatti il ritmo diventerà più frenetico, dal momento che dovremo stare attenti a non farci scoprire da biechi individui che vogliono farci la pelle, per motivi che lascerò scoprire a voi. Anche in questo caso il “braccio alieno” ci risulterà particolarmente funzionale nel proseguire della nostra avventura, visto che ci permetterà di schizzare da una parte all’altra dello schermo attraverso l’aggancio di appigli sparsi qua e là dai ragazzi di Zoink! Non preoccupatevi, comunque, nel caso doveste essere catturati: il Game Over, in Stick It To The Man, non esiste. Verrete semplicemente “stampati” (letteralmente!) nei pressi dell’ultimo dei – numerosi – checkpoint che avete oltrepassato.

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Ray finirà anche in un manicomio… Provate voi a raccontare che avete stampato in fronte un braccio rosa visibile solo a voi, con cui potete leggere il pensiero, e vediamo che fine fate!

Ecco dunque che l’originalità tipica dei titoli indie comincia ad emergere in tutto il suo splendore: la commistione di generi non rende il titolo in questione catalogabile con nessuna etichetta generica, dal momento che stiamo parlando di un platform bidimensionale con elementi da punta-e-clicca, action e pure adventure. Senza dimenticarci un briciolo di stealth. La cosa più importante, da sottolineare assolutamente, è che questa enorme poltiglia sfornata dai cuochi-sviluppatori di Zoink! risulta essere incredibilmente saporita, grazie ad una dosatura degli ingredienti pressoché perfetta.

Le potenzialità di PlayStation 4

Indie fa rima con sperimentazione, si sa, e nei dieci livelli/capitoli da completare, tutti più o meno abbastanza lunghi, potrete saggiare con mano quanto bene Zoink! abbia saputo sfruttare le potenzialità del nuovissimo DualShock 4. La prima “feature” legata ad esso è quella più ovvia: avendo, come detto, elementi da punta-e-clicca, gli sviluppatori hanno ben pensato di dare la possibilità, a chi volesse, di usare il TouchPad anteriore per muovere un cursore a schermo utile per scegliere il vostro bersaglio, esattamente come fate con il vostro computer portatile. Va detto, ad onor di cronaca, che la precisione ne guadagna, soprattutto durante la risoluzione degli enigmi, ma nelle fasi più ritmate, di cui vi ho parlato sopra, la scelta del TouchPad si rivela essere troppo macchinosa e poco adatta rispetto al più classico stick analogico. Potrete comunque passare dal un controllo all’altro a vostro totale piacimento, senza nemmeno dovere entrare nel menù di pausa.

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Questa volta Ray è finito in una fabbrica dove si producono… Zombie. Ve lo abbiamo detto, Stick It To The Man è fuori di testa!

La seconda “feature” è sicuramente meno utile, ma decisamente più simpatica e stilosa: gli elementi sonori dello scenario, del parlato o la colonna sonora, infatti,verranno direttamente dallo schermo, mentre i pensieri forgiati dalle menti in cui entrerete usciranno direttamente dagli altoparlanti dello stesso DualShock! L’effetto è piacevole, azzeccato e riuscitissimo, e, siamo sicuri, vi farà sorgere sul viso un piccolo ma convinto sorriso ebete. Ciliegina sulla torta, qualora decidiate di mandare avanti un monologo interiore (che avete sbagliato a selezionare, per esempio), non potrete saltarlo come in tutti i giochi “normali” con la pressione di un tasto, ma dovrete spostare verso destra lo stick analogico sinistro, un po’ come facevate con le audiocassette, con tanto di vocina demenziale, stridula e velocizzata come conseguenza.
Capite da soli che l’amore per il dettaglio e per il proprio lavoro non è mancato agli sviluppatori, che anche sotto il profilo audiovisivo hanno svolto un operato certosino: come detto, tutto il mondo di gioco, protagonista incluso, è formato da carta, cartone e adesivi. Lo stile grafico adottato in virtù di questa scelta è cartoonesco, come visibile dagli screenshot a corredo della recensione, e nel complesso Stick It To The Man risulta molto piacevole da guardare per la nitidezza, la pulizia e i colori molto differenziati e in forte contrasto tra loro. Solo applausi anche da un lato più strettamente artistico, visto che il design dei livelli è assai ispirato, sia quando si sviluppano in orizzontale che in verticale. Sul tema del menù principale, da un punto di vista sonoro, ci siamo già espressi decisamente a favore, ma possiamo anche confermarvi che i brani che fanno da sottofondo ai livelli e il doppiaggio (in inglese, con sottotitoli in italiano) risultano altrettanto piacevoli.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=JmPae_q66Rw

Commento finale

Stick It To The Man è senza dubbio tra i titoli più validi che possiate avere su PlayStation 4, al momento. Provocatore, originale, intelligente, insolente, divertente, folle, anticonformista e a tratti malato, il titolo sviluppato da Zoink! offre al giocatore un gameplay intrigante, una storia unica, le potenzialità del DualShock 4 sfruttate al meglio e un comparto audiovisivo di tutto rispetto, malgrado la natura indie. Un gioco perfetto, dunque? Non del tutto: i controlli non si adattano granché bene alle (comunque poco numerose) fasi stealth e la difficoltà è quasi inesistente visto che il Game Over non è previsto. I pregi sono talmente tanti e i difetti talmente ignorabili che, in ogni caso, a Stick It To The Man viene assegnato il massimo dei voti, qui su PlayStation Bit. Oltretutto, questo mese per gli utenti del PlayStation Plus questo è un titolo gratis da scaricare… Cosa aspettate a farlo vostro?!

9/10

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.