Risen 3: Titan Lords Enhanced Edition - recensione
Risen 3 è un po' come quella compagna del liceo che vi faceva tanto ridere: "simpatica" e quindi non particolarmente attraente, come recita una regola aurea mai messa per iscritto, eppure dotata di un fascino tutto suo, intangibile e inesplicabile. La creatura di Piranha Bytes, spiritualmente imparentata con la serie di Gothic e già recensita sulle nostre pagine virtuali, sui sistemi della passata generazione non rivoluzionò il genere di appartenenza, né fu in grado di offrire un'esperienza appagante in ogni ambito. Ciononostante sapeva regalare momenti di puro divertimento grazie alla sua ricca sottostruttura e ad un gameplay insospettabilmente profondo. Non un gioco bellissimo dunque, ma certamente "simpatico".
Il suo ritorno su PlayStation 4, in quella che è stata definita la Enhanced Edition, è una di quelle cose che, tutto sommato, al contrario di altre riedizioni in HD (nessuno ha detto Arcania The Complete Tale) possiamo accogliere con un pizzico di gioia. Appena un pizzico, beninteso, perché purtroppo, come ormai è divenuta regola, anche questo riadattamento non apporta alcuna novità ad esclusione di un lieve aggiornamento del motore grafico.
Come un anno fa, vestirete i panni del figlio di Barba Argentata che, dopo un breve preambolo travestito da tutorial, perderà la vita per mano di una misteriosa creatura dotata di straordinari e oscuri poteri magici. Riesumato da Bones, stregone già noto ai fan della saga, il coraggioso pirata dovrà intraprendere un lungo viaggio per riappropriarsi della propria anima, rintracciare il fellone che lo ha vigliaccamente ucciso e, magari, salvare il mondo.
