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Shadowrun Chronicles: Boston Lockdown - recensione

Iniziamo col fare un po' d'ordine. Il mondo di Shadowrun nasce nel 1989 come gioco di ruolo fantasy ambientato in un futuro a tinte cyberpunk e dominato da trame più o meno cospirative ordite da grandi corporation. I giocatori impersonano personaggi di classi diverse tra cui spiccano gli hacker specializzati nel matrix surfing, i rigger capaci di assemblare droidi seduta stante e i maghi in grado di evocare creature più o meno spaventevoli.



Il tutto immerso in un'ambientazione in stile Blade Runner in cui le routine quotidiane prevedono criminalità impazzita, guerre continue tra gang e corporation, spionaggio industriale e anche, giusto per non farsi mancar nulla, vicende di sperimentazione genetica bioeticamente non proprio correttissime.



Questo universo decisamente interessante dal punto di vista ludico viene sfruttato da Nintendo nel lontano 1989 per farne un action RPG in visuale isometrica che riscuote un enorme successo di critica e di pubblico e che ancora oggi viene discusso ed elogiato. Niente a che vedere con l'iterazione del 2007 per Xbox e PC che risulta un prodotto dimenticabile e ben poco interessante.

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5 giugno 2015 alle 10:45