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Broken Age Act 2: provaci ancora, Tim - recensione

Sarebbe facile cominciare la recensione di Broken Age Act 2 parlando dei 15 mesi che abbiamo dovuto attendere per mettere le mani sulla seconda parte dell'avventura di Double Fine, delle polemiche seguite alla suddivisione in due atti dopo la grossa cifra raccolta su Kickstarter, e in generale del malcontento che sembra accompagnare sempre più produzioni scaturite dal crowdfunding.



In verità, ora che l'attesa è finalmente finita, abbiamo la possibilità di giocare (e valutare) l'ultima opera di Tim Schafer in forma completa, e capire quale fosse la visione d'insieme iniziale del designer.



Già, il primo atto. Devo dire che Schafer mi è sempre sembrato il tipo di persona abbastanza alla mano che ti invita a mangiare in un buon locale dove la qualità conta ma solo se abbinata a una certa sostanza. Broken Age Act 1, invece, aveva un 'sapore' molto gradevole ma alla fine si rivelava anche poco corposo, e sembrava dare la precedenza proprio alla forma. Più un esercizio di nouvelle cuisine che un vero e proprio pasto, insomma.

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30 aprile 2015 alle 18:14